SANT'ANNA ARRESI Peschiera: scatta l'allarme
gabbiani
e.c.
SANT'ANNA ARRESI. Pescatori esasperati a causa dei
gabbiani. Da oltre un mese continuano le razzie di pesce da parte
dei voracissimi volatili. Le peschiere di Portopino rappresentano il
luogo ideale per le loro scorribande alla ricerca di cibo. Ogni
giorno vanno perduti diversi quintali di pesci, sottratti persino
dall'area dei lavorieri dove la vigilanza dei pescatori è più
attenta. Non ci sono rimedi per combattere ciò che si sta rivelando
una delle peggiori calamità per il territorio. Di qui le proteste
dei pescatori della coop. San Giuseppe, di Teulada che chiedono alla
Regione l'autorizzazione ad eliminare questo grave problema:
«Esistono dei mezzi forse un po' drastici ma sono gli unici ad avere
una certa efficacia - suggerisce, Pietro Paolo Di Giovanni,
presidente della coop. - si tratta di utilizzare le armi da fuoco,
inizialmente solo con l'obiettivo di allontanare i gabbiani, ma poi
anche per ridurne la quantità. Il loro numero infatti è talmente
elevato da costituire un vero e proprio problema di carattere
ambientale». In altre aree della Sardegna, come negli stagni di
Marceddì, sarebbero state concesse delle autorizzazioni risultate
decisive per ridurre il fenomeno: «Da noi invece il problema non è
mai stato affrontato con la dovuta attenzione - prosegue Di Giovanni
- così oggi dobbiamo subire una forte penalizzazione economica che
si aggrava ogni giorno di più. Sin dalle prime luci dell'alba stormi
di gabbiani si tuffano nelle acque della peschiera saccheggiando un
patrimonio per noi inestimabile. In queste condizioni non possiamo
più lavorare. Se continua così rischia di andare in fumo anche
l'esperimento appena avviato per la riproduzione di 30mila avannotti
di pesce pregiato. Grazie agli stagni e al lavoro di alcune
imbarcazioni, impegnate nella pesca in mare aperto, qui vivono
trenta famiglie. Senza le peschiere di Portopino non c'è la
possibilità di avere un reddito decente». Di qui la decisione di
inviare una lettera al presidente della giunta regionale e
all'assessore dell'Ambiente per far chidere un idoneo
sostegno.
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