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IL LATINO
(o come farsi odiare da tanti e apprezzare da molti)

Mi sono sempre chiesto a che cosa serva il latino nella vita e soprattutto perché lo si insegni nei licei scientifici, visto che di più umanistico esistono solo il greco (che viene insegnato insieme al latino al liceo classico) e il sanscrito (che credo sia una delle torture moderne considerate politicamente corrette).

  • C'è chi dice che il latino sia una lingua universale; tanto che viene parlata solo dagli ecclesiastici e … dagli ecclesiastici. E neanche tanto spesso.

  • C'è chi dice che il latino serve sempre; infatti dovunque ti giri vedi scritte in latino. Sui giornali, sulle liste degli ingredienti dei prodotti che si comprano, per strada… devo continuare?

  • Il latino è il padre dell'italiano e quindi va studiato per imparare a parlare bene la nostra lingua. La prima cosa che ti insegnano sul latino è che, il latino, è una lingua (morta) diversa dall'italiano. In italiano la frasi si ingarbugliano cambiando l'ordine delle parole: es. "il cane mangia l'osso" è diverso da "l'osso mangia il cane". In latino (grazie ai casi, che io non ho mai imparato) questa confusione non esiste. In più dire che il latino serve a conoscere l'italiano è falso perché se così fosse si dovrebbe studiare dalle elementari e dovrebbe essere materia obbligatoria in tutte le scuole (Geometri; Ragionieri ecc.) e invece non è così.

  • Il latino si rivela utile in città come Roma per decifrare epigrafi e iscrizioni. Per ammissione di molti conoscitori della lingua latina tradurre epigrafi e iscrizioni è una delle cose più difficili; quasi come la fusione a freddo (che cazzo ne sappiano i docenti di lettere della fusione a freddo è tutto da verificare).

  • · Conoscere il latino è un investimento. Le due cose su cui si investe di più oggi credo che siano la conoscenze informatiche (praticamente latitanti dai banchi di scuola) e la conoscenza della lingua inglese. Il latino figura in questa classifica al posto n° 138944 seguito solo dalla salvaguardia del Gabibbo.

Io mi chiedo: perché obbligare i discenti a studiare una materia inutile? In Italia è legale comprarsi un rasoi e tagliarsi una palla; lo vuoi fare? Fallo. È una tua scelta. Vuoi farti del male a studiare latino? Studialo. È la soluzione più semplice. Ma ho anche un'altra proposta. Perché invece di rompere i coglioni con traduzioni, declinazioni, perifrastiche attive e passive ecc. non si studiano le cose interessanti che il latino propone come l'etimologia delle parole (mutande = indumento da cambiare; alibi = essere altrove) o le versioni (naturalmente già tradotte) per conoscere gli usi e i costumi del tempo? Voi vi chiederete il perché di questo discorso. Ero forse una chiavica in latino? Sì, ma anche in fisica quindi non è per questo. È una questione di giustizia… oddio dopo 20 anni stiamo ancora aspettando di sapere cosa è successo a Ustica; forse la giustizia non è di casa qui.




"Il professore di lingue morte si suicidò per parlare le lingue che sapeva."
(Leo Longanesi)