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AT in pillole - Introduzione all'Analisi tecnica
 

Psicologia dell'Investimento

Seconda parte - Anticipare la massa

 

di: Salvatore Guarino

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Nel precedente documento, trattando della psicologia dell'individuo, si è visto come sia difficile per l'investitore mantenere razionalità ed obiettività di pensiero di fronte alla volatilità dei mercati. I mercati finanziari sono, per definizione, vettori stressogeni per gli individui non preparati adeguatamente ad affrontare repentine mutazioni di scenario. L'investitore costruisce la sua strategia attingendo alle tante informazioni disponibili.  Bollettini societari , reports, analisi di settore o semplicemente rumors divulgati con ogni mezzo formano la sua "coscienza di investimento". Quando però, la volatilità del mercato nega la sua attesa, per l'ennesima volta, può insorgere nell'individuo qualche problema di autostima; per dirla con l'analisi Transazionale di E. Berne scatta il meccanismo inconscio "Tu sei OK - io non sono OK" con conseguenze piuttosto spiacevoli. Le cose cambiano, però, se l'attività in questione ed il processo decisorio sono condivisi con altre persone con cui si è in contatto.

In questo breve lavoro accenneremo alle dinamiche delle informazioni che influenzano i mercati (market movers) nel loro impatto sugli investitori attraverso il meccanismo delle influenze sociali.

Come Keynes sosteneva, i mercati raggiungono l'efficienza nel momento in cui i prezzi riflettono accuratamente il loro valore fondamentale (inteso come la sommatoria scontata del flusso di dividendi futuri attesi). In realtà, però, non è difficile riscontrare come la volatilità delle attività finanziarie, osservata sui mercati reali, sia superiore a quella ipotizzabile attraverso variazioni delle aspettative razionali. Ne deduciamo, quindi, che la quantità di informazioni che arrivano quotidianamente sui mercati è relativamente scarsa rispetto alla variabilità dei prezzi riscontrata.

Di conseguenza, la teoria economica tradizionale ha difficoltà a spiegare determinate oscillazioni di valori.  Questo vuoto si riflette nell'incrementarsi delle difficoltà nel prendere decisioni anche in contesti in apparenza banali. Ne deriva che il valore di un titolo dipende, in buona misura, dall'opinione che la gente ha di esso.

Le variazioni di prezzi sono quindi dovute, oltre al flusso di dividendi attesi, anche a tutte quelle informazioni meno direttamente correlate con la borsa e che generano il cosidetto "sentiment di mercato".

 


Fattori economici e non: due famiglie di investitori


Si possono quindi delineare due tipologie di investitori:

- la prima è rappresentata dalle persone che, per le loro strategie di investimento, associano le oscillazioni dei prezzi ai fondamentali economico-patrimoniali dell'azienda quotata ed al settore di appartenenza;
- la seconda comprende, invece, gli investitori che considerano i prezzi di mercato meno correlati a fattori economici e maggiormente a fattori di tipo psicologico-comportamentale degli operatori.

Vi è comunque un'attività mentale di carattere cognitivo comune a tutti; ossia il tentativo di cercare di anticipare la realtà. Vivendo in uno stato di aspettativa (di nuove informazioni) è normale che si sviluppi una predisposizione psicologica ad accoglierle ed interpretarle.

A volte si incorre nell'errore di giudicare eventi futuri attraverso le informazioni che si hanno sui medesimi eventi accaduti in passato o in tempi più recenti.
È data per scontata, del resto, l'impossibilità di ottenere l'informazione completa sotto tutti gli aspetti riguardo ad un dato mercato o un dato bene. Da qui l'importanza di saper gestire il flusso di informazioni, seppure incomplete ed a volte distorte.
Ogni persona che ha a che fare con un problema, deve prendere una decisione e per farlo è richiesta un'attività mentale che sappia mettere a confronto tutti gli elementi assorbiti, rielaborarli, classificarli in ordine di importanza secondo l'opinione che l'individuo ha in merito.

Ogni input viene rivestito di un valore favorevole o sfavorevole, a seconda che sia in linea con la personale opinione che ciascuno si forma.
Questo processo di rielaborazione dati continua finché non si è raggiunto il massimo livello di know-how. Da qui nascono, nella maggior parte dei casi, le opinioni personali e ne derivano le scelte per risolvere i problemi attuali e per fare previsioni in merito a quelli futuri.

A tal proposito, ricordiamo un valido adagio che qualifica il comportamento dell'analista tecnico discriminando il suo diverso approccio psicologico verso i mercati: "In Analisi tecnica è meglio dimenticare quello che crediamo e invece credere in quello che vediamo "

Ogni individuo utilizza questa ricerca del vero, del giusto, ed ognuno entra a far parte così di una grande comunità composta da tutti gli altri membri che riflettono ed agiscono come lui sullo stesso oggetto.
Lo scopo comune a tutti è quello di raggiungere il successo delle proprie previsioni e questo sui mercati finanziari significa soprattutto guadagnare.

 

Il meccanismo delle influenze sociali e la dissonanza cognitiva


Tornando alle informazioni, queste sono fruibili da tutti gli operatori nello stesso momento grazie alla diffusione delle reti telematiche e del tempo reale, ma le previsioni che ne scaturiscono divergono tra loro. Ciò perchè, come si è detto, non viene attribuita la stessa valenza agli elementi processati. Esiste inoltre un fenomeno capace di pilotare le decisioni individuali conformandole a quelle del gruppo. Si tratta del meccanismo 'delle influenze sociali' secondo il quale le opinioni individuali tendono a coincidere con quelle della massa.

La spiegazione psicologica di questo fenomeno è insita nel fatto che il gruppo è percepito come una unità omogenea formata da una moltitudine di idee e di comportamenti accettati dalla maggioranza. Il modello concettuale comune si evolve e si sviluppa perché i membri del gruppo tendono a costruirsi rappresentazione che siano coerenti con i valori comuni.
Questo meccanismo spontaneo di normalizzazione e conformità forza i membri ad allinearsi tra di loro e con l'opinione dominante, indipendentemente dal fatto che la si ritenga giusta o meno e che ci si comporti incoerentemente con le proprie convinzioni . Nella fattispecie dei mercati finanziari questo fattore contribuisce ad aumentare la volatilità dei prezzi in quanto aumenta la forza dei movimenti in corso anche se questi non appaiono sempre giustificabili.

In mercati Orso ci si allinea facilmente con l'opinione ribassista dominante. E' una situazione nella quale a favore del conformismo si perde o quanto meno si mette in secondo piano la propria oculatezza, si esalta il valore dell'opinione dominante minimizzando quella propria.

Sotto l'aspetto psicologico la motivazione risiede nel fatto che quando si è in disaccordo con gli altri (nella fattispecie quando si è contro il mercato) si prova una sgradevole tensione che si cerca di eliminare o ridurre ricorrendo all'incoerenza verso le proprie idee. Quando il soggetto avverte questa dicotomia tra il proprio pensiero ed il comportamento, in psicologia si dice che si trova in "dissonanza cognitiva".

Molti psicologi sono convinti che ogni persona sia animata dalla necessità di coerenza tra le proprie idee.  Se questo non dovesse avvenire producendo incoerenza si sarebbe mossi dall'esigenza di un ripristino della coerenza stessa.

Festinger si è occupato di questo problema, che nel caso d'incoerenza viene appunto denominato dissonanza cognitiva. Festinger rileva che tanto più c'è dissonanza tra la rappresentazioni che si hanno nel mondo, tanto più è forte il disagio per l'incoerenza che necessita di una risoluzione, e lo è maggiormente all'aumentare dell'importanza delle rappresentazioni medesime. La risoluzione della dissonanza può avvenire attraverso una modifica del proprio comportamento, o attraverso la modifica della rappresentazione.

Per fare un esempio semplice, se si disprezza chi ruba, e si sta per comprare una autoradio presumibilmente rubata, si può decidere, nei termini della risoluzione della dissonanza, di non comprare più l'autoradio o si cambia la propria opinione su chi ruba, giustificandolo come uno stato di bisogno.

Tutto ciò dimostra, come il bisogno di coerenza cognitiva può influenzare il cambiamento negli atteggiamenti; infatti, ad una coerenza logica si associa una coerenza di atteggiamenti. L'investitore in oggetto, però, non ravvisa la necessità di risoluzione di questa dissonanza, (se non nel lungo tempo) perchè l'uniformarsi all'opinione del gruppo, pur non condividendola, presenta anche indiscussi vantaggi, soprattutto quando ci si sente in pericolo.

In realtà se l'individuo ha paura di perdere del denaro, ne ha molta di più di farlo da solo; trovandosi in difficoltà o sbagliando non avrebbe nessuna scusante per i propri errori; invece nel gruppo il senso di colpa sarebbe minore in quanto diviso con gli altri. Possiamo così trovare una spiegazione al quesito che ci siamo posti inizialmente; ossia perché spesso le oscillazioni dei prezzi non possono essere adeguatamente spiegate con delle motivazioni di carattere fondamentale, o almeno non solo con quelle, e perché la psicologia delle masse tende ad aumentare in maniera esponenziale per indagare e anticipare quelli che possono essere considerati ormai naturali movimenti di mercato.

Facendo ora un passo avanti possiamo evidenziare il fatto che la necessità di appartenere ad un gruppo aumenta nel momento in cui ci si sente in pericolo; considerando che i mercati finanziari sono un campo molto fertile per l'insorgere di minacce, le situazioni di aggregazione spontanea sono assai frequenti. In borsa, il trend in questo senso funziona come un catalizzatore, influenza il gruppo spinge e genera le sue opinioni.

 


Come procede il ciclo del gruppo


Nella globalità dei mercati finanziari coesistono svariati gruppi ognuno dei quali con differenti idee. Ogni gruppo nasce e muore attraverso il cosiddetto 'ciclo vitale del gruppo' composto dalle fasi di crescita-maturità-declino. Gruppi rialzisti e gruppi ribassisti, seppur coesistendo, mostrano un'alternanza nelle fasi di crescita, maturità e declino dei propri ideali e ne deriva uno speculare alternarsi sui mercati delle fasi Toro e Orso. Ciò è tra l'altro intuitivo in quanto se il mercato presenta condizioni adatte al formarsi di convinzioni rialziste, simultaneamente implicherà il declino di coloro che hanno idee contrapposte. Altresì logico è il riflesso di tale movimenti sui prezzi: essi salgono quando prevalgono i gruppi rialzisti e scendono quando prevalgono i gruppi ribassisti.

Operativamente parlando, questi concetti ci possono tornare utili. Capite le dinamiche retrostanti le psicologie dei gruppi, difficilmente si andrà contro mercato, ma si cercherà di abituarsi a seguire i trends anche nel momento in cui il punto di vista personale non è perfettamente concorde (the trend is your friend).

Anche nell'analisi tecnica, del resto, la psicologia gioca un ruolo importantissimo. È un codice comune a tutti gli analisti che fa sì che alla rottura di una figura o di una trendline, il mercato si porti spesso esattamente sul target price della figura stessa. (profezia autodeterminata). Questo perché, essendo la decodificazione del segnale comune al maggior parte degli analisti, anche l'obiettivo è spesso comunemente atteso. Al momento del break, gli analisti che accompagnano il movimento generatosi assieme alle masse che lo seguono, spesso inconsciamente, determinano il sempre più frequente successo dell'analisi tecnica.
 

Il mercato e le mani forti

I grandi speculatori, coloro cioè che possono condizionare il mercato grazie alla mobilizzazione di grandi risorse in breve tempo, sfruttano spesso le conoscenze della psicologia comportamentale dei gruppi per assicurarsi lauti guadagni.

Ciò, avviene non solo, come si crede, nei confronti della massa di investitori sprovveduti, i cosiddetti "lemmings" o "parco buoi", ma soprattutto nei confronti di investitori con competenze tecniche, ma non sufficientemente disciplinati nell'applicazione degli strumenti operativi (es.filtri di tempo e profondità , stop-loss, stop and reverse ecc.). Consideriamo, ad esempio, una situazione in cui un mercato azionario si trova in fase "trendless", ossia di estrema incertezza. Mani forti, nel bel mezzo della congestione, iniziano a comprare massicciamente, tanto che i prezzi superano le soglie tecniche che consentono l'entrata nel mercato (decodifica comune del segnale cui accennavamo sopra) Il veloce rialzo delle quotazioni è altresì favorito dagli scambi di solito rarefatti in situazioni di trading range. Numerosi investitori si mettono in coda contemporaneamente sul breakout dei prezzi, spingendo di riflesso sui livelli dei corsi, mentre tanti altri intervengono con effetto imitativo (modering) più per la paura di perdere il treno del rialzo, che per reale convinzione che il trend sia cambiato. Le mani forti riescono progressivamente a smobilizzare la grossa posizione accumulata nelle precedenti sessioni e ad assumere posizioni contrarie "corte" grazie alla forte domanda sull'attività finanziaria in oggetto, che non viene meno neanche in occasione del primo ribasso, percepito dai più come semplice correzione. I corsi, nelle sedute successive, attraversano in discesa la zona di congestione rompendo progressivamente i livelli di supporto, ed alimentando così la ripresa del trend ribassista.

Lo scenario che ne segue è facilmente ipotizzabile:

- Per gli analisti tecnici si è trattato di un semplice "falso segnale rialzista" (whipsaw) o al massimo di una trappola del toro (bull trap)
- Per molti altri professionisti, invece , l'evento si è trasformato in un'opportunità favorevole grazie al tempestivo utilizzo di tecniche di tipo "stop and reverse" che hanno consentito di tagliare immediatamente le piccole perdite e posizionarsi nella nuova direzione prodotta dall'inversione dei prezzi.
-Per la massa degli investitori, entrati sul mercato in occasione del breakout dei prezzi, si è verificata l'ennesima lunga perdita ed il pentimento di non essere stati in grado di cogliere l'attimo fuggente ed uscire in tempo. A questi rimarrà sempre la consolazione di raccontare l'ennesima brutta avventura e "fare gruppo"con gli altri sfortunati investitori sempre in lotta col nemico di sempre: il mercato. La sintonia col sentiment dominante del mercato si è così ripristinata.


s.g.

PRIMA PARTE

 

Bibliografia:
Financial Advisor
S.Guarino- Introduzione all'Analisi tecnica - Università Pop. Napoli Nord
 

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