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Dewoitine D 520
Dewoitine D 520 Tamiya
Tamiya 1:48

Arrigo Babini

Il soggetto forse non è tra quelli più interessanti, ma per gli appassionati della Regia acquista comunque una certa rilevanza, poiché nel '43 alcune squadriglie della R.A. furono equipaggiate con questo caccia ormai obsoleto, ma pur sempre dotato di un cannoncino da 20mm, molto più efficace delle Breda - SAFAT 12.7 contro i bombardieri angloamericani.
Ad un prezzo più che onesto il kit rappresenta al meglio lo standard Tamiya, essendo composto di pochi pezzi, con un buon livello di dettaglio e stampate d'alta qualità: di conseguenza l'accoppiamento delle parti non presenta alcun problema, e l'uso dello stucco (in minime quantità) è limitato alle giunzioni della semiala inferiore con la fusoliera. L'unico neo è costituito dal radiatore ventrale del liquido, che non rispetta la forma della parte originale, e dalle sedi di fissaggio dei carrelli, che non consentono di aggiungere i bracci di azionamento delle stesse, se non a prezzo di una modifica molto laboriosa.

D 520 Arrigo - Interni

L'abitacolo richiede pochissime aggiunte: solo qualche cavetto da eseguire con fili di rame, alcuni fori nel seggiolino e piccoli dettagli da aggiungere alle pareti prima di colorare gli interni nel grigio-blu scuro che pare fosse usato sui caccia francesi. Un po' di dry-brushing in grigio-azzurro, qualche tocco di colore al cruscotto e una goccia di trasparente lucido sui quadranti degli strumenti danno presenza e profondità al tutto.

Il montaggio, come prima accennato, avviene velocemente ed agevolmente; volendo si possono autocostruire, come ho fatto, i supporti che ancorano le coperture dei vani del carrello alle gambe dello stesso, il supporto dell'antenna poiché quello del kit mi è sembrato di dimensioni esagerate, le canne delle mitragliatrici alari che s'intravedono dalle relative aperture, eseguite con aghi di siringa, e il tubo di Pitot, realizzato con cottonfioc stirato a caldo e filo di rame da 0.1mm. Quanto al radiatore del liquido, ho preferito lasciarlo così com'è, dato che essendo in posizione relativamente poco visibile non nuoce molto all'aspetto generale del modello.

Cruscotto D 520 - Arrigo

L'esemplare che ho scelto di rappresentare è il N°. 14 appartenente ad un lotto di caccia schierati in Francia sull'aeroporto di Montelimar (Istres), e qui prelevati tra il 20 e il 27 Febbraio del 1943 da alcuni piloti della R.A. per essere trasferiti in Piemonte. Di questo evento è rimasta una bella sequenza fotografica, che pur dando adito inevitabilmente a qualche interpretazione soggettiva, mette a disposizione sufficienti elementi per realizzare una replica piuttosto fedele del soggetto: dalle foto si può infatti notare sia il pronunciato stato di usura dei mezzi che l'obliterazione delle insegne francesi e dei relativi stemmi di reparto, probabilmente effettuata sul campo utilizzando alcune tonalità di grigio.

Arrigo D 520

Il tutto dà luogo ad un'araldica inconsueta ed originale: gli aerei mantengono infatti nelle superfici superiori la classica colorazione francese a bande color cachi, terra di Siena e grigio-azzurro medio, con quelle inferiori dipinte in grigio-azzurro chiaro; il cofano motore è colorato in grigio medio nella parte superiore e in grigio più chiaro nella parte inferiore; la deriva è anch'essa in grigio medio, con la croce sabauda ricavata dal tricolore francese (sono ancora evidenti alcune tracce di rosso e blu intorno alla scritta "Dewoitine D. 520") e gli stabilizzatori sono in grigio più chiaro; le insegne di reparto, le coccarde e le bande tricolori sulle ali sono coperte con mani dei due grigi, e sono state aggiunte bande alari bianche di riconoscimento.
La banda bianca in fusoliera, probabilmente già esistente, sembra coprire anche parte delle finestrature laterali dell'abitacolo (ciò è inequivocabilmente documentato sull'esemplare che porta il numero 6).
La mimetica del modello è eseguita con miscele di acrilici Tamiya, seguendo uno schema forzatamente di fantasia (giacché non ne era seguito uno fisso) ma comunque ispirato a riproduzioni di vari esemplari fotografati.

Arrigo D 520

Per quanto riguarda le insegne, è giocoforza eseguirle ad aerografo ricorrendo a mascherine adesive: particolarmente impegnativa è stata la realizzazione del numero "14", che presenta anche una bordatura nera sul suo lato destro (Nota: solo qualche settimana dopo aver finito il modello ho letto su una rivista specializzata la recensione di un nuovo foglio decal della Tauro, contenente anche le insegne dell'esemplare descritto: pazienza, può succedere).
Le scrostature di colore sulle superfici alari superiori sono state ottenute applicando una mano di Flat Aluminium Tamiya, ricoperto sulle zone interessate da piccole chiazze di colore a tempera; successivamente è stata applicata la mimetica, e, una volta asciutta, il colore a tempera è stato rimosso con l'aiuto di uno stuzzicadenti e di un pennello bagnato, lasciando scoperte le aree colore alluminio.
Le linee di separazione dei pannelli sono evidenziate con una miscela di acrilici Mo-Lak diluiti in fiele di bue, e una mano di smalto trasparente opaco della Model Master ha rifinito il tutto. Due parole su questo smalto: l'ho usato per la prima volta su suggerimento del Beltrammi, e trovo che il grado di finitura che consente sia nettamente superiore a quello del Matt Cote della Humbrol che avevo usato sino a ora; ha inoltre un'aderenza alle superfici trattate ed un essiccamento ottimali, consentendo di maneggiare poi il modello senza timore di lasciare antiestetiche "ditate"; bisogna però avere l'accortezza di diluirlo molto (circa 1 : 5, naturalmente con il suo diluente) e spruzzarlo a pressione piuttosto bassa (1.2 - 1.5 bar) altrimenti ha una resa eccessivamente opaca e tende a sbiancare.
Come documentazione, mi sono servito del numero 3 di Dimensione Cielo "Caccia Assalto" edizioni Bizzarri, di un vecchio numero del notiziario del C.M.P.R. più due preziosi numeri di "Replic" gentilmente forniti da Leo Bagnolini, e dalla pubblicazione "Regia aeronautica - Colori e Insegne 1935 - 1943" edito da Intergest.

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