Culodritto

Ma come vorrei avere i tuoi occhi,
spalancati sul mondo come carte assorbenti
e le tue risate pulite e piene, quasi senza rimorsi
o pentimenti,
ma come vorrei avere da guardare
ancora tutto come i libri da sfogliare
e avere ancora tutto, o quasi tutto, da provare.

Culodritto, che vai via sicura,
trasformando dal vivo cromosomi corsari,
di longobardi, di celti e romani dell'antica pianura
di montanari,
reginetta dei telecomandi,
di gnosi assolute che asserisci e domandi,
di sospetto e di fede nel mondo curioso dei grandi,
anche se non avrai
le mie risse terrose di campi, cortili e di strade,
e non saprai
che sapore ha il sapore dell'uva rubato a un filare,
presto ti accorgerai
com'è facile farsi un'inutile software di scienza
e vedrai
che confuso problema è adoprare la propria esperienza;
Culodritto, cosa vuoi che ti dica?
Solo che costa sempre fatica
e il vivere è sempre quello, ma è storia antica.

Culodritto, dammi ancora la mano,
anche se quello di stringerla è solo un pretesto
per sentire quella tua fiducia totale che nessuno mi ha dato,
o mi ha mai chiesto;
vola, vola tu, dove io vorrei volare
verso un mondo dove ancora tutto è da fare
e dove è ancora tutto, o quasi tutto, da sbagliare.


by Francesco Guccini

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