UN'ALTRA TRAGEDIA ESTIVA
Era stato abbandonato su una strada in una torrida giornata di quella torrida estate. Non poteva andare in vacanza con la famiglia. "La strada è lunga", "Dove lo mettiamo?" e poi ancora "Sporca e i vicini si lamentano per il rumore che fa la notte". Emblematica l'espressione che il volto del padre, il capo famiglia, assunse quando disse "Ve lo avevo detto io, non è un giocattolo, non avremmo dovuto portarlo in casa!" con il sorriso tipico di chi sapeva di avere ragione sin dall'inizio.
Però ormai il danno era fatto. La sosta all'Autogrill gli era stata fatale; quella che lui considerava (e che forse tuttora considera) la sua famiglia lo aveva lasciato lì. Senza cibo né acqua, sotto un sole cocente, intrappolato in quel traffico che probabilmente gli sarebbe costato la vita. E lui li vide allontanarsi verso l'aria fresca della loro meta di villeggiatura; non so se capì esattamente cosa stesse succedendo.
Provò a rincorrerli con tutte le forze che aveva in corpo, ma erano poche perché ormai era vecchio e stanco e si sentiva tanto inutile.
In macchina un accenno di pentimento portò a qualche discussione. "Avremo fatto la cosa giusta?" "Come farà adesso?". Un silenzio che diceva tutto, interrotto solo dal singhiozzo dei bambini che ripetevano "Era nostro! Era nostro!". Però subito dopo nella testa dei genitori prendevano il sopravvento pensieri come "Ma sì, in fondo è meglio così" "Forse lo prenderà su qualcuno" "Se la caverà", quasi a volersi convincere di aver fatto la cosa più giusta.
Ci fu una frase però che mise tutti d'accordo in quella macchina diretta al mare chissà dove: "È stata la soluzione migliore… infondo il NONNO non andava d'accordo col gatto".
E questa è solo un'altra tragedia estiva.
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