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Bf 109 E

Giorgio Beltrammi

Il 109 della Messerschmitt è il soggetto di gran lunga più conosciuto della storia dell'aviazione al pari dello Spitfire, del 104 e del Phantom, per cui non sto a dilungarmi oltre nella trattazione storica di questo soggetto.
La mia idea modellistica non è partita dal fatto che avevo in casa il modello della Matchbox di tale velivolo (sulle cui caratteristiche bisognerebbe almeno spendere qualche parola), quanto dal fatto che mi trovavo tra i piedi la scatola Esci del carro Half-Track da 3 tonnellate in dotazione all'Afrika Korps. Il perché avessi comprato quel kit terragno, essendo io un modellista aeronautico, non lo ricordo, forse un momento di perdizione od un attacco di arteriosclerosi, ma ormai quello che era stato, era stato ed ho deciso che in un qualche modo ne avrei fatto uso.
Mi è nata l'idea di ambientare il carro in territorio desertico durante il casuale ritrovamento di un velivolo della Luftwaffe disperso in azione. Il diorama, ad una progettazione preliminare, appariva povero ed ho deciso di acquistare una scatola dell'Opel Blitz Esci 1/72 da aggiungere al diorama sfruttando la contemporanea presenza, in quest'ultima scatola, dei figurini dell'Afrika Korps.
I problemi che ho incontrato sono stati sostanzialmente tre ovvero la realizzazione accurata dei carri, la colorazione dei figurini e la costruzione della base sulla quale appoggiare il tutto.

Il Velivolo
Il velivolo in se non ha dato soverchie difficoltà giacchè di buona qualità ancorchè poco ricco di dettagli, tanto che sono stato costretto alla completa ricostruzione degli interni per i quali ho utilizzato quelli forniti da un vecchio '109 E dell'Airfix. Si, è vero, che il modello inglese è orrendo, ma i suoi interni si adattano molto bene ad un facile dettaglio ed all'inserimento nella fusoliera del Matchbox. Ho quindi dovuto solo dettagliare le pareti ed il cruscotto ed il tutto è stato chiuso nelle due semifusoliere, dopo una valida colorazione ed una enfatizzazione delle ombre e delle luci con washing e drybrushing.
Per ciò che ha riguardato la dotazione esterna, mi sono preoccupato di aprire il flabello del radiatore anteriore e di autocostruire i due radiatori subalari muniti di relativi flabelli aperti. Lo stucco non è stato impiegato in dosi massicce ed alla fine delle carteggiature di rito, sono passato alla colorazione che ha previsto l'impiego di colorii acrilici della Tamiya nelle tinte caratteristiche dei velivoli tedeschi in ambiente africano ovvero RLM Sand Braun 79 per le superfici superiori e RLM Hellblau 78 per quelle inferiori. La capottatura motore è completamente verniciata in RLM Gelb 04 . Maggiroi problemi li ho avuti con le decals che ho ottenuto a seguito di adattamenti di trasferibili e di altre decals provenienti da avanzi di altri modelli. Al termine, dopo le consuete passate dei trasparenti e dopo le varie operazioni per ombreggiare, lumeggiare ed "usurare" il modello, sono passato alla realizzazione dei mezzi terrestri.

Gli Automezzi
L'apertura delle confezioni dei due modelli da me acquistati, è stata accompagnata da stupore. Infatti, nonostante le piccole dimensioni dei modelli, questi appaiono incredibilmente dettagliati e costituiti da numerosi pezzi finemente ricchi di particolari. Sono rimasto colpito più dall'Half Track che dall'Opel Blitz che sebbene, quest'ultimo, sia di produzione più recente, presenta meno finezza di dettaglio del primo.
Per la costruzione mi sono attenuto scrupolosamente alle istruzioni, tranne che per l'apertura delle portiere e sono giunto alla fine senza problemi tranne che per i cingoli forniti in quel materiale gommoso che si adatta molto male alle strutture portanti ed ancor meno all'azione di qualsiasi collante o colore.
Le colorazioni mi hanno leggermente impegnato di più. Per l'Half Track ho utilizzato un comune colore Giallo Sabbia steso a pennello. Non sono stato a farmi tanti scrupoli in considerazione del fatto che l'ambiente desertico è in grado di modificare qualsiasi tinteggiatura e tono di colore e dato che i veicoli da me realizzati rappresentavano mezzi usurati, ho preferito calcare la mano sull'ambito legato all'invecchiamento ed ai chiaro-scuri.
La stessa cosa è stata fatta per l'Opel Blitz che invece del solo Giallo Sabbia, portava delle macchie di color Verde Scuro che ho realizzato ad aerografo secondo le istruzioni. Anche per questo veicolo ho profuso maggiore impegno per la lumeggiatura e l'ombreggiatura (prima l'una e poi l'altra, veramente!). Infine le decals che oltre ad essere in numero esiguo, sono anche totalmente non adesive.
L'ultimo passo è stato quello di aggiungere i trasparenti che la Esci (benamata Ditta oramai scomparsa) non inserisce mai nei suoi mezzi militari e che io ho riprodotto con del Kristall Clear.

I Figurini
Ho utilizzato quelli provenienti dalla scatola dell'Opel Blitz e mi sono subito reso conto di come la plastica che li costituisce sia la peggiore che si possa immaginare, poiché evita assolutamente ai colori di aderire alle superfici, costringendo il modellista ad evitare qualsiasi contatto con le superfici colorate anche dopo che siano passati diversi giorni dalla tinteggiatura, pena intere, drammatiche sverniciature. Per poterli colorare li ho dovuti fissare su degli stecchini e procedere dapprima con una mano di fondo e successivamente con il colore definitivo. Le solite applicazioni di lumeggiatura e ombreggiatura hanno completato il lavoro riuscito, in verità, non male. Un tocco di dinamismo lo ha dato il figurino del soldato che discende dalla parte posteriore dell'Half Track.

La Base
La costruzione della base non ha presentato difficoltà se non per il fissaggio alla cornice inferiore, fissaggio riuscito male ed irrimediabile.
Su uno strato di DAS ancora fresco ho passato le setole di uno spazzolino da denti usato per dare un aspetto mosso al terreno. Su questa base è stata applicata della granaglia ottenuta dalla sabbia igienica per gatti, fissata con del Vinavil. Ad asciugamento completo ho passato il Giallo Sabbia ed ho poi provveduto ad una leggera lumeggiatura.
L'intero elaborato ha richiesto circa un mese di lavoro quotidiano nel lontano 1993.

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