Nei 24 anni delle nostre conoscenze, 4 dei quali
dedicati a lavorare come il tuo assistente, è la terza volta che
ti scrivo una lettera aperta. nel 1989, quando eri ministro
dell'Economia nel governo di Shamir e stava scoppiando la prima
Intifada, io utilizzai queste pagine per scrivere "Una
lettera al precedente leader". Allora, ti dissi che "per
la prima volta nella tua vita non hai lasciato nulla, tranne la
prospettiva di vanificare il tutto in una poco convincente
atmosfera. Questo dopo che tu sia stato in silenzio di fronte alla
conduzione dell'Intifada da parte dell'IDF (polizia israeliana),
di fronte al perseverare delle occupazioni ed al rifiuto caparbio
degli israeliani che non riconoscevano l'OLP quale rappresentante
dei palestinesi. In quel tempo credevo che tu pensassi
diversamente da Shamir e Rabin (conosciuto come lo spaccaossa ),
ma che tu non eri abbastanza audace da parlare francamente.
Undici anni dopo, nel 2000, ti ho scritto un'altra
lettera aperta. Lo feci dopo Oslo e l'assassinio di Rabin, e dopo
che tu avessi perso nuovamente le elezioni. Affermai:
"Adesso, molti israeliani ti guardano in modo differente; per
loro, tu rappresenti la speranza verso qualcos'altro". Ed
ora, ti scrivo nuovamente per dirti: "Tu non rappresenti più
la speranza. Il governo di cui sei membro decano e ministro degli
Esteri, non è più l'ultimo ricorso degli ultimi governi della
nostra storia; è un governo di crimini; e l'alleanza in questi
crimini è un'altra cosa. Non è più possibile assolverti, darti
credito per Oslo, comprendere che il tuo cuore è ferito per
quanto sta accadendo, e sapere che tu potresti bruciare con rabbia
per quanto accaduto, astenendoti dal commentare, zittendo, ed
ancor più agendo, soltanto per considerazioni tattiche, che tu
capiresti meglio di chiunque altro.
No, il tuo silenzio, la tua inerzia non possono più
essere giustificati da scuse: Shimon, tu sei un alleato del
crimine. Per il fatto che tu potresti realizzare questo nel tuo
cuore e, nel tempo, rilasciare anche deboli affermazioni di
condanna, per il fatto che non sei il primo ministro e che
l’America ti sta lasciando carta bianca; per il fatto che la
maggior parte della gente la pensa diversamente e per
tranquillizzare e "rincorrere un giornalista di Ha'aretz(?)".Tutte
queste scuse non fanno differenza; tu continui a servire un
governo con sangue sulle mani, indaffarato ad uccidere ed
umiliare; e tu sei un partner di tutto questo. Come il ministro
degli esteri talebano fa parte del regime talebano, tu sei alleato
del regime di Sharon. La tua responsabilità non si discosta
notevolmente da quella del primo ministro. E' uguale a quella del
ministro della difesa, che tu critichi rigidamente in discussioni
private; ma sempre e soltanto in incontri privati. Tu dici che ti
interessasti dell'assassinio di Raed Karmi, dopo tre settimane di
pace palestinese. Secondo te, questo basta per esentare la tua
responsabilità. Mentre la IDF stava rioccupando Tul Karm, tu eri
con Bill Clinton. Quando ti pose delle domande, tu bisbigliasti
qualcosa di incoerente. Seguendo la demolizione di Rafah, tu ti
mordesti le labbra e facesti silenzio. Si poteva desumere che il
soffiare alla radio, non proveniva dalla tazza di tè. Ma tu
pativi la responsabilità tremenda di tutto questo, di tutte
queste azioni che non possono essere definite altro che crimini di
guerra. Chiedi al prof. Rafi Walden, primario di chirurgia allo
Sheba Medical Center, che, a volte, viaggia con i medici per i
diritti umani, e ti dirà di cosa sei alleato. Ti parlerà delle
donne a lavoro- non una o due, non una rara eccezione- che non
possono entrare in ospedale per la crudeltà della IDF, dei
bambini che muoiono giusto dopo essere stati consegnati; dei
malati di cancro impediti dal recarsi al Giordano per le cure. No,
non possono andare al Giordano per motivi di sicurezza.
Egli ti parlerà degli ospedali bombardati dall'IDF;
di medici ed infermieri che dormono in ospedale perché non
possono tornare a casa; dei dializzati spinti a trascorrere ore in
un viaggio in strade di fortuna per 3 volte alla settimana, nel
disperato tentativo di raggiungere i macchinari a cui sono legate
le loro vite; pazienti a cui sono state negate cure mediche per
chiusura o perché le ambulanze erano impedite ad attraversare i
checkpoints, anche nel trasporto di ammalati gravi; ti parlerà
della gente morta ai checkpoints, e di coloro che son morti nelle
proprie abitazioni perché non osavano attraversare i checkpoints,
ora costruiti da minacciosi blocchi al centro della strada, o da
cumuli di sporcizia e cemento che non possono essere spostati,
anche per qualcuno che è già sul letto di morte.
Tu
hai imprigionato un intero popolo per oltre un anno con un livello
di crudeltà senza precedenti nella storia dell'occupazione
israeliana. Il tuo governo sta calpestando 3 milioni di individui,
lasciando loro le sembianze di una vita.
Un’intera
nazione ha parzialmente disteso le braccia verso la pace – tu
sai perfettamente questo. Essa ha sempre sofferto: dalla Nakba del
’48, attraverso l’occupazione del ’67 e l’assedio del
2002; ed essa vuole esattamente le stesse cose che gli israeliani
richiedono: un minimo di tranquillità, sicurezza ed una goccia di
orgoglio nazionale. L’intero popolo, oggi, si alza ogni mattina
con un ampio abisso di disperazione, disoccupazione e
deprivazione, ed anche coi carri armati parcheggiati sulle strade.
Voi avete sempre perdonato tutto questo, ma ora non
più. Qualche alleato del governo che deliberatamente boicotta
ogni sforzo palestinese di richiedere tranquillità, che umilia
completamente i propri capi, per i quali la vendetta è l’unico
movente, che cinicamente ha fatto esplodere la cecità e
l’ottusità del dopo 11 settembre; tutto questo non può più
essere perdonato. È vero, tu non sei d’accordo con tutto quello
che vuole fare questo governo, ma cosa succede? Tu sei dentro, tu
sei un accessorio, come in altri crimini. A volte ti vedo
rispondere alle domande dei giornalisti sulle ultime spregevoli
iniziative di governo. Nel guardare la tua faccia (ed io ho
familiarizzato molto con le tue espressioni dopo tutti questi
anni), mi sovviene inquietudine, talvolta disgusto. Quando tu dai
una delle tue evasive, allusive e non dirette risposte. Tu
bisbigli qualcosa e provi a districarti nel significato di qualche
intelligente gioco di parole. Come quanto è successo quando eri
con Clinton e ti fu chiesto sull’occupazione di Tul Karm, e tu
non dicesti nulla, niente, e stavi giusto attendendo di andare
avanti nelle domande, per essere lasciato solo, così saresti
tornato a discutere di pace. Quando ti chiesero degli assassini,
distruzioni ed umiliazioni di Arafat, e degli scandalosi
sconfinamenti, della distruzione dell’aeroporto di
Dahaniya, o il festival delle munizioni è evidente in
Eilat, tu corrughi la fronte e dai una mezza risposta. Ma questo
non è abbastanza.
Ora è il momento di un’autentica, onesta e giusta
risposta - o niente. Adesso è il momento di dire che
l’occupazione di Tul Karm è stato uno stupido movimento,
l’assassinio di Raed Karmi doveva rinnovare la violenza e la
distruzione di casa Rafah è un crimine di guerra – o di essere
Ariel Sharon. Questo non è un momento di minuziosità, profondi
significati, criticismo velato in privato, perché qui fuori un
terribile disastro si nasconde, un vento malato sta soffiando e
lasciando rifiuti su ogni cosa.
Posso farti un esempio? Alcuni giorni fa avevi citato
che era duro per te criticare le azioni del governo statunitense
quando gli USA non facevano ciò. Che tipo di patetica scusa è
questa? E sugli Usa che non hanno contrapposizione nel mondo,
fanno ciò che vogliono e lasciano fare ad Israele quello che
vuole.
Probabilmente tu potresti prenderti un giorno di
vacanza, cosa che raramente fai, per visitare i territori
occupati. Hai mai visto il checkpoint di Qalandiyah, almeno una
volta? hai mai visto cosa succede lì? Pensi che tu possa fare
correttamente il tuo lavoro senza aver visto il checkpoint di
Qalandiyah? Sei consapevole di essere responsabile di quanto
avviene in quei luoghi? Sai che qualsiasi ministro degli esteri
che innalza questi checkpoints, ha responsabilità per l’intera
esistenza?
Oppure potresti andare al villaggio di Yamoun e
incontrare ed incontrare Heira Abu Hassan e Amiya Zakin, che hanno
perso i propri bambini tre settimane fa quando i soldati dell’IDF
non lasciarono passare le auto al checkpoint mentre andavano a
lavoro. Ascolta le loro terribili storie. E cosa dirai loro, che
ti dispiace? Che questo non doveva accadere?
Questa è la guerra? Questo è shock? Questa è,
forse, la colpa di Shaul Mofaz, e non la tua? Il portavoce della
IDF non si è mai rammaricata per questi 2 avvenimenti, senza
avviare investigazioni. Egli ha solamente confermato la veridicità
di un avvenimento, affermando di non sapere nulla sull’altro.
Ed ancora, cosa dirai dei nostri soldati che si
comportano in questo modo? Lo fanno per la sicurezza nazionale? Di
questo i Palestinesi si vergognano? O Arafat? La verità, Shimon,
è che su di te pende la responsabilità per la morte di quei 2
bambini. Perché sei in silenzio; perché siedi in quel governo.
Questi sono tempi terribili. Ma il peggio deve ancora
venire. Il ciclo di odio e violenza è lontano dal raggiungere il
suo picco. Tutte le ingiustizie ed il male perpetrato contro i
Palestinesi, scoppierà nelle nostre facce. Una popolazione su cui
si è abusato per anni, un giorno esploderà in una tremenda
furia, notevolmente peggiore rispetto a quanto fa oggi. Nel
frattempo i soldati vanno nelle stazioni radio, innescando
esplosivi e spazzando luoghi, senza fermarsi per chiedersi il
motivo.
Questi eserciti sono i portatori di cattive notizie,
non solo per le loro vittime, ma anche per i loro mittenti.
Distruggono dozzine di case appartenenti ai rifugiati, con tutti
gli arredi interni, senza esitare un momento, e certamente senza
rifiutare di portare ordini illegali, non sono eserciti diligenti,
anche per il proprio stato. Piloti che sganciano missili nel cuore
delle popolose città, soldati che puntano i loro fucili a donne
che provano a raggiungere il vicino ospedale per partorire, nel
cuore della notte; poliziotti che abusano di donne. Tutto questo
attesta l’allentamento di restrizioni che deriva dalla perdita
totale di riferimenti.
Sì, quest’anno abbiamo perso la nostra via. Tu hai
unito le forze al primo ministro che è il primo guerrafondaio, e
nessuno può dire quali sono le tue intenzioni. E con una lavata
di cervello pubblica che ti fa parlare con timorosa uniformità,
tu hai tutto con facilità. Da quando un membro della tua fazione,
Ehud Barak, infranse il campo di pace, tu sei stato in grado di
realizzare quanto a te comodo. La IDF non investiga più crimini
di guerra e il sistema legislativo approva qualsivoglia
ingiustizia che viene avvolta nel mantello della sicurezza.
L’intero mondo è indaffarato nel combattere il terrorismo, la
stampa nasconde la sua faccia e l’opinione pubblica non vuole
sentire, non vuole vedere, conoscere. E sotto la copertura di
questo buoi, col sostegno di una persona della tua statura,
l’occupazione è diventata crimine e cattiveria.
Naturalmente, tu dici: cosa posso fare? Io non sono stato eletto
primo ministro. Ed io non sono stato eletto presidente del partito
laburista. Io non sono ancora ministro della difesa. Tu hai
ragione: in questo governo non puoi fare niente e non stai facendo
nulla. Tu dirai: io ho influenza, io trattengo, io sto moderando
le force, io ci sto provando. Falso. Ci potrebbe essere una
situazione peggiore di adesso, ma, dove, esattamente, hai
esercitato la tua influenza, e cosa hai prevenuto che accadesse?
Immagini che potresti presiedere un governo che rioccuperebbe
l’Area A in assenza di opposizione?
Pensa soltanto che dopo tutto quello che è successo,
avresti potuto destarti e rassegnare le dimissioni, esplicitando
al mondo (forse) i tuoi sentimenti. Il premio Nobel incoronato
contro i crimini del governo di Sharon; immagina se tu fossi
andato a Ramallah, a Yasser Arafat che lì è sotto assedio,
portandolo sulla strada insieme, incontrando i carri israeliani e
richiamandoli per la rimozione e per un “cessate il fuoco”.
Certo, il cielo non sarebbe crollato, l’occupazione non si
sarebbe conclusa e la chiusura di Jenin non sarebbe stata
plagiata, ma una profonda fessura sarebbe stata creata nelle basi
etiche, politiche ed internazionali di questo immune governo.
Immagina se tu avessi detto: “Sì, la demolizione delle case è
un crimine di guerra. Sì, uno stato che ha liste di proscrizione,
non è uno stato in cui vige la legalità. Sì, uno stato che
innalza checkpoints che causano morti, è un atto di terrore. No,
i Palestinesi non sono gli unici che si vergognano per questa
orgia di sangue. Noi abbiamo un leader che mina la democrazia. Noi
abbiamo il ministro della difesa e capo del partito laburista che
si mobilita per gli assassini e la demolizione di costruzioni. Sì,
noi abbiamo un primo ministro che vuole solo occupare, uccidere,
espellere, demolire, sradicare, senza altri piani in mente.
È questo ciò che pensi, non è vero? Se è questo,
allora, dillo, per l’interesse di Dio. Se ciò non è, sei
alleato del governo e noi, che una volta credevamo in te, abbiamo
commesso un grave errore. E, per favore, non dire che stai ancora
lottando. Sin da Oslo, tu eri l’impersonificazione delle nostre
speranze. Ma queste sono state disattese.
Il tempo passa, Shimon; non solo per te, ma per tutti. Noi siamo
sull’orlo di un abisso. Se aspetti fino a che vengano Benjamin
Ben-Eliezer, Ephraim Sneh, Ra'anan Cohen, Dalia Itzik, ed altre
spie, con il solo scopo di essere rieletti, tu potresti essere
allontanato in oblio da loro. Tu sai che qualche tempo fa, essi
hanno provato a sbarazzarsi di te. Ed anche se tu ti mobiliti
adesso, potrebbe essere tardi. Molti sono stati disattesi da te e
potrebbe non esserci la possibilità di ricostruire la rovina
recata da Sharon.
Ma la possibilità, per te, di aggiungere notevole
significato alla tua ricca biografia, non può essere
rappresentata dal fatto che rassegni le dimissioni dal governo,
dato che potresti anche essere obbligato a far questo; ma fare
questo, mentre esponi le tue idee in modo chiaro e acuto, dicendo
agli israeliani tutto quello che pensi su quanto sta accadendo,
specie sulla cattiveria che stiamo perpetrando con le nostre mani.
Ancora una volta nella tua vita, prova a costruire qualcosa di
nuovo, non un reattore nucleare o una fabbrica aeromobilistica, di
cui ce n’è abbastanza. Adesso, contro tutte le stranezze, prova
ad impostare un radicale campo di pace israeliano, per fare
qualcosa diverso dal niente.