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Douglas DB7-B Boston III, 22° Squadron RAAF
Bouglas DB7-B Boston III
AMT/ERTL 1/48

Arrigo Babini
Comprai il kit dell'A20-B/C in 1:48 dell'AMT/ERTL da un amico qualche anno fa, con l'intenzione di farne un DB7 australiano, ed è rimasto in scatola per tanto tempo perché non riuscivo a trovare un soggetto interessante da riprodurre. Poi, sfogliando una copia di Scale Aircraft Modelling, vidi un articolo con una esauriente storia sui DB7 della RAAF e tante buone immagini, fra cui quella che aspettavo per avere il giusto spunto: la foto che ritrae il Boston DU-F del 22° Squadron di base a Vivigani Strip, Goodenough Island, Nuova Guinea nel 1943. L'aereo è ripreso dall'alto in volo sul mare: è chiaramente visibile lo schema mimetico di tutte le superfici superiori ed il suo stato di degrado, con parte delle ali e della coda rimpiazzate da parti cannibalizzate da altri aerei.
Partenza immediata: il kit è onesto, con interni sufficientemente dettagliati (tranne che nella postazione del mitragliere, da rifinire quasi completamente), un accoppiamento delle parti ragionevole e qualche modifica, da effettuare nelle NACA e nelle gondole dei motori, che mi preoccupava un po'.

Boston Canopy Boston Gunner canopy

Alla prova dei fatti, la costruzione si è rivelata meno complicata ma più lunga e noiosa del previsto (le grandi e per me inconsuete dimensioni del modello non mi hanno aiutato, tutt'altro): il dettaglio in autocostruzione degli interni si è rivelato relativamente semplice, così come le modifiche alle carenature (asole di raffreddamento) ed alle gondole dei motori (i tubi di scarico sono stati realizzati sagomando spezzoni di una cannuccia da bibite), mentre i punti critici sono costituiti dall'accoppiamento delle ali alla fusoliera (risolto dopo molti tentativi semplicemente aumentando l'altezza del longherone fornito dal kit per ottenere il giusto diedro alare), dal montaggio del carrello (i cui supporti vanno montati prima di chiudere le gondole motore), e dai trasparenti (decentemente sottili, ma che fatica farli combaciare con la fusoliera). L'uso dello stucco è comunque molto limitato. Non bisogna dimenticarsi inoltre di aggiungere un peso di circa 35-40gr. nel muso, dato che l'A20 aveva un carrello triciclo.

Boston engine and NACA Boston Details

Altri interventi da effettuare sono costituiti dal dettaglio delle Browning binate e delle 4 armi dello stesso tipo installate nel muso: le canne forate sono ottenute da profilati Evergreen da 1,6mm, i cui fori sono stati praticati con una punta da 0,5mm con l'aiuto di una piccola dima di foratura autocostruita. Non sapendo come erano disposte e installate le quattro Browning anteriori e non essendo riuscito a trovare una documentazione esaustiva, ho messo un "post" sul forum di Hyperscale: dopo poche ore un gentilissimo collega australiano mi ha inviato delle splendide foto di un esemplare magnificamente restaurato, con impressionanti primi piani dei dettagli che cercavo. Potenza di Internet!

Boston

Ho effettuato la colorazione, come mio solito, con miscele di acrilici lucidi Tamiya, senza riferimenti al Federal Standard, dato che i Boston consegnati agli australiani erano colorati con vernici DuPont per le quali non è possibile stabilire una corrispondenza precisa, ma comunque somiglianti ai Dark Green e Dark Earth inglesi per le superfici superiori e in Sky Gray DuPont (un grigio azzurro chiaro) per quelle inferiori. Insegne e codici di reparto sono in parte dipinte con mascherine adesive e in parte provengono da un foglio Aeromaster sugli A20. I trasparenti sono stati trattati, immergendoli interamente e poi facendoli asciugare, con la famosa cera Future, che ho avuto modo di procurarmi approfittando di un viaggio negli Stati Uniti di mia cognata (la quale avrà sicuramente pensato che sua sorella ha sposato uno squilibrato che si fa comprare due litri di cera per pavimenti a più di 10.000 km da casa). La curiosità era però tanta, e il prodotto è sicuramente efficace, ma non ho avuto il coraggio di provarlo con l'aerografo, non si sa mai.

La solita passata di smalto trasparente opaco Model Master ha completato il modello.

Solo a questo punto ho notato un (ora) evidente ma ormai irrimediabile errore del kit, poiché le strutture e le gambe di forza dei carrelli principali andrebbero posizionate, rifacendo i fori di fissaggio, più avanti di circa 5 mm rispetto alla posizione imposta dal kit. Troppo tardi, speriamo che non si accorga nessuno.

Due parole sulla documentazione consultata. I fiumi di inchiostro versati su un "In Action" della Squadron, in una costosa monografia polacca e su due numeri di "Replic" non sono valsi nemmeno la metà di un articolo da otto facciate di Giorgio Salerno (comprese quattro tavole di disegni al tratto) su un vecchio "Aerei Modellismo" di quasi 20 anni fa, fitto di informazioni e particolari che stupiscono: di queste cose si sente davvero la mancanza "

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