L’età del Positivismo si colloca tra il 1848 e il 1870 mentre in Italia il 1870 fino alla fine del secolo.
Il pensiero che caratterizza quest’epoca è il Positivismo nato in Francia a opera di Comte e diffusosi poi in
tutta Europa, soprattutto in Inghilterra prevalse una mentalità ottimista e progressista, volta ad analizzare i
fatti alla luce della scienza, abbandonando le superate costruzioni astratte. La filosofia positivistica fu un tentativo
di capire il mondo a partire unicamente dalla scienza e dall’uomo che la costruisce. Il Positivismo riconosce alla
scienza la capacità di guidare le sorti degli uomini verso il progresso e di costruire una società in cui ci siano
giustizia e benessere. E’ evidente ch e il positivismo fu l’espressione della mentalità della classe borghese arrivata
“ al suo massimo grado di sviluppo economico”.
I limiti del Positivismo, che poi lo porteranno alla crisi furono:
• La mancanza di comprensione della complessità dell’uomo e l’indifferenza per la sua interiorità e spiritualità;
• Un ottimismo utopistico, troppo facile e superficiale;
IL CROLLO DEL POSITIVISMO
Il positivismo non fu più capace di dare risposte all'uomo, e le scoperte scientifiche vennero "sentite" quasi
come
un senso del
limite, perché incapaci di spiegare gli interrogativi umani. Infatti, tutte le risposte (tra cui esistenziali) che
l'uomo cercava attraverso la scienza non furono trovate.
La scienza dovette ammettere i suoi limiti,
come per i fenomeni
naturali, che non era propriamente in grado di spiegare.