«Rischio d'inquinamento a Is
pruinis» Sant'Antioco, denuncia di Italia Nostra sul progetto
dell'acquacoltura
Stefano Garau
SANT'ANTIOCO. Pericolo di stravolgimento ambientale nello
stagno di Is Pruinis a causa di imprenditori di dubbia competenza.
Lo denuncia l'associazione Italia Nostra con un documento che è
stato presentato al Commissario Prefettizio del Comune di
Sant'Antioco, al Coordinamento Tecnico di Disinquinamento del
Sulcis, al Ministero dell'Ambiente e alla Soprintendenza ai Beni
Ambientali. Italia Nostra ritiene che oltre alle vicissitudini
giudiziarie in cui è incappata la ex amministrazione comunale di
Sant'Antioco, esista un reale pericolo di realizzare un progetto
finalizzato ad aumentare l'inquinamento. L'acquacoltura, così come
prevista, non sarebbe in sintonia con le esigenze di protezione e
tutela dell'ambiente. «Tutto questo - secondo il presidente di
Italia Nostra Graziano Bullegas - andrebbe a incrementare il danno
ambientale causato dallo stabilimento Sardamag. Infatti, se il
progetto approvato dall'Amministrazione Comunale di Sant'Antioco
venisse realizzato con tanto di decine di ettari di vasche per
acquacoltura, rappresenterebbe un vero attentato al delicato
ecosistema della zona umida e comprometterebbe in maniera
irreversibile l'eventuale possibilità di sviluppo di tutte quelle
attività umane (quali il turismo naturalistico nelle sue varie
forme, la ricerca scientifica e le iniziative a carattere educativo)
che rappresentano una nuova tendenza culturale ed anche economica e
che stabiliscono un legame più rispettoso tra uomo e ambiente». La
denuncia di Italia Nostra fa seguito a un'inchiesta avviata dalla
magistratura cagliaritana che si inquadra su un presunto concorso in
abuso d'ufficio che rientra negli avvisi di garanzia recapitati a
cinque imprenditori locali. «Abbiamo ultimamente appreso che anche
il sindacato territoriale manifesta interesse verso progetti di
valorizzazione ambientale compatibili con le attività produttive
esistenti (quale quella della produzione del sale), auspichiamo che
anche altre forze sociali e politiche si muovano per evitare che un
ulteriore specchio di mare venga irrimediabilmente danneggiato e
affinché la ricchezza economica e ambientale delle nostre zone umide
possa essere adeguatamente valorizzata». Insomma, un secco no al
progetto della "Sulcis Città del mare" e approvato dal Comitato
tecnico di disinquinamento che, secondo Italia nostra, danneggerebbe
l'ambiente piuttosto che recuperarlo. Gli eventuali risvolti penali
della vicenda sono di competenza della magistratura. L'aspetto che
interessa l'associazione è, allo stato attuale, quello ambientale.
«Chiediamo pertanto alle autorità in indirizzo, per quanto di loro
competenza, di bloccare qualsiasi attività nello stagno di is
Pruinis, di riprogettare l'opera limitando al minimo l'impatto
ambientale dell'intervento - tenendo conto del fatto che l'area è
già stata colonizzata dall'avifauna tipica delle zone umide della
Sardegna». Recentemente, nello stagno di Is Pruinis, numerose
colonie di fenicotteri hanno trovato l'oasi per
nidificare.
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