Le Bollinger
Bands
- di: Mario
Salvia
- Socio SIAT
- (Società Italiana
di Analisi Tecnica)
Il sistema di trading
che porta il nome di John Bollinger non è altro
che il geniale adattamento ad un sistema di trading chiamato
'conformazione a busta', che prevedeva la creazione, a
ridosso della curva della media mobile, di altre due curve, una
superiore a quella della MM, laltra inferiore. Esse si
costruivano moltiplicando il valore della media mobile per un
quoziente proporzionale prestabilito. Linsieme delle due
nuove curve così prodotte, costituiva appunto la 'busta';
si attivavano posizioni long o short al raggiungimento da parte
del prezzo del titolo di una o laltra di queste curve.
Ne parlo al passato giacché, pur essendo comunque un passo
avanti rispetto ad un trading basato sulle sole MM, il sistema
'a buste' risultava già abbastanza in disuso, quando Bollinger
decise di 'aggiornarlo'. Il suo principale problema era la definizione
del moltiplicatore da usare sulla MM, che di volta in volta,
poteva diventare un numero troppo piccolo o troppo grande, cambiando
così lampiezza della 'busta', che anchessa
poteva risultare troppo ampia o troppo stretta, generando o pochissimi
segnali o troppi. Questo perché al variare delle condizioni
di mercato si contrapponeva la 'rigidità' della 'busta'.
Indice
Mibtel daily |
- Il grafico animato
mostra due immagini che evidenziano la maggiore duttilità
delle Bollinger Bands rispetto alla rigidità della
'busta' (envelope).
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John Bollinger decise
di sostituire a tale moltiplicatore fisso, un parametro espresso
in funzione del grado di volatilità del prezzo
da osservare. La distanza del loro posizionamento è commisurata
a un multiplo della deviazione standard rispetto alla MM , multiplo
positivo per quella superiore e negativo per quella inferiore;
il ricorso alluso della deviazione standard in luogo
di una percentuale fissa, comporta un loro automatico adattamento
in funzione della volatilità del mercato, misurata appunto
dalla deviazione standard. Poiché per la loro costruzione
si considera dunque anche un elemento legato alla volatilità
dei prezzi, esse sono in grado (le Bands) di allargarsi o stringersi
proprio in funzione del grado di erraticità espresso dai
prezzi cui sono riferite. Quanto maggiore è la volatilità
del sottostante, tanto più ampia sarà la fascia
definita dalla distanza tra le due bande, viceversa, le bande
tenderanno ad avvicinarsi in periodi di scarsa volatilità.
Per inciso, poiché le bande rappresentano levidenza
grafica della volatilità dello strumento sotto analisi,
ottimi spunti possono trarre da esse tutti i traders che operino
con strumenti in cui la volatilità influenza in modo sostanziale
la dinamica del prezzo.(Warrants, Cov. Warr., opzioni in genere).
Da un punto di
vista operativo, considerando che la banda superiore e quella
inferiore dovrebbero rappresentare rispettivamente resistenza
e supporto dinamici, si va long quando il prezzo viene a contatto
con il supporto inferiore e short, viceversa. Ma è
lo stesso John Bollinger a definire troppo semplicistico un approccio
di questo genere, suggerendo di convalidare questo tipo di indicazione
con losservazione congiunta di altri indicatori. "Le
Bands, ha detto, rappresentano un buon indicatore
dello scenario allinterno del quale si muovono i prezzi,
che può essere integrato da altri strumenti come gli oscillatori,
per ottenere segnali di conferma rispetto a quanto indicato dalle
Bands. Da parte mia un solo consiglio: ricordate che siamo
sempre allinterno della famiglia degli indicatori 'trend
following', la cui applicazione richiede la presenza di un trend
in atto.
Infine, dal punto di vista dei parametri, la MM centrale
è preferibilmente (ma non necessariamente) semplice e
tarata a 20 gg. mentre le bande sono calcolate con due deviazioni
standard rispetto alla media centrale. Tale insieme di parametri
può essere applicato a qualsiasi base temporale, dai grafici
mensili a quelli intraday.
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