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Lo
stagno di Portopino al centro di una «guerra» tra pescatori e
un imprenditore turistico
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Il ponte delle polemiche Anche l'Eti contro la
passerella sugli stagni PORTOPINO Le saline di stato contrarie
al progetto
Enrico Cambedda
SANT'ANNA ARRESI. Anche le saline contestano il progetto
per la costruzione di un ponte sugli stagni di Portopino. Ieri
mattina la direzione dello stabilimento di Sant'Antioco ha
presentato una formale denuncia ai carabinieri di Giba, competenti
per territorio sul compendio di Portopino, contro coloro che hanno
avviato i lavori per la costruzione della passerella in legno che
dovrà collegare un villaggio vacanze con la spiaggia. Alla base di
tutto ci sarebbe la mancata richiesta di autorizzazione, da parte
degli imprenditori turistici, alle saline, le quali risultano
proprietarie degli stagni e delle aree circostanti. Più precisamente
si tratta di beni demaniali che vengono utilizzati dalle saline di
stato come vasche pre-evaporanti. Sino a pochi anni fa la
concessione era dei Monopoli di stato, con la loro soppressione i
beni sono passati all'Eti-spa, il quale risulta a tutti gli effetti
ente responsabile del compendio. Nessuno però si sarebbe mai
preoccupato di chiedere il parere prima di iniziare i lavori di
costruzione della passerella. Ci sono la licenza del demanio, il
nulla osta dell'assessorato regionale della Difesa dell'ambiente, i
pareri favorevoli del Comune di Sant'Anna Arresi e della provincia
di Cagliari, oltre al decreto della capitaneria di porto. Manca però
un tassello importante, il parere cioè di coloro che quel bene lo
utilizzano per fini industriali e, sino a prova contraria, ne hanno
il possesso legittimo ed esclusivo. Anche i pescatori, muniti di
licenza regionale sin dal 1976, debbono sottostare alle decisioni
dell'Eti. Nella scala dei valori, attribuita da precise normative,
l'interesse della pesca viene dopo quello della produzione del sale.
Di qui l'opposizione al progetto. La costruzione della passerella
non è vista di buon occhio anche per motivi di carattere ambientale.
Il prevedibile traffico estivo, costituito da centinaia di persone
che giornalmente farebbero la spola fra il villaggio vacanze e la
spiaggia, rischia infatti di compromettere il delicato equilibrio
naturale degli stagni. Occorrerebbe infatti una continua vigilanza e
monitoraggio dei luoghi per evitare possibili inquinamenti delle
acque, perché andrebbero a discapito della qualità del sale
sulcitano, ritenuto uno dei più puri e genuini della penisola.
Questo pomeriggio i pescatori sottoscriveranno, nello studio del
loro legale, il ricorso al Tar per ottenere la sospensiva del
progetto. Intanto sono state avviate anche delle iniziative
politiche per coinvolgere la Regione e realizzare un accordo con
l'imprenditore per la modifica del progetto.
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