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Pettino (L'Aquila)
Appunti sul paese
In questo capitolo si tratta della toponomastica relativa alla montagna che insiste su alcuni quartieri alla periferia della città dell'Aquila, i quali in passato ebbero vita autonoma. Si tratta della villa di San Sisto, del castrum di Sant'Anza, nonché dell'antico vicus romano di Pettino, con la dipendenza di Cansatessa. Si tratta, ovviamente, di centri di dialetto aquilano.
E' proprio l'antica Pitinum il primo insediamento demico della zona, chiaramente dipendente dalla città di Amiterno, ma importante perché punto nodale della via Claudia Nova. Se il vicus è ancora citato nel sec. V, esso nel sec. X è sicuramente diruto, anche se il toponimo rimane fino ai giorni nostri. In epoca farfense, acquista importanza la curtis, poi villa di San Sisto, con una chiesa nel sec. X. L'esistenza del castrum di Sant'Anza è invece attestata a partire dal sec. XII, e nel secolo successivo il castello partecipa alla fondazione della città dell'Aquila. I resti della rocca sono ancora a malapena visibili sulla cima dell'omonima montagna, oggidì più nota come Crocetta di San Giuliano.
Della primitiva chiesa di San Sisto (sec. X) rimangono solo i muri esterni realizzati con l'utilizzo di grossi blocchi megalitici e conci forse provenienti dalla diruta Amiterno. Sulla montagna di Sant'Anza sorge invece nel 1415 il convento francescano di San Giuliano, sul sito di una preesistente edicola, molto interessante da visitare anche per il Museo ivi presente. La parrocchiale di Pettino è la chiesa di Santa Maria delle Grazie (Madonna di Pettino), dapprima oratorio privato nel sec. XVII, ricostruita nel sec. XVIII dopo il terremoto del 1703.
Appunti sul territorio
Il tenimento presentato in questo capitolo è costituito da un'unica montagna delimitata dalla vallata di càsci a nord, dalla valle di San Giuliano ad est, dal territorio di Arischia nei pressi della Murata ad ovest, mentre a sud degrada al piano con i moderni quartieri di Cansatessa, Pettino, San Sisto.
L'allineamento orografico si innalza da ovest con l'anticima della cróce cózza (1110 m), poi con la cima più alta della mondàgna e pittìnu (1147 m). Una appendice orientale è la montagna di Sant'Anza (1098 m), o crocétta e sangiuliànu.
Delle emergenze storico-architettoniche della zona si è accennato al paragrafo precedente. La sentieristica citata è tratta dalla guida 'Arca', in particolare gli itinerari della serie A (da L'Aquila ad Arischia).
La toponomastica
Per questo capitolo, ci si avvale dei toponimi presentati nell'articolo La toponomastica, di E. Beccia, A. Ragone e C. Tobia, riportato nel volume Fuori porta la montagna. Area storico-naturalistica del comune dell'Aquila, realizzato dal Gruppo culturale 'L'Arca' di Arischia, Andromeda Editrice, Colledara, 1998.
La Montagna di Pettino
1. L'itinerario più noto che si sviluppa nella montagna di Pettino è quello che, dal quartiere di San Sisto, e precisamente dalla Fontanella Patitucci (Fontanella dei Frati), segue una carrareccia percorrendo la pittoresca vàlle sangiuliànu, la quale trae il nome dal vicino convento di San Giuliano (771 m). A quota 900 m si giunge alla chiesetta di Santa Maria dei Sette Dolori, nota come madònna e càsci, o madònna fòre. Il primo nome dipende da quello della regione di Casci, in tenimento di Arischia, mentre nel secondo compare un appellativo fòre che, in vari dialetti, indica la 'campagna', il territorio 'fuori' le mura cittadine. Nei pressi della chiesa, la valle assume il nome di fùssu ella madònna.
2. Il convento di San Giuliano si trova alle pendici della cima orientale della catena di Pettino. Si tratta della cima sulla quale sorgeva il diruto castrum di Sant'Anza, che partecipò alla fondazione dell'Aquila. La vetta, nell'Atlante di Rizzi-Zannoni (1808) ed in carte precedenti citate nella guida 'Arca', è il M. S. Anza, mentre sulla cartografia IGM, a partire dalle prime edizioni nella seconda metà del secolo scorso, è chiamata M. Castelvecchio. Questa denominazione, a sua volta, dipende dalla presenza in loco dei resti del castello suddetto. Gli aquilani, oggidì, conoscono la montagna come Crocetta di San Giuliano, per via della croce che vi è stata posta alla sommità (1098 m).
3. Alle pendici meridionali della montagna di Sant'Anza si trova la fónde e càsci (968 m), da cui proveniva l'acquedotto del convento di San Giuliano prima della realizzazione dell'attuale acquedotto di Chiarino. La specifica Casci dipende dal fatto che tale sorgente era considerata appartenente alla 'montagna di Casci', appartenente ad Arischia.
4. La cima della mondàgna e pittìnu (1147 m), che domina l'attuale quartiere di Pettino, alla periferia dell'Aquila, è raggiunta con alcuni itinerari proposti nella guida 'Arca'. Seguendo il sentiero n° 1A, dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie, si sale alla rocchétta e pittìnu (910 m), indicata come la Rocchetta sulla cartografia IGM, dei resti di una torre di avvistamento, e da qui alla cima (M. Pettino sulle car-te IGM).
5. Un altro itinerario (n° 2A) è quello che, dalle case Sfrizzoli o dal rione di Fonte Austina, sale con numerosi tornanti nella pineta di rimboschimento, sotto il còlle rìttu (966 m), uno sperone roccioso che sulla cartografia IGM è chiamato C.le Dritto. Il toponimo riflette l'aggettivo dritto, per via della forma.
6. Da Cansatessa, si sale alla montagna di Pettino con il sentiero n° 4A, che parte presso la foce del F.so del Cognone, un valloncello segnato sulla cartografia IGM, il cui nome dialettale non è presente sulla guida 'Arca'. A giudicare dall'adattamento ufficiale, si tratta di un derivato della voce cogno, dal latino congius 'misura per liquidi', e quindi 'cavità', nel lessico abruzzese anche 'guscio'.
7. Lungo lo stesso sentiero, si trova la recente Fonticella (863 m), sotto la cresta occidentale della montagna, sulla quale, a 1100 m a monte della pineta c'è la cróce cózza, su una sorta di anticima. Il nome, riportato sulla cartografia IGM (Croce Cozza) dipende dalla voce dialettale cozza, la quale indica degli avvallamenti dove si raccoglie l'acqua, e potrà riferirsi alla sella (1100 m) fra la suddetta anticima e la cima principale della montagna.
Last modified: March 14, 2003
by Antonio Sciarretta
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