58 anni dopo, domani cioè, si commemora
uno dei giorni più controversi, attesi e sfortunati della
storia della nostra nazione.
I fatti del 25 luglio precedente, avevano già segnato una
svolta epocale in un Italia avvinta, da una passione fatale, al
regime mussoliniano.
Dopo quel fatidico giorno, l'Italia non sarebbe stata più
la stessa, ma per quarantacinque giorni sembrava non essersene
accorta, stordita com'era da un evento che, solo fino al giorno
prima, era letteralmente imprevedibile.
La Regia Aeronautiica, arma prediletta del Duce, rimase sospesa
in una operatività limbica, presa dal doversi difendere
dagli incursori americani, o dal dover rallentare la risalita
della penisola da parte degli alleati.
In quel periodo Badoglio, del quale anche volendo riscriverne
generosamente la storia, fu personaggio grandemente ambiguo ed
incline al compromesso più sfacciato, preso dai dubbi e
dal sentito timore che le cose potessero ricapovolgersi
esternò, in quel frangente, un comportamente più
fascista di quello che aveva, fino a quel momento, fatto vedere,
ma non appena le condizioni divennero inaffrontabili, non
esitò a fare il grande passo e firmare un armistizio che
gettò di fatto, e senza retorica politica di parte alcuna,
il paese nel baratro della Guerra Civile.
Con la fuga, non soltanto sua, non pensò a difendere il
paese dal terrificante, prevedibilissimo avversario! Uno degli
episodi più vergognosi di tutta la storia italiana!
La Regia Aeronautica, dal canto suo, dopo l'8 settembre
divenne una forza armata virtuale e fantasma di se stessa. I
piloti furono costretti a scegliere se schierarsi al sud con la
neonata AeroCob, od al nord con l'altrettanto neonata ANR della
Repubblica Sociale Italiana.
Quelli che erano stati commilitoni e piloti amici sopra le ali
della Regia, divennero nemici ed avversari in una guerra fatta da
altri in casa propria.
Le gloriose croci caudali bianche, lasciavanoo il timone di coda
dei velivoli per sempre, i fasci distribuiti copiosamente su
tutto il velivolo, venivano sostituiiti dalle laconiche coccarde
dell'AeroCob o dai fasci stilizzati della ANR.
C 202 contro Folgore, Veltro contro C 205, Ariete contro Ariete,
Sparvieri contro Sparvieri. Un caos!
Oramai sappiamo da un bel pezzo come sono andate le cose ed
è quasi facile schierarsi con chi ha vinto, ma non
dobbiamo dimenticare chi è rimasto sconfitto, nonostante
l'ardore nutrito per la millantata, impossibile, vittoria.
A tutta l'AeroCob ed ai suoi piloti va il merito di aver
collaborato, con scarsità di mezzi, alla liberazione
dell'Italia dall'assedio ignobile dei nazisti e di avere
gloriosamente gettato le basi della futura Aeronautica Militare
Italiana.
A tutta L'ANR ed ai
suoi piloti va il merito di aver portato in volo con successo,
quei velivoli che hanno rappresentato la massima espressione
della industria aeronautica italiana, e non solo, dell'epoca e di
aver creduto fermamente nelle proprie idee, comunque oggi le
concepiamo.
E' vero che la storia non si scrive con se e ma, tuttavia mi
chiedo cosa sarebbe potuto nascere dalla nostra industria se
quell'8 settembre non fosse mai iniziato. Vorrei infatti
rimarcare il fatto che già dal 1940-41 nascevano, sui
tavoli tecnici di Reggiane, Macchi, Fiat, CRDA ed altri,
progetti quali il Re 2006, il C 205 N, il Fiat G-55, il Cant Z
1018 ed altri prestazionalmente ancora più spinti.
Una cosa è certa. Quell'8 setttembre ci ha tolto
dall'imbarazzo del ventennio fascista e questo non va mai posto
in secondo piano, ma ha sancito anche la fine di una magnifica
tradizione di indipendenza tecnico-aeronautica.