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Lockheed F94-B “Starfire”
Lockheed F94-B “Starfire”
Hobbycraft 1/48

di Arrigo Babini

I jet degli anni ’50 hanno un fascino particolare, e ho sempre avuto intenzione di costruirne uno. Sicuramente l’F94-B della Hobbycraft non è il più semplice da affrontare, ma altrettanto sicuramente il soggetto è fra i più originali, e caratterizzato da una sua storia. Si può dire infatti che l’F94 fu il primo caccia ognitempo, la cui esigenza fu particolarmente sentita alla fine degli anni ’40, quando gli americani si resero conto che l’Unione Sovietica poteva colpire il loro territorio in qualsiasi momento e condizione con i Tupolev Tu-4 (copie del B-29). Il programma dell’F-89 procedeva a rilento, e fu ordinato lo sviluppo di un caccia biposto partendo dalla cellula di un P-80, equipaggiata con radar e dotata di un Allison J33-A-3 con postbruciatore. Il risultato fu appunto l’F-94A (circa 110 aerei costruiti), seguito dall’F-94B (149 aerei) e dal ben più prestante C (389 aerei).

Particolare dell'abitacolo | Particolare del tettuccio aperto e della presa d'aria sinistra
Particolari dell'abitacolo, del tettuccio sollevato e della presa d'aria sinistra

Il kit della Hobbycraft necessita di un grosso lavoro (solo l’ala non richiede quasi modifiche e può essere usata così com’è), ma ha alcuni indubbi pregi: è abbastanza corretto in forma e dimensioni, tutto quello che manca può essere facilmente aggiunto e ha ruote e carrelli molto belli. Il resto è praticamente tutto da modificare e autocostruire: le pannellature sono in negativo, ma in gran parte sono sbagliate (credo che l’Academy con lo stesso stampo appena modificato faccia il T-33) o inesistenti, le prese d’aria sono da modificare a causa della loro forma e spessore così come il cono di coda, gli interni sono quasi inesistenti e quello che c’è in ogni caso è sbagliato.
Le decalcomanie sono totalmente inutilizzabili, poiché errate e rigide come fotoincisioni.

La bella linea del modello dello Starfire
Particolare della colorazione completa del modello e della perfetta resa dell'effetto metallo

F-94 in volo
F-94 Starfire in fase di atterraggio sullo sfondo di un cielo limpidissimo

Ho iniziato a costruire questo modello a tempo perso nel Dicembre del 2001, e vincendo la forte tentazione di pestarlo sotto ai piedi che più volte mi ha preso durante la sua gestazione durata quasi 20 mesi sono finalmente riuscito a finirlo. I lavori più importanti sono quelli richiesti dall’abitacolo che ho autocostruito completamente, compresi i seggiolini, cruscotti, pannelli laterali e visore radar, e da tutta la zona anteriore della fusoliera. Le superfici di raccordo ala-fusoliera richiedono importanti stuccature e finiture (ho usato cianoacrilato); il tutto è poi complicato dal fatto che la plastica, molto fragile e vetrosa, si incrina molto facilmente. Una storia a parte meriterebbe il tettuccio trasparente, che è stato termoformato usando quello del kit come matrice, poi rifinito con lamine di ottone, nastro adesivo in PVC, quindi verniciato e immerso in cera Future.

La colorazione è però stata la parte sicuramente più impegnativa e lunga: le superfici esterne richiedono una finitura a specchio prima di ricevere il metallo naturale. Il modello è stato verniciato almeno tre volte: prima con argento acrilico Marabu, poi col Polished Aluminium della Humbrol e quindi con l’Aluminium Metalizer della Model Master seguito da una mano del suo Sealer lucido trasparente. Poiché nessuna di queste finiture mi ha soddisfatto, ho sverniciato tutto e ho provato l’Aluminium Metalizer miscelato in parti uguali con il Sealer lucido, dopo aver verniciato il modello con una base acrilica costituita da una miscela di nero e blu lucidi Tamiya diluiti con acqua distillata: il risultato mi è sembrato alla fine soddisfacente. I fregi gialli e neri sono stati successivamente dipinti ad aerografo con acrilici Tamiya opacizzati con Flat Base, con l’aiuto di maschere adesive disegnate a computer e ritagliate, e poi ritoccati a pennello dove necessario. E’ da notare che questa decorazione è una delle versioni proposte dalla scatola, ma come già detto le decal non sono utilizzabili, neanche come master per realizzare le mascherine, essendo sbagliate anche come forme e dimensioni. Ho fortunatamente trovato alcune foto dell’esemplare che ho riprodotto (appartenente al 59° FIS, di base a Goose bay, Labrador, nei primi anni ’50) seguendo alcuni link partendo da un articolo su Hyperscale, su un sito internet di cui ho purtroppo perso l’indirizzo, e che si sono rivelate fondamentali per la corretta riproduzione del soggetto. Per quanto riguarda le decal usate, le insegne americane provengono da un foglio Superscale (poiché erano molto lucide sono successivamente state opacizzate ad aerografo con una miscela di Future e Flat Base), stemmi, numeri di squadriglia e stencils sono fatti in casa, disegnati prima a computer con Corel Draw e poi stampati su trasparente Tauro con stampante laser; le scritte USAF, le bande rosse alari e di fusoliera, così come la superficie antiriflesso sono state realizzate ad aerografo con mascherine adesive.

Particolare della coda del modello
Particolare della poppa del modello. Da notare il segno lasciato dal fumo dietro agli sfiati

Per i lavaggi delle zone interne del carrello e dei solchi in negativo delle pannellature e scarichi ho usato una miscela di acrilici Mo-Lak diluiti con detersivo liquido per piatti, tensioattivo ideale che non rivela assolutamente il pigmento della vernice.

Il modello è poi stato fissato su una basetta che riproduce la pavimentazione gelata della base di Goose Bay, realizzata con una lieve spolverata di bicarbonato di sodio fissato con colla vinilica diluita con acqua, seguita da un lavaggio a pennello con Future.

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Prua del velivolo | Vista anteriore | Muso dell'F 94 | Abitacolo | Immagine laterale

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