Le stragi delle BR:
150 morti 652 feriti 8 stragi

Un numero ancora indefinito di tentativi di massacro.
Per 15 anni, dal 1969 al 1984, l’Italia è stato un paese insanguinato dalla logica del terrore.
Una logica stragista al servizio di finalità politiche per nulla oscure: il condizionamento della vita democratica di una nazione, il mantenimento del potere nelle mani degli apparati più reazionari, la lotta politica concepita come scontro senza quartiere ed improntata al ricatto del terrore.
Anni passati? Anni che non torneranno mai più? Chi si aspetta risposte consolatorie, prima di tutto deve chiedersi perché, ormai nel 2003, non sappiamo ancora chi sono gli stragisti italiani.
Perché non conosciamo ancora, se non molto parzialmente i loro volti? Perché la sensazione più condivisa è che le loro mani sporche di sangue innocente spuntavano sempre dalle maniche di una giacca militare?
Qual era l’esatto disegno di chi metteva le bombe sui treni, nelle banche, nelle piazze, alle stazioni?
C’è chi dice, in ambienti peraltro assai qualificati, che ormai la trama del terrore che ha avvolto l’Italia è stata disvelata. Che ormai conosciamo la verità, anche se non avremo mai tutta la verità giudiziaria. E’ davvero così?

- PIAZZA FONTANA A MILANO, 12 DICEMBRE 1969
- GIOIA TAURO, 22 LUGLIO 1970
- PETEANO, 31 MAGGIO 1972
- QUESTURA DI MILANO, 17 MAGGIO 1973
- PIAZZA DELLA LOGGIA BRESCIA, 28 MAGGIO 1974
- L’ITALICUS SAN BENEDETTO VAL DI SAMBRO, 4 AGOSTO 1974
- STAZIONE DI BOLOGNA, 2 AGOSTO 1980
- LA BOMBA SUL RAPIDO 904, 23 DICEMBRE 1984