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Renato Curcio
Si
definisce un militante della sinistra rivoluzionaria Gli altri
lo indicano in cento modi: rivoluzionario, un provocatore, un pazzo,un
capo banda senza speranza,un asceta. Chi è in realtà Renato
Curcio? Le biografie ufficiali dicono che è nato a Monterotondo,
vicino a Roma, nel 1941, Non ha padre, ma la madre riesce a dargli uneducazione
rigida. Va in collegio ad Albenga e in questo periodo alcuni sostengono
che avesse tiepide simpatie per la destra. Successivamente smentirà.
Alla fine dellistituto decide di trasferirsi a Trento dove, nella
nuova facoltà di sociologia, i fermenti che si vivono lhanno
attirato più
di qualunque altra cosa. Ha una borsa di studio, per mantenersi simpiega
come segretario del vicesindaco di Trento Igino Lorenzi, socialista. Frequenta
anche la casa delluomo politico.Con i bambini è molto affettuoso.
Di lui una biografia pubblicata su controinformazione dice
tra laltro di formazione cristiana ma laica, nel 1965 era
entrato a far parte del Gdiut, il gruppo trentino dellintesa universitaria
associazione universitaria di prevalenza cattolica. Man mano abbandona
lispirazione cattolica e si avvicina al Marxismo, in questo periodo
fonda un piccolo gruppo di studio denominato Università Negativa,
in cui veniva svolto un lavoro di formazione teorica sui testi che andavano
da Panzieri, a Marcuse da Cabral a Guevara.Porta avanti gli studi in modo
egregio, un allievo da trenta e lode, si impegna fortemente nella politica,
legge tutto Marx, dichiara di essere stato il primo a leggere tutte le
opere del presidente Mao. Al momento di laurearsi decide di non prendere
la laurea per coscienza politica.e per protesta contro i meccanismi universitari.
Nellestate del 1969 si sposa con Margherita Cagol e pochi giorni
dopo si trasferisce con Margherita a Milano, dove con altri fonda il CMP
( comitato politico metropolitano) Passerà successivamente alla
sinistra Proletaria.Alla fine del 1969 getterà le basi per la clandestinità,
nella famosa riunione di Chiavari (ottobre 1969).Alla morte di Giangiacomo
Feltrinelli la polizia inizia a riempire fascicoli sullattività
di Curcio. Le Brigate Rosse , gruppo che si dice abbia creato, ideato
e fondato, compiono le prime azioni clamorose a Milano, e Curcio secondo
la polizia è tra gli autori di queste azioni, secondo i giudici
fu lui ad interrogare Ettore Amerio rapito dalle bierre nel carcere del
popolo. Curcio viene arrestato l8 Settembre 1974 a Pinerolo,con
lui cadono nella rete della polizia anche Alberto Franceschini e un altro
compagno,la trappola scattò grazie al frate spia Silvano Girotto.
Viene liberato con lazione clamorosa ideata da Margherita al carcere
di Casale Monferrato, dove un commando di brigatisti sequestra per alcuni
minuti le guardie carcerarie e libera Curcio.Tornato in libertà
Curcio riprende la vita clandestina, il lavoro rivoluzionario, scrive
saggi, stila documenti, forse è in questo periodo che rivede
alcune posizioni sulla lotta armata. A Giugno un gruppo di brigatisti
rapisce lindustriale dello spumante Vittorio Gancia, ma lazione
è avventata. I carabinieri riescono a individuare la cascina dove
il prigioniero è tenuto, scoppia un conflitto a fuoco, Mara
e un appuntato cadono uccisi. Curcio in quella cascina comunque
non cera, la tesi dominante è che Curcio in quel periodo
fosse stato emarginato dai duri, sostenitori di una svolta militare
dellorganizzazione, e che il suo gruppo allinterno delle
bierre fosse ormai in minoranza. Viene nuovamente arrestato a Milano,
la polizia fa irruzione nellappartamento e dopo un conflitto a fuoco
dove rimarrà ferito ad una spalla arrestato. Rinchiuso nel carcere
di San Vittore, poi trasferito a Parma e a Pisa,scontera mesi di isolamento
duro.La carriera di rivoluzionario di Curcio è finita? Si sosterrà
che Curcio non serviva più allorganizzazione, che fosse stato
scaricato per le sue prese di posizione di scontro con il gruppo dei duri
bierre. Forse non lo sapremo mai, non sapremo se le bierre labbiano
strumentalizzato, o si sia fatto inconsciamente strumentalizzare, resta
comunque la sua linea di condotta anche durante i lunghi anni della prigionia,
non si dissocerà, non rinnegherà le sue scelte.Curcio è
rimasto in carcere dal 1975 al 7 Aprile del 1993 dopo 18 anni. Oggi Curcio
lavora come direttore editoriale nella cooperativa "Sensibile alle
foglie"
Il primo arresto di Curcio 8 Settembre 1974
Curcio viene arrestato insieme a Franceschini grazie allattivita
della spia Girotto.Loperazione viene condotta dal Gen Dalla Chiesa
e dagli uomini del SID.Curcio,in seguito commetando quel periodo ammetterà
di aver commesso alcuni gravi errori,gli uomini del Gen Dalla Chiesa,servendosi
di una spia e sfrittando un mio errore di valutazione avevano portato
a termine proprio in quel periodo una manovra di agganciamento che ha
consentito la trappola e il ns arresto.Le BR con il volantino fatto
recapitare ai giornali denunciano prontamente e pubblicamente lattività
della spia Girotto questo linizio del volantino Compagni,Domenica
8 Settembre i compagni Curcio e Franceschini sono caduti nelle mani del
SID,ill comunicato che questo ha emesso e le manipolazioni della stampa
ci inducono ad alcune precisazioni: la cattura di Curcio e Franceschini
non è avvenuta nel modo puù assoluto in seguito a delazioni
o defezioni di membri della ns organizzazione,né quantomeno per
opera di infiltrati.Ma essa non è neanche da attribuire alle tanto
sbandierate virtù investigative dei carabinieri e dei poliziotti
torinesi,vhe non sono mai stati in grado di attuare alcun controllo sui
movimenti dei due ns compagni. Curcio prosegue nel commentare larresto
facendo unanalisi politica di quel periodo con il SID pesantemente
impilicato in losche vicende ,pertanto occorreva distrarre
lattenzione ,e le BR erano in questo disegno il giusto antidoto
da dare in pasto allopinione pubblica.
Tratto da Brigate Rosse Soccorso Rosso edito da Feltrinelli
Quando liberammo Curcio
Un giorno Margherita (Mara) con la sua speciale intelligenza e il suo
pragmatismo ci dice" liberiamo un compagno dal carcere" . E'
un'idea che ci mette tutti d'accordo e lascia impregiudicate le scelte
di linea. Quanto al compagno da liberare , non è difficile decidere.
Dev'essere il più utile all'organizzazione e anche un simbolo.
Sarà evidentemente Curcio.
Fu un'impresa.
Si trattava di assaltare un piccolo carcere, a Casale Monferrato ,ma pur
sempre una struttura militare. Non lo avevamo mai fatto, a me preme che
i compagni sappiano che, se va male, va in briciole quel che rimane della
direzione, se ne sono consapevoli, accada quel che accada, chi resta ricomincerà.
Margherita è la sola a capirlo è la più decisa ed
è fuori dalle polemiche. All'azione partecipano in molti , fra
gli altri Pierluigi Zuffarda, Tonino Paroli, Rocco Micaletto, oltre a
Margherita ed io. Abbiamo una mappa del carcere: si tratta di entrare
dal portone d'ingresso con la scusa di un pacco da lasciare a un detenuto
e occupare prima la portineria e poi l'armeria a fianco. Pare che i cancelli
che portano alle celle siano quasi sempre aperti. Prima vanno tagliati
i fili del telefono che corrono lungo il muro esterno, e lo fa Zuffarda
con una scala che ci siamo portati dietro. Margherita è una perfetta
moglie con pacco, la guardia apre il portone e i compagni appostati a
lato dello spioncino irrompono e occupano l'androne. Io resto fuori e
accosto il portone in modo che dalla strada non si veda quel che succede
dentro. Ma sento delle urla, non è andata liscia, e infatti siamo
piombati sul cambio di turno delle guardia. La mappa è sbagliata,
dove dovrebbe esserci l'armeria c'è lo stanzino dove si fanno il
caffè, al della camerata c'è un gabinetto. Le informazioni
venivano dall'avvocato Edoardo di Giovanni, che a Casale era andato molte
volte. Grande compagno, Edoardo, ci ha aiutato nelle nostre infinite vicissitudini
legali e non ci ha mai lasciato soli. Ma come guerrigliero un vero disastro.
Per fortuna le guardie sono colte di sorpresa, i compagni le tengono sotto
controllo, ma non trovano le chiavi del cancello che porta alle celle,
urlano tutti. La confusione è al massimo, stiamo perdendo tempo,
può passare una pattuglia. Entro e vedo, accostando dal di dentro,
che le chiavi pendono dalla serratura: le ha lasciate la guardia quando
siamo entrati e non è che facesse il duro, era solo terrorizzato.
Da quel momento tutto diventa rapidissimo, si apre il cancello, Curcio
esce di corsa sale sull'auto che gli avevamo indicato ci defiliamo per
vie di fuga diverse, chi verso Milano e chi verso Torino. Ci rivedremo
dopo pochi giorni.
Intervista a Mario Moretti di Rossana Rossanda
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