Pannocchia Orlandi della Sassetta

 

Signore di Sassetta e Console pisano in terrasanta; ( -; + 1290)

 

Nel 1252 Pannocchia di Sigerio da Sassetta era podestà di Monteverdi. In quell’anno, essendo i monaci dell’Abbazia di Monteverdi venuti da qualche tempo in discordia per cagione di promiscuità e vicinanza di possessi con i Pannocchieschi Signori della Sassetta, furono da questi assaliti a mano armata nel 1252, ucciso l'abate, espulsi i conventuali, spogliato e ridotto a spelonca chiesa e monastero (Repetti).

Secondo la leggenda, uno dei frati riuscì a portare con sé nella fuga una statua della Madonna in legno nero di ebano: era proprio quella che era stata portata dall’Africa in Val di Cornia da San Regolo nel 540; ritrovata ai piedi di un frassine, da un mandriano di nome Folco, dopo un secolo in circostanze miracolose, quell'immagine è tuttora venerata presso il Santuario della Madonna del Frassine in Monterotondo Marittimo.

La voce popolare vuole che i sassetani siano ancor oggi, per quell'episodio, sottoposti a scomunica.

 

Nel 1283 Pannocchia era podestà di Volterra, e fu in lite col vescovo Ranieri degli Ubertini, anche per il vescovado.

 

Nel 1284 Pannocchia della Sassetta, di parte guelfa, era in Pisa fra gli alleati del Giudice Nino di Gallura, contro il potente Ugolino della Gherardesca; Pannocchia, insieme a Mondino Paltavolo, si impossessò per i guelfi del castello di Pontedera a dispecto e a onta del Conte Ugolino , e degli Upessinghi. (Muratori).  

 

Infine Pannocchia fu Console pisano a Tolemaido, dove morì con molto suo onore,  combattendo i Musulmani. Quell’episodio (la presa di Accone) segnò la caduta definitiva della dominazione cristiana nella Siria e la fine del periodo delle Crociate.

 

Sassetani illustri

 

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