Salta il menu

Torpedo Club - The Official WebSite Sito Ufficiale del TORPEDO CLUB di Rimini

[A] Chi siamo | [M] Adriakit | [G] Foto | [R] Rivista | [L] Links | [F] Forum | [E] Contattaci | [S] Segnala un sito

[H] Home >> Il FALCO I della SMER Stavebnice

Il FALCO I della SMER Stavebnice
Re 2000 Smer

Giorgio Beltrammi

Prima di dare inizio alla descrizione di quanto sono riuscito ad ottenere da un brutto modello della SMER, vorrei fare una breve premessa.
Io, per mia fortuna, sono uno di quei modellisti che ha tempo a disposizione e pochi altri interessi al di fuori del modellismo e dell'uso del computer e quindi non devo forzare il tempo o cercare di ottenere in un breve lasso di tempo, tanto risultato. Sono, per di più, idealista, squattrinato e costretto, di conseguenza, a fare di necessità virtù.
L'essere senza soldi mi porta a dover evitare con cura il costosissimo Aftermarket modellistico e ad acquistare, di un soggetto, la scatola che costa di meno. L'essere un idealista mi porta a credere di poter ottenere da un modello arcano e pessimo, gli stessi risultati che si potrebbero ottenere, a parità di soggetto, da un kit di ultima generazione.
Però con questi "difetti" ho la soddisfazione di realizzare discreti modelli partendo da kit inguardabili od inaffrontabili da chi ha meno tempo, più soldi e meno idealismo di me.
Tutti quanti quelli che conoscono il modellismo operativo e non chattato, sanno che i modelli della SMER sono talvolta degli ammassi informi di plastica in qualche modo stampata e sono da comprare non per aprirne la scatola, quanto per collezionare un pezzo di storia antica del modellismo. Tuttavia e meno male, hanno un pregio impareggiabile, quello di cercare di riprodurre ad iniezione e seppur rozzamente, le linee di soggetti trascurati da altri o che altri hanno riprodotto con sistemi costosi, difficili da gestire o da rimediare. E' il caso del CR 42, dell'S-79, del G-55, del C-200 e del Re 2000 Falco, oggetto di questo articolo.

Re 2000 Smer

IL MODELLO
Il kit della SMER, meglio stampato del C 200 parimarca, è orrendo sotto quasi tutti i punti di vista. Funestato dalla presenza di centinaia di bave di stampaggio, da decine di ritiri, da una bullonatura navale, da pezzi di fantasia, da linee quasi esatte e da soluzioni di montaggio cervellotiche e scomode, il kit è in robusta plastica grigio medio.
Dopo aver passato diversi minuti in trance, dopo aver lottato con la nausea e con il mio braccio sinistro che ostinatamente cercava di gettare dalla finestra l'intera confezione, ho pianificato i lavori da fare ed alla fine della analisi, questi si sarebbero concentrati su :
- Abitacolo
- Apparato propulsivo (Elica, Ogiva, Motore, Cappottatura, Scarichi)
- Ali e Piani di coda (Alettoni, cerniere, Ipersostentatori, timoni di profondità)
- Fusoliera (Profilo)
- Carrelli
- Dettaglio generale (Pannellature, superfici)
- Colorazione e insegne
E nient'altro, direte voi?
Secondariamente ho pianificato dove e cosa avrei cercato di strafare (vano armamento e ricambio fluidi). Infine ho provveduto a scegliere di quale soggetto avrei reso colorazione e insegne.
L'inizio è stato traumatico! Un ora intera spesa a purificare i pezzi dalle sbavature di stampa! Avevo l'esaurimento nervoso quando ho provato ad allineare i pezzi ed ho controllato che le linee fossero corrette, analizzando dove avrei dovuto agire.
- Ho lisciato tutte le superfici del modello per asportare i bulloni da panzer che le costellavano fittamente.
- Ho reso circolare la sezione inferiore della fusoliera dietro il bordo d'uscita alare alla radice delle ali stesse che nel kit è quadrata in modo irreale
- Ho incollato le due semiali esterne al pezzo alare unico inferiore ed a questo complesso ho unito il troncone centrale superiore nel quale è compreso il pavimento dell'abitacolo. Non potete credere a quanti dislivelli sono presenti tra i vari pezzi, dilivelli che hanno richiesto 4 stuccature, molte lisciature ed altre 3 o 4 rettifiche a stucco e cianoacrilato.
- Ho aperto, da entrambi i lati della fusoliera, le pannellature fenestrate del vano ricambio fluidi. I pannelli di chiusura con la relativa fenestratura, sono stati poi realizzati in plasticard da 0,25 mm., curvati e muniti di ganci di chiusura.

Re 2000 Smer

- Ho colmato con cianoacrilato i ritiri sparsi in qua e in la
- Ho tagliato, per riposizionarli inclinati, gli alettoni, i piani mobili di coda e gli ipersostentatori. Questi, autocostruiti con plasticard, sono stati poi divisi in due sezioni per lato come negli esemplari operativi.
- Ho reinciso le pannellature.
Questi sono stati i lavori sul "grosso" del modello, poi sono sceso verso i dettagli più piccoli.

Abitacolo del Re 2000

- Ho rifatto il pianale dell'abitacolo con un pezzo sagomato del solito, beneamato, plasticard
- Ho riprodotto le strumentazioni sulle pareti laterali dell'abitacolo, impiegando frammenti di plasticard, fili di rame ed altro ciarpame
- Ho autocostruito la pedaliera e la barra di comando con fili di sprue e plasticard
- Ho ricostruito l'ordinata posteriore dell'abitacolo che era poi un disco forato e che io ho riprodotto con plastiicard sagomato
- Ho autocostruito le due sezioni del cruscotto, la barra trasversale che li agganciava, le culatte dei cannoncini ed il resto della struttura dell'abitacolo
- Ho autocostruito il seggiolino utilizzando del plasticard e dotato di cinture di sicurezza ottenute da del nastro da carrozziere.
- Ho ristampato in acetato la parte scorrevole del tettuccio
- Ho riprodotto con plasticrod e acetato, il collimatore S. Giorgio.
Dopo la colorazione degli interni con Verde Anticorrosione (LifeColor UA 116 leggermente scurito con del nero) e con altri colori come nero, alluminio e grigio, ho provveduto a rendere un buon binomio ombreggiatura/lumeggiatura con il sistema conosciuto da tutti

Pannello sinistro dell'abitacolo Pannello destro dell'abitacolo

Ho chiuso le due semifusoliere dopo che ho autocostruito le poche strutture che sono visibili nel vano ricambio fluidi. La fusoliera chiusa è poi stata incollata al complesso alare di cui sopra, così come le parti fisse dei piani di coda sono state unite alla fusoliera. Da questo momento in poi è ricominciatoo il festival delle stuccature, delle lisciature, dei ritocchi, delle nuove lisciature, delle bestemmie, delle imprecazioni e di tutto quello che può rendere isterica una persona all'apparenza normale (ho detto "... all'apparenza"!). Due settimane di impegno quotidiano hanno portato il kit più volte sul davanzale della finestra, pronto a spiccare il volo, ma non ho potuto compiere l'insano gesto. Meno male!
Nel frattempo ho preso in cura l'intera struttura del propulsore, per cui ho dovuto:
- Pulire dalle bave di stampa, la cappottatura motore
- Praticare i fori delle mitra badando a rimanere in asse con la linea del velivolo
- Rifare la bocca della presa d'aria del carburatore, impiegando del plasticard da 0,25 mm., riproducendo anche la paratia mediana. Il tutto è stato raccorddato alla parte posteriore della presa d'aria con innumerevoli ritocchi a cianoacrilato.
- Asportare i flabelli di ventilazione, rifatti poi in plasticard da 0,25 mm. e riposizionati un po aperti
- Forare la presa d'aria del raddiatore dell'olio posta inferiormente
- Rifare le aste di punteria dei cilindri del motore, impiegando delle sprue filato
- Rifare il cono anteriore del motore con un cono di plastica tratto da un serbatoio di un HH-3E della Starfix (pensa un pò!).
- Staccare le pale dell'elica dall'ogiva, ripulirle e lisciarle a modino
- Rifinire e lisciare l'ogiva
Quindii ho sporcato e lumeggiato l'intero motore, le pale dell'elica, l'ogiva e l'interno della cappottatura.
Quando la fusoliera ha raggiunto il giusto grado di finezza e dettaglio, è stata unita ad essa la cappottatura motore con motore incluso, quindi è stata la volta di unire i due piani mobili di coda e gli alettoni. Nel frattempo ho dettagliato gli interni del vano ipersostentatori, riproducendo le numerose centine con delle striscioline di plasticard da 0,25 mm e con altre striscioline ho dettagliato la faccia interna degli ipersostentatori stessi.
Ho proceduto altresì ad autocostruire l'intero complesso dei carrelli, impiegando plasticrod, strisce di rame e filo di rame. Di quanto fornito dal kit, ho impiegato i soli copriruota e le ruote, che hanno subito la ricostruzione dei cerchioni con dei dischi di plasticard.

Re 2000 Smer

Dopo nuove lisciature, rettifiche e ritocchi di superficie, il modello è stato infine lucidato e sottoposto ai processi di colorazione.
Il velivolo che ho riprodotto è il Re 2000 3^ serie "74 nero" della 74^ Sq. del 23° Gr. Aut. di base in Sicilia nel 1942. Colorazione in Verde Oliva Scuro 2 (LifeColor UA 111) per le superfici superiori e Grigio Azzurro Chiaro 1 (LifeColor UA 113) per quelle inferiori. La metà anteriore della cappottatura è in bianco, così come l'ogiva, la fascia bianca in fusoliera e la croce caudale. Lo stemma sabaudo è all'incrocio dei bracci della croce, mentre i fasci allari sono neri su fondo trasparente. Non sono presenti i fasci policromi in fusoliera.
Ho proceduto con la stesura a pennello di un sottofondo di grigio medio, poi ho steso una mano di verde chiaro (tipo 34102) sul quale ho passato, in corrispondenza delle pannellature, il nero opaco. Solo successsivamente ho passato il V.O.S. 2 molto leggermente in modo tale che le pannellature risaltasssero leggermente sulla tinta verde di base.
Una abbondante passata di Gloss Cote Model Master, ha preceduto le fasi di decalling e di sporcatura delle linee di pannellatura. Al termine, dopo una passata di Matt Cote Model Master, ho provveduto a metallizzare il modello ed a rendere usurate le sue superfici.
L'incollaggio degli ultiimi dettagli strutturali e l'unione dei trasparenti, hanno cooncluso la mia lavorazione su un modello estenuante, ma generoso di soddisfaziioni.


Torpedo Club WebSite a Scale Modelling WebSite from Italy
Powered by Giorgio Beltrammi
Copyright 2001-2003

A-Prompt Version 1.0.6.0 checked. WAI level 'double A'd
Torna su