IL PARNASSIANESIMO E IL SIMBOLISMO

Per comprendere il fenomeno dei poeti maledetti, occorre risalire un po’ indietro nella storia della letteratura francese
e ricordare la precedente nascita del Parnassianesimo, che promuoveva una poesia antirealista. Questo movimento sorse
sulla fine degli anni sessanta. I parnassiani sognarono una poesia raffinata, staccata dall’urgenza delle passioni, fatta
di preziosismi e di ricercata cultura, sempre attenta alla forma e capace di trasportarli in un mondo lontano, ove
regnassero la serenità e la contemplazione; avente infine come canone supremo l’ideale bellezza. Finirono così con il
propugnare l’arte per l’arte e la poesia come valore assoluto. Per i parnassiani l’arte non deve essere utile ma il suo
solo scopo è la bellezza.
Maestro e caposcuola del Simbolismo fu Charles Baudelaire il quale manifestò il senso del disagio provocato dalla violenta
trasformazione socio- economica dell’800. Egli contribuì all’elaborazione del concetto di “poesia pura”, libera da ogni
preoccupazione di contenuto e da intenti civili e morali, nella quale la suggestione delle parole e dei simboli può
essere oggetto di ispirazione, aprendo la strada al simbolismo. Fu il primo a definire la specificità della poesia,
separandola da tutti gli altri campi (morale,storia) con i quali fino allora si era confusa. In questo senso è considerato
l’iniziatore della poesia moderna.



DECADENTISMO

Il termine “decadente” fu inizialmente usato con significato spregiativo da parte della critica di fine ottocento in
riferimento a una nuova generazione di poeti che si ponevano al di fuori della norma sia nella produzione artistica sia
nella pratica di vita. Si sente emarginato e si ripiega in se stesso divenendo protagonista di una serie di esperienze che
lo fanno sentire "vittima" per la sua incapacità di impegnarsi nella società. Gli artisti perdono così la loro fiducia
nella ragione e si lanciano verso un mondo misterioso che si trova dietro la realtà vera e tra loro si diffonde un senso
di sconfitta. Il termine fu poi utilizzato da quegli stessi poeti per indicare la propria diversità nei riguardi del
presente e la propria estraneità nei riguardi del presente, secondo un sentimento non diverso da quello dei Romani della
decadenza nei confronti dei Barbari. Il paragone è di Paul Verlaine, il poeta francese in una lirica intitolata “Languore”.

Gli aspetti del Decadentismo :
• Il poeta veggente. “Baudelaire è il primo veggente, re dei poeti, un vero Dio” A. Rimbaud
Il Decadentismo è caratterizzato da una nuova tipologia di poeta: esso non è più il vate che guidava il popolo del Romanticismo.
Diventa così veggente, cioè colui che vede e sente mondi arcani ed invisibili in cui si chiude. Il poeta è così un
artista solitario, capace di scavare nell'interiorità umana e nel mistero dell'ignoto.
• La tecnica espressiva è quella della poesia pura, non contaminata da intenti politici, ma celebrativa solo si se stessa.
• Il linguaggio non è di ordine logico né descrittivo, ma allusivo, ricco di metafore, analogie, di simboli;
La parola si fa più preziosa, diventa pura e estratta, a volte oscura e comprensibile solo per il poeta che la usa.

Non si usa più per descrivere sentimenti ma, soprattutto, per decifrare sensazioni e per illuminare l'oscuro che è in noi.
Da qui la grande importanza della poesia come mezzo per esprimere il proprio intimo.
• La sintassi abbandona i nessi tradizionali e diventa imprecisa, talora vaga;
• La metrica tradizionale tende a disintegrarsi per lasciare il posto al verso libero.
La nuova generazione di poeti manifesta la propria sfiducia nella scienza che non è capace di penetrare nelle oscure
profondità dell’animo umano, né di spiegare i desideri dell’inconscio, i sogni, ecc. Per questo il poeta può penetrare
queste realtà attraverso l’intuizione. Per questi nuovi contenuti della poesia i simbolisti elaborarono un linguaggio
nuovo, non più logico, ma analogico, che permetteva di portare alla luce le corrispondenze e i misteriosi legami esistenti
tra le cose più diverse; questo perché la parola deve avere la capacità di comunicare le molteplici emozioni che il poeta
avverte come simultanee. A tale scopo i poeti simbolisti ricorsero spesso a figure retoriche quali la metafora, l’analogia
e la sinestesia.


BOHEME


IL ribelle

Il personaggio “Charles Baudelaire” ha alimentato il mito del bohemien, lo studente povero, amante dei piaceri notturni,
dell’assenzio. Il termine francese bohmien (diffuso anche nella forma inglese Bohemian) fu usato per la prima volta nel
XIX secolo per descrivere lo stile di vita non tradizionale di artisti, scrittori, musicisti marginalizzati e impoveriti
delle maggiori città europee. I Bohmiens, sono stati associati ad un punto di vista politico privo di affermazione sociale,
che veniva spesso espresso attraverso rapporti sessuali extramatrimoniali, frugalità e "povertà volontaria". Il termine
emerse in Francia quando artisti e poeti iniziarono a concentrarsi nei bassifondi e nelle classi minori del quartiere
gitano. Era credenza popolare che i gitani provenissero dalla Boemia. Da qui deriva il termine bohmien (letteralmente,
appunto "boemo").

IL DECADENTISMO IN ITALIA

Il Decadentismo italiano ha le sue prime e non ancora ben definite manifestazioni nell'opera poetica di Giovanni Pascoli,
opera tutta impregnata da un intimo senso del mistero; e nella varia opera artistica di Gabriele D'Annunzio,
caratterizzata - nelle sue linee generali - da forme di esasperato individualismo (mito del "superuomo").
Fu però solo più tardi, nei primi decenni del Novecento, che il movimento del Decadentismo venne a caratterizzare, in
modo sempre più intenso e consapevole, le diverse correnti artistiche ed ideali della nostra letteratura. Altri due autori
fondamentali per il movimento decadente italiano furono Italo Svevo e Luigi Pirandello.

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