DOSSIER
LA PRESENZA MILITARE IN PUGLIA
E IL RISCHIO NUCLEARE
a
cura di
c.p.2009 74100 Taranto
a.marescotti@peacelink.it
http://www.peacelink.it
Premessa
Il presente dossier è solo un primo tentativo di tracciare una mappa della
presenza militare in Puglia e si ringrazierà chi vorrà segnalare inesattezze,
errori ed omissioni all'indirizzo
a.marescotti@peacelink.it oppure a PeaceLInk, casella postale 2009, 74100
Taranto.
L'obiettivo di questo dossier non è quello di rivelare segreti militari o
facilitare il lavoro di eventuali terroristi, ma è quello - al contrario - di
prendere consapevolezza di tutti i rischi che la Puglia ha corso e attualmente
ancora corre in quanto terra fortemente militarizzata, avamposto di guerra e
base per azioni che comportano un rischio nucleare che qui si intende di
documentare.
Ricordiamo - per chi non lo sapesse - che tutti i sottomarini Usa sono
a propulsione nucleare e che quindi sono assimilabili a piccole centrali
nucleari viaggianti. Essi ci espongono ai rischi dei normali reattori nucleari
di terra, con la differenza che i sottomarini sono privi delle pesanti
schermature di protezione di cui invece sono dotati i reattori nucleari civili
di terra, che peraltro l'Italia ha già rifiutato con un referendum abrogativo.
Non va infine dimenticato che viviamo in tempi in cui è stato rispolverato il
progetto di "primo uso" delle armi nucleari in una "guerra preventiva". In
coda abbiamo inserito alcuni cenni sugli incidenti che hanno interessato le
armi nucleari e l'apparato di comunicazione. E' solo un tentativo di
risvegliare l'attenzione sul rischio nucleare che non è mai finito e che oggi
rispunta assieme ai progetti di "praticabilità" di una guerra nucleare
"chirurgica" che la Casa Bianca ha in più occasioni rievocato contro gli
"stati canaglia".
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
Mappa della militarizzazione in Puglia
Bari
Esercito Italiano
·
Altamura: 60° Battaglione
carri M.O. Locatelli
·
Bari: Comando artiglieria
e Brigata meccanizzata Pinerolo
·
Barletta: 2° Gruppo di
artiglieria pesante e 47° Battaglione Fanteria Salento (BAR).
·
Poggiorsini: Deposito
munizioni
·
Trani: 9° Battaglione
meccanizzato Bari e Compagnia genio guastatori Pinerolo
Aeronautica Militare Italiana
·
Bari: Stato Maggiore 3'
Regione Aerea; dipende (in caso di conflitto) dalla 5' ATAF (Allied Tactical
Air Force, forza aerea tattica alleata della NATO); condivide con gli Usa il
3° ROC di Martina Franca.
·
Gioia del Colle: 36°
Stormo caccia "Helmut Seidl", dotato anche di gruppo caccia bombardieri
ognitempo speciali; questa base dispone di cacciabombardieri Tornado, armati
di millisi antinave Kormoran, ed è classificata COB (Collocated Operating
Bases), cioè base con possibilità di rischierare aerei dotati di armi
nucleari.
Attualmente non è ufficialmente una base militare dotata di depositi con armi
nucleari, ma negli anni '60 fu al centro di una vicenda segreta e
pericolosissima: il dispiegamento di testate nucleari (bombe H di tipo Jupiter).
Collocate non solo a Goia del Colle ma anche in altre località della Puglia
furono esposte alle intemperie, tanto che due testate nucleari colpite da
fulmini rischiarono di esplodere (si veda allegato). I missili nucleari
Jupiter vennero tolti dopo la crisi di Cuba.
Siti specifici
DISTRETTO MILITARE
NUCLEO
INFORMAZIONI
P. LUIGI DI SAVOIA DUCA DEGLI ABRUZZI 4
70121 BARI
FORZE
ARMATE/AERONAUTICA/AEROPORTO MILITARE
VL. EUROPA - PALESE MACCHIE
70123 BARI
FORZE
ARMATE/AERONAUTICA/REPARTO LOGISTICO PRESIDIARIO AEROPORTO MILITARE
VL. EUROPA - PALESE MACCHIE STAZIONE CARABINIERI RLP
70123 BARI
FORZE
ARMATE/AERONAUTICA/REPARTO LOGOSTICO PRESIDIARIO AEROPORTO MILITARE
VL. EUROPA - PALESE MACCHIE
70123 BARI
FORZE ARMATE/DISTRETTO
MILITARE PRINCIPALE
CAPO UFFICIO RECLUTAMENTO
P. LUIGI DI SAVOIA DUCA DEGLI ABRUZZI 4 CAPO UFFICIO RECLUTAMENTO
70121 BARI
FORZE
ARMATE/ESERCITO/COMANDO PRESIDIO MILITARE/22 COMANDO OPERATIVO TERRITORIALE
V. GENTILE GIOVANNI 31 DIRETTORE SACRARIO MILITARE
70126 BARI
FORZE
ARMATE/ESERCITO/COMANDO PRESIDIO MILITARE/22 COMANDO OPERATIVO TERRITORIALE
C. VITTORIO VENETO CAPO UFFICIO ATP
70123 BARI
FORZE
ARMATE/ESERCITO/COMANDO PRESIDIO MILITARE/22 COMANDO OPERATIVO TERRITORIALE
C. VITTORIO VENETO 20 CENTRALINO
70123 BARI
FORZE
ARMATE/ESERCITO/OSPEDALE MILITARE L. BONOMO
ESERCITO
C. DE GASPERI ALCIDE CONSULTORIO PSICOLOGICO
70125 BARI
FORZE ARMATE/ESERCITO/15
DIREZIONE GENIO MILITARE BARI
V. NAPOLI 320 CAPO SERVIZIO AMMINISTRATIVO
70123 BARI
Brindisi
Esercito Italiano
·
Masseria Restinco:
Deposito munizioni
·
Fasano: Centro raccolta
collaudo e smistamento (CERACOMILES)
Aeronautica Militare Italiana
·
Casale: 32° Stormo CBR
"Armando Boetto", 13° Gruppo Cacciabombardieri ricognitori
·
Francavilla Fontana: 114°
Deposito sussidiario
·
Selva di Fasano: 5'
Squadriglia analisi ed elaborazioni speciali
Marina Militare Italiana
·
Brindisi: Comando Marina
(COMAR Brindisi), Stazione Navale, Battagione San Marco (MARIBATT), Servizio
Telecomunicazioni (MARITELE Brindisi), Nucleo Logistico (NULOG Brindisi),
Stazione Radar (MARIRADAR 608)
·
Isola di Pedagne: Gruppo
Scuole
ONU
·
Base Onu, realizzata dopo l'intervento in Bosnia.
Spionaggio Usa
San
Vito dei Normanni: qui ha funzionato per tanti anni una struttura
top secret, la San Vito Air Station (Echelon, intercettazioni segrete), dotata
di antenne circolari tipo Wullenberg capaci di ascoltare ogni genere di
segnale telecomunicato (il che comporta evidenti problemi di compatibilità con
il rispetto della privacy e delle leggi italiane a tutela della riservatezza
delle comunicazioni). La base sta per essere ceduta allo stato italiano anche
se formalmente nei registri ufficiali Usa la base appare ancora formalmente in
carico all'aeronautica americana fino al 2002. Tonino Camuso dell'Osservatorio
sui Balcani di Brindisi (osservatoriobrindisi@libero.it) ha proposto che in
quella base nasca un "museo pacifista con possibilità di fare mostre sul tema
della guerra nucleare rischiata (e possibile ancor oggi) , con l'utillizzazione
dei bunker sotterranei nei quali vi erano le sale di intercettazione". Invece
sembra che i progetti siano orientati a creare lì una cittadella per Giochi
della Gioventu del Mediterraneo. Prossimamente l'accordo con gli Usa porterà
allo smantellamento di tutta la struttura che ora appare uno spazio vuoto con
i prati che un tempo erano usati dagli americani come campi da golf. Tornando
al passato, va detto che questa base di spionaggio si è potuta avvalere nel
corso della sua attività delle seguenti strutture: un'antenna
radiogoniometrica ad alta frequenza AN/FRLG "Elephant Cage" della NSGA Naval
Security Graoup Activity, l'apparato fotografico Baker/Nunn della rete di
localizzazione spaziale del US Space Command, la stazione radar integrata del
sistema NADGE e il centro SETAF (South Europe Task Force) di addestramento ala
guerra elettronica (EW Electronic Warfare). La base è sede del 7275° Air Base
Group, del 2nd Echelon Medical Logistics Storage, del Security
Group Activity. Questa base è un potentissimo punto di ascolto e garantisce i
servizi logistici, amministrativi e le comunicazioni per il 6917° ESG (Electronic
Security Group) e il 2113° ESS (Electronic Security Squadron) dipendendi dal
quartier generale di Ramstein Air Base (Germania) dell'Electronic Security
Command. Lo scopo di questa installazione è quella di "signal intelligenze" (SIGINT)
ed "electronic intelligence" (ELINT), ossia di monitoraggio ed intercettazione
delle comunicazioni elettroniche dell'avversario, provvedendo anche a mettere
in atto contromisure elettroniche di disturbo contro il sistema di comando e
di controllo avversario. E' sede del Solar Optical Observing Network, una
struttura collegata alla NSA (National Security Agency), la più grande
centrale di spionaggio degli Usa.
Tanto per comprendere la CIA scompare letteralmente di fronte alla NSA, che
impiega 65 mila persone (20 mila civili e 45 mila militari) ed ha il suo
quartier generale nel Maryland (Fort George G.Meede). La lavoro delle
strutture della NSA consiste nell'intercettare le comunicazioni radio,
nell'infrangere i codici con i quali le comunicazioni militari, diplomatiche e
commerciali sono spesso cifrate, nell'analizzare i messaggi decrittati e
nell'inviare i testi in chiaro alle autorità governative. A metà degli anni
Ottanta alla NSA ogni giorno giungevano 40 tonnellate di messaggi da esaminare
e venivano intercettate 500 mila conversazioni.
La stazione di sorveglianza radar-elettronica della NSA a San Vito dei
Normanni è tra l'altro collegata al sistema di allarme SAC (Comando strategico
Aereo, al quale fanno capo i missili intercontinentali e i bombardieri Usa) di
Omaha e del NORAD (Comando di Difesa Aerospaziale Nordamericano) di Colorado
Spring.
Negli ultimi anni la base di San Vito dei Normanni (che contava circa 1300
uomini negli anni Ottanta) è stata snellita e poi recentemente disattivata. E'
probabile che alcune funzioni siano state decentrate in altre località della
Puglia (es. Martina Franca, Taranto) mentre altre potrebbero essere state
incorporate in sistemi satellitari di intercettazione globale. In ogni caso va
detto che lo smantellamento della Base di San Vito non comporterà alcuna
perdita del potere di controllo del sistema di intercettazione globale Echelon
su cui indaga anche l'Unione Europea per l'evidente invadenza ed illegalità
delle intercettazioni a fax, e-mail, telefonate, ecc. in territorio che non è
a giurisdizione Usa. E' evidente che il sistema C4i posizionato a Taranto e
sulla portaerei Garibaldi - alle strette dipendenze dei comandi militari Usa -
può surrogare varie funzioni di "intelligence" svolte dalla base di S.Vito dei
Normanni
Siti specifici
UNITED NATION LOGISTICS
BASE
V. MADDALENA UMBERTO
72100 BRINDISI
AEREONAUTICA MILITARE
STAZIONE
METEO
VL. PANORAMICA - SELVA DI FASANO 10
72010 FASANO (BR)
AERONAUTICA MILITARE
DISTACCAMENTO
V. SPADONE
72021 FRANCAVILLA FONTANA (BR)
Foggia
Esercito Italiano
·
Foggia: 9° Gruppo
artiglieria pesante campale Foggia.
Aeronautica Militare Italiana
·
Vico del Gargano (Monte Sant'Angelo):
in località Monte Iacotenente opera il 31° centro radar dell'Aeronautica
Militare Italiana, integrato nel sistema NADGE.
·
Amendola: 60' Brigata
Aerea con annessi reparti servizi tecnici e logistici.
Marina Militare Italiana
·
Vieste: Stazione radar
Marina Militare MARIRADAR 509.
Nato
·
Vico del Gargano (Monte Sant'Angelo):
in località Monte Iacotenente opera, oltre alll'Aeronautica Militare
Italiana, anche la stazione terminale NICS Iacotenente IIAZ della Nato.
Siti specifici
DIPARTIMENTO MILITARE
MARITTIMO DELL`ADRIATICO
FARO S. DOMINO
71040 ISOLE TREMITI (FG)
AERONAUTICA MILITARE
TELEPOSTO
A.M.
LC.MADONNA DEGLI ANGELI
71037 MONTE SANT`ANGELO (FG)
AERONAUTICA MILITARE
31 GRUPPO
RADAR
LOC. FORESTA UMBRA COMANDANTE
71037 MONTE SANT`ANGELO (FG)
AERONAUTICA MILITARE 31
GRUPPO RADAR
LOC. FORESTA UMBRA
71037 MONTE SANT`ANGELO (FG)
MARINA MILITARE
FARO DI VIESTE
SCOGLIO S. EUFEMIA
71019 VIESTE (FG)
MARINA MILITARE
STAZIONE
RICONOSCIMENTO
CASTELLO SVEVO
71019 VIESTE (FG)
Lecce
Esercito Italiano
·
Lecce (località Fondone):
deposito munizioni.
Aeronautica Militare Italiana
·
Otranto: 32° centro radar
dell'Aeronautica Militare Italiana, integrato nel sistema NADGE.
·
Galatina: 61' Brigata
Aerea.
Siti specifici
AERONAUTICA MILITARE
TELEPOSTO
MARINA DI LEUCA
73040 CASTRIGNANO DEL CAPO (LE)
AREONAUTICA MILITARE 61`
AEREOBRIGATA
STR. ST. 476
73100 LECCE
COMANDO DISTRETTO
MILITARE
COM.REPARTO SERVIZI
V. COSTADURA ARCHIMEDE COLONNELLO 2
73100 LECCE
FORZE ARMATE/MARINA
MILITARE
FARO CORTE
V. S. CATALDO - SAN CATALDO
73100 LECCE
FORZE ARMATE MARINA
MILITARE
STAZIONE R.G.
V. CODAZZI AGOSTINO - BORGO PIAVE
73100 LECCE
AERONAUTICA MILITARE
C.I.T.S. HELIOS
VL. AEROPORTO
73010 LEQUILE (LE)
MARINA MILITARE
UFFICI
V. FARO S. ANDREA MISSIPEZZA - TORRE DELL`ORSO
73026 MELENDUGNO (LE)
FORZE ARMATE AERONAUTICA
MILITARE 32 GRUPPO RADAR
CENTRALINO
V. CALAMURI
73028 OTRANTO (LE)
MARINA MILITARE
STAZIONE CAPO
POSTO
V. FARO
73028 OTRANTO (LE)
MARINA MILITARE
FARO S. GIOVANNI
TORRE S. GIOVANNI
73059 UGENTO (LE)
Taranto
Aeronautica Militare Italiana
·
Martina Franca: sede del
3° ROC (Regional Operations Centre) della Nato, gestito dall'Aeronautica
Militare Italiana in condivisione con gli Usa che qui hanno una base di
telecomunicazione.
Marina Militare Italiana
·
Taranto: sede di
MARIDIPART Taranto, ossia del Dipartimento Militare Marittimo dello Jonio e
del Canale d'Otranto. E' base navale a
comando italiano ma con funzioni logistiche NATO in particolare per il
rifornimento, la riparazione e il controllo delle operazioni di combattimento.
Alla stazione navale sita in Mar Piccolo (Stazione Torpediniere posta sul
prolungamento dell'Arsenale Militare) e alla stazione sommergibili (MARISTASOM
Taranto) si è aggiunta una nuova base molto più ampia sita in Mar Grande
(località Chiapparo) in cui staziona la portaerei Garibaldi e a cui possono
attraccare "di diritto" navi e sommergibili della NATO in quanto la nuova base
è stata costruita anche con fondi NATO. La nuova base navale non è ancora
completata ma ha già cementificato un largo tratto di costa. Il pericolo
connesso alla nuova base navale è in particolare connesso ad un incremento del
transito di natanti a propulsione nucleare (in particolare sottomarini) che
fino ad ora è stato sporadico anche se rischioso, come attesta la vicenda del
sottomarino statunitense Scorpion (vedi allegato). Al possibile transito di
sottomarini atomici è connesso un piano di emergenza nucleare (denominato
"Piano di emergenza per Taranto per incidenti ad unita' militari a propulsione
nucleare") che prevede, in caso di grave incidente, l'evacuazione della città.
Il piano, rimasto segreto per tanti anni, è stato diffuso via Internet da
PeaceLink nel settembre del 2000 (era stato richiesto alla Prefettura di
Taranto e ottenuto ricorrendo legalmente ad un "diritto all'informazione"
contenuto nel Decreto legislativo 230/95). E' il primo caso in Italia in cui
un'associazione pacifista riesce un piano di emergenza nucleare. Il clamore
suscitato ha portato alla richiesta, in altri porti a rischio nucleare, degli
analoghi piani e per questo motivo il governo di centrosinistra ha dato alle
prefetture l'indicazione di non divulgarli; il prefetto di Taranto è stato
trasferito dopo poche settimane per "normale avvicendamento"; si è saputo che
per i funzionari che hanno consegnato il "piano segreto" è stato aperto un
procedimento disciplinare interno.
·
Taranto: Arsenale
Militare, destinato alla riparazione e manutenzione delle navi. Vi lavorano
molti civili. E' situato nel Mar Piccolo, accanto alla Stazione Navale. Con la
costruzione della nuova base navale nel Mar Grande, appoggiata praticamente da
tutti i partiti politici, era stato previsto un rilancio. Invece adesso
rischia di chiudere a causa dei forti investimenti richiesti dai piani
militari di riarmo, come la costruzione della nuova portaerei che si andrà ad
aggiungere alla Garibaldi e che in più sarà in grado di effettuare sbarchi
anfibi imbarcando mezzi e uomini del battaglione San Marco. La nuova portaerei
nel 2002 deve essere impostata nei cantieri di Rivo Trigoso a Genova: costo
previsto 4 mila miliardi (2 mila per lo scafo e 2 mila per gli aerei). La
chiusura dell'Arsenale Militare passa per l'affidamento della manutenzione -
ipotizzato dal governo Berlusconi - direttamente alle aziende produttrici di
armi. I "mercanti di armi" (per i quali è in corso di approvazione un'apposita
legge di liberalizzazione dell'export bellico) diventerebbero così un
monopolio in grado di asservire ai propri voleri lo Stato anche nel campo
della manutenzione, fissando in tal modo i prezzi e potendo fare scambi del
tipo "sconti manutenzione in cambio di nuovi acquisti".
·
Taranto (località Buffoluto):
sede di MARIMUNI, la "polveriera" della Marina Militare dove è stoccato il
munizionamento delle navi. Per la pericolosità è un sito collocato sul Mar
Piccolo, ad una certa distanza dal centro abitato e dagli impianti ad alto
rischio dell'area industriale.
·
Grottaglie: nella
tradizionale base di MARISTELI (destinata agli elicotteri imbarcati sulle
navi) è stata creata anche la base degli aerei a decollo verticale
Harrier, imbarcati sulla Garibaldi. E' base dell'Aviazione di Marina.
Comando Comunicazioni Controllo Nato e Spionaggio
Usa
·
Martina Franca: vi opera
il 3° ROC (Regional Operatione Center) della Nato, una delle principali
strutture di comando di guerra (Static War Headquarters, nella
terminologia Nato). Nel 3° ROC vi è probabilmente una struttura connessa alle
funzioni di monitoraggio e spionaggio Echelon di San Vito dei Normanni.
Dipende dalla 5' ATAF (Allied Tactical Air Force, forza aerea tattica alleata
della NATO). Per comprendere l'importanza di questo posto di comando protetto
della NATO occorre dire che è collegato con Montedragone (in provincia
di Caserta, per il coordinamento di tutte le forze terrestri, navali ed
aeree dei paesi della Nato di CINCSOUTH, per un'estensione che va da
Gibilterra alla Turchia, ossia centinaia di migliaia di uomini, migliaia di
aerei e centinaia di navi), con Affi (in provincia di Verona, dove
opera in una caverna, capace di ospitare duemila persone, il JCOC Joint Combat
Operation Center, denominato in codice West Star, l'AOC Air Operation
Center e l'ADOC Air Defence Operation Center, che hanno lo scopo di coordinare
le forze militari offensive e difensive in tutta l'Italia, su terra, mare e
cielo) e con Grezzana (in provincia di Verona, sede alternata del JCOC
di Affi, nome in codice Back Yard). Nella sede del 3° ROC opera il 3°
TAOC (Tactical Operation Center) e il 3° SOC (Section Operation Center).
·
Taranto: PeaceLink ha
scoperto nel settembre del 2000 che la base di Taranto è diventata un nodo
terminale del sistema di comando e di spionaggio C4i del Pentagono e
della Marina Militare americana. I parlamentari della Commissione Difesa di
Camera e Senato ne erano completamente all'oscuro, tanto che il senatore
Stefano Semenzato ha presentato un'apposita interrogazione parlamentare. Il
sistema C4i (comando, controllo, comunicazioni, computer e intelligence) è la
più avanzata rete telematica militare per comunicare informazioni e "spiare"
obiettivi da colpire, ed è un sistema del Navy Center for Tactical System
Interoperability che ha base a San Diego in California. L'informazione è stata
tratta dal motore di ricerca interno al sito del Pentagono. Il governo
italiano, per bocca del sottosegretario Marco Minniti, ha tenta di smentire,
ma la notizia è stata "ufficialmente" confermata in quanto PeaceLink ha
divulgato ai giornalisti l'indirizzo Internet della specifica pagina del
Pentagono che attesta l'esistenza dell'informazione "ignota" al Governo. Si è
poi scoperto in seguito (a p.54 della pubblicazione di Marco Amatimaggio "Nave
Garibaldi", edizioni Sinapsi
http://www.sinapsilibri.it) che tra gli ammodernamenti apportati
all'ammiraglia della flotta italiana c'è anche l'implementazione del sistema
C4i. E' da notare che Taranto, nel documento trovato nel sito del Pentagono,
risultava essere l'unico nodo europeo di quel piano di implementazione del
C4i, a conferma dell'importanza strategica della nuova base navale nell'ambito
dell'integrazione con i piani di guerra statunitensi. I computer del sistema
C4i sono stati installati nel centro di addestramento aeronavale MARICENTADD.
Taranto è sede anche del servizio MARITELE Taranto della Marina Militare
Italiana.
Altre strutture Nato e Usa
·
Taranto: NAMSA Southern
Europe Depot, con funzione logistica e di stoccaggio missili. A Taranto
(Masseria Tarasconi) vi era anche una struttura americana - USAF
Detechment 27, 2187th CGp (Forze Aeree Usa) - che dovrebbe essere
stata smantellata.
Siti specifici
MARINA MILITARE
BASE AEROMOBILI
STR. STAT. APPIA KM. 673.120
74023 GROTTAGLIE (TA)
AERONAUTICA MILITARE
VL. CHIATONA (PALAGIANO SCALO - CSN)
74019 PALAGIANO (TA)
CENTRO TRASFUSIONALE
MILITARE
CENTRO TRASFUSIONALE
V. PUPINO VINCENZO 1
74100 TARANTO
DIREZIONE ARSENALE MARINA
MILITARE
V. DI PALMA FEDERICO (M.M.)
74100 TARANTO
FORZE ARMATE/AERONAUTICA
MILITARE
V. PER S. GIORGIO - 65 DT A.M.
74100 TARANTO
FORZE ARMATE/AERONAUTICA
MILITARE
CAPO SERVIZIO AMMINISTRATIVO
CTR. PIZZONE AEROPORTO
74100 TARANTO
FORZE ARMATE/MARINA
MILITARE
V. ACTON FERDINANDO 1 CENTRO ADDEST.E RECL.-PRES.CONS.LEVA
74100 TARANTO
FORZE ARMATE/MARINA
MILITARE
CTR. BUFFOLUTO STABILIMENTO MUNIZIONAMENTO DIRETTORE
74100 TARANTO
FORZE ARMATE/MARINA
MILITARE
V. CUGINI GIOVANNI
74100 TARANTO
FORZE ARMATE/MARINA
MILITARE
V. DI PALMA FEDERICO COMANDO SOMMERGIBILI
74100 TARANTO
E SE ACCADESSE IN PUGLIA?
Non tutti sanno …
…che un sottomarino a propulsione
nucleare è una centrale atomica
L'affondamento nell'agosto del 2000
del sommergibile atomico russo Kursk nel mare di Barents ha reso di attualità la
domanda: e se succedesse in un porto italiano?
Un sottomarino a propulsione nucleare
è meno protetto rispetto ad una centrale atomica di terra in quanto ha – per
esigenze di leggerezza e manovrabilità – di minori schermature esterne ed
inoltre può essere soggetto a collisioni, affondamento, ecc.
L'Italia - che ha abolito le centrali
nucleari con un referendum popolare - corre ancora il rischio, nelle aree marine
di transito e sosta di unita’ nucleari, che si verifichi un incidente ai
reattori atomici di bordo. Non è solo un rischio connesso a mezzi della Nato: il
sottomarino atomico russo Kursk è pericolosamente transitato nel Mediterraneo
durante la guerra del Kosovo per azioni di spionaggio. Esiste inoltre il
problema del transito di scorie radioattive francesi (plutonio) nel
Mediterraneo.
…cosa è il plutonio
Il plutonio è un elemento radioattivo
presente in vari reattori nucleari. Una dispersione di plutonio contaminerebbe
il mare per oltre 24 mila anni (durata del dimezzamento radioattivo del
plutonio). Il chimico Enzo Tiezzi ha scritto: “Un chilo di plutonio disperso
nell’ambiente rappresenta il potenziale per 18 miliardi di cancro al polmone. Un
milionesimo di grammo costituisce una dose letale”.
…cosa passò a Taranto nel 1968
Il sottomarino americano
Scorpion (nella foto sotto) fu coinvolto il 15 aprile 1968 nel porto di Napoli
in una tempesta e si scontrò sbattendo la poppa contro una chiatta, che affondo'.
Fu ispezionato a Napoli. Esplose poche settimane dopo - il 22 maggio 1968 -
nell'Atlantico al largo delle Azzorre inabissandosi con il propulsore nucleare,
due atomiche e 99 uomini di equipaggio. Era passato il 10 marzo 1968 da Taranto.
…cosa accadde nello Jonio nel 1975
La notte del 22 settembre 1975, nello
Jonio meridionale, la portaerei americana Kennedy si scontro' con l'incrociatore
(sempre americano) Belknap. Scoppiò un incendio che giunse a pochi metri dalle
testate nucleari dei missili Terrier e parti' uno dei più alti livelli di SOS
nucleare, denominato "broken arrow". Ha commentato l'esperto di questioni
militari William Arkin: "Se le fiamme avessero raggiunto i missili le
possibilità sarebbero state due: o le testate atomiche sarebbero esplose con
effetti facilmente immaginabili, oppure la nave sarebbe affondata a poche miglia
dalle coste di Augusta, zona frequentata dai pescherecci italiani, con
conseguenze ambientali molto gravi". L'incrociatore Belknap è stato poi
rimorchiato nel porto di Augusta, ma se fosse stato più vicino a Taranto sarebbe
stato ricoverato nell'Arsenale militare di Taranto. Dell'SOS nucleare non se ne
è saputo nulla fino al 1989 quando l'ammiraglio Eugene Carrol diffuse quelle che
il Corriere del Giorno ha definito "agghiaccianti rivelazioni": "Una catastrofe
nucleare nello Ionio l'abbiamo sfiorata quattordici anni fa" (prima pagina del
26 maggio 1989).
…cosa è accaduto nel maggio 2002
Il sottomarino a propulsione nucleare
Tireless perde liquido radioattivo al largo della Sicilia e chiede, secondo
alcune informazioni trapelate su Internet, di poter essere ricoverato in un
porto italiano ottenendo un diniego. Verrà poi ospitato nella base britannica di
Gibilterra creando gravi preoccupazioni. Nel tragitto verso Gibilterra ha
operato in situazioni di grave rischio, disperdendo radioattività.
…cosa è accaduto a La Spezia nel luglio 2000
Nel mese di luglio 2000 un sottomarino
nucleare americano ha subito un’avaria nel porto di La Spezia per ragioni non
ufficialmente comunicate. La popolazione non avrebbe saputo nulla se non ne
avesse dato informazione il quotidiano locale “Il Secolo XIX”. Il 6 settembre il
quotidiano il Manifesto ha informato su una "fuga radioattiva da un sottomarino
nel porto di Tolone", in Francia. Per maggiori informazioni si consulti il sito
http://www.peacelink.it/tematiche/disarmo/porti.shtml
DOCUMENTI
Alleghiamo
qui di seguito una serie di documenti che attestano in rischio atomico che corre
la Puglia e il pericolo nucleare che, più in generale, è connesso alle
tecnologie militari che fanno ricorso al nucleare (propulsione e armamento).
Avaria Tireless: lettera di PeaceLink del 12 novembre
2000 al Ministro della Difesa
Oggetto: sottomarini a propulsione
nucleare difettosi
Le scriviamo allarmati per il rischio
che l'Italia ha corso nel maggio scorso con il transito del Tireless nelle acque
vicine alla Sicilia.
Considerando
·
la gravita' dell'incidente accaduto al sottomarino nucleare
Tireless;
·
che i controlli a cui sono stati sottoposti i sottomarini gemelli
non sono garanzia che la grave avaria del Tireless non si ripresenti nuovamente;
·
che una ragionevole fase di prova richiede mesi di test e che e'
bene che tali prove non avvengano nelle acque territoriali italiane;
chiediamo
·
che il governo italiano si attenga in maniera stretta e rigorosa
al "principio di precauzione" della Dichiarazione ONU di Rio de Janeiro del 3-14
giugno 1992 che l'Italia ha sottoscritto ed in particolare all'art.15 che
recita: "Gli Stati, a seconda delle loro possibilità, devono applicare
largamente misure di precauzione per proteggere l’ambiente. In caso di minaccia
di danni gravi o irreversibili, l’assenza di certezze scientifiche assolute non
deve servire da pretesto per ritardare l’adozione di misure convenienti miranti
a prevenire la degradazione dell’ambiente."
Richiediamo pertanto al Governo
italiano
·
che non conceda l'autorizzazione di attracco e navigazione in
acque territoriali ai sottomarini nucleari inglesi soggetti ad avaria (come i
sottomarini inglesi delle classi Trafalgar e Swiftsure);
·
che in particolare venga tenuto lontano dall'Italia il sottomarino
a propulsione nucleare inglese Triumph (sosia del Tireless);
·
che la stessa misura venga estesa ad altri sottomarini nucleari
basati su propulsori gia' soggetti a crepe nel reattore e di cui si sospettano
difetti di progettazione;
·
che (cosi' come ha chiesto il governo spagnolo per il Tireless)
vengano richiesti i piani di emergenza dei sottomarini nucleari che intendano
transitare nelle acque nazionali.
Le ragioni scientifiche e
precauzionali di questa richiesta sono ampiamente spiegate nel comunicato qui
sotto riportato.
Si chiede una risposta di codesto
Ministero, da inviare a:
PeaceLink
c.p.2009
74100 Taranto
Distinti saluti
Prof. Alessandro Marescotti -
presidente di PeaceLink
Comunicato stampa sul Tireless
Dopo l'incidente (accaduto al largo
della Sicilia il 12 maggio 2000) il Tireless ha chiesto di dirigersi verso un
porto italiano, ma gli è stato negato il permesso. Questo è quanto si può
leggere sul sito Internet
http://www.btinternet.com/~warship/Today/tboat.htm
Per dare un'idea di ciò che è successo
nel "cuore radioattivo" del sottomarino Tireless, si vedano le crepe nel sistema
di propulsione nucleare. Sono su Internet a questi indirizzi:
http://ds.dial.pipex.com/cndscot/images/pwr1a.gif
http://ds.dial.pipex.com/cndscot/images/pwr1b.gif
Sul The Guardian del 28/10/2000 si
evidenzia la gravità dell'incidente e il fatto che non si sia andati molto
lontani dall'innescare ciò che più si teme in un reattore nucleare, ovvero la
fusione del nocciolo: una Chernobyl in mare.
Tutto ciò è stato mantenuto segreto e
solo la disgrazia del sottomarino russo Kursk ha consentito che il mostro
radioattivo ormeggiato oggi a Gibilterra facesse breccia in qualche notiziario.
Ricordiamo che in quel periodo era in
piano svolgimento a Taranto la mobilitazione pacifista contro il rischio
nucleare, con lettera al prefetto per conoscere i piani di emergenza.
Contemporaneamente l'on. Vittorio Angelici aveva poche settimane prima ricevuto
dal governo una risposta di rassicurazione all'interrogazione in cui il
parlamentare di Taranto diceva: "Occorrono risposte esaurienti sull'effettiva
rilevanza del rischio nucleare, sull'eventuale esistenza di piani d'emergenza,
su ipotesi di attracco di sottomarini e navi nucleari nella base navale jonica".
Altri parlamentari avevano seguito
questa strada sollecitando il governo a dare garanzie. Intanto in un convegno
prendeva corpo l'idea del circolo "Che Guevara" di avviare una raccolta di firme
contro il rischio nucleare da inviare al sindaco.
Ora a Gibilterra il Tireless sta
provocando forti preoccupazioni e un coro crescente di proteste dei cittadini e
delle autorita' spagnole a cui viene negata la possibilita' di compiere adeguati
controlli.
Dopo il segreto iniziale che ha
accompagnato il Tireless nel suo viaggio dal luogo dell'avaria (al largo della
Sicilia) fino alla base di Gibilterra e la sua successiva permanenza, si e'
venuti a sapere che:
- il sottomarino aveva rilasciato
dell'acqua dal circuito di raffreddamento (e quindi radioattiva) in mare aperto;
- la crepa nel circuito di
raffreddamento non era di 2mm, ma di vari centimetri;
- la posizione della crepa non
riguarda solo la tubatura secondaria che porta al pressurizzatore, ma coinvolge
anche la tubatura principale del circuito di raffreddamento;
- il difetto non era occasionale, ma
strutturale, e quindi riguardava tutti i reattori montati a bordo di due classi
di sottomarini inglesi (Trafalgar e Swiftsure), in seguito richiamati per
riparazioni.
Il sottomarino a propulsione nucleare
britannico "Tireless" in avaria aveva gia' perso liquido radioattivo vicino alla
Sicilia (1). Si ignora per ora dove intendesse attraccare, la sua meta era
l'Italia, non si puo' escludere che volesse dirigersi verso la base navale di
Taranto con il suo Arsenale Militare.
E' importante ricordare come da anni
varie associazioni pacifiste inglesi (soprattutto il CND - Campaign for Nuclear
Disarmament) avevano piu' volte denunciato i potenziali rischi di questi
sottomarini, soprattutto nel circuito di raffreddamento il cui potenziale
difetto era noto da tempo. Purtroppo solo di fronte ad un grave incidente la
marina militare inglese ha deciso di prendere il provvedimento di ritirare 12
sottomarini a propulsione nucleare e di sottoporli a controlli. (2)
E sempre dal CND (Campaign for Nuclear
Disarmament) scozzese, che ci giunge la segnalazione che il Triumph, un
sottomarino "gemello" del Tireless in avaria, ora e' stato "controllato" (3) e
verra' rimandato in missione; secondo il governo britannico non manifesterebbe i
problemi rilevati sul Tireless e su altri 6 sottomarini della medesima classe.
Il Triumph ha operato nel Mediterraneo
fino al 21 ottobre scorso, sostando nel porto di Tolone (Francia), mentre il
sottomarino fratello "Splendid" transitava nel 1999 nell'Adriatico (4);
probabilmente il Triumph ora ritornera' pericolosamente vicino a noi (5).
Abbiamo inviato al Ministro della
Difesa, al Ministro dell'Ambiente e al Ministro della Sanita' una pressante
richiesta affinche' anche al Triumph - cosi' come al Tireless - venga negato
l'accesso ai porti e alle acque territoriali italiane e che una simile
precauzione venga applicata per tutti i sottomarini della stessa classe del
Tireless.
La richiesta, a Taranto, e' stata
inviata anche al Prefetto e al Sindaco; l'iniziativa si sta estendendo anche
agli altri undici porti a rischio nucleare.
Chiediamo che venga applicato un
elementare principio di prudenza, il cosiddetto "principio di precauzione" in
base al quale va interdetta la potenziale nocività per ogni tecnologia di cui
non e' comprovata la sicurezza sulla base di una sufficiente quantità di anni di
esperienza. (6)
Nel governo italiano questo "principio
di precauzione" e' stato oggetto di esame per gli alimenti contenenti organismi
geneticamente manipolati (OGM): perche' non estenderlo anche a quei sottomarini
nucleari inglesi (e americani) mal progettati che sono molto piu' pericolosi?
(7)
Facciamo presente che in presenza di
simili sottomarini che hanno presentato difetti strutturali al propulsore
nucleare, non possiamo piu' parlare solo di "rischio nucleare" ma di vero e
proprio "pericolo nucleare".
Francesco Iannuzzelli -
responsabile armamenti di PeaceLink
Alessandro Marescotti -
presidente di PeaceLink
------------------ note
-----------------------
(1) Il
comandante Mike Walliker ha ammesso che durante il tragitto il sottomarino ha
rilasciato in mare acqua contaminata, cioe' proveniente dal sistema di
raffreddamento interno al reattore. Secondo il comandante la quantita' di
liquido refrigerante rilasciato e' solo una goccia nel mare Mediterraneo e la
sua radioattivita' e' al di sotto della soglia; si e' dichiarato disponibile a
berne un bicchiere di fronte a testimoni, ma per sua fortuna nessuno ha preteso
che mantenesse fede alla promessa.
Fonte:
ftp://ftp.nautilus.org/npp/091000elpais.txt
(2)
Riassumendo, dopo le prime ispezioni cinque sottomarini sembrano sani e il
ministero della difesa si mostra particolarmente felice di poterne rispedire
subito in missione uno (il Triumph) armato con missili Tomahawk. Negli altri 6
invece e' stato riscontrato il medesimo difetto del Tireless, ovvero crepe nel
sistema di raffreddamento del reattore nucleare. Tutti e sette ora sono in
riparazione, ma fino a poco tempo fa alcuni di loro circolavano liberamente
anche nel Mediterraneo. Uno di questi sottomarini difettosi, lo Splendid, aveva
lungamente operato nell'Adriatico ai tempi dei bombardamenti Nato sulla
Jugoslavia l'anno scorso. Lo Splendid era stato il primo sottomarino nucleare
non statunitense della Nato ad essere impiegato per il lancio di missili
Tomahawk. Di tutti i missili che colpirono la Jugoslavia, il 25% furono lanciati
dai sottomarini che stazionavano nell'Adriatico, lo Splendid piu' altri 2 USA.
(3) Con
ogni probabilita' pero' questi controlli non sono stati svolti. Il 21 ottobre
era a Tolone! Non e' credibile infatti che in cosi' pochi giorni siano stati
controllati tutti gli 11 sottomarini difettosi. E' un'operazione complessa e
difficile che richiede parecchio tempo. Per lo stesso Tireless sono stati
necessati 5 mesi di controlli nella base di Gibilterra prima di scoprire
qualcosa in piu' sulle cause dell'avaria. I 6 sottomarini che sono stati fermati
ora dalla Royal Navy avevano gia' manifestato in passato problemi simili e
quindi solo su questa base la Marina inglese ha ritenuto necessario fermarli,
non grazie a nuovi controlli. Cio' significa che la scelta di dichiarare
operativi 5 sottomarini, tra i quali il Triumph, e' motivata da ragioni
strategiche e militari, cioe' garantire la presenza della flotta inglese, e non
da reali controlli effettuati sui sottomarini nucleari.
(4) Nel
1999, durante la guerra in Kosovo, lo Splendid era operativo nell'Adriatico,
impegnato insieme ad altri due sottomarini USA a bombardare con missili Tomahawk
la Jugoslavia. Ora lo Splendid e' stato fermato perche' ha lo stesso difetto del
Tireless e presumibilmente ce l'aveva anche l'anno scorso mentre operava nelle
acque dell'Adriatico.
(5) Su
questo ci sono informazioni discordanti; secondo alcune fonti riprende la
missione in cui era impegnato, e quindi ritorna nel Mediterraneo, secondo altre
potrebbe essere impiegato come scorta ai sottomarini balistici Trident che
operano nelle acque scozzesi.
(6) Il
Principio di Precauzione (incluso nella Dichiarazione ONU di Rio de Janeiro, del
3-14 giugno 1992) consultabile online a questo indirizzo:
http://www.un.org/documents/ga/conf151/aconf15126-1annex1.htm
Tutti
gli articoli meriterebbero di essere considerati, ad es. l'articolo 15: "Gli
Stati, a seconda delle loro possibilità, devono applicare largamente misure di
precauzione per proteggere l’ambiente. In caso di minaccia di danni gravi o
irreversibili, l’assenza di certezze scientifiche assolute non deve servire da
pretesto per ritardare l’adozione di misure convenienti miranti a prevenire la
degradazione dell’ambiente."
(7) L'HMS
Tireless e' stato rimorchiato fino a Gibilterra dopo aver sofferto di una
perdita non isolabile nel suo sistema di raffreddamento primario. Questo tipo di
incidente nucleare viene definito come LOCA (Loss-Of-Coolant-Accident =
incidente di perdita di liquido refrigerante) ed e' potenzialmente disastroso
perche' la scopertura del nocciolo puo' provocarne la fusione con un conseguente
rilascio di enormi quantita' di radioattivita'. Su mandato della Nuclear
Regulatory Commission, tutti i reattori nucleari commerciali statunitensi
impiegano dei sistemi di raffreddamento del nocciolo di emergenza (detti ECCS)
per proteggersi dal LOCA. Ma per mancanza di spazio a bordo dei sottomarini, ne'
i sottomarini USA ne' quelli di altri stati esteri sono equipaggiati con questo
vitale sistema di sicurezza; cosi' pure non lo sono i due prototipi di
sottomarini nucleari presso Kesselring. Dopo altre indagini, una crepa,
descritta anche come una spaccatura, e' stata trovata in una giunzione critica
delle tubature nel sistema di raffreddamento ad acqua pressurizzata del
reattore, in corrispondenza di un difetto di saldatura. Nel discutere sulla
esatta locazione della crepa, la Marina inglese parlava di "problema dei
pantaloni", facendo riferimento ai ristretti condotti di accesso alle tubature
crepate (fate caso all'uso del plurale).
E'
stato anche stabilito che la perdita iniziale era un sintomo di quanto poi si e'
rivelato essere un problema molto piu' devastante, cioe' un potenziale
catastrofico errore di progettazione.
Una
fonte ha detto che le crepe (notare ancora l'uso del plurale) non potevano
essere in una posizione peggiore.
Letteralmente, cio' puo' significare che le crepe si trovano al di sotto del
livello del nocciolo. Niente puo' essere peggio che delle crepe nelle tubature
al di sotto del nocciolo che non possono essere isolate in quanto l'impianto e'
privo di ECCS.
Sebbene
le suddette scarne informazioni sulle crepe siano state diffuse, i dettagli
sulla condizione del nocciolo nucleare sono sotto il piu' stretto riserbo. Una
fonte ha detto che a causa del danno il reattore e' stato li' li' per
"grippare". La terminologia usata ("grippare") puo' riferirsi al fatto che il
danno al reattore e' stato tale da impedire l'inserimento delle barre di
controllo necessarie per
spegnerlo. E' stato anche detto che il reattore e' stato vicino "all'estremo
punto
di
rottura", in altre parole la fusione del nocciolo. Di conseguenza, il Ministero
della Difesa britannico ha dichiarato di non poter spiegare ulteriormente il
difetto del Tireless "senza prima consultare gli Americani", in quanto il
reattore si basa su un progetto americano.
John P.
Shannon - Nuclear Physicist/Nuclear Engineer
Former
Manager of Health and Safety at the Nuclear Navy's
Knolls
Atomic Power Laboratory
PeaceLink “simula” a Taranto il piano di emergenza
nucleare
Comunicato stampa
Taranto è preparata al rischio
nucleare? Abbiamo fatto una prova.
Lunedì 11 settembre 2000 alle ore 9.30
PeaceLink ha svolto un’accurata indagine per verificare il livello di
informazione di cui dispongono le strutture sanitarie locali nel caso la città
sia investita da una nube radioattiva. Nel caso di incidente ad un reattore
nucleare di un sommergibile o di una nave uno degli effetti più nefasti sarebbe
infatti – come contemplato nel piano di emergenza della Prefettura – l’emissione
di una nube radioattiva contenente, tra le varie sostanze radioattive, il
micidiale Iodio 131. Tale sostanza radioattiva si fissa infatti velocemente
nell’”organo bersagio” della tiroide, provocandone l’impazzimento delle cellule
fino alla generazione di una patologia tumorale. Lo Iodio 131 provoca questo
impatto in particolare sui bambini e le donne in gravidanza. L’effetto
radioattivo dello Iodio 131 ha ripercussioni sull’intero organismo inducendo uno
stato di tachicardia, alterando i fattori metabolici e compromettendo il sistema
immunitario.
Ce n’è abbastanza per alzare le mani e
arrendersi all’ineluttabilità della sorte.
Ma non è così: l’esperienza di
Chernobyl ha dimostrato che una rapida risposta delle strutture sanitarie può –
se non mettere del tutto in salvo – almeno proteggere temporaneamente la fascia
della popolazione più esposta, quella appunto dei bambini e delle donne in stato
di gravidanza.
E’ questione di minuti: occorre
intervenire per evitare preventivamente l’inalazione dello Iodio 131 (ponendo al
riparo le persone e sigillando gli edifici) e somministrare dei medicinali a
protezione della tiroide. Basta perdere qualche ora e il danno diventa
irreversibile.
PeaceLink ha voluto verificare se vi è
un livello di informazione adeguato nelle strutture sanitarie e ha compiuto
un’inchiesta a partire dalle farmacie per verificare se disponevano di
medicinali per la protezione della tiroide dei bambini. L’inchiesta si è basata
sulla consultazione di quattro farmacie scelte casualmente che – dopo diverse
incertezze - hanno risposto dicendo di non conoscere tali medicinali. A questo
punto l’inchiesta ha mirato più in alto con diverse telefonate che – per oltre
un’ora – hanno inteso appurare chi avesse dentro l’Azienda Sanitaria Locale e
l’Ospedale SS.Annunziata le informazioni necessarie a rispondere alla domanda:
“Quali farmaci sono in grado di proteggere la tiroide dei bambini in caso di
possibile contaminazione dovuta a Iodio 131?”
Vi è stato un notevole rimpallo di
responsabilità del tipo “non è il mio settore, si rivolga al quest’altro numero
di telefono”. Sono stati consultati i numeri telefonici delle più alte cariche
di responsabilità sanitaria locale e netta è stata la sensazione che non vi sia
una chiara informazione sui medicinali da assumere in caso di emergenza nucleare
del tipo preso in considerazione. Tutti hanno detto di non sapere e di
rivolgerci ad altri numeri. Infine, dopo un’ora di telefonate, presso il reparto
di medicina nucleare del SS.Annunziata abbiamo ricevuto l’informazione circa il
farmaco da assumere per proteggere bambini e donne in stato di gravidanza in
caso di nube contenente iodio radioattivo (I 131). E’ stato possibile quindi
conoscere l’esistenza del “Lugol forte”, un preparato galenico a base di ioduro
di potassio che manda in saturazione la tiroide evitando che assuma ulteriori
sostanze pericolosissime come lo Iodio 131. A questo punto, rivolgendoci alle
varie farmacie abbiamo potuto verificare che esse erano – partendo da una simile
indicazione – in grado di preparare in un quarto d’ora (dietro però prescrizione
medica) il “Lugol forte”.
Questa “simulazione” ha potuto mettere
in evidenza un evidente “buco organizzativo” del piano di emergenza della
Prefettura che non prevede – su un punto di così specifica rilevanza - la
distribuzione di un simile preparato, né un’informazione preventiva ai medici,
alle farmacie e alle strutture sanitarie presenti sul territorio. Nel caso in
cui fossero alcune migliaia le persone che si rivolgessero alle farmacie per
richiedere il “Lugol forte” si creerebbe un ingorgo di proporzioni colossali.
Distribuire “il giorno dopo” il Lugol forte infatti non servirebbe a molto.
Conta invece l’intervento rapido, immediato e capillare a livello di massa.
Possiamo dire di essere in mani sicure?
Come mai queste cose così non sono
state affrontate ed approntate in termini di efficienza e di efficacia da chi è
preposto alla tutela della salute pubblica?
Alessandro Marescotti
Mappa dell'inquinamento radioattivo da Cesio 137
Le mappe di seguito riportate
tracciano la presenza del Cesio 137 nei sedimenti superficiali marini. I dati
sono forniti dall’ENEA (luglio 1986). Preoccupano i residui versati in mare in
prossimità dell'impianto civile di Rotondella (Basilicata) destinato a
laboratorio nucleare. Ma sorge spontanea anche la domanda: perché ci sono queste
tracce di radioattività dove stazionano i sottomarini nucleari? Il Cesio 137 è
indicato nel piano di emergenza nucleare di Taranto come possibile radionuclide
emesso in caso di incidente.
Puglia: negli anni '60 rischiò una mega Hiroshima
Il Quotidiano del 4 novembre 2000 ha
pubblicato la sconvolgente notizia - tratta dal sito scientifico
http://www.bullatomsci.org
- che all'inizio degli anni '60 per quattro volte i missili Jupiter installati
in Puglia (dotati di bomba H) furono colpiti da fulmini e la Puglia arrivò ad un
passo dall'apocalisse atomica.
Cercando su Internet emergono
ulteriori particolari che danno alla notizia una rilevanza storica.
Il rischio di esplosione nucleare
accidentale era noto agli scienziati americani del JCAE (il comitato congiunto
per l'energia nucleare, Joint Committee on Atomic Energy) ma le gerarchie
militari rimanevano impassibili alle segnalazioni degli esperti nucleari e non
prendevano in considerazione l'introduzione di meccanismi di sicurezza. Uno
speciale gruppo del JCAE intraprese alla fine del 1960 un viaggio che toccò 15
installazioni nucleari in otto nazioni, giungendo anche in Puglia. Durante le
ispezioni i membri del JCAE rimasero colpiti per la trascuratezza dei sistemi di
sicurezza. Rimasero così allarmati che ritornarono indietro convinti della
necessità che si dovesse cambiare strada, per evitare l'apocalisse atomica
accidentale. Il 15 febbraio 1961 veniva inviato al presidente degli Stati Uniti
John Kennedy un resoconto segreto delle ispezioni e il 5 luglio 1962 il
presidente stanziava 23,3 milioni di dollari (di allora) per adottare un sistema
di sicurezza denominato PAL allo scopo di evitare esplosioni nucleari
accidentali o non autorizzate.
Ma di tutti questi rischi il
parlamento italiano non è mai stato informato e tanto meno le popolazioni
pugliesi.
Le trattative tra il governo italiano
e quello americano sugli Jupiter "durarono a lungo (rigorosamente segrete) non
certo per ottenere garanzie sulla sicurezza del popolo italiano, ma per cercare
di spillare più quattrini dagli americani in cambio di questa nuova servitù
militare", spiega Giorgio Nebbia in un saggio completo sull'argomento,
rintracciabile su Internet all'indirizzo:
http://web.tiscalinet.it/casalepodererosa/univerde/03039900.htm
Sulla sicurezza delle popolazioni è
prevalso il concetto di "sicurezza nazionale", e quindi il segreto militare.
Solo nel 1996 è stata tolta la classifica di segretezza alla lettera del 15
febbraio 1961 del responsabile del JCAE con cui si comunicavano al presidente
Kennedy le preoccupazioni sulla sicurezza di alcune basi nucleari NATO in
Europa. Ma, guarda caso, sono state cancellate, per ragioni di "sicurezza
nazionale", le parole "Turchia" e "Italia".
Oggi si viene a sapere la verità per
intero.
Fu proprio a causa di simili episodi
che il presidente John Kennedy cambiò i sistemi per la sicurezza nucleare e
venne gradualmente adottato ed esteso il PAL (Permessive Action Link), un
dispositivo di controllo e sicurezza finalizzato a prevenire esplosioni
accidentali o non autorizzate delle armi nucleari, fino a quel momento non
caldeggiato alle gerarchie militari (per i sottomarini nucleari è stato adottato
solo nel 1997).
"Oggi - dice Giorgio Nebbia - chi sale
da Gravina, in provincia di Bari, verso il "Bosco", in località "Difesa grande",
e si guarda intorno con un poco di pazienza, trova, in mezzo agli alberi, una
casetta abbandonata e tre piattaforme rotonde di cemento armato, ormai coperte
di sterpi. Nessuna indicazione che si è di fronte ad una delle pagine
drammatiche della guerra fredda che ha portato in Puglia trenta missili Jupiter,
con testate nucleari ciascuna cento volte più potente delle bombe atomiche
esplose a Hiroshima".
Il quartier generale degli Jupiter fu
installato a Gioia del Colle dove i primi missili arrivarono dal febbraio al
settembre 1960; oltre che a Gioia, i trenta missili furono schierati in altre
nove postazioni, quasi allineate da nord-ovest a sud-est: Spinazzola, Gravina,
Acquaviva delle Fonti, Altamura (due postazioni), Irsina, Matera, Laterza,
Mottola.
Giace alla Camera dei Deputati il
PROGETTO DI LEGGE - N. 6045 (*) per chiedere che quei luoghi della follia
atomica divengano museo della pace: le recenti rivelazioni chissà che non
spingano ad attuarlo.
E chissà che - facendo tesoro degli
errori dei vecchi governanti - il problema della sicurezza nucleare non entri
nell'agenda di questo governo. Porti a rischio nucleare sono qui vicino, a
Taranto e Brindisi.
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
(*)
http://www.camera.it/_dati/leg13/lavori/stampati/sk6500/relazion/6045.htm
Su Internet per scoprire l'incubo nucleare
Di queste cose non se ne deve parlare altrimenti la
gente non vuole più le 29 bombe atomiche ancora piazzate in Italia
L'incubo
nucleare esiste ed è sul sito del Center for Defense Information:
http://www.cdi.org/Issues/NukeAccidents/accidents.htm
Riporta un
dettagliato elenco di incidenti nucleari militari. Per chi non ha dimestichezza
con l'inglese ecco qui il riassunto di quattro episodi salienti.
Cominciamo con il 10 marzo 1956,
siamo sopra il Mar Mediterraneo.
Un bombardiere B-47 che trasporta due
capsule nucleari e scompare sopra il Mar Mediterraneo. L’aereo, in un volo senza
soste dalla base aerea di MacDill (Tampa, Florida) si dirige verso una base
aerea straniera segreta (italiana?). Nonostante una ricerca estesa non viene
ritrovato né l’aereo, né l'equipaggio e neppure le capsule nucleari.
Il 24 gennaio 1961 a Goldsboro, in
Nord Carolina, sta per accadere una catastrofe nucleare. Un bombardiere B-52
con due bombe nucleari va a pezzi mentre è in volo.. Cedimento strutturale
dell'ala destra. Cadono le due bombe nucleari. Il paracadute di una delle due
bombe si aprì correttamente e il danno alla bomba è minimo. Ma il secondo
paracadute della bomba funziona male, la bomba va in pezzi nell’impatto.
Materiale radioattivo si sparge sopra un’ampia area. Secondo Daniel Ellsberg, la
bomba avrebbe potuto accidentalmente esplodere perché “cinque dei sei
dispositivi di sicurezza avevano fallito”. Il fisico nucleare Ralph E. Lapp ha
sostenuto quest’affermazione, dicendo che “solo un unico interruttore” ha
“impedito alla bomba di detonare e di spargere fuoco e distruzione sopra
un’ampia area”. Malgrado una ricerca estensiva il nucleo della bomba altamente
arricchito di uranio non è mai stato ritrovato. Tre membri dell’equipaggio sono
rimasti uccisi nell'incidente.
Il 5 dicembre 1965, a bordo della
portaerei Ticonderoga USS (CVA-14) nell’Oceano Pacifico,
un aereo A-4E Skyhawk dotato di una
bomba nucleare rotola fuori dal montacarichi della nave e cade in mare. La bomba
cade negli abissi ad una profondità di approssimativamente 16.000 piedi. I
funzionari del Pentagono temono che l’intensa pressione dell’acqua possa causare
l'esplosione della bomba B-43 all’idrogeno. Muore il pilota l’aereo mentre
l'aereo e la bomba vanno perduti.
Scoppia la crisi di Cuba, la Casa
Bianca schiera la sua flotta perché impedire l'installazione dei missili
sovietici nell'isola. Il mondo è sull'orlo della guerra atomica. Un
campanello d’allarme indicava che stava iniziando una guerra con l’Unione
Sovietica si accese accidentalmente. E' il 25 ottobre 1962 e il campanello
squilla nella base militare di Volk Field, nel Wisconsin. I piloti corrono
ai loro aerei dotati di armi nucleari e sono pronti a partire quando l’errore
viene individuato da un ufficiale nel posto di comando. Ai piloti viene ordinato
di ritornare.
Il 17 gennaio 1966 un
bombardiere B-52 sta trasportando quattro bombe all’idrogeno. Si scontra a
mezz’aria con un aereo cisterna Kc-135 vicino Palomares, in Spagna. Il
bombardiere infatti stava attendendo il suo terzo rifornimento quando il
boccaglio del tubo per il rifornimento dell’aereo cisterna urta il bombardiere.
E' la catastrofe: il bombardiere atomico precipita. Delle quattro bombe H a
bordo, due bombe con materiale altamente esplosivo si schiantano facendo
schizzare via, nell’impatto con il suolo, materiali radioattivi, incluso il
plutonio, sopra il campo di Palomares. Approssimativamente 1400 tonnellate
contaminano il terreno e la vegetazione. Una terza bomba nucleare cade sul
terreno ma rimase relativamente intatta; l’ultima cade in mare. Comincia ad una
delle più grandi ricerche e operazioni di recupero nella storia. La ricerca dura
otto giorni e impiega 3000 uomini del personale della marina e 33 navi, senza
contare le barche, gli aeroplani, e il personale usato per muovere
l’equipaggiamento sul luogo. Benché il piccolo sottomarino “Alvin” localizzi la
bomba dopo due settimane, essa non viene recuperata prima del 7 aprile. I
rottami dell’incidente vengono rinvenuti in un’area di circa 100 miglia
quadrate, fra suolo e acqua.
Il braccio squarciò il B-52 davanti al
suo dorso, spezzando il bombardiere in pezzi. I 40.000 galloni di rifornimento
del KC-135 andarono a fuoco, uccidendo sette uomini dell’equipaggio.
Il 21 gennaio 1968 (Thule,
Groenlandia) quattro bombe nucleari vengono distrutte in un incendio dopo
che il B-52 che le trasportava si era schiantato approssimativamente sette
miglia a sudovest della pista della base dell’Air Force di Thule in Groenlandia.
All’impatto con il suolo, l’aeroplano prende fuoco, facendo esplodere la carica
di detonazione della più piccola fra le bombe. Si sparge plutonio (e altri
materiali radioattivi) sopra un’area di circa 300 iarde.
Il 19 settembre 1980 (Damascus,
Arkansas) i vapori del combustibile di un missile balistico
intercontinentale Titan II (ICBM “Intercontinental Ballistic Missile”) nella
base di lancio del missile, fanno saltare via la porta da 740 tonnellate (di
calcestruzzo e acciaio) della base sotterranea di lancio. La testata del missile
nucleare viene catapultata a 600 piedi. L’incidente accade quando un addetto
alle riparazioni dell’Air Force si lascia cadere una pesante chiave inglese che
colpisce il missile, causando una crepa nel serbatoio di carburante
pressurizzato del missile. Il carburante prende fuoco e esplode
approssimativamente 8 ore e mezza più tardi, uccidendo una persona e ferendone
altre ventuno. La fortuna gioca a favore dell'umanità: il veicolo di rientro del
missile, che conteneva una testata nucleare, viene ritrovato intatto.
Di queste cose non se ne deve
parlare perché la gente si allarma e alla fine non vuole più le 29 bombe
atomiche ancora piazzate in Italia, 18 ad Aviano e 11 a Ghedi, come si legge nel
recente saggio dello scienziato Paolo Cotta-Ramusino anch'esso rintracciabile su
Internet. Tralasciano il sito di Greenpeace e il noto dossier sugli incidenti
nucleari in mare, segnaliamo infine un notiziario del rischio nucleare (Peace
News Nuke
www.energy-net.org/IS/PEACE/FED/OLIST.HTM)
e un altro dossier molto documentato è nel sito
www.bashar.com/GSP/nukeaccidents.htm
Alessandro Marescotti
a.marescotti@peacelink.it
Fonti utilizzate
nel presente dossier:
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"Lo stivale militare", Dossier CDA (Centro Documentazione
Antimilitarista), Milano, 1989
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Eugenio Melandri, Stefano Semenzato, Dipertimento Pace di DP,
"Bella Italia armate sponde", Irene Edizioni, Roma, 1989
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Edward Luttwak, Stuart Koehl, "La guerra moderna - uomini, armi,
strategie", Rizzoli, 1992
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Sezione tematica di PeaceLink dedicata al disarmo (andare su
www.peacelink.it e cliccare su "archivio tematiche" e poi su "disarmo")
·
Mailing list di PeaceLink dedicata al disarmo (andare su
www.peacelink.it e cliccare su "archivio liste" e poi su "disarmo")
·
Dossier di PeaceLink sui porti nucleari (andare su
www.peacelink.it e cliccare su "archivio dossier" e poi su "porti nucleari")
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Siti internet sul rischio nucleare citati nell'ultimo articolo.
"Lo stivale militare", Dossier CDA (Centro Documentazione Antimilitarista),
Milano, 1989
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