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L'ORIGINE DEL NOME

           Seguendo la testimonianza dello storico locale Franceschini possiamo affermare che il nome Loro trae la sua derivazione dal latino laurus, pianta di alloro. La leggenda vuole, infatti, che tale nome fosse dato per una pianta di lauro cresciuta dentro la Rocca in età imprecisata. Per questo lo stemma comunale rappresenta un castello turrito sormontato da un albero di lauro con bacche d’oro. Esso compare per la prima volta scolpito in una campana del paese del 1447.

Nel 1863 al nome fu aggiunto l’appellativo “Piceno”, per distinguere Loro da altri piccoli centri d’Italia dallo stesso nome.

STORIA DI LORO PICENO

          Una stele funeraria picena  del VI secolo, attualmente conservata presso il Museo Archeologico Nazionale delle Marche di Ancona, rappresenta la più antica testimonianza della storia del paese.

          Il suo sviluppo in età romana fu fortemente determinato dalla vicina potenza di Urbs Salvia, colonia romana, al cui territorio Loro probabilmente appartenne come “pagus”. L’unica testimonianza di epoca romana rimasta in paese è un’iscrizione funeraria mutila databile tra la fine del I secolo d.C. e l’inizio del II, oggi conservata all’interno della torre civica.

          

           Il fatto storico che più ha contribuito alla formazione vera e propria di Loro Piceno è l’opera dell’importante e attiva colonia di monaci benedettini che vi si stabilì forse fin dal IX secolo, investiti di ampi poteri non solo religiosi, ma anche civili e politici. 

          La rocca che sovrasta l’abitato fu costruita proprio dai benedettini, così come ad opera loro sorse la prima chiesa del centro, Santa Maria di Piazza, dove la comunità benedettina si trasferì dopo aver abbandonato la primaria sede in aperta campagna. 

          Nella prima metà del XII secolo iniziò sul castello di Loro il controllo della vicina abbazia cistercense di Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra.

          Ben presto però al dominio temporale dei monaci su Loro succedette quello dei Conti Brunforte, legati alla casata Sveva e annoverati tra le famiglie più potenti della Marca Fermana e Camerte. Essi  detennero beni nel Castello fino agli ultimi decenni del XIV secolo, quando, scomunicati dalla Chiesa per aver parteggiato a fianco del partito ghibellino, videro le loro proprietà confiscate dalla Camera Apostolica. 

          Alle vicende della famiglia Brunforte è legato indissolubilmente il nome di Beato Liberato, tradizionalmente considerato rampollo del casato, ma che le ultime teorie tendono a svincolare da tale parentela.

          Fermo, che voleva estendere il proprio dominio sulle terre circostanti, approfittò della decadenza dei Brunforte e acquistò da questi signori molti castelli, tra i quali quello di Loro.

         Con il passaggio di Loro dal dominio della casa Brunforte a quello di Fermo, si aprì un nuovo periodo di vita civile, che durò fino a quasi tutto il secolo XVIII, periodo durante il quale il paese continuò a soggiacere alle imposizioni di Fermo contro cui si trovò continuamente a protestare, mentre seguitavano a farsi sentire gli effetti della crisi economica, aggravati da calamità naturali e dal passaggio di truppe estere sul nostro territorio.

          Agli inizi dell’Ottocento finalmente Loro si elevò per sempre a Comune indipendente, poiché il decreto del 12 aprile 1808 unì le Province Marchigiane al Regno d’Italia e inserì il nostro paese nel Dipartimento del Musone sotto la Prefettura di Macerata.

          Loro nel 1828 divenne una Podesteria soggetta al Governo di San Ginesio e ottenne finalmente la facoltà di eleggere un podestà del luogo; fino a quando, nel 1860, le Marche sono annesse ufficialmente al Regno d’Italia e a Loro un gruppo di pochi cittadini si autocostituisce in Giunta Provvisoria: al plebiscito per l’annessione al regno d’Italia risponde con 501 voti.

          Con dispaccio del 16 luglio 1863 la Regia Prefettura comunica che si deve modificare il nome del paese con l’aggiunta di “Piceno”, perché non sia confuso con altri del Regno.

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