Molti appassionati di borsa che hanno deciso di intraprendere
la strada del trading sistematico sono alla ricerca di un sistema
che "funzioni". E cioè? "Un sistema che
faccia far soldi!" è la risposta più immediata.
Ebbene, come già detto,
il sistema "perfetto", che guadagna tanto, sempre e
subito, sembra non esistere, o almeno, pare che ad esso noi comuni
mortali non possiamo avere accesso. Quello a cui non possiamo
aspirare è realizzare un trading system che produca un
utile più o meno consistente, attraverso un maggiore o
minore numero di operazioni, aventi un determinato orizzonte
temporale e che, necessariamente, saranno accompagnate da perdite
di una certa entità. Come mai tutti questi elementi variabili?
Semplice, perché ogni sistema ha alle sue spalle una strategia
ed ogni strategia segue una via diversa per arrivare all'utile.
Un sistema realizzato per il trading intraday, ad esempio, sarà
verosimilmente caratterizzato da un elevato numero di operazioni
di breve durata, ognuna delle quali realizzerà un piccolo
guadagno, se va male, una piccola perdita. Data la ridotta entità
degli utili per operazione, lo "scalper" vorrà
quindi che il sistema realizzi un'elevata percentuale di operazioni
vincenti, altrimenti le tante piccole perdite gli rosicchieranno
pian piano il capitale.
Allora il sistema che "funziona"
di cui sopra, per il nostro trader con orizzonte di brevissimo,
sarà quel sistema che realizza un elevato numero di operazioni
vincenti di breve durata (accompagnate quindi da guadagni contenuti)
e che non generi grosse perdite. Un trader-"cassettista",
al contrario, potrebbe essere alla ricerca di un sistema che
generi un ristretto numero di operazioni destinate ad avere una
vita più o meno lunga e ad essere caratterizzate, quando
in utile, da rendimenti a due cifre.
Fuori due!
Da quanto detto si desume che,
prima di testare un sistema, dobbiamo avere ben chiare quelle
che sono le nostre aspettative circa il suo comportamento.
Dovrà essere ben definita, quindi, non solo l'entità
degli utili previsti (anzi, come vedremo in seguito, forse questo
è uno degli elementi meno importanti), ma il numero
di operazioni, la loro durata, l'entità
delle perdite medie e massime, la percentuale di operazioni
vincenti, ecc. Non esistono valori ottimali in assoluto di
queste, come di altre variabili ma valori che possono essere
considerati più o meno soddisfacenti in funzione di quelle
che sono le esigenze e le caratteristiche di trading dell'operatore.
Queste ultime, poi, sono influenzate anche da altri fattori quali
la personalità e dai capitali a disposizione del trader:
se questi è molto ansioso o dispone di capitali "
limitati" ovviamente non potrà adottare un sistema
che prevede perdite di grossa entità o che si protraggono
per un tempo lungo, anche nel caso in cui i suoi rendimenti potenziali
risultino decisamente elevati. Per questi motivi si può
stabilire se un sistema sia "funzionante" o meno solo
dopo aver delineato i prerequisiti che esso deve soddisfare al
fine di poter essere ritenuto tale da chi intende adottarlo.
Ai fini della definizione delle
aspettative e della verifica della rispondenza del sistema alle
esigenze di chi opera Chande ha suggerito uno strumento che può
aiutare nella distinzione tra un sistema accettabile ed uno da
rifiutare. Si tratta della Chande Comfortable Zone, da
egli illustrata in occasione del secondo incontro annuale SIAT
tenutosi a Vietri sul Mare (SA) il 24 e il 25 Giugno 2000.
Un sistema, nel
momento in cui si posiziona fuori dall'area verde, e' da accantonare
o da rivedere
In pratica Chande suggerisce
di considerare tre misure di performance del sistema:
i rendimenti medi attesi, quella che per adesso chiameremo
semplicemente perdita massima sopportabile (indicata in
figura con il termine drawdown) e la massima durata accettabile
per una perdita. Queste misure limite, ovviamente, saranno
funzione delle aspettative di che realizza o testa il sistema.
Rappresentando le tre variabili graficamente è possibile,
così, visualizzare l'area di accettabilità del
sistema e il posizionamento dello stesso all'interno di questa.
Potremmo facilmente distinguere, in tal modo, i sistemi da scartare
da quelli da implementare. Questo è, ovviamente, solo
un approccio alla definizione delle aspettative; aiuta però
a capire quanto importante sia questa fase della costruzione
di un trading system.
Molto probabilmente alcuni
discorsi ora accennati vi saranno più chiari una volta
che avremo affrontato nel dettaglio le varie misure di performance.
Per adesso il messaggio che vorrei lasciare è questo:
non
esiste il sistema perfetto per tutti, ma diversi tipi di sistemi
sono adatti a diversi tipi di trader. E' necessario, quindi, definire
le proprie aspettative nei confronti del TS per poter stabilire
l'accettabilità o meno dello stesso.
Ma quali misure dobbiamo considerare?
Lo scopriremo presto! C'e' prima un altro piccolo aspetto da
considerare; di questo parleremo la prossima volta.
a.p. - 4 marzo 2001
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