Il primo (n° 1 nella mappa) pezzo di terra (22 pertiche) si trovava dopo la casa del Fulvio Parimbelli, denominato Campo del Roccolo. Confinava a est con una proprietà di Andrea Camozzi, padre del patriota risorgimentale Gabriele, a sud c’era un fosso ancora esistente attualmente. Era un terreno “aratorio, vitato, moronato”, cioè destinato alla coltivazione di cereali, con filari di viti e piante di gelso utili per l’allevamento dei bachi da seta.
Il secondo (n. 2) pezza di terra ”coltivo”, aveva una consistenza di 54 pertiche ed era collocato a nord del campo sportivo comunale. Era denominato “il Pradone”. Confinava a sud con una “ripa boscata” di proprietà di Ermenegildo Dall’Ovo.
Un terzo (n° 3) pezzo di terra, anch’esso “coltivo”, era detto anche “il Pascolo”. Misurava 30 pertiche.
Un quarto appezzamento (n° 4), detto “la Puccia”, solo da poco tempo era stato convertito alla coltivazione e, probabilmente, come il precedente, era destinato a pascolo. Il nome gli derivava dalle piccole dimensioni, solo 9 pertiche: in dialetto il termine indica infatti una cosa piccola.
Il quinto (n° 5) terreno era quello comprensivo della cascina colonica. Era chiamato “il Livello Antico” e scendendo verso il fiume c’era il “bosco ceduo forte” e un terreno “aratorio, vitato e moronato”. Misurava 21 pertiche.
A sud della casa non esisteva ancora la chiesetta della “Virginis perdolentis”, cioè della Madonna Addolorata e di S. Rocco. Parte dell’attuale terreno occupato dalla chiesa era di proprietà di Marco Milesi, ed era denominato “cortiletto”. I fratelli Pesenti misero a disposizione parte del cortile della casa e con il Milesi procedettero alla costruzione della chiesa, probabilmente entro il 1848, come risulterebbe dalla lapide posta ai piedi dell’altare. La casa colonica venne convertita a casa per villeggiatura e inoltre venne abbattuto un piccolo edificio posto a ridosso del fosso verso la nuova chiesetta.
L’ultimo (n° 6) pezzo di terreno, era formato da un “bosco ceduo forte”, della misura di 13 pertiche. Confinava con una strada campestre e con proprietà del Camozzi a ponente e con terreno e vosco dei fratelli Balini di Sforzatica a mezzodì, cioè a sud. A tramontana, cioè a nord, confinava con una proprietà dei fratelli Latini.
I terreni erano serviti dall’”adacquatrice Serio”, cioè dal fosso proveniente da Treviolo ed Albegno e che prendeva la sua acqua appunto dal fiume Serio.
Claudio Pesenti
Rielaborazione di articolo apparso su
La Voce di Brembo, dicembre 2007