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martedì 20 novembre 2001    



 

 

 

 


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 CARBONIA
 

Lo stagno di Portopino al centro di una «guerra» tra pescatori e un imprenditore turistico
Il ponte delle polemiche
Anche l'Eti contro la passerella sugli stagni
PORTOPINO Le saline di stato contrarie al progetto

Enrico Cambedda

SANT'ANNA ARRESI. Anche le saline contestano il progetto per la costruzione di un ponte sugli stagni di Portopino. Ieri mattina la direzione dello stabilimento di Sant'Antioco ha presentato una formale denuncia ai carabinieri di Giba, competenti per territorio sul compendio di Portopino, contro coloro che hanno avviato i lavori per la costruzione della passerella in legno che dovrà collegare un villaggio vacanze con la spiaggia. Alla base di tutto ci sarebbe la mancata richiesta di autorizzazione, da parte degli imprenditori turistici, alle saline, le quali risultano proprietarie degli stagni e delle aree circostanti. Più precisamente si tratta di beni demaniali che vengono utilizzati dalle saline di stato come vasche pre-evaporanti. Sino a pochi anni fa la concessione era dei Monopoli di stato, con la loro soppressione i beni sono passati all'Eti-spa, il quale risulta a tutti gli effetti ente responsabile del compendio. Nessuno però si sarebbe mai preoccupato di chiedere il parere prima di iniziare i lavori di costruzione della passerella. Ci sono la licenza del demanio, il nulla osta dell'assessorato regionale della Difesa dell'ambiente, i pareri favorevoli del Comune di Sant'Anna Arresi e della provincia di Cagliari, oltre al decreto della capitaneria di porto. Manca però un tassello importante, il parere cioè di coloro che quel bene lo utilizzano per fini industriali e, sino a prova contraria, ne hanno il possesso legittimo ed esclusivo. Anche i pescatori, muniti di licenza regionale sin dal 1976, debbono sottostare alle decisioni dell'Eti. Nella scala dei valori, attribuita da precise normative, l'interesse della pesca viene dopo quello della produzione del sale. Di qui l'opposizione al progetto. La costruzione della passerella non è vista di buon occhio anche per motivi di carattere ambientale. Il prevedibile traffico estivo, costituito da centinaia di persone che giornalmente farebbero la spola fra il villaggio vacanze e la spiaggia, rischia infatti di compromettere il delicato equilibrio naturale degli stagni. Occorrerebbe infatti una continua vigilanza e monitoraggio dei luoghi per evitare possibili inquinamenti delle acque, perché andrebbero a discapito della qualità del sale sulcitano, ritenuto uno dei più puri e genuini della penisola. Questo pomeriggio i pescatori sottoscriveranno, nello studio del loro legale, il ricorso al Tar per ottenere la sospensiva del progetto. Intanto sono state avviate anche delle iniziative politiche per coinvolgere la Regione e realizzare un accordo con l'imprenditore per la modifica del progetto.



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