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 I coefficienti Alfa (a) e beta (ß)

di: Salvatore Guarino

I coefficienti a e ß costituiscono uno strumento molto utilizzato nella valutazione del rischio dei titoli. Dal punto di vista teoretico forniscono il criterio di riferimento all'interno di un modello, che inquadra il rapporto tra rischio e rendimento.
Dal punto di vista operativo, invece, offrono una valutazione quantitativa di immediata applicabilita' pratica.

Il coefficiente ß di un titolo fornisce il dato statistico del comportamento dello stesso rispetto all'indice di riferimento: puo' essere maggiore di 0 (beta >0) ed in questo caso ci informa che il titolo varia nella stessa direzione dell'indice o inferiore (beta <0) indicandoci che varia nella direzione opposta. In pratica:

Se il coefficiente
ß è superiore all'unità (beta >1) vuol dire che il titolo oscillerà in modo più che proporzionale rispetto all'indice di riferimento, sia in aumento che in diminuzione
Se il coefficiente
ß è compreso tra 0 e 1 (0 < beta < 1) il valore del titolo oscillera' meno che proporzionalmente rispetto all'indice in entrambe le direzioni. Il segno meno (-) nel beta indica che il titolo oscilla in direzione opposta dell'indice.  
Ovviamente, più è lungo l'orizzonte temporale dei dati presi a riferimento , più è significativo è il valore del beta del titolo a cui si riferisce.

Da segnalare, alcuni recenti studi per l'utilizzo significativo di un coefficiente "
beta mobile" con rilevazione a 5 e 7 giorni nella gestione dei Covered Warrant.
Per un esempio operativo scarica il file analisi cw.xls zippato (82.3Kb) per gentile concessione di
Norberto Tranquillo

Il coefficiente a esprime l'attitudine di un titolo a variare indipendentemente dall'indice di riferimento (mercato). Se l'alfa di un titolo mostra un valore positivo, significa che il titolo è in grado di generare autonomamente un rialzo, mentre se negativo ci informa della tendenza del titolo a subire perdite indipendentemente dal trend di mercato.

 

Il modello teorico

I coefficienti a e ß si inquadrano nel Capital Asset Pricing Model (CAPM) un modello statistico matematico del mercato mobiliare, che rappresenta una situazione ipotetica ideale e che costituisce , ovviamente, una semplificazione della realta'. Come tutti i modelli matematici presentano il difetto della non continua aderenza al mercato , ma anche il pregio di isolare e far emergere gli aspetti più rilevanti del fenomeno in esame.

La situazione ipotizzata del modello CAPM è quella del mercato perfetto dove:

1- esiste una relazione di proporzionalità diretta tra rischio e rendimento dei titoli;
  ossia, i titoli che offrono rendimenti maggiori comportano un rischio maggiore e viceversa

2- Gli investitori sono tutti uguali nel senso che essi dispongono tutti delle stesse informazioni, detengono le stesse disponibilità ed hanno tutti lo stesso scopo: massimizzare il profitto ponendosi ognuno sulla curva rischio-rendimento in funzione delle propensioni individuali al rischio

3- Le compravendite non sono gravate da nessun costo accessorio e/o fiscale

Con questo presupposto la definizione di beta considera l'ipotesi che tutti i titoli nel lungo periodo si adatteranno all'indice, ma sul breve, non tutti seguono lo seguono allo stesso modo. In un giorno mentre molti titoli salgono, seguendo l'indice, altri lo fanno in modo più o meno che proporzionale , mentre qualcuno, addirittura lo fa in senso inverso. Ciò comporta la suddivisione del rendimento e del rischio dei titoli in due componenti:

1- La componente comune- a tutto il mercato che chiameremo "sistemica", è attribuibile a fattori macroeconomici, politici, sociali che sono fuori dal controllo degli investitori.
2- La componente propria del titolo che chiameremo "specifica" dipende dalla singola situazione del titolo in un certo momento.
Naturalmente le due componenti si sovrappongono, sommandosi e/o compensandosi , dando luogo al cosiddetto "rischio globale del titolo". Il frazionamento delle due componenti è importante per l'asset allocation di un portafoglio, perchè permette di distinguere una parte ineliminabile da quella specifica che , invece, si può compensare con un'adeguata diversificazione dei titoli (settori economici, ciclicità e anticiclicità ...)

L'andamento del ß risponde, dunque, allo scopo di descrivere in termini quantitativi l'andamento di un titolo in rapporto al mercato:

Supponiamo di essere in possesso di una tabella come la seguente:

Fig.1
             
 Figura 1

Nella figura sono riportati i rendimenti del mercato e quelli del titolo svincolati da qualsiasi riferimento temporale: L'insieme di tali valori rappresenta, così, tutta l'informazione possibile sul rapporto tra rendimento del mercato e del titolo, però in questa forma essa è del tutto inutilizzabile perchè troppo dispersa.

Occorre, invece concentrare l'informazione dei dati in uno strumento più immediato e di facile utilizzo. Possiamo, allora, passare dai dati alla loro
MEDIA. Una parte dell'informazione andrà persa quando la si concentra tutta in un punto, ma in compenso, potremmo disporre di uno strumento semplice ed intuitivo.

Nel nostro caso il compito di concentrare l'informazione è assolto dalla
RETTA di REGRESSIONE, che consente di sostituire l'insieme dei valori originali con la retta che ne costituisce l'approssimazione migliore. I calcoli sono molto semplici; essi forniscono la retta nella forma analitica seguente:     Rt = a + ß xRm          
dove
Rt e Rm rappresentano il rendimento del titolo e del mercato, mentre Alfa (a) e Beta (ß) sono i coefficienti identificativi della retta, ossia i parametri che stiamo cercando (FIG.2)

Figura2
Figura 2

 

Nella figura , Alfa rappresenta l'ordinata del punto in cui la retta taglia l'asse verticale e si interpreta come il rendimento del titolo a prescindere dal rendimento del mercato, ovvero a rendimento del mercato nullo.

Il coefficiente
Beta rappresenta l'inclinazione della retta, misurata col suo coefficiente angolare ed indica il livello di reattività, o inversamente, di inerzia, che il titolo presenta nei confronti del mercato.

Se, ad esempio la retta è inclinata a 45 °, ed ha, quindi beta=1, cio' significa che a un aumento o una diminuzione di un 1%, il titolo reagisce con un aumento /diminuzione analogo: esso riproduce identicamente i movimenti del mercato.
Se la retta è inclinata a meno di 45°, cio' significa che il titolo reagisce ai movimenti del mercato "attenuandoli"; i titoli di questo tipo hanno un
BETA inferiore a 1 e superiore a 0 (Beta > 0 <1) e sono detti "difensivi"; I titoli con Beta maggiore di 1 (B > 1) amplificano i movimenti del mercato e sono detti "aggressivi".

I valori medi di Alfa e Beta rispetto a tutti i titoli, sono, ovviamente, quelli corrispondenti alla globalità del mercato, cioè 0 e 1 rispettivamente. L'interpretazione del Beta è più delicata di quella dell'Alfa: per quest'ultimo è infatti possibile affermare che valori elevati sono preferibili a valori bassi, anche se , ovviamente, l'alfa è, di solito, molto vicino allo "0".
Per il beta è invece evidente che valori aggressivi sono preferibili con mercati al rialzo, mentre con mercati al ribasso sono preferibili valori difensivi, per cui è impossibile definire in assoluto un valore di Beta migliore.

 

Un esempio di coefficienti Alfa - beta e Volatilità tratto dalla rete:

ALERTS COEFFICIENTI
Rilevazione al 17.3.1999 Rilevazione al 12.3.1999
TITOLI ALFA BETA VOLATILITA'
ALITALIA 0,04 0,86 13,54
ALLEANZA -0,11 1,17 9,06
B.CA DI ROMA -0,30 1,33 15,51
B.CA FIDEURAM -0,03 1,35 15,18
B.CA INTESA -0,04 1,13 12,04
BENETTON -0,05 0,96 7,51
COMIT -0,06 1,25 11,18
COMPART -0,17 1,17 13,72
EDISON 0,05 0,85 13,11
ENI 0,01 0,77 4,65
FIAT -0,18 1,20 12,52
FINMECCANICA 0,09 1,03 16,62
GENERALI 0,03 0,99 10,50
H.D.P. -0,09 0,84 11,17
INA 0,02 1,09 9,36
ITALGAS 0,12 0,56 11,61
MEDIASET 0,28 0,59 18,74
MEDIOBANCA -0,08 1,39 14,08
MEDIOLANUM 0,08 1,11 19,18
MONTEDISON -0,15 1,07 9,86
OLIVETTI 0,24 1,06 22,94
PARMALAT -0,14 1,01 10,02
PIRELLI SPA -0,11 1,20 8,58
RAS -0,21 1,22 12,14
ROLO BANCA 1473 -0,04 1,21 11,35
SAIPEM -0,08 0,85 6,56
SAN PAOLO - IMI 0,04 1,15 12,71
TELECOM ITA 0,15 1,15 16,68
TIM 0,02 1,23 9,15
UNICREDITO 0,04 1,39 11,20

 

Calcoliamo, da soli, i coefficienti ALFA e BETA con un foglio Excel

Osserviamo il seguente foglio Excel:

Excel Alfa e Beta

Ipotizziamo di voler calcolare i coefficienti Alfa e Beta di un titolo azionario rispetto ad un indice di mercato, per il periodo di 11 sedute borsistiche. Prepariamo un foglio excel. Indicheremo le quotazione del titolo (A3:A13), quelle dell'Indice (B3:B13) e nelle colonne C e D le rispettive variazioni % di ogni seduta rispetto alla precedente.

Calcoliamo le medie delle variazioni e le rispettive Varianze: Osserviamo subito che la media delle variazioni giornaliere del titolo è inferiore a quella dell'indice. Ma la varianza , che osserviamo in direzione opposta, ci dice che il titolo (VAR 0.86) è ,decisamente, più volatile dell'indice (VAR 0.1794).

Cerchiamo il valore del Beta.
Abbiamo definito il beta: il coefficiente angolare della retta di regressione passante per i punti dell'incontro tra la proiezione delle quotazioni del titolo riportate sull'asse delle ordinate: dunque
calcoliamo il Beta con la funzione Excel "PENDENZA dell'intervallo delle variazioni % del titolo (C4:C13) rispetto a quelle dell'indice (D4:D13)            
Risultato Beta = 1.6951
Il valore > 1 (1.6951) indica un titolo estremamente volatile nella stessa direzione del trend dell'indice, confrontabile, visivamente, con il grafico del titolo (linea blu) rispetto all'indice (linea fucsia).

Calcoliamo il valore dell'Alfa.
Abbiamo definito l'Alfa: l'intercetta sull'asse delle ordinate della retta di regressione il cui coefficiente angolare è il Beta - dunque :

Possiamo formulare l'equazione della retta nel seguente modo: Y= a +ß x ind ossia a = Y- ß x ind sapendo che:                  Y      = Media aritmetica del titolo   = 0.0039
                   
 ind    = "                "         "  indice = 0.1584
                     ß        = coefficiente Beta               = 1.6951

a = Y- ß x ind    =0.0039-(1.6981 x 0.1584) =   -0.265  (Risultato ALFA)

 

 

 

Bibliografia:

Analisi Finanziaria n.3/1991

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