Tutto iniziò quella fredda sera in cui ritornò in quel piccolo bar del centro dove era stata solo una volta,
nonostante sia lungo la strada che percorre ogni giorno per andare all'università.
Non sa perché tornai lì.
Per un suo intimo desiderio magari, malinconia o forse per un semplice rimpianto.
Ma soprattutto non sa dire cosa fosse quella sensazione, meravigliosa a dir il vero, che sentì
dentro quando passò davanti a quel piccolo bar del centro.
Un qualcosa nato all'improvviso, così vago, tanto sfumato da risultare indefinito, misterioso, come se
tutto avvolto da una nebbia così fitta da lasciar intravedere solo vaghe ombre di ricordi di un tempo ormai
passato ma ancora troppo vicino per non poter non ferire e far male.
Troppo vicino per poter dimenticare tutto quello che è stato e che le ha lasciato dentro.
Ma non vuole.
Non vuole dimenticare.
Non vuole dimenticare quello spettacolo dolce e leggero che è stata la mia vita fino ad ora.
Non vuole dimenticare quello spettacolo doloroso e crudele che è stata la mia vita fino ad ora.
Non vuole dimenticare.
Non vuole.
Ma ora davanti a lei c'è un nuovo spettacolo.
C'è un nuovo spettacolo in cui vivere.
C'è nuovo spettacolo da dirigere.
Adesso è la spettatrice, l'attrice e la regista di questo spettacolo lieve che sta avendo luogo dentro di me,
meraviglioso susseguirsi continuo di sensazioni ed emozioni a lei finora estranee, confuse l'una nell'altra
in una infinita tristezza,
ma dolce