- Ci serve un'idea...perchè?
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- Qualsiasi sistema è
destinato, secondo me, al fallimento se non è basato su
dei principi che gli americani definirebbero "sound"
e che io tradurrei "sensati". Troppo spesso, purtroppo,
si costruiscono o, peggio, si va alla ricerca di sistemi che,
per quanto assurdi, sembrano fornire risultati soddisfacenti.
Le potenzialità di calcolo dei computers ci permettono
di esplorare le infinite combinazioni di indicatori, patterns,
livelli delle maree, temperatura dell'aria, ecc. ed infine trovare
quella miscela "magica" che sembra essere l'arma vincente
contro l'amato nemico mercato.
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- Purtroppo tale miscela è
destinata a rivelarsi velenosa. Potrei verificare, per assurdo,
che il mercato si muove al rialzo tutte le volte che scendo dal
letto col piede destro, al ribasso tutte le volte che utilizzo,
invece, il piede sinistro. Di conseguenza il mercato dipenderebbe
dalla mia volontà "incosciente", la quale mi
porta a poggiare a terra un piede piuttosto che un altro! Ritengo
che a volte il detto "Esistono le bugie, le grosse bugie
e la statistica" abbia un certo fondamento.
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- Non credo in una natura deterministica
della realtà (o non voglio crederci), non credo cioè
che il mondo sia un vagone che viaggia in una direzione e lungo
un percorso già segnato e che noi siamo semplici passeggeri
che guardiamo dal finestrino. Non credo, quindi, ad un mercato
che va per conto suo, dove l'operatore è spettatore inerme.
Egli è, anzi, attore, non come singolo, ma come partecipe
di una massa. Credo, quindi, in una natura "logica"
dei mercati, in quanto influenzata dalla logica di chi vi opera;
non faccio, però, riferimento alla logicità razionale
degli accademici, quella secondo la quale tutti reagiscono allo
stesso modo e facendo sempre la scelta "giusta", o
meglio, "ovvia". Mi riferisco, piuttosto, a quella
logicità "irrazionale", fatta anche di ansie,
aspettative e reattività diverse, cui tanti analisti tecnici
fanno, e ancor più, facevano riferimento analizzando e
studiando i grafici.
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- Sempre più spesso,
ormai, accade che questi non siano più considerati quale
specchio di un fenomeno di scambio ma quale pura sequenza numerica
che più nessuna relazione ha con efficacia ed efficienza
dei sistemi azienda e dei sistemi Paese, con la creazione e soprattutto
la percezione del valore.
- Accade così che le
idee sembrino non avere più importanza, così come
non la ha più sapere perchè costruiamo un indicatore
in un modo piuttosto che un altro, perchè alcuni livelli
li consideriamo rilevanti, altri meno. Tutto ciò che importa
è mettere insieme alcune formulette forniteci dal nostro
software "professionale" finchè non troviamo
che un'improbabile combinazione di oscillatori, medie e quant'altro,
se impiegata per il trading, "avrebbe" generato un
utile consistente. Si vengono, così, a realizzare, ad
esempio, sistemi basati sull' "incrocio" tra la curva
dei prezzi e curva del ROC, senza tener conto del fatto che ROC
e prezzi descrivono due cose diverse e che sono rappresentati
su scale diverse! Questi aspetti vengono presto dimenticati e
si finisce con lo scambiare la fortuna con l'ingegno.
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- Roc e prezzi...mmm...che
dite, ci fidiamo?
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- Per poter "vincere"
in borsa non bisogna, secondo me, cercare il trucco, la scorciatoia,
la formuletta magica rovistando tra le migliaia di algoritmi
e "sistemini" oggi alla portata di ogni trader; bisogna
imparare, invece, le regole del gioco (leggi mercato) per potersi
saper muovere sul campo minato di titoli e derivati.
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- Per quanto detto fin ora,
vi suggerisco di evitare di scopiazzare sistemi qua e là
o inserire formule a caso e cercare il giusto equilibrio attraverso
una lunga procedura di ottimizzazione. Fermatevi, invece, a pensare
a come si comporta il mercato (leggi come si comportano gli operatori),
delineate un'ipotetica strategia per poter volgere a vostro favore
questi comportamenti ed infine, se credete che un sistema automatizzato
possa esservi di aiuto, be'...ogni tanto venitemi a trovare su
queste pagine!
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- a.p. - 25 febbraio 2001
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