La polemica "Bagnasco"

Ha suscitato molto scalpore, tra parecchi fans, la recensione di "The best Of" fatta da Franco Bagnasco e apparso sul settimanale "TV Sorrisi e Canzoni".

Di seguito potrete trovare sia l'articolo di Bagnasco, che due mail, una di protesta e l'altra la susseguente risposta del giornalista.

Mi è stato chiesto anche un parere.
Onestamente non mi sembra che ci siano gli estremi per uno scandalo:
C'è solo una frase:
" da re del pop inzuppato di minimalismo, nel nonsense d'atmosfera, "
che può dar adito a delle lamentele, ma è indubbio che per certe frasi e per certe canzoni
il "nonsense d'atmosfera" non sia un termine non corretto:
"apri la porta ad un guerriero di carta igienica" è un esempio lampante della cosa.

In definitiva non mi sento proprio di associarmi al coro di lamentele che ci sono state, ma, come dico sempre, ognuno pensi con la propria testa; e si dia una risposta...
INOSSIDABILE UMBERTO

A 50 anni, il re del pop melodico d'atmosfera non molla la presa e pubblica una raccolta che ha già conquistato il Disco d'Oro.
"Ti amo", "Gloria", "Si può dare di più" e due inediti: 34 brani rimasterizzati per coniugare sogno e romanticismo.

di Franco Bagnasco

Mettiamo che frugando in un polveroso cassettone della credenza dell'anima vi accorgiate di non ritrovare neppure una canzone di Umberto Tozzi.

Niente drammi, c'è un modo per correre subito ai ripari: piazzare nello sportellino del lettore il doppio cd con le zuccherose atmosfere di "The best of Umberto Tozzi", licenziato da Cgd. (Licenziato=prodotto, mia nota)

Lì, oltre a un paio di più che dignitosi inediti, "Non volo" e "Angelita", fa mostra di sè una parta di brani rimasterizzati da antologia del pop melodico nostrano.

In totale 34 titoli, inclusi tre versioni in inglese delle hit che a partire dal debutto discografico del cantautore, nel 1976 con "Donna amante mia" (ma Tozzi iniziò negli anni 60 come chitarrista), hanno fatto il giro del mondo consentendogli di vendere suppergiù 30 milioni di dischi.

Un carnet fitto, nel quale entrano le pennellate agrodolci, da provincia annoiata, di "Qualcosa qualcuno" ('79);
il robusto crescendo sentimentale di "Ti amo" ('77);
l'esaltazione romantica di "Stella stai" ('80) e "Gloria" ('79);
l'epopea tardo maschilista di "Donna amante mia" ('76);
il deserto affettivo di "Dimentica dimentica" ('77)
e una quasi rockeggiante "Dimmi di no" ('80), ciliegina sulla torta dello storico "Royal Albert Hall ('88).

Ma anche soffuse pagine più recenti: "Gente di mare" ('87), "Gli innamorati" ('91), "Lei" ('94),
una non memorabile "Equivocando" ('94) e "Gli altri siamo noi" ('91).

"Le mie preferite - dice il cantautore - sono "Notte rosa" e "Il mio domani".
Quando ho l'ispirazione per fare musica mi chiudo per una decina di giorni in un mondo parallelo tutto mio, come se avessi uno spirito guida che mi indica le cose, e lavoro.

Altrimenti niente."

Viene da chiedersi se Tozzi, a 50 anni, sciorinandone 30 di un repertorio come il suo, da re del pop inzuppato di minimalismo, nel nonsense d'atmosfera, si senta più un pezzo di storia o del presente della canzonetta nostrana.

"Mi gratifica -risponde lui - il fatto di essere oggi tra i pochi italiani ad aver conquistato la discografia di Paesi come Spagna e Francia.
Ho sempre avuto una mentalità poco italiana, fregandomene di mode e imposizioni.
Pochi artisti hanno avuto la capacità di vendere in tutto il mondo.
Forse, lavorando così, se avessi iniziato cantando in inglese, oggi da quelle parti sarei uno dei miti degli anni 70."


Non si può parlare di Tozzi e dei suoi must senza citare Giancarlo Bigazzi, il prolifico paroliere toscano che con lui ha firmato i pezzi più evocativi e probabilmente irripetibili.

Un sodalizio finito da anni per un successo mai eguagliato, neppure quando il nostro tentò l'accoppiata con Mogol.

"Con Bigazzi non ci sentiamo più. Finì per forti divergenze professionali.
- dice Tozzi - E con Mogol non ingranammo perchè non erano forti i brani di quell'album.
A volte un amalgama funziona, altre no. Può dipendere anche dal caso.
Mi spiace molto che con Giancarlo il rapporto si sia chiuso, ma del resto nella vita si cambiano anche le mogli...
E poi quando si litiga per questioni sostanzialmente economiche, è abbastanza improbabile pensare poi di potersi rimettere assieme davanti ad un pianoforte a scrivere qualcosa.
E dire che nel '79, dopo il successo di "Tu", un produttore della Cgd ascoltò "Gloria" e ci consigliò di cambiare mestiere ..."