Arado 196
d
Heller 1/72
Carlo Melia
L'
Ar 196 rappresentò
l'ultimo idrovolante da combattimento costruito in Europa,
operando nel Mare del Nord, in Atlantico, nel Mediterraneo,
nell'Egeo e nel Mar Nero, dimostrando doti di eccezionale
robustezza e affidabilità.
d
Nella scala 1/72 il velivolo è stato trattato
discretamente bene, anche se in tempi remoti, con due scatole,
una della francese
Heller e una dell'
Airfix, entrambe valide ma bisognose di un
discreto lavoro di 'ammodernamento'. Io sono partito dal kit
francese.
Come da prassi il mio lavoro è iniziato dall'abitacolo che
appare scarno e con diversi errori. Dopo aver assottiglaito le
pareti interne della fusoliera, ho provveduto a ricostruire la
struttura tubolare dell'abitacolo, ho eliminato il ponte che
separa il posto anteriore da quello posteriore, ed al suo posto
ho costruito il traliccio che divide l'abitacolo. Per questi
lavori mi sono servito di sprue filato.
A questo punto ho provveduto a costruire tutte le strutture
caratteristiche del posto di pilotaggio ovvero, pianale,
seggiolino, cruscotto, pedaliera, barra di comando,
apparecchiatura radio e leva per il controllo dei timoni dei
galleggianti.
Per quanto riguardava il posto del mitragliere-osservatore, ho
aggiunto la cassetta contenente il nastro per la
MG 15 ed ho praticamente rifatto
l'intera mitragliatrice stessa. Ho ricostruito il seggiolino del
mitragliere con le relative guide e, infine, ho autocstruito i
quattro braccioli.
All'esterno della fusoliera ho praticato gli incavi per
l'alloggiamento degli scarichi, che ho poi autocostruito in
plasticard, ho ricostruito il radiatore dell'olio, ho
autocostruito i cavi di sollevamento a partire da una treccia di
fili di rame dello spessore opportuno, ho rifatto l'attacco per
la catapulta e ho aggiunto le antenne sotto la fusoliera.
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Il motore, la cappottatura dello stesso e l'elica hanno richiesto
una certa attenzione. In particolare il motore ha richiesto
l'autocostruzione delle aste dei bilanceri, l'aggiunta dei cavi
delle candele e l'autocostruzione della scatola del
riduttore.
Nella cappottatura motore ho dettagliato la zona relativa al
condotto di sparo della mitragliatrice in caccia.
I galleggianti, benchè esatti nella forma, mancano delle
nervature di rinforzo longitudinali e dei pannelli dei tappi dei
serbatoi, inoltre è necessario aggiungere i cavi di
articolazione dei timoni.
Nelle ali è stato sufficiente incidere le pannellature,
eliminare gli attacchi
ETC stampati nell'intradosso
delle ali e rifarli, segare e riposizionare i flaps, ricostruire
le due mitragliatrici.
Stesso discorso per i piani di coda che, disegni progettuali alla
mano, sembrano abbastanza precisi nelle forme.
Infine gli ultimi lavori hanno riguardato l'assottigliamento dei
montanti dei galleggianti, l'autocostruzione del carrello di
alaggio con profilati Evergreen, plasticard e legno destinato
alla copertura dei ponti delle navi.
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La colorazione è stata effettuata con acrilici Gunze. Gli
interni sono nel classico 02 schiarito e sporcato, il cruscotto
è in 66.
La mimetica è in 72/73/65 schiariti per l'effetto scala,
mentre le varie insegne di teatro sono in giallo 04.
Dopo l'applicazione delle decals, tutte le pannellature sono
state evidenziate con un grigio ad olio diluito con acqua
ragia.
Secondo la nuova filosofia plastimodellistica aerea, il modello
è stato ambientato in un semplice diorama che riproduce un
idroscalo di Creta nel 1941. Il
Kettencraftkrad è della
Hobbycraft ed è stato abbondantemente
rivisto e corretto. I figurini provengono da varie scatole e sono
stati un pò modificati nelle loro posizioni.
Questo lavoro ha comportato un notevole impegno di energia e
tempo necessari sia alla costruzione del modello che al
reperimento della documentazione. A tal proposito di notevole
aiuto si è rivelato un vecchio articolo di Giampiero Piva
apparso su Aerei Modellismo vent'anni fa circa. Inoltre ho
impiegato una pubblicazione, la
Wydawnictwo
militaria n°53, dedicata all'
Ar 196 e putroppo solo in lingua polacca
(con sottotitoli in ungherese
,
n.d.r.). Infine ho impiegato
l'immancabile e fondamentale '
Luftwaffe Color
& Markings', pubblicazione che non dovrebbe mancare a
chi vuol riprodurre aerei tedeschi della Seconda Guerra
Mondiale.
Carlo
Melia