Premio
Letterario “Emilio Agostini” 1993
La
Cucina Maremmana
Aldo
Santini
Franco
Muzzio Editore - Verona, Giugno 1991
Un territorio che si definisce morfologicamente per condizioni
ambientali tremende, dove la terra era acqua e anche l'aria era
"mala" tanto da divenire addirittura il nome di una febbre terribile;
una cucina che si basa sulla miseria locale coniugata con la miseria dei lavoranti
stagionali, unici momenti di sollievo nella raccolta e nella caccia; questa
soprattutto agli animali più feroci, molto più pericolosi dei lupi o degli
orsi, che la nostra fauna conosca, i cinghiali, caccia fatta da cacciatori e
tiratori mitici, che poco si curano di regolamenti, riserve e tabelle, e molto
della propria fama e dei torti subiti, tanto da star sempre con un piede sui
confini del brigantaggio... Santini è narratore d'istinto e al tempo stesso un
ricercatore capace di approfondimenti, come la ricerca sull'acquacotta,
una semplicissima composizione di verdure in acqua o brodo, simbolo della
povertà maremmana, di cui ha scovato più di trenta varianti; o quella sui
crostini, o sul cinghiale, o sulle "scottiglie".
Insomma finite le storie di malaria, cacciatori e briganti, c'è da sbrigarsi a
mettersi in cucina, perché alcuni sono piatti veloci ma molti a cotture lente e
profonde specie dove sia questione di cinghiale o d'altra selvaggina.
Nel libro sono riportate alcune ricette sassetane.
L’Autore
Aldo Santini, nato nel 1922 è
il giornalista che più a lungo ha dedicato il suo lavoro alla città di Livorno.
Dopo gli esordi nel '45 al Tirreno diretto da Athos Gastone Banti,
approdò nel 1968 al settimanale l'Europeo, per il quale seguì da inviato i più
importanti avvenimenti nazionali e internazionali. Con i suoi libri (ha
ricevuto anche un premio Campiello) Santini ha raccontato Livorno e i livornesi
a tutti gli italiani. Tra le pubblicazioni più recenti, "Alla scoperta di
Livorno e dei livornesi in 44 ritratti" e "Dalla memoria di un
inviato”.
Aldo Santini si è spento il 3
agosto 2011, all'età di 89 anni nella sua amata Livorno. Lo scorso giugno aveva
ricevuto la Livornina d'Oro, massima onorificenza
della città. "Sulla mia tomba vorrei che scrivessero: ha vissuto".