LO SPEEN DI PARIGI



Lo spleen di Parigi sono i titoli italiani di un'opera di Charles Baudelaire. Viene pubblicato il 7 febbraio 1864, dal quotidiano francese Le Figaro.
I poemetti non hanno un particolare ordine, sono provocatori e sondano sentimenti, abitudini e personaggi della Parigi di quel secolo.

Nello Spleen di Parigi, Baudelaire descrive un dialogo con un amico che si meraviglia di incontrarlo in un luogo malfamato.
Il poeta spiega che può frequentare quei luoghi come un comune mortale perché ha perso l’aureola che contrassegnava la sua sacralità

"Ora posso andare a zonzo in incognito... abbandonandomi alla crapula della carne come i semplici mortali".


Questo poemetto è importante perché coglie il mutamento del ruolo dell’artista nel mondo moderno. Baudelaire ha perso
l’aureola che gli garantiva una condizione di privilegio e ora la società borghese non assicura più al poeta una dignità spirituale. Il poeta finge ironicamente di
accettare questa nuova condizione; in realtà
si getta nel vizio per accentuare la sua diversità dalla gente "normale". Così al posto di un privilegio spirituale di
un tempo ottiene almeno un privilegio negativo:
quello del male. Un altro riferimento importante della diversità del poeta è nella poesia L’albatro.




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