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Ar 234

Giorgio Beltrammi

La disponibilità dei motori a reazione di produzione BMW e Junkers (BMW 003 e Jumo 004) portò agli inizi del 1941 allo studio e alla produzione di velivoli la cui soluzione propulsiva prevedeva l'impiego di questi nuovi motori. Tra i tanti progetti in valutazione a quei tempi, di cui taluni tanto avveniristici da essere futuribili ancora oggi, ottenero la commessa di produzione quelli della Messerschmitt (Me 262), della Arado (Ar 234), della Heinkel (He 162)e di altri.
Frutto degli studi di W. Blume e di Rebeski, il Arado 234 era nato come un ricognitore monoplano, monoposto, bimotore che avrebbe dovuto proprio essere equipaggiato con i nuovi propulsori alloggiati in apposite carenature sub-alari.

Presso Rheine in Westphalia, il 15 giugno del 1943, il prototipo Ar 234 V1, con ai comandi il capitano Selle, spiccò il primo volo. All'epoca il velivolo decollava munito di un carrello sganciabile ed atterrava su un pattino ventrale estensibile. Solo successivamente il velivolo venne dotato di un carrello retraibile e incluso nella fusoliera.

Ar 234 in maintenance

Il 3° prototipo (Ar 234 V3 DP+AW) era in pratica un preserie ed era provvisto di seggiolino eiettabile, di cabina pressurizzata e della possibilità di agganciare due razzi di decollo.
Con la serie B inizia la produzione di serie presso Lonnewitz in Sassonia e da qui il servizio di ricognizione armata, che svolgerà fino alla fine del conflitto.

IL MODELLO
Poche ditte producono modelli perfetti come Dragon. Bene l'Ar 234 in 1/72 di questa Ditta è semplicemente perfetto. La plastica grigio chiara con la quale sono stampati i numerosissimi pezzi, è leggermente vetrosa ma i pezzi più fini sono eccezionali. L'abitacolo è un kit nel kit e la presenza di tutto il muso vetrato, fa in modo che l'intero apparecchiamento interno sia ben visibile. Consolles e cruscotto ben stampati in fine rilievo, parti in fotoincisione, sedile con cuscino ben riprodotto e pedaliera pressochè realmente funzionante, costituiscono un abitacolo che, se ben colorato, ombreggiato e lumeggiato, può essere esposto singolarmente!!!

Ar 234

A conforto di quanto descritto vi sono i limpidissimi e fini trasparenti scomposti un pò in troppi pezzi ma ben stampati. Il resto è perfezione diffusa e basta dare un occhiata ai carrelli ed alle ruote per rendersi conto di quale precisione può essere capace la ditta estremorientale. Il foglio decals permette di realizzare due soggetti d'epoca e il '234 conservato negli USA.
Le istruzioni sono chiare sebbene vengano segnate le sigle dei soli colori Gunze e Italeri.
La mia realizzazione è stata scandita da un solo grido e da un solo idioma "Da Scatola!". Niente fronzoli, ne interventi di microneurochirurgia, se non l'apertura della botola trasparente d'accesso, poi riprodotta in fine acetato.

Ar 234

Ho profuso impegno alla realizzazione degli interni, sia nella parte realtiva alle strutture, sia nella colorazione, tuttavia grandi difficoltà ho avuto nel posizionamento e nell'allineamento dei trasparenti dopo che dalla calotta superiore avevo rimosso la botola di accesso. Il livellamento è stato ottenuto con cianoacrilico e Vinavil, tuttavia questa è stata la fase che ha lasciato più segni sul modello, e non belli ! Il completamento di ali e fusoliera, piani di coda e gondole motori è stato banale e semplice, visti gli allineamenti micromillimetrici perfetti. Insomma non ho avuto bisogno di usare nemmeno un milligrammo di stucco, solo quattro gocce di cianoacrilato.

Pilot incoming in your Ar 234 for a mission Ar 234

La colorazione è stata ottenuta con i colori della LifeColor al fine di realizzare un Arado Ar 234 B-2 F1+AS del 8./KG 76. La tinteggiatura prevedeva uno schema di 81/82/76 che ho ottenuto, come detto, con i seguenti colori LifeColor UA 053, UA 054 e UA 074.
Dapprima ho steso il 76 per le superfici inferiori poi, una volta asciutto, ho provveduto a mascherarlo per stendere l'82. Infine dopo ulteriori opere di mascheratura, ho applicato l'81.L'applicazione delle poche, sottili ed esatte decals, è stata preceduta dalla stesura di una abbondante mano di Gloss Cote della Gunze e seguita dalla ulteriore passata di Matt Cote della medesima Gunze. L'enfatizzazione delle linee di pannellatura, gli sbuffi di olio e di sporco sulle superfici e le metallizzazioni, sono stati ottenuti con metodiche oramai di dominio pubblico e non stò a dilungarmi su esse.

LA SCENETTA
L'Arado "Blitz" è un bel soggetto, d'accordo, ma talmente puro e limpido da essere desolante senza un minimo di ambientazione e così ho deciso che andava "contornato" da elementi più ... terreni.
La base del piccolo diorama è in polistirolo sagomato, leggero e duttile, sul quale ho attaccato un rettangolo di cartoncino (quello delle confezioni di calze femminili, tanto per intenderci) sul quale ho tracciato a penna le linee di separazione delle piastre cementate.
In un angolo della scenetta ho cercato di riprodurre la terra impiegando del DAS testurizzato con uno spazzolino da denti usato. Solo a DAS asciutto, ho proceduto a colorare la base con acrilici Tamiya stesi ad aerografo. Dapprima con un grigino qualsiasi ho colorato le piastre, poi con un marroncino casuale, ho dipinto la terra.

I passaggi successivi sono stati :

  1. riprendere a penna nera le linee tra le piastre
  2. stendere l'erbetta sul terreno con l'aiuto di Vinavil
  3. sporcare le piastre con gocce assai fini e piccole di tempera marrone nerastra
  4. smorzare il verde dell'erbetta con l'uso di marrone ad aerografo
I paletti che si vedono dietro al 234 sono della Esci e la botola rettangolare vicino e dietro al velivolo è autocostruita con plasticard.

Terminata la basetta, è stata la volta dei figurini e degli accessori.I quattro figurini provengono (tre) dalla scatola Airfix del personale Luftwaffe e (uno) dalla scatola della Preiser. Non hanno subito modifiche strutturali eccetto per il figurino semisdraiato sul velivolo, al quale ho tolto l'originale nastro dei proiettili.
La loro colorazione è stata semplice.
Le casse provengono da scatole della Esci, mentre il carrellino porta razzi è autocostruito con plasticard e frammenti rotondi di sprue.
L'immancabile telone (che sembra essere l'orrore dei miei colleghi modellisti, chissà poi perchè?) è stato ottenuto con un frammento di fazzolettino colorato e lumeggiato a dovere.

Ar 234 of Dragon

Ora - vi chiederete - perchè l'articolo, che sta per concludersi, si chiama "Colazione da Tiffany"?
Perchè i quattro sventurati della scenetta hanno a disposizione una bella cuccuma di caffè caldo (della Atlantic) appoggiata sopra un barile (della Esci) e tale munificienza (sic!), mi ha fatto riflettere sulle pessime condizioni in cui operava il personale di terra in quell'epoca di distruzione e dolore!
C'ho azzeccato, no?

Ar 234

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