bbiamo raggiunto, telefonicamente, Alex Zanotelli a Nairobi. Ha appena
letto sul Daily Nation la notizia che il vertice della Fao di
novembre potrebbe tenersi proprio in Kenya "perché - scrive il
giornale - il governo italiano non vuole tenere un altro summit
internazionale in Italia dopo la violenza scoppiata a Genova".
Che cosa ne pensa di questa sortita di Berlusconi?
E' estremamente grave e vuol dire prima di tutto che Berlusconi è rimasto
profondamente scioccato da Genova. Non voglio esprimermi sul problema
della violenza perché ho ricevuto solo dei rapporti frammentari, ma
sicuramente questa ha offuscato una organizzazione e molta gente che
voleva manifestare seriamente. Genova ha colpito profondamente Berlusconi
che non vuole contestazioni. Per cui rimuovere un vertice di tale
importanza da Roma, dove c'è il quartier generale della Fao, e portarlo a
Nairobi o in un'altra città del sud del mondo, mi sembra una decisione
politica estremamente grave sia sul piano interno che internazionale: è
una dimostrazione del suo atteggiamento nei confronti di alcune realtà.
Dopo aver detto che a Genova si erano affrontati i problemi
dell'Africa, ora si vuole allontanare un vertice che dovrebbe entrare nel
merito dei problemi.
Se lo scopo di questo vertice è quello di dimezzare il numero di chi
soffre per fame entro il 2015, mi sembra un obiettivo decisivo per
l'Africa. Comunque, la mia reazione sul vertice del G8 di Genova è stata
di profonda delusione per le decisioni prese. I soldi stanziati - 1
miliardo e 300 milioni di dollari - per combattere le malattie infettive e
l'Aids sono solo elemosina, una colletta dei grandi per i poveri di questo
mondo. E' ora di finirla con la carità, non è questo il modo di
affrontare il problema. Agli otto grandi si chiedeva una decisione
politica per lottare contro l'Aids. La risposta era molto semplice: si
trattava, mercato o non mercato, di chiedere alle case farmaceutiche di
ridurre al minimo i prezzi delle medicine perché diventino accessibili
alla maggior parte dei 24 milioni di malati di Aids che ci sono in Africa.
Togliere i brevetti e non fare l'elemosina con 1 miliardo e 300 milioni di
dollari, una miseria se pensiamo che spendiamo 900 miliardi di dollari
all'anno in armi e 13 miliardi, solo in occidente, di cosmetici. Quindi il
problema della povertà e dell'Aids in Africa non è stato preso
seriamente in considerazione dal G8, è pura illusione quella che si è
fatta apparire a Genova.
L'intenzione di Berlusconi di trasferire il vertice è un'altra
dimostrazione di scarsa considerazione?
Mi sembra che, alla conferenza stampa con Bush, Berlusconi abbia detto che
attraverso questa economia che abbiamo, globalizzata e globalizzante,
certamente i poveri usciranno dalla loro povertà e dalla loro miseria. Si
ritorna alla vecchia teoria delle gocce che cascano giù e favoriscono i
poveri, una teoria che si è dimostrata in questi cinquant'anni una grande
falsità storica.
A Nairobi sono arrivate le notizie di Genova?
I giornali ne hanno parlato solo un po', anche perché di problemi qui ne
hanno tanti...
Il Kenya accetterebbe il trasferimento a Nairobi?
Penso che il Kenya non avrebbe problemi, visti i soldi - e sono introiti
in dollari - che entrano con le conferenze internazionali.
Per venire al vertice Fao - che non è la stessa cosa del G8, anche
le proteste non avrebbero lo stesso segno - ma non c'è dubbio che anche
nella Fao se non c'è una volontà politica dei paesi ricchi, si richiano
obiettivi non realizzabili o fallimentari.
Sarò ancora una volta brutale. Anche un vertice Fao non può far nulla,
ricordiamoci che da molti anni ormai sta lavorando e facendo promesse mai
mantenute. Degli stessi fondi Fao - quelli stanziati dai governi - l'80%
viene usato per il mantenimento delle strutture. Le agenzie dell'Onu sono
strutture elefantiache il cui costo di mantenimento è notevole, lo
dicevamo già quando stavo a Nigrizia e non vediamo nessun
cambiamento. Per cui un vertice Fao è praticamente inutile perché non ha
potere decisionale sul piano politico, sono i governi che decidono. Tutto
l'apparato organizzativo delle Nazioni unite è ormai parte integrante del
sistema dell'economia mondiale, non è alternativo: è il sistema che si
autogenera.
Voler sfrattare il vertice non è simbolicamente molto negativo?
E' una decisione politica molto grave. Pensavo che Silvio Berlusconi fosse
molto più intelligente. E' chiaro che una decisione del genere, se
portata avanti, gli creerà ulteriori problemi: aumenterà l'opposizione
della maggior parte della gente che è andata a Genova, profondamente
motivata; questo movimento non è una questione di partiti o di
organizzazioni sovvenzionate dallo stato, si basa su idealità, contesta
il sistema e di fronte a molta gente che soffre cerca di reagire. Questa
è la forza morale del movimento, un movimento inarrestabile, Berlusconi
può fare quello che vuole ma più decisioni del genere prenderà e più
questo movimento troverà forza, perché si convincerà sempre più di
avere ragione.
Se tu dovessi proporre al prossimo vertice Fao un obiettivo
determinante per far fronte alla fame nel sud del mondo che proporresti?
Il problema è questo: nessuno vuole rimettere in discussione le regole
del mercato, non abbiamo il coraggio di mettere al primo posto l'uomo,
l'uomo che soffre, e poi trovare le regole, abbiamo bisogno di regole che
però servano all'uomo e non che lo vendano in nome del mercato. Ci
troviamo di fronte a una realtà mondiale assurda: 30/40 milioni di
persone l'anno muoiono di fame mentre noi buttiamo via il cibo. Quindi
bisogna ripensare le leggi del mercato in funzione dell'uomo, ripensare al
tipo di agricoltura. E' ridicolo che si punti il dito sui paesi poveri
mentre negli Stati uniti i contadini sono sovvenzionati dal governo
federale per non produrre. Un altro esempio: il Kenya, ora sta esportando
tè, caffè e anche fiori, ma mentre fino alla metà degli anni 80 era
autosufficiente in chiave alimentare, ora importa dal 60 all'80% del
proprio fabbisogno, è inevitabile se si produce in funzione
dell'esportazione per ottenere valuta pregiata per pagare i debiti o i
macchinari. E sono chiarissime le conseguenze: per molti sarà la fame.
Occorrono decisioni politiche, non carità, si deve ripensare veramente
all'economia globale ma non in funzione di quel 20% che si pappa l'80-82%
dei beni di questo mondo, ma in funzione di tutti. Il vertice Fao non lo
potrà fare perché i governi lo impediscono. Se non si affrontano i
problemi alla radice i vertici serviranno da passerella dei grandi, magari
anche con qualche bel discorso, come quello di Fidel Castro all'ultimo
vertice di Roma, ma alla fine senza conseguenze.