Twins,TwiceandI

 

"Twins, Twice and I" cm 120 x 120 , olio su tela

 

Nell'opera “Twins” di Carlo Trevisan viene affrontato il tema del doppio, la rappresentazione del sé in una riflessione della dimensione dell'essere. In questo caso il doppio è riflesso speculare del soggetto, due zebre con lo stesso corpo nel conseguimento di una metamorfosi metafisica.
Il doppio può costituire un momento essenziale nella conformazione del soggetto, sia questo uomo-animale-oggetto e può assumere svariati significati: si può intendere come due oggetti o persone uguali (per esempio i gemelli), come la nostra ombra, come il riflesso speculare divenuto indipendente, come l’alter ego nello sdoppiamento della personalità.
Chi siamo noi? Chi invece non siamo?
Quale che sia l'identità che acquisiamo nel nostro esistere è importante, se vogliamo che la nostra vita abbia una coscienza, identificare quale sia il nostro vero essere.
Come già Freud o Jung hanno evidenziato, l'identità del soggetto è un complesso di fattori genetici e ambientali.
Nella società moderna spesso l'individuo viene portato ad un "non sé", cioè all'"altro", allontanandosi dal suo originale. E l'acquisizione della possibilità di costituire un "altro" radicalmente esterno al sé va poi di pari passo con la costituzione di un doppio interno che finisce per configurarsi come alterità interna. Nella nostra psiche a volte si arriva a creare una parte di sé osservante e una parte di sé osservata: il corpo è unico (corpo zebra), le identità sono separate (due teste di zebra).
Talvolta il doppio è solo inconscio, paura o desiderio rimosso. Il doppio è cioè l'altro che trova nello sdoppiamento uno spazio autonomo, liberato dal soggetto cosciente.
L'appartenenza all'umanità, a una cultura, a una società fa si che l'adesione a se stessi e alla comunità è legata, per ogni soggetto/oggetto, a processi psichici che hanno condotto alla costituzione del sentimento della propria identità, nell'attinenza alla comprensione di se stesso e della vita. Ma spesso nel relazionarci agli altri, gli incontri/scontri che contrassegnano gli scambi socievoli quotidiani hanno la caratteristica dello sdoppiamento.
Questo sistema di difesa consistente nell'essere ciò che gli altri vogliono, dà origine alle personalità del "falso sé", che naturalmente portano all'annullamento del sentimento di essere se stessi.
Lo sdoppiamento porta a una distinzione tra una propria ed una altrui identità, presupposto necessario affinché possano esistere pensieri di sé, dell'altro e del mondo. Se la duplicazione iniziale è stata sufficientemente buona, l'estraneo non potrà più essere totalmente estraneo e ciò che è invece proprio non potrà più essere totalmente tale: ci sarà sempre un equilibrio funzionale di due presenze contemporanee. Si creerà così una sorta di combinazione, integrazione, punto di equilibrio tra ciò che ne è del naturale, ciò che ne è dell'estraneo, che rinvia alla necessità di avere acquisito l'esistenza di un'irriducibile alterità. Concludendo è importante trovare un punto di equilibrio che riesca a far mantenere al soggetto il sentimento della propria identità e questo grazie appunto ad un richiamo all'unità.

 

 

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