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Brevi cenni di vita...
Una biografia completa e molto particolareggiata è quella di Daniele Moretti sul sito di Hit Parade Italia"
La includo nel mio sito, facendo presente che le parti scritte in blu sono state aggiunte da me per ad integrare qualche piccola lacuna.
Ho provato a contattare Daniele, ma la sua casella di posta non è più valida...
Se per caso leggesse queste righe, lo invito a contattarmi.
Umberto Tozzi nasce a Torino il 4 Marzo del 1952.
Come lui stesso ha avuto modo di dichiarare in varie interviste, la sua
famiglia non era particolarmente agiata, il padre faceva il poliziotto, la
madre non lavorava e badava ai figli.
Umberto è il più giovane dei tre fratelli di casa, gli altri sono
Mafalda e Franco.
Quest'ultimo, sebbene nelle varie interviste rilasciate il Nostro non
gli abbia mai riconosciuto troppa importanza, giocherà un ruolo assai
determinante nell'avviare il cantautore torinese alla professione.
Nato a Rodi Garganico il 26 marzo 1944, il fratello maggiore
Franco Tozzi, negli anni 60 lascia il cosiddetto "posto
sicuro" alla Lancia di Chivasso per tentare l'avventura musicale con un
gruppo di giovani.
Nel 1964 ottiene un primo riconoscimento partecipando al Festival di
Castrocaro con il brano "Due case,due finestre" e vince il
prestigioso concorso canoro, il che gli spianerà la possibilità di una
carriera breve ma ricca di successi.
Infatti l'anno successivo partecipa di diritto a Sanremo e soprattutto
al Festival estivo di Saint Vincent, dove pur arrivando secondo dietro la
super-star dell'epoca Orietta Berti, sforna quello che
ancora oggi è il suo più grande hit , "I tuoi occhi verdi" , con il
quale vende circa 800.000 copie e con cui ottiene negli anni '80 uno
strepitoso successo alla trasmissione televisiva "Una rotonda sul mare"
condotta da Red Ronnie .
Nel '66 partecipa ancora a Sanremo con la canzone "Io non posso
crederti" ed ad alcune fortunate trasmissioni televisive .
Nel '67 ottiene un discreto successo con la canzone "Perdonala",
tuttavia la sua stella sta lentamente ma inesorabilmente tramontando.
E proprio in questo periodo comincia a collaborare con il fratello
Umberto, il quale lavorerà inizialmente nel suo spettacolo live con il
gruppo "Il suo primo amore", dove suona come chitarrista,
più o meno continuamente, sino al 1975.
A tal proposito nel sito, nella sezione foto,
si possono trovare delle immagini
di Umberto e Franco Tozzi ospiti di una
trasmisisone Rai condotta da Alberto Lupo
Franco Tozzi è stata sicuramente una figura centrale nella vita
artistica dell'illustre fratello, del quale forse ha poi sofferto una
sorta di "irriconoscenza" .
Del resto lo stesso Umberto in una recente intervista televisiva ha
dichiarato di non volerne sapere dei consigli del maggiore, la cui
carriera, secondo lui, è stata in qualche modo rovinata o compromessa da
diversi errori "strategici" da parte sua e delle case discografiche.
Resta il fatto che probabilmente , senza il successo di Franco, non
sarebbe forse mai nata la stella di Umberto Tozzi.
Ultimamente i rapporti tra i due si sono comunque piuttosto risanati ed
Umberto nel 1995 ha scritto per il fratello il brano "Ecco Perché"
inserito in un suo album inciso per la Duck Record e mai proposto nella
sua discografia ufficiale.
1.2. LE PRIME ESPERIENZE DISCOGRAFICHE
Nel 1967-68 iniziano le prime esperienze musicali di Umberto Tozzi,
forte delle "entrature" procurate dal fratello Franco e di un 'indiscussa
perizia musicale come chitarrista.
A parte l'esperienza live con il Tozzi maggiore, che lo porta in giro
per il modo con la sua Tournèe , entra a fare parte nel 1968 di un gruppo
di giovanissimi , gli Off Sound, con il quale muove i suoi
primi passi autonomi.
Era l'epoca dei Beatles e dei Beach Boys,
ed Umberto resterà sempre in debito con la grande scuola inglese e
americana degli anni '60.
In particolare nutriva una grande ammirazione per uno dei due colossi
dei Beatles, Paul McCartney;
curioso è un aneddoto narrato dallo stesso Tozzi, riguardo ad un epico
concerto a Venezia, in Piazza San Marco, allorché fu disposto a diversi
sacrifici e peripezie pur di ascoltare da vicino il suo idolo.
Per quanto riguarda la scuola americana, in particolare la "west
coast", il cantautore non ha mai fatto mistero di nutrire una particolare
ammirazione peri il "sound" californiano.
E negli anni sarà proprio un californiano, Greg
Mathieson, a firmare come arrangiatore i maggiori successi
internazionali di Tozzi.
Nel frattempo si diletta a suonare nella Big Band di Patrick
Sampson, sempre come chitarrista.
Nel 1972 inizia un'altra parentesi decisiva nella vita musicale di
Umberto: insieme a Valerio Liboni fonda il gruppo "La
Strana Società" con il quale arriva al successo con il brano
"Pop Corn" .
Il gruppo esiste sino al 1976 pubblicando diversi brani come "Nel
giardino di Tamara" e "Una manciata di sabbia".
Nella sezione singoli c'è la cover del brano
"Una manciata di sabbia" de "La strana società" con in primo piano
un giovanissimo Umberto
Poi il gruppo si scioglie e se Tozzi prosegue per la sua luminosa
storia, Liboni entra a far parte come batterista dello storico gruppo
"I Nuovi Angeli" (quelli di "Anna da dimenticare" e
"Donna felicità") .
Le storie musicali dei due non si incroceranno più .
La somma di queste esperienze comincia a far entrare Umberto nei
circuiti "giusti" del pianeta discografico.
Nel 1974 insieme a Damiano Dattoli , scrive la canzone
"Un corpo,un'anima" che interpretata da Wess e Dori
Ghezzi, vince il concorso di Canzonissima, e comincia ad essere
valorizzato anche come autore e nel 1975 scrive per Mia
Martini la bella "Io ti ringrazio".
Inoltre entra a far parte con il gruppo dei Data che si
colloca come "progressivo", della scuderia Numero Uno di
Battisti e Mogol.
Con il primo pare che fece una leggendaria scommessa (poi vinta)
asserendo che sarebbe arrivato al successo con delle canzoni in giro
armonico ( "Tu" e "Ti amo" lo sono, più o meno) e con il secondo
collaborerà nell'Album "Aria e Cielo" del 1998 e nel C.E.T. (Centro
Europeo di Toscolano, in Umbria) dove svolge le funzioni di Docente.
Cerco di chiarire meglio la parte della scommessa tra
UT e Battisti: Lucio Battisti sosteneva che non era possibile arrivare al
successo con una canzone suonata in "Giro di do", mentre Umberto sosteneva il
contrario... Alla fine ebbe ragione il nostro!
Alla Numero Uno conosce anche Adriano Pappalardo , nella
band del quale si occuperà per qualche tempo di cori e chitarre.
Ci si avvicina lentamente a quello che sarà il momento cruciale della
vita di Umberto, ossia l'incontro e poi il lunghissimo sodalizio con
Giancarlo Bigazzi, produttore e paroliere, che lo
accompagnerà sino al 1991 e all'album "Gli Altri siamo noi".
1.3. L'EPOCA BIGAZZI/TOZZI
Il cantautore torinese raccontò di come, presentandosi a un amico
discografico con dei nastri contenenti le idee dei pezzi che faranno parte
di "Donna Amante mia", lo stesso gli disse: "Ma perché non te le canti tu
queste canzoni ?".
In seguito lo stesso amico lo presentò a Giancarlo Bigazzi.
Da qui nascerebbe anche il Tozzi-interprete, unanimemente riconosciuto
come una delle più belle voci maschili italiane degli ultimi 30 anni.
In realtà io sapevo che fu lo stesso Bigazzi a convincere
Umberto a cantare le sue canzoni, ma credo non sia un dettaglio fondamentale...
Ma chi è Giancarlo Bigazzi ?
O meglio, chi era prima dell'inizio di questo vincente connubio e della
cosiddetta "scuola fiorentina" degli anni 80/90 ?
Innanzitutto Bigazzi era un autore già largamente affermato.
Aveva firmato i grandi successi di Massimo Ranieri ("Rose
Rosse"), Riccardo del Turco ("Luglio") e di Mario
Tessuto ("Lisa dagli occhi blu").
Poi aveva accompagnato l'ascesa dei fratelli Gianni e Marcella
Bella, firmando i loro grandi hit degli anni '70.
Ad esempio, nel 1976, con Gianni Bella scrisse
"Non si può morire dentro", che resta il più grande successo come interprete del
cantautore siciliano.
Ma Bigazzi scrisse anche per Mina ("Un colpo al cuore") e
per i Camaleonti.
Con Umberto Tozzi comincia ad occuparsi anche della produzione,
esperienza che continua con Adriano Celentano (per cui
produce l'Lp "Uh-uh") .
La storia più recente, dagli anni '80 in poi, è un susseguirsi di
successi discografici : Raf (i primi due album ),Marco
Masini, Aleandro Baldi…
Inoltre intraprende anche la carriera di autore di colonne sonore per
il Cinema e firma quelle di "Mery per sempre" e "Ragazzi fuori" di
Marco Risi, nonché dell'Oscar "Mediterraneo" di
Gabriele Salvatores.
Infine, famosa è la sua convinta e divertita militanza nel memorabile
gruppo degli "Squallor".
Quando incrocia il suo destino con quello di Tozzi, l'autore Bigazzi
non aveva ancora esperienza come produttore discografico, ma la stoffa c'è
anche in questo ruolo, e non si scappare l'occasione.
Qua termina la biografia e parte un'analisi approfondita
dei dischi di Umberto, che comunque lascio perchè è davvero bella.
1.4. IL PRIMO ALBUM
Nel 1976 esce il primo lavoro solista di Umberto Tozzi.
L'Album si intitola "Donna Amante mia" e l'omonimo
singolo estratto ottiene anche un discreto successo discografico.
Ma le vendite dell'Album danno magre soddisfazioni a quello che sarà il
duo d'oro degli anni '70, tanto che il Nostro dichiara in un'intervista di
"essere stato poi gratificato nel tempo" ..
Il disco non è affatto male e contiene alcune di quelle che sono ancora
oggi le "perle" del suo repertorio.
Ma il successo continua ad arrivargli soprattutto come autore più che
come interprete.
Infatti nell'album compare il brano "Mi manca" poi portato alla
notorietà da Marcella Bella, canzone d'amore con un
accattivante refrain e dal testo evocativo:
"..Questo bel ristorante lo sognai…larghi nasi sul vetro io e
lei.. ..ora mangio e mi manca…. ..e mi sento egoista qui con te..uno
che fa l'artista e non lo è.. ..perché rido e mi manca ? " " Mi
manca il suo ritorno prima delle sei, mi manca e so di già che la
riperderei..mi manca lei.."
E Riccardo Fogli ripropone la canzone con il testo
addirittura modificato, e le prime strofe , sopra riportate diventano le
seguenti:
Questa sera non dormo a casa mia Cercherò chi mi tenga
compagnia Ma la voglia mi manca
Quasi quasi la faccio una follia E mi cerco una donna
tutta mia Ma la voglia mi manca
Ma il vero successo lo ottiene Fausto Leali che
interpreta la bellissima "Io Camminerò":
"..La mia donna, la sua allegria.. ..che mi riscalderà con il fuoco
di un'idea.. ..uomo solo ..uomo a metà.. domani nei suoi occhi tutto
il resto affogherà.. E cascate d'amore noi, nell'anima il silenzio da
quanto tempo hai ? Io d'amore ti vestirò ma non mi domandare dove io ti
porterò.. Io camminerò, tu mi seguirai…angeli sbagliati noi, ci sarà un
cielo .. .. ed io lavorerò, tu mi aspetterai e una sera impazzirò
quando mi dirai.. ..che un figlio avrai, avrò"
La canzone utilizza due diversi schemi ritmici: un arrangiamento di
archi nelle strofe iniziali in continuo crescendo armonico e l'irruzione
della batteria che rende esplosivo il ritornello .
Le ottime caratteristiche musicali del brano unite alla sentita
interpretazione della voce possente di Leali né fanno un hit di grande
successo.
Anche "Donna amante mia" resta a pieno titolo negli annali della
musica leggera italiana:
"Come cresce bene il nostro amore, non lo voglio abbandonare questo
timido germoglio pelle di velluto non ti sveglio io, con il freddo
della brina penseresti ad un addio.. vado solo a prendere i vestiti
ed ad uccidere il passato, ora ci sei tu.."
L'Album è incentrato, senza alcuna vera digressione, sul tema
dell'amore .
Quello consumato brevemente sul treno nella ironica "Ripensando alla
freccia del sud"
"..Cenerentola stringi il biglietto Palermo-Milano.. i tuoi occhi
che cosa hanno fatto per esser veleno !?! ..un marito che a Pasqua non
torna, un biglietto firmato due corna.. ..Cenerentola scusa se fumo,
non posso dormire io ti guardo e mi sembra anche il treno di donna un
respiro che succede se allungo una mano !?! ..com'è giovane e antico
il tuo seno.."
L'intimità perduta raccontata in "Mi manca":
"mi manca una coperta calda come lei, mi manca il suo ritratto sulla
libreria ..mi manca l'interruttore che ti da tristezza ed
allegria.. mi manca per far l'amore quella spinta sua, mi manca il suo
ritorno prima delle sei mi manca lei, mi manca lei.."
Quello combattuto e tormentato di "Per darti amore": "Non
volevo svegliare nessuno ma c'era luce alla tua finestra non ho
bevuto, ti amo e basta.. per non morire, tu dimmi resta ..averti
ancora è amaro e dolce, è come un figlio che guarisce. È come avere due
cuori, ..è come quando dolcemente muori..."
di "Angela": "Angela, nel cortile comandavi tu Ora sei
lungo il viale un fuoco in più.. ..cosa mi dai !?!..due spaghi e una
bambola e cosa vuoi…sposarti e portarti via !? Angela, inseguendo un
automobile Quello che gridava addio, quello stupido ero io.."
E di "Scegli": ..la sua stanza son due stanze di speranze
e di fantasia parla con il gatto e si mette addosso roba mia mangia
un po' di tutto ed è bella come l'allegria…"
Nel disco infine compare la stupenda "Tu sei di me", di cui
riportiamo qualche estratto, e che sarà poi incisa da Gigliola
Cinquetti per il mercato sudamericano con il titolo "Frutaflor
matutina" che l'interprete incise in un omonimo LP del 1978:
Tu sei di me la voce che canta Tu sei di me la
mano che pianta una quercia bambina, tu sei la mattina
Tu sei di me, la parte migliore, tu sai di me
vergogna e paure rimani per me, respira per me
E ti ho perduta un anno ..ieri e ancora un valzer di
pensieri sei Tu sei di me il freddo nel letto Tu sei, al
buio la mia sigaretta il cane alla luna, un’altra mattina
Nel complesso un album gradevole, un disco d'esordio perlomeno
convincente, dove però gli arrangiamenti si ancorano alla "bella canzone"
italiana, senza particolari salti innovativi.
Questo lavoro, con i riconoscimenti avuti, rappresenta però la cartina
di tornasole su quelle che saranno le effettive potenzialità (anche
commerciali) del fenomeno Umberto Tozzi.
2. L'IRRESISTIBILE
ASCESA
2.1. IL GUERRIERO DI CARTIGENICA
Il promettente autore/interprete (nessuno all'epoca si sarebbe sognato
di definirlo cantautore), si presenta l'anno successivo al Festivalbar di
Vittorio Salvetti.
Il brano che porta si intitola "Ti amo", ed è da subito uno dei
più gettonati dell'estate, stagione in cui da sempre il mercato
discografico italiano entra in fibrillazione.
Ed infatti nell'estate '77 la concorrenza è agguerrita più che mai:
Lucio Battisti è presente con "Amarsi un po'",
Claudio Baglioni con "Solo", Angelo
Branduardi propone "Alla fiera dell'est"..e poi ci
sono gli Homo Sapiens con "Bella da morire", gli
Alunni del sole con "A' canzuncella" e i
Collage con "Tu mi rubi l'anima".
Ma nessuno di questi memorabili brani regge l'urto di "Ti amo", il
primo vero ever-green di Umberto Tozzi.
Il pezzo presenta un arrangiamento ed una struttura fortemente
innovativi per l'epoca; le sillabe sono usate come "suono" .
Le parole "Ti amo" vengono ripetute oltre 50 volte nel corso della
canzone eppure non si tratta di un testo banale, sebbene sia indubbiamente
un testo d'amore:
"fammi abbracciare una donna che stira cantando. e fatti un po'
prendere in giro, prima di fare l'amore, vesti la rabbia di pace e
sottane sulla luce…"
ed ancora
"dammi il tuo vino leggero , che hai fatto quando non c'ero e le
lenzuola di lino, dammi il sonno di un bambino.."
fino al ritornello che evidenzia le doti vocali dell'interprete che
sale ad altissime tonalità:
"Ti amo e chiedo perdono ricordi chi sono !?! ..Ti amo, ti
amo.."
La canzone presenta un'innovazione vincente nel suo adattare le sillabe
al suono ; si ha l'impressione che l'interprete canti "ti amo-ti.." .
Oggi la musica è andata talmente avanti che viene quasi da sorridere di
fronte a ciò, tuttavia Bigazzi e Tozzi ebbero l'ardire, all'epoca, di
scommettere su una nuova formula/canzone e vennero ripagati, eccome.
Nel corso dello svolgimento delle canzone un ruolo centrale lo svolgono
i cori : quando Tozzi si allontana dallo schema melodico iniziale
indugiando sul refrain il coro sottostante riprende la melodia (cosa che
Tozzi riproporrà poi in diversi brani di successo come "Mama",
"Gente di mare" e "Gli altri siamo noi").
Ma la frase che più caratterizza ancora oggi il pezzo, restando nella
memoria di tutti è la seguente:
"apri la porta a un guerriero di cartaigienica.."
Parole che riassumono la figura che intende (consciamente o meno) dare
di sé nei suoi brani il Tozzi prima maniera: quella del ragazzo-uomo, o se
si preferisce dell'uomo forte e nello stesso tempo perdente .
Il cocktail è perfetto, anche perché il Nostro dimostra di saper stare
sul palco e davanti ad una telecamera, presentandosi con il classico look
corredato da lunghi capelli rossi, e "Ti amo" domina l'estate, diventando
il successo dell'anno, e consentendo infine al cantautore torinese di
aggiudicarsi il Festivalbar (pare che durante la registrazione della
serata finale all'Arena di Verona, dovette iniziare per ben 4 volte
l'esecuzione del brano vincente, a causa della base che si inceppava)
.
Il brano, anni dopo, venne tradotto da Steve Piccolo per
Laura Branigham (la quale porterà in vetta alle charts USA
"Gloria") ; la strofa iniziale è questa:
Ti amo, God how I love you so My heart just won't let go Day
after day I'm still holding on Even though you're gone
Inoltre nel 1980 venne riproposto nientedimeno che dalla bravissima
interprete francese Dalida.
Dalida rese celebre questa canzone in Francia e la fece entrare nell'
Olimpo della musica d'autore francese proponendola in uno dei suoi
mitici recital all' "Olympia" di Parigi nel 1981.
L'arrangiamento di Tony Rallo (grande chitarrista jazz) è
sostanzialmente fedele all'originale con una leggera accentuazione
delle chitarre e delle percussioni, mescolate a suoni più
elettronici.
La stesura del testo nella versione francese è curata da due autori
eccezionali : Pascal Sevran (che è in realtà uno scrittore,
un romanziere) e Arlette Tabart, critico musicale, donna di
grande talento e di estrema versatilità:
"..Combien de lits et de femmes as-tu laissé derrière toi?
Oublie que je suis ta femme, regarde-moi, petit soldat.
Io ti amo,je t'aime ti amo, je chante ti amo
alleluia pour le train qui s'en va quand tu restes là Tu viens
gouter sur mes lèvres le vin léger de chez moi le bonheur prend la
relève, regarde-moi petit soldat, io ti amo...
Nello stesso anno Umberto pubblica l'Album "E' nell'aria, ti
amo", che contiene, oltre ovviamente a "Ti amo", anche altri numerosi
pezzi di buona fattura.
La copertina del 33 giri raffigura il celebre quadro di Monnalisa di
Leonardo Da Vinci,
Un particolare che magari ai molti è sfuggito, così come sfuggì a me all'inizio e
me lo fece notare Barbara, una mia compagna di classe della Ragioneria,
che da Milano si trasferì nel mio Borgo, è che al centro della copertina del 33 giri,
proprio dove c'è l'immagine della Gioconda, c'era una freccia grigia che invitava a
strappare il disegno, e una volta fatto, si apre una finestra e
al posto di Monna Lisa appare... il viso sorridente di Umberto!
...Sempre a patto di aver ritirato correttamente il disco!!!
Proprio al famoso dipinto è dedicata "Il mistero
di Lisa", canzone carina ma non da ricordare particolarmente:
Lisa Lisa Monna Lisa del sorriso nelle mani del pittore Lisa
vive, Lisa muore Lisa Lisa misteriosa i colori del mattino sul tuo
viso nobiluomo fiorentino eri Lisa come il cielo qualche volta e'
rosa
Tozzi comincia in questo LP a toccare i temi "sociali" anche se lo fa
alla sua maniera, ossia senza addentrarsi mai in un discorso veramente
"politico".
D'altra parte il Nostro in uno special RAI del 1998 dichiara di "non
avere grossa stima di chi parla di politica decidendolo a tavolino" .
Viceversa il testo di "Gesù che prendi il tram" esprime una
sentita partecipazione al "quotidiano" degli operai delle grandi fabbriche
del nord (non dimentichiamoci che Tozzi è nato e vissuto a Torino, e che
forse non a caso è tifoso del Toro).
Inoltre nel testo si "dissacra" la figura cattolica di Gesù (cosa
all'epoca non particolarmente di moda) che vive, secondo Tozzi,
nell'umiltà e nell'onestà di queste figure:
Gesù' che prendi il tram con la tua tuta blu e sbirci qua e la'
Gazzette dello Sport
Gesù che entri nel bar insieme col mattino cornetto o
cappuccino tu lo sai che troppi figli hai
Gesù ’che in fabbrica vai, tuta blu compagno Gesù c’è un uomo
in meno una vedova in più quanto dai, amico Gesù !?
la pressa guarda le mani con troppa avidità Gesù chi buca le
mani tu lo sai e’ sempre l’onesta’ .
Intimista e malinconico è il testo della stupenda "Dimentica
dimentica":
La luce del mattino e grida di operai sul dito un
maggiolino e' primavera ormai.
E apro le finestre, il glicine e' già qui il mondo
si riveste come ogni lunedì.
E l'orizzonte e' libero come un amante che fa il grande
senza accorgersi che prigioniero e'
Dimentica, dimentica che il dispiacere scivola la mia
paura e' vivere, uscire, amare e ridere e non volare adesso giù
perché accanto a me non ci sei più.
E penso un po' a mia madre a quella sua mania
diceva" più lavoro più i soldi vanno via".
E vanno le stagioni come motociclette di giovani
spacconi finche' la vita smette.
Un altro tema affrontato dal cantautore per la prima volta è quello
della droga, unito alla speranza rappresentata dall'amore nella melodica
"Se tu mi aiuterai":
" tu mi hai fatto capire che drogarsi è morire... Io posso vivere se
tu mi aiuterai, voglio rivincite che solo tu mi dai e letti morbidi
come le nuvole…"
Nel rock di "Signora America" fa la sua analisi della società
statunitense:
Signora America, che pelle giovane , che cosce morbide ! Signora
America... Signora America, massaia coi blue jeans, pulita e
sudicia Signora America
100 canali di tv, bevete una coca-cola in più un coro di bambini
ebrei Toro Seduto, Custer, Robert De Niro, Cassius Clay..."
Soprendente, soprattutto per l'epoca, l'ironica quotidianità
"affrescata" in "Sciabada"
Si sveglia il pasticciere Il metronotte rientra Dentiera nel
bicchiere La notte si addormenta Quasi gli stessi odori Dalle
finestre aperte Frittate e pendolari Fumo di un giorno in più
Al piano superiore Puttana e ragioniere Sognano ancora amore E
splendide carriere Marta all'interno 8 Si scusa in un
biglietto Di casa se né va La vita è un varietà..
Le 127, le vendono anche a fette Andate a lavorare o fatevi
sposare Ah, come mi diverto quando mi guardo dentro In tutto quel
che sono, poco di buono c'è..
Il testo di "Love" si caratterizza come
autobiografico:
"..e mia madre lo abbracciò, nascondendo il calendario e al
mattino disse Oh Dio ...nove mesi dopo io, ...nove ore che le ho
detto addio Love, maglie che non metterò... ...perché pungono
d'amore"
Un lavoro che nelle parti testuali fa segnalare un'acquisita maturità
artistica, ravvisabile in particolare modo nella varietà dei temi
affrontati.
Musicalmente, a parte il caso "Ti amo" e il bell'arrangiamento di
"Dimentica dimentica" (che evoca, con ispirazione "sospetta" nella parte
degli archi, una canzone degli Eagles), si stenta a fare dei
passi avanti, pur restando nei nobili territori della bella e onesta
canzone leggera d'autore italiana.
2.2. IL MANTENIMENTO DEL SUCCESSO
Quando un interprete e/o un autore di musica leggera ottiene un
successo di vendite (e nel caso di "Ti amo" il successo fu strepitoso), la
cosa più difficile è ripeterlo e mantenere o consolidare i consensi di
pubblico ottenuti.
Gran parte della critica musicale era pronta a scommettere sulla
"occasionalità" del successo di Tozzi, il quale, dall'inizio della
carriera sino ad oggi, non ha mai avuto un buon rapporto con i giornalisti
né ha mai cercato di sviluppare particolari doti "mediatiche" ..
E invece l'anno successivo, nel 1978, Umberto si ripete con un brano
che ottiene grande consenso e ottimo riscontro di vendite, ma che oggi si
può definire una canzonetta estiva, seppur certamente accattivante,
"Tu":
"..canterò e camminando sveglierò.. ..chi sta sognando più di
me ..al mondo siamo io e te.. ragazza triste.. canterò la pioggia
perché venga giù, il vento che si calmi un po', il cielo perché sia
più blu e mi sorrida tu..."
Anche in questo pezzo, come nel precedente hit, Tozzi e Bigazzi
ripropongono uno schema melodico bipartito alternato tra voce solista e
cori.
A questo gioco di rimando partecipano inoltre a pieno titolo anche gli
archi dell'arrangiamento.
L'effetto sonoro è riuscito, tanto che ancora oggi il brano è uno dei
più applauditi e coinvolgenti nei concerti del Nostro:
L'album omonimo che si intitola appunto semplicemente "Tu",
contiene fortunatamente brani di migliore pregio artistico come la
misconosciuta "Tu, domani", che rappresenta un dialogo interiore
con Dio:
"Tu, perché non si ripeta Buchenwald e il cervo non diventi un
operaio.. ..scontento, solo, emarginato ,Tu..
ed ancora:
"..fammi ascoltare ancora "Yesterday" e poi fammi morire accanto a
lei.."
Musicalmente "ispirata" è la simpatica "Perdendo Anna" che
ottiene anche un buon successo di pubblico ; l'arrangiamento anni '50 con
sfumature jazzistiche particolarmente gradevoli sia nella versione "live"
del 1980 che in quella remix del 1999, la rendono una delle canzoni più
gettonate dai fans:
"Il dottore dice che ho il cuore di un atleta e ho tanto da
campare
l'acqua e' calda qui in piscina sto bene eppure sto perdendo.
Anna lo so proprio Anna però al Cavour stasera danno un
film che non le piaceva proprio perché ' piaceva a me.
ed ancora
"..se pulissero le strade un po' dai piccioni della cattedrale
allora qui potrei dormire aspettando Anna lo so' che lei passa di
qui travestito da ambulante potrei farle i prezzi a meta'
contrattando un po' come piace a lei.."
Da segnalare senz'altro "Zingaro" con un azzeccato arrangiamento
volutamente gitano, e un testo che vagheggia l'ideale di libertà
connaturato alla vita nomade:
"Zingaro voglio vivere come te, andare dove mi pare non come
me, e quando trovi uno spazio nella città, non dare alla giostra il
disco di un anno fa.."
ma più significativamente:
" Zingaro senti l'ossido di che sa attento a non ammalarti di
civiltà.."
e ancora:
"Zingaro dente d'oro dell'Ungheria un piatto dei tuoi fagioli che
vuoi che sia la notte io dormo al fuoco se tocca a me.. ma zingaro
voglio vivere come te .. Abito là ma vengo via Costa un'enormità e
poi non c'è più poesia.."
Il brano è stato poi proposto da Tozzi sul mercato sudamericano
ottenendo notevole successo, con il titolo "Gitano":
Zingaro recuerdo en mi niñez Tu feria, tu caravana y tu carrusel
Mi madre decía, un zingaro nunca va amar Y ahora que soy zingaro,
que dirá?...
Particolare ed ironico il testo di "Hei sole" mixata con
"Tu":
"..e poi venne anche Novembre con i ceppi intorno al fuoco, a far
l'amore poco o non te lo ricordi più !? ..lei mi disse sei imponente, o
qualche cosa in "ente".. ..piangendo alla finestra la guardavo
mentre.."
La canzone "Sogno C.B." , scritta da Euro
Cristiani, ed inserita nell'album è dedicata al mondo dei
radioamatori:
Io ricevo chiaro amico mio il nome in codice che hai strano
non l’ho sentito mai
Sicuramente il Nostro mantiene il successo con un'operazione
discografica in gran parte commerciale .
Tuttavia alcuni spunti confermano la validità dell'autore e soprattutto
si registra la piena conferma delle sue ottime qualità di interprete.
Si ha comunque ancora l'impressione che Umberto, come altri in quegli
anni, dia comunque molta importanza ai singoli e ai potenziali Hits, senza
curarsi troppo dell'omogeneità degli album, inserendo troppe canzoni "di
riempimento".
2.3. L'EPOCA CALIFORNIANA
Dal 1979 Tozzi inizia una proficua collaborazione con l'arrangiatore
californiano Greg Mathieson, che apporta nel "sound"
Tozziano , novità certamente determinanti nel futuro dell'artista.
Mathieson, oltre al "trascurabile fatto di aver collaborato con
Lennon, .Mc cartney & co., è un esponente
di quella "west coast music " che il l'artista torinese da sempre ama e
cui farà riferimento anche negli anni '90 , e coinvolge nel progetto
"Tozzi" anche altri grossi calibri come Lee Ritenour e
Mats Byorklund .
Il risultato di questo connubio è l'album "Gloria" che
segna un importante passo avanti nella definizione completa del
cantautore.
La title-track furoreggia per tutta l'estate anche se Tozzi lascia il
passo ai concorrenti Alan Sorrenti e Gianni
Togni nella classifica dei singoli.
Nel tempo, "Gloria" diventa una vera e propria "cult-song" che
consente all'artista italiano di giungere in vetta alle charts USA con la
versione di Laura Branigan, inserita da Giorgio
Moroder nella colonna sonora del film campione di incassi
"Flashdance" nel 1984.
Il testo inglese sarà scritto da Trevor Veitch:
Gloria, you're always on the run now Running after somebody, you
gotta get him somehow I think you've got to slow down before you start
to blow it I think you're headed for a breakdown, so be careful not to
show it You really don't remember, was it something that he said?
Are the voices in your head calling, Gloria
Il testo italiano è articolato sulla doppia valenza semantica del
titolo inteso e come sostantivo che come nome di donna:
"..per me che senza gloria, con te nuda sul divano faccio stelle di
cartone pensando a Gloria.."
L'esplosivo ritornello, interpretato magistralmente dall'interprete
risulta ancora oggi molto coinvolgente:
"Gloria manchi tu nell'aria, manchi come sale, manchi più del
sole sciogli questa neve che soffoca il mio petto.. t'aspetto
Gloria..
Gloria, chiesa di campagna Acqua nel deserto, lascio aperto il
cuore Scappa senza far rumore dal lavoro e dal mio letto Dai gradini
di un altare, t'aspetto Gloria.."
Viceversa sono la struttura melodica e l'arrangiamento che rendono
questa canzone una delle più conosciute tra quelle italiane del secolo. Il
valore del pezzo viene riconosciuto anche negli ambienti della musica
colta .
Famoso è l'aneddoto dell'allora critico di musica colta del Corriere
della sera, che raccontò di come il grande direttore d'orchestra Von
Karajan interruppe un'intervista per ascoltare Tozzi alla
radio.
E successivamente fu la London Shymponic Orchestral a
concedere a "Gloria" l'onore di una trasposizione sinfonica di grande
effetto che il cantautore inserirà nel 1987 nella raccolta "Minuti di
un'eternità".
Nell'album, malgrado l'ingombrante presenza dello storico brano , ci
sono molti altri pezzi di qualità, a cominciare dalla nota "Qualcosa
qualcuno":
"..E si, ti passerà…è malattia, com'è venuta puoi mandarla
via scompaiono le efelidi di un bel ricordo adolescente qui.. .. si
ingoia un po' di amaro e dolce, come serate di provincia.."
e di seguito:
".. Amare cos'è… e' ascoltare in silenzio la luna, e' perdere te e
soffrir senza fare rumore amare sei tu, rallentato risveglio di un
fiore,
amare di più, e' una dolce follia e' anche un po' colpa mia,
che ti amo di più.."
Il bel testo di "Fatto così" non viene coadiuvato da una
altrettanto valida parte musicale: Non sono d'accordo!!
"..Io ti avverto per chiarezza, così puoi andartene, ragazza sono
abituato a fare più o meno quello che mi pare.. e la notte leggo e fumo
e poi sono un diavolo al mattino e bugiardo e immaturo e non so più far
l'amore, è vero..
..ma ho bisogno di sbagliare un'altra volta ed ho cercato te solo
non potevo stare e sono qui…fatto così…un po' come te sbagliata anche
tu che ritorni da me.."
Grande successo, anche in seguito in versione spagnola, ottiene
"Mamma maremma", sicuramente più frutto della memoria di Bigazzi
che del torinese Tozzi:
"E va , il treno sulla spiaggia va.. ma dove sei, estate del
'56, Grosseto è ormai metropoli..
La strada più bianca della vita mia Mia madre che voleva ti
chiamassi zia.. ..ma fra di noi c'era un segreto…
Mamma Maremma che allegria Mangiar polenta in casa tua Mamma
Maremma ,il fuoco a letto Poggiar la testa sul tuo petto.."
Struggente è la sentita "Valzer" :
" Valzer…camminava proprio come un valzer, cucinava male come
te…valzer, la mattina si svegliava triste tu col primo freddo ti
rivesti, lei girava nuda come un valzer.
Tempo di inverno, tempo di te Altro lavoro, lasciarti entrare piano
in me Farti un regalo, già fatto a lei E sentirsi meno solo anche
quando non ci sei...
Valzer, camminare e bere a una fontana, bella nel riflesso della
luna io stasera voglio te o nessuna.."
Con "Può darsi" si ritorna ai toni jazzistici e retrò di
"Perdendo Anna":
"può darsi che la prenda in allegria anche perché in fondo in fondo
è meglio se perdo te…
Può darsi che finisca prima il corso E ritorni presto Può darsi
che l'appartamento è sfitto ti aspetto Può darsi che è un ritardo quasi
normale E poi tanto vale sposarsi e tua madre risposarsi
vuole.."
di buon livello sono anche "Non va che volo" e "Alleluia se
", la più simile a "Gloria" per arrangiamento e struttura , ma con un
testo decisamente meno leggero.
"dire addio ad un mondo e alle sue frontiere dire addio a una moglie
dolce e fedele. Dire addio a mutande di lana lunghe Dire addio ad un
bosco di terra e funghi. non fa male come dire addio a un
ideale.."
Il disco ha pochi punti deboli ma la vera e propria maturazione arriva
l'anno dopo con l'LP "Tozzi",
dove l'autore di "Ti amo" si cala definitivamente nell'ambito rock o,
se si preferisce pop-rock, abbandonando i toni morbidi a metà strada tra
la canzone cantautorale e quella festivaliera .
Il singolo trainante è "Stella stai", come sempre
vendutissimo, tuttavia è già un segnale nuovo che il titolo dell'album non
coincida con quello dell'hit di successo .
La canzone ha un arrangiamento molto bello e accattivante, l'uso delle
chitarre distorte e un sapore country-rock , la rendono piacevolissima
anche ad ascoltarla oggi.
Il testo sbarazzino, vuol dire assai poco, ma risulta simpatico:
"..colorando il cielo del sud chi viene fuori sei tu colorando un
figlio si può dargli i tuoi occhi senno', senno'.. che torno a fare a
questa porta…voglio tenerti tra le mie braccia.. altrimenti torno a
lei, lo sai…per questo stella stai.."
Il lato apprezzabile di "Stella stai" non risiede ovviamente nel
messaggio ideologico che non aveva alcuna pretesa di lanciare, ma nella
sua struttura che supera l'architettura del formato "classico"
strofa/ritornello proprio della tradizione italiana, cosa ripetuta nella
similmente roccheggiante "Dimmi di no" :
"Dimmi di no, non morirò…di fuori no…ma dentro un po' Dimmi di no e
così non ci penso più.. Dimmi di no e sparirò quando ci sei tu…dimmi di
no
Starò attento a non incontrarti, ad odiarti ci proverò, ma non credo
che Riuscirò… Oggi con te sarebbe solo amore vero, anche e
soprattutto far l'amore.."
Ma nell'album si trova anche una canzone come "Gabbie"
dedicata alla dimensione carceraria, dotata di un bel testo significativo
ed asciutto e fregiata di uno stupendo assolo di chitarra :
"Natale del '76, fa troppo freddo per Gesù Che al primo scippo non
scese giù E case popolari su di me, due genitori o forse
tre …brandelli di Sicilia tra le nebbie…suddivisi da gabbie, ancora
son tutti lì che ancora sognano sabbie, farsi giustizia da sé è
diventata una febbre, ed il coraggio non è che una siringa per
me… ..è la legge del menga che in galera si piange.. il ricordo si
stinge, finché una donna si perde se per un po' non si stringe…
..Gabbie, nella mia vita non ho mai conosciuto che… …gabbie ,se mi
aspettasse vivrei ma troppo bello sarebbe, fammi un favore, Gesù, fa
questo gancio che regga… non mi lasciare quaggiù, non come un'aquila in
gabbia"
Molto bello è anche il testo della malinconicissima e travolgente "A
cosa servono le mani":
"Mani, non le tue, da quattro sono diventate due e stanno sempre in
tasca chiuse a pugno ferite dallo specchio del mio bagno.. vorrei
strappare marijuana dalla terra, vorrei la pace e poi vorrei la
guerra ma è vero, non possiamo star lontani, in fondo voglio ancora le
tue mani
..a cosa servono le mani, per caso le ho sgranchite e già le
rimuovo un po', due farfalle di nuovo ho voglio uscire stasera che sia
primavera o no..
e vai col tango delle mani amico mio ah ah appoggia il tuo violino
sul leggio del tuo tumore sa tutta l'orchestra, dirigi per il tempo
che ti resta..
A che a chi a cosa servono le mani adesso so A far le corna a dire
si o no A pizzicare un dolce, un culo pieno A dare un fiore, a dire
io ti amo.."
In "Calma" si descrive un irrequieto ambiente famigliare in un
pezzo che unisce il classico formato melodico italiano alle più aspre
sonorità rock anni '70:
Conta il denaro contante e tu mi racconti i sogni che fai balle!…
con la vita alle stelle, per il tuo parrucchiere devo vendermi la
pelle e tu tutto il giorno fuori che ci fai !? meglio che stai
zitta o sono guai..
Scusa, qui nessuno ti accusa, chiuso ti ho portato una rosa vedi
che non sono poi tanto.. ..orso e ti penso sempre e poi tu mi compri
solo sorridendo bando ai discorsi che ho fame anche dei tuoi
baci taci!.. che il silenzio mi piace, prima devo fare in
cucina dici e sei molto bambina, sogni e la luce spegni perché un
po' ti vergogni, fiore dell'amore ".
La delicata "Fermati allo stop" ci regala un ritratto ad
istantanee dell'Italia di quegli anni:
"Fermati allo stop di un vecchio amico che ti abbraccia fermati
allo stop dell’onesta faccia di Pertini fermati allo stop di Petrolini
e il grande Pulcinella di Totò
di una fioraia e il suo sorriso fermati allo stop stop di Monna
Lisa il travestito fermati allo stop stop di una città italiana al
sole fermati allo stop stop della tragedia umana della bomba di
Hiroshima e di Napoli com’era prima"
per poi tornare alla dimensione individuale:
La parentesi nel testo è per te anima mia e poi dimmi che non ho
fantasia tu sei, tu sei un raggio di luce che parla e che tace
l’unica voce che ho.
In "Nemico Alcol" si parla di "delusioni d'amore", ma
soprattutto l'interpretazione di Tozzi rende un testo insipido comunque
accettabile e il pezzo più che gradevole, e l'interprete comincia a
misurarsi coi registri sino ad allora non del tutto esplorati del
"falsetto" :
Stasera è un anno che non bevo più un anno che tramonta senza di
lei ed è un anno che non vai giù vai giù nemico alcool nella gola
prima che sia lei a ritornare perché è troppo sola e accanto a un
altro non vola E invece proprio a quest'ora a letto sta..
L'album indubbiamente più maturo fino a questo momento e il secondo
episodio di quella "trilogia Californiana" che si chiuderà con "Notte
Rosa" del 1981 (anche se poi Tozzi tornerà a collaborare tout-court con
Mathieson nel 1994 e poi nel 2005).
2.4. LA PRIMA GRANDE TORUNEE E IL PRIMO LIVE
Il decennio si chiude con la pubblicazione del doppio-live "In
concerto", frutto di una tournée dove Tozzi porta in Italia una
band di tutto rispetto con , oltre ai già citati Mathieson, Ritenour e
Byorklund , il batterista John Ferraro e Marco
Ferradini (quello di "Teorema") in versione vocalist.
Nell'album vengono riportati tutti gli Hits con versioni decisamente
migliorative di "Perdendo Anna", "Gloria" e "Io camminerò" mentre da
dimenticare è la versione di "Qualcosa, qualcuno" cui Mathieson "dona"
inspiegabili tastiere dal sapore hawaiano.
Inoltre tutto l'LP "TOZZI" (con l'eccezione di "Luci e ombre")
viene riproposto in veste live acquisendo ulteriore spessore
qualitativo.
Lo spettacolo che Tozzi porta negli stadi è qualitativamente molto alto
ma il successo di pubblico non è esaltante ed infatti l'anno successivo si
"ridimensiona" con una tournée teatrale, come spiega con auto ironia in
questa intervista del 1981 trascritta da una fan in un sito non
ufficiale: Chissà qual'è il sito non ufficiale da cui è stata l'intervista
Lo scorso anno portavi in giro una tournée negli stadi , quest'anno
invece la porti in giro nei teatri. Che differenza c'è tra stadi e teatri
? C'era un problema
perché io facessi questa cosa negli stadi. Era perché lo stage che avevamo
affittato per fare il tour dello scorso anno era talmente grande che non
ci sarebbe stato in un teatro e quindi eravamo obbligati a spazi aperti.
E' stata un'esperienza sotto tutti gli aspetti positiva anche se non c'è
stato il successo di pubblico, però è stata positiva per arrivare a questa
soluzione che io ritengo molto più giusta perché è una dimensione che ti
fa vivere meglio il pubblico che ti viene a sentire. E' più bello anche
per loro stare più vicini , sentire meglio , in un posto più racchiuso.
C'è un feeling molto diverso. Almeno sai , artisti del mio livello. quelli
che fanno 20.000 persone i teatri non li possono fare
Al di là della battuta, Tozzi esce consapevolmente dagli anni '70
come una indiscussa Super star della musica leggera italiana (l'insuccesso
parziale della tournée fu dovuto più che altro ad una ancora scarsa
cultura live del pubblico italiano, che aveva cominciato a muovere i primi
timidi passi con Dalla/De Gregori e il leggendario tour
"Banana Republic") ed avendo assaporato il successo in tutte le salse,
entra nel nuovo decennio con la voglia di trovare "nuovi stimoli
musicali".
3. LA CRISI E LA
RINASCITA
3.1. IL PERIODO DI SPERIMENTAZIONE
Nel 1981, continuando la collaborazione con la premiata ditta Mathieson
& co., il Tozzi decide di ammorbidire un po' la tendenza rock del
precedente lavoro con linee melodiche, generalmente in "tonalità minore" e
"new romantic", che ricordano un po’ le canzoni dei Toto (gruppo
con cui ha collaborato, non a caso, lo stesso Greg Mathieson) .
L'Album si intitola "Notte rosa" e la title-track resta
uno dei più bei pezzi di "rock made in Italy" degli anni 70-80.
La canzone si apre con un Intro di percussioni interrotte
improvvisamente da un boato di sferzate di chitarra elettrica, proseguendo
poi con un sottofondo di archi che rendono l'atmosfera by night e la voce
di Tozzi in un meraviglioso falsetto che improvvisamente si trasforma in
una voce rabbiosa nel potente ritornello:
"..Motore danza, sento già che il motore avanza, respirerò lacrime e
aria che mi sbronza, danza, non potrei vivere abbastanza senza di
lei, non potrei senza una speranza…"
ed ancora in falsetto:
"Eccomi qui...se dev'essere sia…Notte rosa, prendi, se vuoi, questa
vita la mia….sembra esplosa……"
Il pezzo, che dura nella versione originale oltre 6 minuti, si chiude
nuovamente con le percussioni in sottofondo e il progressivo sfumare prima
della voce e poi degli archi..
L'Album prosegue con "Barbara" , altro pezzo rock molto tirato e
zeppo di chitarre dove il Nostro continua la saga delle ballads dedicate a
nomi femminili:
"Barbara, tieni la mia immagine, chiudila nei tuoi occhi a
zingara.. Barbara il calendario taglierò in giorni si e giorni
no Mangiando musica …oh miele di farfalla, lascia cadere una
stella oh miele di farfalla, lascia la notte dov'è.."
La nostalgia di una purezza musicale delle origini emerge in "Amico
pianoforte":
"Quanti pomeriggi passati con te di noia e di
solfeggio poi venne maggio e ti lasciai ti lasciai per code di
lucertole, mele acerbe e bagni al fiume messo da una parte suonavi per
lei, amico pianoforte… Barba sotto il mento, la voce spuntò…fu subito
canzone Primo milione buttato via, ..ti lasciai malato di
elettronica ed ora ho la voce di un robot.. E questa domenica è la sola
che ho, amico pianoforte Vengo a trovarti, sei come io ti
lasciai.."
Molto successo riscuote l'altro hit estratto dal 33 giri , "Per
Angela", che parte con un meraviglioso arpeggio di piano:
"Per Angela dal medico, per Angela i sonniferi, Per Angela la collera, per
Angela che se ne va…
..da questo fumo di gauloise che sta sputando la città al ritmo dei
tergicristalli e verso il nulla di un addio.."
e la voce di Tozzi si fa addirittura suggestiva nell'intermezzo (del
tutto simile al famoso"...perché il tempo va sulle nostre vite.."
di "Si può dare di più"):
"…E' una storia a forma di
canzone...per Angela può esser tutto anche una delusione con Angela…
E intanto l'edera ricresce e il muro che appassisce Guarda il
nascere del sole lì, come un trionfo liberty"
Le atmosfere si fanno decisamente più soft nella accattivante
"Please":
"Chiamami, chiamami, grida, sussurra,
telefona [dammi un quarto d'ora, please…] Chiamami, chiamami, grida,
sussurra, telefona [e poi dopo smetterò di amarti..]..
una sigaretta e poi …un desiderio ce l'avrei che parlo a fare, già
lo sai fare l'amore più di ogni cosa…"
e nella dolcissima "Marea" :
"Ogni giorno più mia, mezze scene di gelosia, pomeriggi in un
bar, sorseggiando la tua idea.."
"…marea di fiordalisi stesi a perdita di idea, a perdita di
te, ma se perdo anche te, io chi sono se perdo te, un delfino in
apnea se cambia la marea…
e l'armadio sarà sempre più di tua proprietà da domani, lo so ,
starò nelle tue mani
Marea di nuove sensazioni, barconi abbandonati Che smuovi dentro
me, vecchia fotografia che fa piangere i marinai pensar mentre ci
sei già a quando tornerai.."
Il rock ritorna duro in "Super lady" , mentre
"Amantenova" è un episodio contestualizzabile nell'epoca di
incisione del disco:
"..Amantenova, amantenova rimani almeno un giorno ed una notte in
prova …e sempre uova, e sempre uova dimmi che tu non le sai fare
amantenova che sei vibrante, amante foglia non come lei carmelitana
controvoglia…"
Infine le atmosfere evocano ancora lo spirito notturno in "Roma
Nord": "…Sono a Roma nord, chiamo a gettoni, poi ti
spiegherò, va tutto bene, torno stanotte ma non aspettarmi, dormi
tranquilla perché…vado piano, fumo e penso a te.."
Un bel disco dove il Nostro sperimenta nuovi effetti per la sua
splendida voce e gli arrangiamenti (molto belli) sono addirittura firmati
da lui stesso.
Ma la sperimentazione porta Umberto fuori pista con il successivo
"Eva" del 1982.
La non eccessivamente memorabile "Eva" parte, come di consueto,
con una intro strumentale ben riuscita coadiuvata da un bel coro, poi il
cantautore torinese comincia a dipingere gli esiti di un allora probabile
conflitto nucleare a cui si contrappone la speranza/salvezza
dell'Amore:
"Prima o poi di follia scoppierà mezza umanità, su di noi stormi di
nucleari avvoltoi, ma l'amore è un Dio e saremo io e te l'arca di
Noè ma l'amore crea e alla fine di questa odissea…sarò Adamo e tu
sarai…
una piccola Eva, il nostro amore è l'ultima astronave, staremo
stretti ma ci salverà...come un uovo di eternità…"
Tuttavia il pezzo ottiene un discreto successo (non paragonabile ai
precedenti) in Italia e sarà poi ripreso in varie versioni in disparate
parti del globo.
Il discorso va già meglio con la godibilissima "Mama" , dove
l'incedere del basso e un ottima parte di batteria/percussioni
conferiscono al brano una trainante struttura ritmica, e poi l'alternarsi
della voce solista e del coro nei vari pattern , conferiscono un riuscito
effetto d'insieme(anche questa canzone, con testo inglese di S.Piccolo,
sarà incisa per il mercato USA da L.Branighan):
"Mama , l'isola sul fiume mi sembra un seno biondo la mano conta
cento riccioli, centro riccioli
….nel mio cuore c'è un frammento o un ricamo chi lo sa.. …di
un'estate tamarindo ..persa tanto tempo fa.. …Mama se parli alla luna
di lei, di lei.. ..dille che un uomo perdona di più quando non ama…"
L'Album scivola via senza grosse sorprese né forti emozioni, tra molti
pezzi senza infamia e senza lode, fino ad arrivare alla bella "Faccia
d'angelo" dove Tozzi affronta di nuovo il tema della
tossicodipendenza:
"Guardavi il mondo come un angelo, il tuo ossigeno era il rock, il
cinema, l'America.. ora il tuo sogno allucinogeno di eroina senza
eroi si è spento accanto ad un juke- boxe
...una x sulle foto della Polizia… ..io sfiorai la tua mano tesa in
galleria ..dammene un po' dei tuoi spiccioli, che ho bisogno di sognare
anch'io..
Faccia d'angelo dagli occhi blu, ti ho incontrata mentre già cadevi
giù Gli anni son volati via come allodole, Faccia d'angelo in che
abisso sei, mille braccia, se le avessi, ti aprirei… Ma chissà in che
abisso sei, faccia d'angelo .."
Buoni spunti in "Chiuso":
"Quanto ho bevuto ieri sera
!.. che ore sono chi lo sa, la testa da che parte gira, fermala !
..un'atmosfera irlandese e cielo rosso giù in città.. ho spento i
fari sotto casa.."
e nella romantica "Lo stare insieme":
Che cosa non farei,
che cosa non ho fatto E cosa abbiamo fatto ormai per diventar noi
contro di noi..
Lo stare insieme a te fu un piccolo universo disperso nella
fantasia Sembrava un Pantelleria, un aquilone con una catena…
E' lo stare insieme da un'eternità, è volersi bene che ci salverà…"
Un disco di transizione che Umberto sintetizza in un'intervista coeva
così:
Per chiudere in bellezza noi ascoltiamo "faccia d'angelo". Che cosa
intendi tu per "faccia d'angelo? Parliamo un attimo
dell'album…
Ti faccio un riassunto generale. I testi sono stati fatti pensando a
quello che vivo quotidianamente ,che vedo e che leggo sui giornali e alla
televisione. Infatti c'è un po' di pessimismo che però credo sia giusto ci
sia perché non mi andava di finire questo album dicendo " e tutti vissero
felici e contenti " . E' un momento di riflessione dove c'è il problema
dell'atomica , dove c'è il problema dello stare insieme ,del vivere
insieme , di dividersi e di calpestarsi …degli spazi individuali , dello
stress dalla corsa al denaro e tutte queste cose… la vita in città, ecc…
Faccia d'angelo è una delle tante storie che sono state fatte sulla piaga
della società di oggi che è la droga. E' una ragazza che ha appunto questa
, io l'ho chiamata , faccia d'angelo.
L'anno successivo al Nostro mancano gli stimoli per incidere un Lp per
cui si getta sul mercato estivo con la orecchiabile "Nell'aria c'è"
:
"La notte veste di luna l'alta marea, mi resta di te il profumo di
un'orchidea..
..e nell'aria questo amore, basta solo respirare..
Nell'aria c'è polline di te, non muoverti , resta dove sei ti
troverò subito perché.. …nell'aria c'è polline di te.."
Il singolo viene trasmesso moltissimo dalle radio ed ottiene un buon
successo, certo è che si tratta niente di più che di un motivetto estivo
che lo stesso Tozzi non includerà più in nessuna raccolta e in nessuno
spettacolo live.
3.2. IL PRIMO FLOP E L'ALLONTANAMENTO DALLA RIBALTA
La mancanza di idee sfocia in un progetto sfortunato come l'album
"HURRAH!" del 1984.Il cantautore piemontese lancia sul
mercato un singolo dalla ritmica forsennata("Hurrah!") e con un
buon arrangiamento ma anche con un testo "incomprensibile" ai più e
comunque vuoto di qualsiasi appeal:
"Facemmo scalo a Dubai, là
dove il tempo vola nel mai tra le tue dita di calamita… ..e ghiaccio
e birra comprai con vecchie e riciclate ghinee di nuove idee..
..ma la soave poesia , le vibrazioni di un'Ave Maria, ed anche se è
sera la Guantanamela del vento che va.. sulla cordigliera così.. per
vivere basta tu dica di si ed il tempo riparte da qui,
…Hurrah alla marinara, per te bella prigioniera per te occhi
d'avventura hurrah! , una notte intera…."
Proseguendo nell'ascolto dell'album non si trova nulla di molto più
buono, dagli arrangiamenti ai testi si ravvisano gli esiti di una
produzione a dir poco approssimativa.
Tuttavia qualcosa di discreto il Nostro riesce a regalarlo, come nella
bella "Non ho che te": "Io sono un uomo del 2.000 di
satelliti nel blu e le mie mani sono terminali di invisibili tam
tam e con il laser del pensiero tecnologico vivrò in più dimensioni
cavalcando le stagioni come un grande re ..uhuh..non ho che te…
E un concentrato di Marconi e di Lutero sarò io Progetto semplice e
perfetto come un uomo deve essere…non ho che te ..e dopo te non ho
niente da perdere, né vincere.."
nella ritmica "Fuga in sogno":
"Scapperò da quaggiù, da
questo inferno rosa da una vita in borghese , da una sposa che tre
volte al mese ti prende e si dà.."
nella simpatica "Ci presentò Ugo" e nella significativa "
Guardati indietro":
"Quando con una corda al collo guardi
giù, guardati indietro se hai deciso di non starci più… ..dentro al
gregge dell'umanità, perché ti annoi , perché non ti va ?"
In "Tre buone ragioni", bella canzone pop, Tozzi
si presta al duetto con una voce femminile, l'altro materiale incluso
nell'album può essere francamente trascurato.
Le vendite vanno così male che Tozzi, in fondo al suo
primo vero e proprio flop, viene nettamente emarginato dal mondo
discografico e musicale.
Sono anni totalmente in penombra dove la crisi artistica
si unisce a quella personale , infatti Umberto si separa dalla moglie
Serafina Scialò (madre di Nicola, il suo primo figlio), cosa
che inciderà profondamente nella vita del Nostro che in seguito dedicherà
diverse canzoni a questo tema.
L'unico impegno che il cantautore porta avanti nel mondo
dello spettacolo è la Nazionale cantanti dove incontra Gianni
Morandi ed Enrico Ruggeri, con i quali, in un clima
di amicizia e la stima artistica, nasce il Progetto di Sanremo 1987.
3.3. I CROSBY, STILLS & NASH ITALIANI MANCATI
Nel 1987 lo strano trio Morandi/Ruggeri/Tozzi si presenta a
Sanremo da grande favorito e non tradisce le attese. La canzone
porta la firma di Raffaelle Riefoli (in arte
Raf), Giancarlo Bigazzi ed Umberto Tozzi.
Lontano dalla ribalta da anni, Tozzi riconquista la platea nazionale
con un'esibizione perfetta sia da un punto di vista vocale che sotto il
profilo del look . Il brano" Si può dare di più" , oltre a vincere
agevolmente il Festival, sbaraglia le classifiche di vendita ed è
programmatissimo dalle radio.
Musicalmente presenta un arrangiamento molto ben pianificato con
improvvisi stacchi di batteria che sottolinenano le esecuzioni dei tre
interpreti (nelle parti soliste) e durante le strofe con una bella parte
di coro sottostante; il testo, un po' manieristico, punta il dito sulle
tematiche sociali della fame nel mondo, la guerra ecc., ed invita ad un
generico altruismo:
" ..perché la guerra, la carestia non sono sene viste in tv
ma non puoi dire lascia che sia.., se no né avresti un po' colpa anche
tu
Si può dare di più perché è dentro di noi Si può dare di più
senza essere eroi Come fare non so, non lo sai neanche tu… ..ma di
certo si può dare di più…
..perché il tempo va sulle nostre vite rubando i minuti di
un'eternità…"
I tre monetizzano il successo del singolo pubblicando degli album;
Umberto pubblica "Minuti di un'eternità", una raccolta che contiene
le celeberrime "Gloria", "Ti amo", "Stella stai","Notte rosa"... ,
ma anche brani meno conosciuti come "Lo stare insieme,", "Non ho
che te" e "Perdendo Anna" (ormai i giovani non né sapevano più
nulla).
Il retro del 45 giri contiene invece un bel pezzo di Enrico Ruggeri,
anch'esso interpretato dai tre amici, "La canzone della verità":
[canta Morandi]
"Ho passato certe notti che facevo
sempre mie…..le sconfitte, le vittorie e le mie poesie tra le pieghe della
vita, quanto dura una partita ma me maschere che indosso non mi
cambieranno mai"
[canta Tozzi]
"quanta strada che ho lasciato, quanti posti ho
conosciuto quante volte ho traslocato per cercare di più sempre a
correre più forte non sapendo dove vai ma la macchina del tempo non mi
condiziona mai.."
[canta Ruggeri] "..Uomo no, non è soltanto un fatto di velocità non à
la notte che verrà, che ci fa sentire così fragili che ci toglie
felicità, la verità è che noi non abbiamo mai..verità.."
In un'epoca in cui i singoli vittoriosi di Sanremo se erano "successi"
vendevano ca. 10.000/15.000 copie, "Si può dare di più" né vende
250.000 tra Europa e Giappone, e fa passare la CGD direttamente dalla
cassa integrazione ai doppi turni per far fronte alle richieste
(gratitudine per Tozzi, in futuro, proprio non ce ne sarà).
Ma quest'esperienza avrebbe dovuto avere un seguito, per cui si
riportano alcune dichiarazioni rilasciate da Ruggeri sul suo
sito ufficiale:
"Potevamo essere i nuovi Crosby Stills e Nash" ricorda Enrico "tre
carriere parallele che ogni tanto si incontrano per un progetto comune.E
per un momento abbiamo creduto che questa pazza idea potesse anche
funzionare...". "Effettivamente" dice Ruggeri "questa idea nata con
grande entusiasmo prevedeva anche un seguito. Si era pensato ad una serie
di concerti da fare in tre da cui trarre un album dal vivo nel quale
ognuno cantava le canzoni dell’altro... ricordo che Umberto voleva per sé
"Il mare d’inverno", io "Dimentica dimentica", poi tutti e tre avremmo
fatto "Un mondo d’amore"... insomma, una cosa decisamente divertente.
Avevo anche scritto un pezzo apposta, La canzone della verità (che è
cantata in tre solo nel singolo, ma non nell’album di quell’anno Vai
Rrouge) dove, con riferimenti piuttosto evidenti, la prima strofa era
destinata specificatamente a Morandi, la seconda a Tozzi e la terza a me.
Invece poi le pressioni esterne iniziarono a farsi pesanti, la CGD era
allora in mano a dirigenti che non avevano alcuna sensibilità e che fecero
di tutto per spingerci a sfruttare nella maniera più biecamente
commerciale un progetto nato dall’amicizia, prima ancora che della grande
stima professionale che esisteva tra noi. Un’idea ’pulita’ che non poteva
e non doveva diventare qualcosa che finisse per prestare il fianco a
critiche di speculazione. Alla fine Gianni fu il primo a dire basta: non
potevamo veramente rovinare tutto facendo la maglietta o il cappellino del
trio, il poster del trio, la pubblicità in trio o chissà cos’altro, cosi
decidemmo, in perfetto accordo (e, almeno questo, fu molto bello), di
rinunciare a tutto il progetto. Fu veramente un peccato. Come una volta mi
disse Gianni, tutto quello che lui ha poi fatto con Dalla poteva accadere
nella stessa maniera, con noi, in quell’occasione...".
3.4. LA DEFINITIVA CONSACRAZIONE
Al trionfo sanremese segue per la carriera del grande cantautore un
altro periodo simile a quello 1977-1980, in cui tutto quello in cui era
coinvolto, anche e soprattutto commercialmente, diveniva oro. Ma la
sostanziale differenza era che adesso Tozzi aveva acquisito una maturità
artistica che gli consentiva di esprimersi a livelli complessivi molto più
alti .
Nello stesso anno in cui pubblica la raccolta "Minuti di
un'eternità" , pubblica anche lo splendido LP "Invisibile",
composto da tutti brani inediti, cui collabora anche Raf
nella fase compositiva. L'album parla, in principale maniera del rapporto
di coppia visitato in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue fasi.
Non mancano però episodi dedicati al sociale ( "Al sud") e con
la canzone "Io no" Umberto rinnova artisticamente il suo impegno
pubblico contro la tossicodipendenza, firmando la sigla di chiusura del
"Processo del lunedì" di Aldo Biscardi:
"..con te mi sento in bilico tra essere e non essere….
E poi: "..io ti sputerò perché tu sei veleno,
ora io lo so di te né posso fare a meno, io mi butterò da questa
folle auto in corsa, io sarò diverso e non ci cascherò mai più…"
Il disco si apre con il pezzo di lancio radiofonico "Se non avessi
te" , gradevole canzone d'amore: "E' la verità, tutto è chiaro
dentro me morirei finché c'è vita se...non avessi te
forse me né andrei in un'altra e mi ci perderei per cercare quello
che non c'è se non avessi te…
Io non so, tu non sai, dove, come, quando ti incontrai Ho pensato
addirittura che fossi un giorno diventata in me…"
Si cambia poi totalmente registro con "Canzoni solitarie", pezzo
che usa innovative soluzioni armoniche e dove la voce graffiante di Tozzi
si esprime al meglio: "Lavoro troppo fino a non poterne
più, scappo da tutti e qualche volta anche da me…
..gli altri mi sembrano tutti robot che vanno a pile su quei motori
che mangiano un po' di questo cielo chissà per quanto potrò sognare a
vela… …sono canzoni del cuore per cui non c'è
mercato, pubblicizzarle davvero non puoi, come un gelato, restano
dentro di te, dimenticate
..Non si sente ma è nell'aria e la notte si profuma ..di presente e
di memoria che soltanto all'alba sfuma è l'illusione ed altre storie,
una strana razza di canzoni solitarie.."
Si prosegue con "Al sud" pezzo dedicato ai sapori mediterranei
contrapposti al soffocamento delle metropoli moderne:
Non sono più
città ma botti per aringhe E morti in libertà che vivono di gas …il
seme che ci dà giardini di siringhe, e questa società dei soldi e dello
stress…
..voglio andarmene giù forse dentro di me ..voglio andare più a sud
e portarci anche te verso un cielo che sia più profondo e più
blu sono già sulla scia che mi porta al sud…
Lascia che il tempo muoia e lascia che il vento sia, bambini su di
un'aia, un cane che ci abbaia e occhi di marea, capelli quasi blu il
sogno si ricrea, là dove comincia il sud…"
A parte un bel coro, da segnalare un'ottima parte per gli "archi" e una
bella intro di basso iniziale.
Il "Side A" si chiude con una stupenda canzone d'amore,
"Eclissi": "E' un'eclissi parziale d'amore,
ma vedrai prima o poi passerà, non so dirti che cosa in
particolare ma è qualcosa tra noi che non va..
non può essere andato lontano, questo amore che avevo per
te, tornerà come un fulmine a ciel sereno, tornerà ma stasera non
c'è…
ritornerà l'estate scorsa quando noi due tra il sole e i
sassi, ci siamo amati fin quasi a disidratarsi, ma adesso c'è
l'eclissi
è il mio cuore che oscura il tuo cuore, è il tuo sguardo che guarda
al di là…"
Il secondo singolo (uscito poi anche in versione remix curata
dall'allora musicista e collaboratore di Umberto, Marco
Masini) che ottiene grande successo è "Immensamente",
canzone probabilmente dedicata alla ex-moglie ( come molte altre nell'Lp,
cosa comunque negata da Tozzi a domanda diretta), che apre il secondo
lato.
L'introduzione suggestiva chiusa da un bell'arpeggio di tastiera lascia
spazio alla voce che canta su registri "perfetti" per
l'interprete: "La notte si è appena spenta, e sono qui senza di
te, più te ne vai e più ti sento più non ci sei, più sei con me…
…mi ci vorrebbe un'altra eternità.
Quanto ci ho messo per amarti come sei
Le notti le lavorerò, i giorni a volontà
Ma con un'altra no, io con un'altra mai…
In me , immensamente
Ma quante luci ho acceso e rispento,
immensamente in me…
in questa notte senza di te
In me, immensamente
Di sbagli che tu hai fatto mi pento
perché ti sento dentro di me…"
La title-track è forse una delle più belle canzoni scritte dal
cantautore torinese. L'arrangiamento jazzistico e la voce molto ben curata
in una delle più sentite e riuscite interpretazioni, favoriscono un
ascolto sempre molto gradevole, con un testo originale:
"Invisibile,
io vorrei essere invisibile per stare sempre accanto a te che non ti
accorgi mai di me
Invisibile, è il gioco di chi non sa perdere, la fuga dalla realtà,
di chi l'amore più non ha..
Ogni notte e ogni giorno, ogni estate ed ogni inverno Fermo in
questa dimensione, invisibile padrone d'essere E al tempo stesso di
non essere, per chi l'amore più non ha È meglio niente che metà..
Io ti seguirò dovunque te ne vai, e ti combinerò gli scherzi più
cattivi ed inspiegabili, nasconderò chiavi e telefoni, per stare sempre
accanto a te che non t'accorgi mai di me.."
In "Un amore difficile" il riferimento alla situazione privata è
forse ancora più evidente: "Com'è difficile trovare un appartamento
da affittare per il nostro amore ..non vogliono cani, gatti né bambini
ma soltanto un mare di quattrini…e chi ce li dà..
stiamo qui in pensioni provvisorie, non si riesce a far l'amore quando
scricchiola il parquet.. penso a te col tuo piccolo stipendio che
risparmi e che rammendi..
Com'è difficile questo amore, amore mio È una scommessa a chi per
primo dice addio, eppure abbiamo sconfitto invidie e
gelosie diseredati da amici e vecchie zie…"
L'album ottiene un discreto successo di critica e di vendite e
consolida le quotazioni del cantante.
L'anno seguente Umberto si presenta insieme a Raf
all'Eurofestival, e i due si classificano al 4° posto con il pezzo
"Gente di mare" che scala le classifiche di mezza Europa.
Il pezzo, nella struttura molto simile a una precedente vecchia canzone
dello stesso Raf ("Sabbia nei bar", inclusa nell'album
"Svegliarsi un anno fa", dove Tozzi suonò le chitarre), parla, come
dichiarò Tozzi in varie interviste, del rapporto con il mare, sempre un
po' vagabondo e esploratore, che è proprio del popolo italiano :
"A
noi che siamo gente di pianura, navigatori esperti di città il mare ci
fa sempre un po' paura per quell'idea di troppa libertà..
eppure abbiamo il sale nei capelli, del mare abbiamo le profondità e
donne infreddolite negli scialli che aspettano che cosa non si sa…
oppure: "...gente che muore di nostalgia, ma quando torna il giorno
dopo muore dalla voglia di andare via.."
L'arrangiamento in stile blues e la perfetta integrabilità delle voci
dei due interpreti consentono ad Umberto di aggiungere ancora un tassello
alla sua ritrovata popolarità.
E infatti l'anno dopo pubblica un doppio live che resta per mesi in top
20 e che contiene tutti gli hits di Umberto proposti in un concerto al
teatro londinese della Royal Albert Hall, che da il titolo alla raccolta
che infatti porta questo titolo, "Royal Albert Hall".
Tozzi da sempre grande venditore di dischi, era però considerato, in
Italia, più che un vero artista, un ottimo artigiano.
La considerazione e il rispetto di cui gode all'Estero, ancora oggi non
gli sono egualmente tributati da parte della critica musicale italiana che
continua ad inserirlo nel filone italo-pop di Eros
Ramazzotti, Laura Pasini ecc. ecc.
Tuttavia la maggior parte dei critici, superata la iniziale diffidenza,
cominciano in questi anni a deporre parzialmente le armi, e a riconoscere
alla proposta musicale di Umberto una validità che trascende le stagioni e
i gusti musicali del momento.
In pratica ormai Tozzi diventa anche per la critica un "cantautore" non
nel solo senso tecnico del termine, anche se gli "impegnati" continuano a
rimproverargli la mancanza di temi politici o sociali (perché
probabilmente non hanno mai avuto modo di ascoltare per intero i pur
vendutissimi album),
e il riprovevole fatto di vendere milioni di dischi .
4. LA ROTTURA CON BIGAZZI E I NUOVI SUCCESSI
4.1. UN ADAGIO PER DIRTI ADDIO
In quegli anni Bigazzi aveva formato a Firenze un vero e proprio clan.
Al di là della sua annosa collaborazione in tandem con Umberto, produceva
i dischi di Marco Masini, Raf, Mia Martini ma
anche di Paolo Vallesi, Aleandro Baldi, Alessandro Canino, Danilo
Amerio…
Avendo deciso per la seconda volta nella carriera di presentarsi a
Sanremo Tozzi aveva scelto un brano già composto dal
produttore/compositore toscano: "Un adagio per dirti addio". Questo
pezzo, per motivi ancora oggi non del tutto chiariti fu dato dallo stesso
Bigazzi a Marco Masini, che lo presentò al Festival nella versione che
tutti conosciamo di "Perché lo fai !?"
Una delle tante versioni della storia dice che Umberto
non fosse del tutto convinto del pezzo e decise di accantonarlo momentaneamente
per rifletterci su e valutare altre possibilità. Nell'attesa della decisione di UT
Bigazzi decise di passare il pezzo a Masini.
Tozzi si risentì molto di
questo episodio e nonostante l'ottimo successo riscosso comunque a
Sanremo, il rapporto tra i due si interruppe clamorosamente. Doveva essere
più una questione di principio che di altro, anche perché Umberto si
presenta al Festival con "Gli altri siamo noi" e pur non salendo
sul podio esce come "vincitore morale" , vendendo moltissime copie, ed
essendo poi premiato al Premio Recanati per il miglior testo
dell'anno per la seguente frase:
"..i muri vanno giù al soffio di un'idea Allah come Gesù in
chiesa o dentro una moschea.."
La canzone fu una delle cose italiane più interessanti del 1991; a
partire dall'aspetto musicale concepito con il solito schema alternante
voce solista/coro tipico del Nostro, ma anche con l'utilizzazione di
sonorità e strumentazione "etnica". Il testo "ecumenico" non è avaro di
spunti interessanti: "..con gli altri insieme a me per fare la
città, con gli altri chiusi in sé che si alzano al sole come fiori
quando.. si risvegliano, si rivestono, quando escono, partono,
arrivano ci somigliano angeli avvoltoi, ..come specchi gli occhi nei
volti perché gli altri siamo noi"
ed ancora:
"..forse rondini , foglie d'Africa ci sorridono di
malinconia..""..famiglie di operai licenziati dai robot e
zingari dell'est in riserve di periferia.. siamo tutti vittime e
carnefici ma tanto prima o poi gli altri siamo noi…"
L'album "Gli altri siamo noi", completa la maturazione
artistica del Nostro, a partire dalla bellissima "Un fiume dentro il
mare":
"Ti voglio rivedere e poi la smetto di telefonare Ti aspetto
ormai da giorni e settimane ti aspetto come il mare aspetta il fiume
e il fiume si risveglia nel cielo di una nuova primavera e
corre con la fretta e con la voglia di vivere e morire dentro il mare
Per te per te ora rifiuto le carezze e sono avvolto da
incertezze e sono sempre a lavorare e non ho fatto più l'amore
Per te
Un fiume dentro il mare ecco che cosa amore di noi due ne voglio
fare parlare coi tuoi occhi senza dirti una parola dei nostri
corpi farne una persona sola perché perché' il mondo l'ho
girato tutto in quel minuto dell'addio innamorato e maledetto
ecco che cosa sono adesso io "
Si prosegue con "La strada del ritorno" dedicata alla mancanza
del figlio e della compagna: "..un bambino coi tuoi occhi
apre, [no, la mamma non c'è…lei chi è !?] ..nessuno ormai, nessuno
ormai…"
Il tema dell'adozione è sfiorato nella divertente
"Ciao Lulù":
"Lulù di mandorla ha gli occhi abbandonata a Shangai che rompi
quello che tocchi ma e' tua questa casa da quando ci sei Lulù che
parla italiano sa dire solo papa' Lulù che guarda lontano noi
ci torturiamo a chi penserà alle foreste distrutte al sole di
Saigon ad un naufragio di notte poi prende l'orsetto e ride di noi
Ed ancora:
"Devi mangiare la pappa non ricattarmi Lulù sempre qualcosa che
scappa bisogna dormire ma quando vuoi tu. Lulù che abbraccia il
cuscino sono geloso di te ti vedo già signorina gli rompo la
schiena a chi ride di te
Un altro hit di successo, dopo "Gli altri siamo noi", è anche "Gli
innamorati", canzoncina alla "Tozzi-prima maniera" ispirata ai famosi
versi di Prevert:
"Nelle terrazze d'estate al blu bevendo notte e felicita'
convinti di non morire più nei lunghi inverni delle cità
Gli innamorati con piccoli voli galleggiano un metro più in su'
e della vita si mangiano il miele e a noi non ne lasciano più
Gi innamorati si inventano il sole nei freddi grappini di un bar
ladri sfacciati di baci e parole che scappano dalla realtà
Si va poi a "L'amore è quando non c'è più" , bel rock and roll
anni '70 che fa parte di quel vecchio materiale lasciato in disparte che
il cantautore inserisce nell'album e alla contemplativa "Io cerco
me":
Nella cattedrale del silenzio Le tue labbra della verità Sciolte
nel sorriso dell'inizio Sveglio nel domani che verrà Io cerco me
nell'anima , nelle odissee degli uomini E a modo mio, se ancora c'è, io
cerco un dio..
Una quotidianità di rapporto di coppia viene poeticamente rappresentata
in "Presto io e te":
"Ma presto io e te Con due nuvole di fiato, io e te Ci diremo ti
ho pensato, io e te Ritorneremo io e te con la spesa al mercatino Io
e te con la voglia di un bambino, ancora insieme io e te Ma presto nel
viale…correndoci incontro Ma presto a casa…coi soldi contati, faremo
l'amore
In realtà io sapevo che gli ultimi 3 pezzi, ovvero
"Presto io e te", "Ciao Lulù" e "L'amore è quando non c'è più"
(del quale nel sito, nella parte discografia dedicata a "Gli altri siamo noi"
c'è la foto del disco nella versione cantata da Euro Cristiani)
erano pezzi degli anni '70 che Umberto aveva deciso di inserire per garantire una certa
"continuità" con i fans degli anni '70
Un album gradevole, pieno di convincenti soluzioni musicali, dove Tozzi
canta al meglio e da l'impressione di "lavorare su ogni pezzo" ,
finalmente.
Al disco segue la raccolta "studio-collection" "Le mie
canzoni", dove ripropone le versioni originali di tutti i maggiori
successi (con l'eccezione dei remix di "Donna amante mia" ed
"Io camminerò") ed inserisce anche "A cosa servono le
mani".
Anche con questo LP Umberto raccoglie un bel tributo da parte del
pubblico che fa la fila ai negozi.
4.2. IL NUOVO TOZZI RIPARTE VINCENDO
Seguono alcuni anni di "silenzio" musicale . Orfano di Bigazzi, Umberto
cerca di dare nuovo impulso alla sua carriera, e lo fa volando negli
States, dove ritrova il suo amico Greg Mathieson, già
artefice del successo di "Gloria" e degli album "Tozzi" e "Notte rosa"
.
Con un gruppo di lavoro che include altre vecchie conoscenze della west
coast come il batterista John Ferraro, il cantautore
torinese lavora ad un nuovo disco dove scrive "interamente" testi e
musiche ed il risultato è perlomeno convincente.
L'album che esce nel 1994 si chiama "Equivocando", e si
apre con un bel singolo tirato (dove si sente molto la mano del mago
californiano) che spopola nell'estate e vince il Festivalbar
'94,
"Io muoio di te". "Ogni giorno di te è un lamento di tanti
guai non ti accorgi che al mondo le guerre non muoiono mai se
potesse un bambino giocare anche con le ali giù non tornerebbe, qui ci
sono troppi animali…
Ogni cosa fai, ogni se e ogni mai, io muoio di te Ogni volta no,
ogni tuo non so, ogni tornerò…io muoio di te"
In "Lei" Tozzi si misura in una delle tematiche a lui più
congeniali: "…lei e' tutto un mare di trofei – e' lei che scopre
tanti sbagli miei – e' lei che sa inventarti come sei per lei io
aspetterò l’anno che vorrei e per lei…"
Il disco propone poi il rock della godibile "Equivocando",
si apre con un bel coro, per poi dispiegarsi in uno svolgimento dove
non esiste un vero e proprio ritornello o tema centrale, ma diversi
pattern che si incrociano riproponendo il tipico alternarsi di
solista/coro, come d'abitudine del nostro:
"Ero di te la strada sconnessa – ero e non c’ero mai un angelo un
po’ delinquente lo so ma era un mese che tremavo lo sai cantando –
viaggiando – mi passera' bugie malinconie io resto qua tu non
parli inglese tu – dimmi che e' vero.."
Prosegue con le sonorità più tranquille do "Noi, nel mondo noi"
che chiude il primo lato, il più significativo: "Si, via di
qui Cominciamo alzandoci dal mondo, noi…come chi Sta sognando di
rifarsi dentro E in te - cosa c'è - la tua rabbia mi cammina
addosso E in noi - come sai- quella storia che ci fa diversi.."
Nel lato B da segnalare la bella "Il mio domani"
.
"E immagino un deserto che ha foreste di lillà Dove sognare
cancellando le città - ma da solo - Io corro dove il tempo non ha pace
né pietà E nell'attesa del Natale che verrà sarò solo"
4.3. IL RITORNO AL SOCIALE E LA COLLABORAZIONE CON MOGOL
Misuratosi come autore tout-court, Umberto ha voglia di scommettere, e
così pubblica un album per certi versi sorprendente come "Il grido" nel 1996.
La voglia del ritorno al rock di "Tozzi" e "Notte rosa" era già stata
intravista nel precedente lavoro, ma ora tutto il disco è centrato su un
pop/rock di pregevole fattura, stile Toto. Il pezzo forte è la title-
track con un coro di bambini che evoca atmosfere e significati
angosciosi:
"Ahahah facce di angeli luridi..
poi la voce di Umberto, al limite di un'interpretazione monotonica,
"grida" con rabbia la sua denuncia: "...e sono stanco di vedere
mamme gridare aiuto, siamo la gente che paga colpe di chi ha goduto..."
e precisa: "Ed io lo so che anche se dico no sono un privilegiato
ma non pensare ch'io non abbia occhi perché ho già pagato
torna il coro:
"ah ah ah facce di angeli luridi ah ah ah il
potere vi affascina ah ah ah facce di angeli luridi ah ah ah
criminali fanatici ah ah ah due millenni di lacrime ah ah ah noi
ubriachi di frottole ah ah ah facce di angeli luridi ah ah ah non
vogliamo i sonniferi
La bella "Da che parte stai!?" sembra dedicata all'ex amico
Bigazzi, e nel contempo è lo sfogo di chi si è stufato di essere
considerato solo una "macchina da mercato" :
"Dice di me - dice che son ricco pieno com'è -
lui che continua coi suoi trucchi ma da che
parte stà? Dice di se - dice che lavora rosso com'è - in ville ricamate
d'oro e poi non gode mai mai mai si confonde in motorino perché sa
da che parte sta "
ed ancora: "Dice di se - genio reincarnato rosso com'è - furbo
predicando si nasconde ma da che parte sta? Io che ho di me l'arte e
l'innocenza resta di te solo l'immagine di un mostro niente intorno e
finirai senza più guidare un'illusione da che parte stai?"
Per finire:
"Vai e vai se col destino lotterai siamo un coro vai
tu vai la matematica è con te ma sono note non per me fuori tempo
vai tu vai nell'ego tuo di analisi dimenticando i brividi"
Canzone d'amore è la romantica "E ti voglio":
"Io voglio
sapere dietro il mare cosa c'è dentro a quelle case che non hanno luce
come te e crescono gli eroi che si uccidono tra loro ma quando
arrivi tu tutto questo non c'è più..."
Il cantautore piemontese si scaglia poi contro l'invadente fenomeno del
Rap, "Monotonia rap" :
"Che noia non posso non voglio più monotonia rap
che gioia la radio che canta canzoni di chi ha melodia
stagioni di mode reppate anche in pubblicità adesso vomito davvero
e cambio musica e filosofia lo giuro mi butto lo faccio tanto non ce
n'è si sa è un muro di gesso conviene aspettare presto passerà ci
sono ci sento rispetto chi di musica ne ha ma chi ha il coraggio di
gridare a tanti 'scusi che mestiere fa ?!?'"
Si prosegue con l'interessante "Arriverà per sempre
carnevale": "Le foreste d'amore non esistono più solo maschere
colte, feroci tribù nel cammino di un uomo troppa fragilità evviva chi
da sempre sa che l'uomo è oggi, domani chissà Arriverà per sempre
carnevale bevendo vino rosso sarà un gioco disertare la
città arriverà con fare sorprendente e per gli amici deboli un fuoco li
riscalderà
Con la roboante "Rosanna",
"Cercavo di capire come quando si è confusi non si atterra
mai sicuro che domani piove e tiro su i miei cocci che hanno fatto
guai e ti chiamerò - sarà vero o no ma come ci si sente
soli quando getti al muro tutto quel che hai e solo quando viene
notte la televisione ti ricorda lei cosa hai detto no - non è vero no
fino ad arrivare alla delicata "Miracolo d'amore":
"Ogni cosa guardo per un attimo mi addormenta un brivido scivolo da te li
nei tuoi capelli la mia mano tremò in quel miracolo d'amore che ti
do non esco più da te dalla fotografia dal minimo rumore che sa di
te la stanza mia e per farmi odiare un po' mi addormenterò cambia il
giorno e perdo energia se non sento il tuo odore qui non è casa
mia è un abisso di te che va occhi d'argilla bruna quando
rinascerò meglio sia chiaro prima non morirò per te
Il tema sociale è riproposto splendidamente in
"Angeli": "Angeli tra gente sola buia che spera in una
grande platea non voglio rinunciare all'idea angeli in terra vorrei
i figli di un sogno dei miei angeli di orchidee scriverò e al caldo
del sole rinuncerò pieno di anime pure che disertano il cielo folle
di braccia distese sciolte da mille catene - per vederle -
ramificate nel bene - dentro il mare - angeli in terra vorrei - per
saperli angeli"
Si chiude con il breve inno pacifista " No, bandiere":
"No bandiere - vivi ancora madre di un idea non tremare nei campi umidi
di ostilità lacrima di piombo che va Colora i fucili e poi contro i
capi poi spara l'amore che hai perché non sei nato per fare il
soldato per chi non c'è mai
Un disco-capolavoro che non raccoglie però sul mercato quanto il
precedente "Equivocando", forse anche perché comincia in Italia una
stagione "canzonettistica" che è lungi dall'essersi chiusa, con
un'invasione di suoni spagnoleggianti e sudamericani fatti apposta per non
pensare.
Tuttavia "Il grido" resta il sigillo della seconda epoca d'oro di
Umberto , quella che va dal 1987 (anno di pubblicazione di "Invisibile")
al 1996 appunto.
Coinvolto nel Progetto CET (Centro Europeo di Toscolano, in
Umbria) dal vecchio amico Giulio Rapetti (Mogol) che già
aveva trovato ai tempi della Numero Uno, Tozzi affida a
quest'ultimo (poi da lui definito come dotato di facoltà mediatiche) , la
stesura dei testi del nuovo album del 1998, "Aria &
cielo".
Mogol e Tozzi, orfani entrambi di compagni ultraventennali, non avevano
forse la pretesa di ripetere i fasti di Mogol/Battisti o anche dei
migliori Tozzi/Bigazzi ma certamente qualche velleità in più di quello che
il disco effettivamente sarà, la dovranno pure aver coltivata. Il fatto è
che Umberto indugia su soluzioni armoniche e melodiche abbastanza scontate
e che lo stesso grande paroliere non da assolutamente sempre il meglio di
sé.
Ciò che poteva essere e solo a tratti sarà si può intravedere nella
struggente e malinconica "Quasi quasi":
"Un sentimento non può
finire in niente non può apro le braccia così e abbraccio tutti, io
si guarda, guarda, guarda, guarda chi c'è un amore grande e nuovo
per me sto tornando ancora a esistere e non voglio più resistere
ormai. Vedi, vedi, vedi, vedi laggiù quanti prati colorati laggiù
sembra un quadro da dipingere ma quel fiore vuole emergere, tu.
Ed ancora: "Com'è bello stare insieme oramai sta crescendo un
grande albero, noi nello spazio irrecintabile mai nessuno è
cancellabile, mai. Quasi, quasi sai quasi, quasi tu ci sei io ti sento
dentro spandere il presente torna a vivere, tu. Vedi, vedi là una
nuvola che va sembra un quadro da dipingere ma che fascino la vita che
ha."
La title track "Aria e cielo" va su ritmi decisamente più rock
per poi sciogliersi dopo un bel sincopato di chitarre che accompagna la
voce nelle fasi iniziali in un melodico e allo stesso tempo ritmico
ritornello: "Io ci sto si io ci sto dentro mi butto sia bello o
brutto il mare.. io ci sto non so dire di no a costo di affogare.
Io mi do a volte io mi do ho questo vizio la libertà mi accende. Io
lo so che pago tanto lo so l'aria mi prende mi porta in alto. Cielo -
azzurro grande trasparente il cielo come l'anima grande del mondo. Aria
- pulita tersa mi attraversa l'aria la sostanza vitale che nutre il mio
amore per te."
Il più bel brano è forse "Brava" , una ballad dove Tozzi si
misura in registri inconsueti molto bassi che non abbandona (a differenza
di come fa, ad esempio in "Gli alti siamo noi") durante tutto lo
svolgimento del brano: "Brava, tu respiri col mondo e tu, vali
molto di più… con il tuo grande sentire tu hai fatto centro perché
il sentimento più vero che c'è mi riporta da te"
Il dialogo padre-figlio è esposto in "Coerenza":
"Presto
crescerai, presto ti farai, un uomo, uomo vero diverrai Ma non
lasciarti mai guidare né condizionare se non sei convinto"
Belle canzoni sono poi senz'altro "Navi" dove Tozzi e Mogol
costruiscono un'aria simile alla produzione dei migliori Queen, e
"Affondato troppo innamorato" dove il bel testo di Mogol viene
corredato dai ritmi beguine composti da Tozzi:
"dolce, asciutta,
così mi vai…sei poco tigre e molto gatta… Ah, affondato troppo
innamorato, come un pesce surgelato Dai tuoi occhi accoltellato, che
destino duro !.."
Resta purtroppo però alla fine dell'ascolto l'impressione di un album
gradevole, che usa sonorità acustiche apprezzabili ma tuttavia anche di
un'opera incompiuta.
4.4. LA NUOVA PRODUZIONE
Nel 1999 Umberto festeggia il ventennale di "Gloria" con una Raccolta
"Bagaglio a mano", dove offre una carrellata dei suoi
indimenticabili successi tutti riarrangiati e adattati alle sonorità del
nuovo millennio.
Belle sono le nuove versioni di "Notte rosa", "Gloria", "Tu" ma
soprattutto "Perdendo Anna" (migliorativa rispetto all'originale) ; del
tutto dimenticabili quelle di "Ti amo" e "Si può dare di più".
Nella raccolta ci sono anche due inediti come "Conchiglia di
diamante" e la bella "Mai più così"
Inizia qui la collaborazione con Marcello De Toffoli che
sfocerà nella disgraziata avventura di Sanremo 2000 e nel
bell'album "Un'altra vita".
L'avventura Sanremese inizia male con il ritiro di Leali
che avrebbe dovuto interpretare "Un'altra vita", finisce
peggio con la Commissione che tra i due pezzi sceglie proprio quest'ultimo
e Umberto che rimedia una magra figura classificandosi all'ultimo
posto.
Ovvio poi che nella classifica finale gioca anche il fatto che è
l'unico a rompere le uova nel paniere, lamentandosi di come vengono con
sufficienza presentati gli artisti e soprattutto del fatto che ci sono
superospiti italiani che hanno venduto meno della metà delle sue
copie.
Il pezzo, dedicato a un non meglio precisato spirito-guida, è
bruttarello sia nella parte testuale che nella scontatissima linea
melodica, ed infatti risulta un corpo del tutto estraneo all'album, in cui
Tozzi ritorna ai suoi abituali livelli medio-alti:
"..Quanti anni
hai, perché sei qui quante promesse ti hanno fatto per finir
così.. Bussi a una porta per non morire Quando nel buio riesci a
piangere vicino a un Dio Accanto a te ci sarò io Non esitare se vuoi
ritornare caro amico mio.."
Fino al ritornello:
"Comincia qui, non è finita E' primavera e
tornerai nella mia vita…"
Passando in fretta all'Album, il disco si apre con "Io e te
naturalmente", dove il fischio di Umberto apre la strada a una ballad
che evoca brandelli battistiani :
"Nove di mattina, piano piano si
allontana E nell'ombra si incammina profumata, senza interferire
mai Io che guardo il mondo e poi gioco con la vita Finalmente l'ho
capita e io sarò dove sarai…
Le sonorità di "Thank you very much" riportano Tozzi nel 2000,
con un testo fresco e musicale:
"Ma chi sei, stella di mare Tra le
tue braccia mi confondo, guardami un po' Sono io, sono proprio
io L'albero che cresceva in te…. Thank you very much Thank you
for your touch Thank you for a day Thank you anyway
In "Rosa di forntiera" il cantautore gioca sul nome "Desy"
proponendo rime "ardite":
"Io mi arrangio a masticare i giorni da
mesi..Desy Forse tu non sai che passano stagioni e mi ritorni più che
mai E faccio i conti dei miei anni spenti, vincenti,
perdenti.. Desy, come fai a resistere da mesi ?! Non c'è niente che
ti ricordi noi ?!? "
L'inizio di "Vagabondi" , molto gradevole, è fortemente in
atmosfera Beatles, e poi si sviluppa con un bel ritmo, che riporta Tozzi
su binari molto convincenti:
"Hai ancora un attimo, Ti amo poi
vinci o perdi senza me Sarò più attento e griderò più
piano… Vagabondi noi, ci rincontreremo sai E non cambieremo mai.. di
certo"
Bella la blueseggiante "Torna Settembre":
Sai, quando un mattino di un bel Settembre Ti sveglia e non decidi
mai.. Due donne sole , ti chiedono amore E lì cominciano i tuoi
guai.. Come vedi ti son sempre vicino, e abbandono le mie armi più
in là per tornare in libertà.."
La poetica di "Arcobaleno":
"Quando il sole va a dormire
E da solo guardi il mare, nel tuo cuore c'è una lacrima in
più Entra senza far rumore, nasce sempre quando vuole Non svegliarti
o non si avvererà mai Improvvisamente un arcobaleno ti abbaglierà e non
sari più tu E non lo vorrai più…"
Le sonorità di "Scivolando" ci consegnano un Tozzi pimpante e
convincente:
"Ci sono A come Amori che no muoiono mai E come
Estasi che uccidono sai I come Io che non mollo e mi preoccupo dei
fatti tuoi O che avventura che mi aspetta se continua così Sotto un
treno come passa di qui U come Una delle troppe sigarette fumate male
Il disco si chiude con la splendida "Mai dire mai" dove il
Nostro torna ad esplorare territori jazzistici:
"Quando sei onda in
mezzo al mare e mangi pane e sale Tutto il resto è nel ricordo delle
spiagge piene, degli odori insieme Terra arriverà, ma la notte è lunga
e non arriva mai E mai dire mai, voglia di esistere.. Se in quel
quarto di luna sarà...la speranza che vive ancora con te Aspettando
quell'alba più vera.. Quando solo vai via così e forse non ci
stai Ma ti perdi nel silenzio delle strade
Da segnalare, sul finire degli anni '90 due collaborazioni
estemporanee: la prima con Zero,Venditti ed altri per
commemorare la scomparsa di Ivan Graziani, l'altra con
Enrico Ruggeri, Eros Ramazzotti, Raf e i Pooh
nell'incisione del brano "Tu vivrai".
CONCLUSIONI: Umberto Tozzi è un fenomeno atipico della nostra musica
leggera
Raccolse e raccoglie maggior successo all'Estero (dove , come
Zucchero, e a differenza dei vari Pausini e Ramazzotti, non
è considerato un fenomeno spaghetti/pop) che in Patria, dove invece parte
della Critica continua a negargli la definitiva consacrazione, che il
pubblico gli ha definitivamente tributato.
D'altra parte pur essendo tecnicamente un Cantautore, di fatto non è
catalogabile in nessuna "scuola" e soprattutto ha sempre cercato di
adeguare il suo stile a nuove soluzioni musicali, non rimanendo fermo su
sé stesso. Ma, sebbene sia strano parlare così di un professionista che ha
ottenuto così tanti riconoscimenti, resta per ora , rileggendo la sua
carriera, il rimpianto di diverse "occasioni perdute".
A partire dal 1987 quando la CGD rovinò un progetto che poteva
arricchire di certo il panorama artistico italiano con le carriere
parallele di personaggi di primo piano quali Morandi, Tozzi e Ruggeri, per
finire agli ultimi anni in cui Umberto ha interrotto la sua collaborazione
con Mathieson che stava producendo esiti molto buoni (vedi gli album
"Equivocando" e "Il grido").
Altro amaro in bocca lascia la non del tutto fruttuosa collaborazione
con Mogol, da cui doveva nascere qualcosa di più. Poi forse la fortuna ed
al tempo stesso il limite di Umberto fu il matrimonio artistico che per
tanti anni ha portato avanti con Giancarlo Bigazzi.
Attualmente il suo nuovo gruppo di lavoro, capeggiato da Marcello De
Toffoli, sebbene lavori con impegno e buona fede, mi pare che segua una
progettualità piuttosto approssimativa.
Speriamo che questo patrimonio della nostra musica leggera non venga
nuovamente dilapidato . Daniele Moretti
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