TESTIMONIAL
Un ruolo importante all'interno di alcuni spot pubblicitari lo ricoprono i testimonial. Già, proprio loro che tutto si possono definire tranne che sconosciuti. Il testimonial, un personaggio di spicco (sportivo, giornalista, attore, showman…) che reclamizza un prodotto che forse non usa o che (peggio ancora) usa sino alla scadenza del contratto. Qualcuno di voi ricorderà la vicenda di Fiorello (spot per la Citroën AX Fiorello) che si vide togliere la macchina non appena esauriti gli obblighi contrattuali.
Ci sono diverse categorie di testimonial:
Chi lo fa per obblighi di sponsorizzazione (come per esempio gli sportivi).
Chi lo fa per motivi umanitari, cioè per devolvere il cachet ad associazioni benefiche (come per esempio Richard Gere e Harrison Ford).
Infine che si prodiga come testimonial per soldi o addirittura per fame (ad esempio Claudio Amendola ha amesso che per anni la sua famiglia ha vissuto con i contratti della Vernel ottenuti dal padre Ferruccio).
Ora analizziamo queste tre categorie con calma e lucido cinismo.
Prima categoria. Gli sportivi. Abbiamo visto la Compagnoni scendere giù per un pendio facendo lo slalom gigante tra un branco di cuochi messi come paletti; arrivata al traguardo Deborah è accolta dal capo cuoco che le offre un piatto di tortellini Fini. Lo spot è stato girato 247 volte per vari motivi, primo su tutti: ogni tanto la Compagnoni beccava uno dei paletti umani. Così ciak dopo ciak, forchettata dopo forchettata la sciatrice italiana ha messo su 18 chili.
Sempre tra gli sportivi di casa nostra abbiamo visto Roberto Baggio "recitare" per il latte Granarolo al fianco di una mandria di mucche. Anche in questo caso ci sono dei retroscena inediti: due mucche tifose del Parma hanno abbandonato il set e rescisso il loro contratto¹; ma soprattutto la cosa che nessuno sa è che Baggio all'inizio avrebbe dovuto dire una battuta però poi i pubblicitari hanno preferito farlo doppiare da una mucca operata di adenoidi.
Torniamo al mondo dello sci; tutti (purtroppo) abbiamo visto Alberto Tomba fare da testimonial per diversi prodotti: la pasta Barilla, un suo profumo, fondi neri a Montecarlo… La cosa più orripilante è stata però associare un profumo ad un uomo grosso, peloso e sudato come Tomba. Provate a comprare il profumo di Tomba e a pensare prima di usarlo al profumo (meglio, l'odore) dello stesso Tomba dopo la seconda manche dello slalom speciale al Sestriere. Non è orripilante?
In più occasioni abbiamo visto Marco Pantani alla guida di auto Citroën; curioso lo spot in cui il ciclista romagnolo cerca (in bicicletta) di investire se stesso (alla guida di un'auto), purtroppo senza riuscirci.
Seconda categoria. Scopi umanitari. In questa categoria rientrano i personaggi "meno peggio". Infatti non credo proprio che H. Ford guidi una Lancia. Ford avrà probabilmente una macchina americana (come quasi tutti i suoi connazionali), sempre che non vada a spasso su una limousine con tanto di autista.
Un discorso analogo si può fare per Richard Gere i suoi rapporti con la Ferrero. Chi può pensare che un uomo di classe come Gere vada all'opera con i Ferrero Rocher in tasca?
Terza categoria. Mercenari e affamati. In questa categoria rientrano molti pessimi elementi. Due esempi su tutti Pavarotti e le varie modelle volto delle campagne pubblicitarie di creme di bellezza (ringiovanenti).
Le modelle sono quasi tutte giovani (le più anziane sono sulla trentina²) e si permettono di propagandare prodotti che promettono di far sparire le rughe. Ma se rughe non ne avete mai visto in vita vostra! Eh, Cazzo!!! Isabella Rossellini è stata licenziata da una casa di cosmetici perché ritenuta troppo vecchia all'età di quarant'anni. Se queste famose creme sono davvero così efficaci come mai non c'è a pubblicizzarle neanche un'anziana?
C'è poi il caso Pavarotti, uno che sicuramente non muore di fame (e se così dovesse essere potrebbe sempre mangiare se stesso pezzo per pezzo e sfamare anche tutto il Sud America). Comunque, dicevamo di Pavarotti; il tenore modenese è testimonial del Monte dei Paschi di Siena e dice alla fine di ogni spot: "Conti perché non sei solo un conto!", e lui il conto ce l'ha e sostanzioso anche… a Montecarlo però. Così noi contribuenti ce la prendiamo in quel posto.
Poi ci sono dei personaggi che non sono propriamente dei testimonial ma che hanno fatto lo stesso la storia della pubblicità: quei personaggi che potremmo definire mascotte.
Spiccano in due su tutti: l'orsotto di Coccolino e l'ippopotamo azzurro della Lines.
Coccolino mi è sempre piaciuto perché mi ricordava il mio orso di peluche "Chiotto" però, devo dire la verità, ha sempre avuto un debole per l'ippopotamo. Quando ero in fasce pensavo che lo regalassero raccogliendo i punti sulle confezioni di pannoloni e così mi cagavo addosso di continuo.
(1) In quel periodo Baggio giocava er il Bologna che tra l'altro era sponsorizzato proprio dal latte Granarolo.
(2) Intesa come periodo di trent'anni, non che le modelle anziane stiano sulle spalle di una signora di Trento!
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