Aforismi
tratto da “Aforismi, novelle e
profezie” di Leonardo Da Vinci
Ciò che non ha termine non
ha figura alcuna
Data la causa, la natura opera l'effetto nel
più breve modo che operar si possa
Ogni azione fatta
dalla natura non si pò fare con più brieve modo co'
medesimi mezzi. Date le cause la natura partorisce li effetti per i
più brievi modi che far si possa.
Sì come ogni
regno in sé diviso è disfatto, così ogni ingegno
diviso in diversi studi si confonde e indebolisce.
A ciascuno
strumento si richiede esser fatto colla esperienza. Ciascuno
strumento per sé debbe essere operato colla esperienza
dond'esso è nato.
Perché si vede più
certa la cosa l'occhio ne' sogni che colla immaginazione stando
desto.
Fuggi e precetti di quelli speculatori che le loro
ragioni non son confermate dalla isperienzia.
... O studianti,
studiate le matematiche, e non edificate sanza fondamenti.
Chi
biasima la somma certezza delle matematiche si pasce di confusione, e
mai porrà silenzio alle contradizioni delle sofistiche
scienzie, colle quali s'impara uno eterno gridore.
Li
abbreviatori delle opere fanno ingiuria alla cognizione e allo amore,
con ciò sia che l'amore di qualunche cosa è figliol
d'essa cognizione, e l'amore è tanto più fervente
quanto la cognizione è più certa; la qual certezza
nasce dalla cognizione integrale di tutte quelle parti, le quali,
essendo insieme unite, compongano il tutto di quelle cose che debbono
essere amate.
I' ho tanti vocavoli nella mia lingua materna,
ch'io m'ho più tosto da dolere del bene intendere delle cose,
che del mancamento delle parole, colle quali io possa bene espriemere
il concetto della mente mia.
Non mi legga chi non è
matematico nelli mia principi.
La idea, over imaginativa, è
e timone e briglia de' sensi, in però che la cosa immaginata
move il senso.
Chi disputa allegando l'autorità, non
adopra lo 'ngegno, ma più tosto la memoria.
La
sperienzia, interprete in fra l'artifiziosa natura e la umana spezie,
ne 'nsegna ciò che essa natura in fra' mortali adopra da
necessità constretta, non altrimenti oprar si possa che la
ragione, suo timone, oprare li 'nsegni.
Nessuna azione
naturale si po' abreviare.
Ogni azion naturale è
generata dalla natura nel più brieve modo che trovar si possa.
È da essere giudicati e non altrementi stimati li
omini inventori e 'nterpreti tra la natura e gli uomini, a
comparazione de' recitatori e trombetti delle altrui opere, quant'è
dall'obbietto fori dello specchio alla similitudine d'esso obbietto
apparente nello specchio, che l'uno per sé è qualcosa,
e l'altro è niente. Gente poco obrigate alla natura, perché
sono sol d'accidental vestiti, e sanza il quale potrei accompagnarli
in fra li armenti delle bestie.
Molti mi crederanno ragionevol
mente poter riprendere allegando le mie prove per essere contro
all'alturità d'alquanti omini di gran riverenza apresso de'
loro inesperti iudizi, non considerando le mie cose essere nate sotto
la semplice e mera sperienza, la quale è maestra vera.
Naturalmente li omini boni desiderano sapere. So che molti
diranno questa essere opra inutile, e questi fieno quelli de' quali
Demetrio disse non faceva conto più del vento, il quale nella
lor bocca causava le parole, che del vento ch'usciva dalle parte di
sotto; uomini i quali hanno solamente desiderio di corporal
ricchezze, diletto, e interamente privati di quello della sapienza,
cibo e veramente sicura ricchezza dell'anima; perché quant'è
più degna l'anima che 'l corpo, tanto più degni fien le
ricchezze dell'anima che del corpo. E spesso quando vedo alcun di
questi pigliare essa opra in mano, dubito non si come scimia sel
mettino al naso o che mi domandi' se è cosa mangiativa
Nessuno effetto è in natura sanza ragione; intendi la
ragione e non ti bisogna sperienza.
La esperienza non falla,
ma sol fallano i nostri giudizi, promettendosi di lei cose che non
sono in sua potestà.
A torto si lamentan gli omini della
isperienza, la quale con somme rampogne quella accusano esser
fallace. Ma lasciàno stare essa sperienza, e voltate tale
lamentazione contro alla vostra ignoranzia, la quale vi fa
transcorrere, co' vostri vani e instolti desideri, a impromettervi di
quelle cose che non sono in sua potenzia, dicendo quella esser
fallace.
A torto si lamentano li omini della innocente
esperienzia, quella accusando di fallacie e di bugiarde
dimonstrazioni.
Chi si promette dalla sperienza quel che non
è in lei si discosta dalla ragione.
La sapienza è
figliola della sperienzia.
La necessità è
maestra e tutrice della natura.
La necessità è tema
e inventrice della natura, e freno e regola eterna.
Fuggi
quello studio del quale la risultante opera more coll'operante
d'essa.
O speculatori dello continuo moto, quanti vani
disegni in simile cerca avete creati! Accompagnatevi colli cercatori
dell'oro.
Medicina è ripareggiamento de' disequalati
elementi; Malattia è discordanza d'elementi fusi nel vitale
corpo.
Muovesi l'amante per la cos'amata come il senso alla
sensibile, e con seco s'unisce e fassi una cosa medesima. L'opera è
la prima cosa che nasce dall'unione. Se la cosa amata è vile,
l'amante si fa vile. Quando la cosa unita è conveniente al suo
unitore, li seguita dilettazione e piacere e sadisfazione. Quando
l'amante è giunto all'amato, lì si riposa. Quando il
peso è posato, lì si riposa. La cosa cognosciuta col
nostro intelletto.
Quattro sono le potenzie: memoria e
intelletto, lascibili e concupiscibili. Le due prime son ragionevoli
e l'altre sensuali.
De' 5 sensi, vedere, uldir, odorato sono
di poca proibizione, tatto e gusto no.
Scienzia: notizia
delle cose che sono possibile presente e preterite. Prescenzia:
notizia delle cose ch'è possivine che possin venire.
Ogni
nostra cognizione prencipia da sentimenti.
I sensi sono
terrestri, la ragione sta for di quelli quando contempla.
Il
moto è causa d'ogni vita.
Natura non rompe sua legge.
La natura è costretta dalla ragione della sua legge,
che in lei infusamente vive.
E questa sperienza si faccia più
volte, acciò che qualche accidente non impedissi o falsassi
tal prova, che le sperienzia fussi falsa, e ch'ella ingannassi o no
il suo speculatore.
Chi nega la ragion delle cose, pubblica
la sua ignoranza.
Come è più difficile a
'ntendere l'opere di natura che un libro d'un poeta.
Aristotile
e Alessandro furono precettori l'un de l'altro. Alessandro fu ricco
di stato, il qual li fu mezzo a osurp[ar]e il mondo; Aristotile ebbe
grande scienzia, la quale li furon mezzo a osurpasi tutto il
rimanente delle scienzie composte dalla somma de' filosofi.
La
natura è piena d'infinite ragioni, che non furon mai in
isperienzia.
D'ogni cosa la parte ritiene in sé la
natura del tutto.
Voi, speculatori, non vi fidate delli
autori che hanno sol co' l'imaginazione voluto farsi interpreti fra
la natura e l'omo, ma sol di quelli che, non coi cenni della natura,
ma co' gli effetti delle sue esperienzie hanno esercitato i loro
ingegni. E riconoscere come l'esperienzie ingannano chi non conosce
loro natura, perché quelle che spesse volte paiono una
medesima, spesse volte son di grande varietà, come qui si
dimostra.
La scienza è il capitano, e la pratica sono
i soldati.
La proporzione non solamente nelli numeri e misure
fia ritrovata, ma etiam nelli suoni, pesi, tempi e siti, e 'n
qualunque potenzia sia.
Quando tu metti insieme la Scienzia
de' moti dell'acqua, ricordati di mettere, di sotto a ciascuna
proposizione, li sua giovamenti, a ciò che tale scienzia non
sia inutile.
De l'error di quelli che usano la pratica senza
scienzia, vedi prima la poetica d'Orazio.
Quelli che
s'innamoran di pratica sanza scienzia son come 'l nocchier ch'entra
in navilio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada.
O speculatore delle cose, non ti laldare di conoscere le cose
che ordinariamente per sé medesima la natura conduce. Ma
rallegrati di conoscere il fine di quelle cose che son disegniate
dalla mente tua.
Nessuna certezza è dove non si pò
applicare una delle scienze matematiche, over che non sono unite con
esse matematiche.
La Meccanica è il paradiso delle
scienze matematiche, perché con quella si viene al frutto
matematico.
Ma prima farò alcuna esperienza avanti
ch'io più oltre proceda, perché mia intenzione è
allegare prima l'esperienzia e poi colla ragione dimostrare perché
tale esperienzia è costretta in tal modo ad operare. E questa
è la vera regola come li speculatori delli effetti naturali
hanno a procedere, e ancora che la natura cominci dalla ragione e
termini nella sperienzia, a noi bisogna seguitare in contrario, cioè
cominciando, come di sopra dissi, dalla sperienzia, e con quella
investigare la ragione.
Nissuna umana investigazione si pò
dimandare vera scienzia s'essa non passa per le matematiche
dimostrazioni, e se tu dirai che le scienzie, che principiano e
finiscono nella mente, abbiano verità, questo non si concede,
ma si niega, per molte ragioni, e prima, che in tali discorsi mentali
non accade esperienzia, sanza la quale nulla dà di sé
certezza.
Studia prima la scienzia, e poi seguita la pratica
nata da essa scienzia.
Nissuna cosa è che più
c'inganni che 'l nostro giudizio.
Per la versione integrale, consultare il sito www.logos.it .
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