sabato 12 agosto 2000

 

sabato 12 agosto 2000

La Corsa al Bravio nacque
dalla festa di S. Paolo in Galleto

La Corsa al Bravio perché non torna?

Enio Navonni

Enio Navonni

TERNI - Ricordato che continuiamo ad andare per i luoghi della medievale festa a fiera di San Paolo di Galleto, generatrice della "Corsa al Bravio" riportata alla luce nel 1996 dall’Ipermercato Pianeta ora Continente di Terni su ricerche di chi scrive, restiamo sul monastero delle clarisse. Verso il quale la considerazione papale non fu espressa dal solo Bonifacio IX con il Breve d’indulgenza plenaria del 1393. Infatti, Lodovico Silvestri nelle Antiche riformanze della città scrive: «Prima del rammentato Breve del IX Bonifacio alla stessa Chiesa delle Clarisse di San Paolo, dal Pontefice Nicolò IV era stata concessa l’indulgenza di un anno e giorni 40 per le feste di San Paolo Apostolo, Santo Stefano Protomartire e di Santa Chiara istitutrice di quell’ordine Monastico con altro Breve del 13 febbraio 1291, da che dobbiamo credere che quell’antichissimo monastero fosse uno de’ primi eretti da quella eroina dell’ordine Serafico, la quale passò nella Gloria de’ Santi nel 1251 sotto il Pontificato di Innocenzo IV che la visitò nel suo letto di morte in Assisi nella prima casa monastica in San Damiano».

Ora, detto che a Terni della chiesa eretta nel 1715 alla santa rimane il ricordo di Vico Santa Chiara, siamo alla metà del 1400. E torna il Silvestri: «Intorno a quest’epoca crediamo ragionevolmente farsi risalire la soppressione del Monastero delle Clarisse di San Paolo; nè già per ispecial provvidenza addotta per questo, come viene da taluni ingiuriosamente supposto, ma per general massima stabilità per tutti i riguardi dalla sapienza de’ Pontefici».

Insomma, San Paolo di Galletto fu "vittima" di una delle ricorrenti riforme vaticane. Mentre Elia Rossi Passavanti, nella sua Storia di Terni, ricordando che nel 1528, 1552 e 1553 la città ebbe bisogno di nuove artiglierie a difesa delle rocche e delle torri da parte della milizia comunale, scrive: «E metallo per la fusione di tali bellici ordigni lo fornirono perfino le campane che tante volte avevano squillato pacificamente dall’alto della torre campanaria di San Paolo di Galleto (presso cui, in occasione di una straordinaria indulgenza concessa da Bonifacio IX nel 1393, si teneva ogni anno un’affollata fiera), quando il Vescovo se ne disfece nell’anno 1554».

E già prima di questa data ci fu una sorta di braccio di ferro tra i frati di San Pietro e il Comune per i tanti beni appartenuti a quelle monache clarisse. 9 giugno 1465, Lodovico Silvestri: «Questi Reverendissimi Padri Agostiniani di San Pietro pretendeano ritenersi tutti gli effetti mobili, ed arredi sacri non che disporre delle rendite dei terreni pertinenti al già soppresso monistero e chiesa di San Paolo di Galleto, col pretesto di doverne assumere la custodia, autorizzati da lettera del Cardinal Greco Arcivescovo di Nicea, al quale per Breve del III Callisto del 15 febbraio 1458 era stato ceduto quel luogo con tutti i fondi stabili, adiacenze, e quant’altro ivi si rinveniva per commenda o beneficio ecclesiastico. Il Consiglio (comunale, ndr) ed il Magistrato energicamente si opposero alle loro pretenzioni, volendo con più equità, che i sacri arredi ed alcuni mobili fossero divisi e concessi a profitto anco delle altre chiese di San Francesco de’ Minori Conventuali e di San Giovanni di Piazza (poi San Giovannino, che poggia sopra i resti di un edificio romano, ndr), e ne implorava gli opportuni permessi dalla suprema podestà ecclesiastica: ma frattanto decretava, si dessero in consegna i menzionati effetti a vari ragguardevoli cittadini». Le Antiche riformanze della città di Terni ci dicono pure che il 6 agosto 1458 «aveva cessato di vivere Calisto III dopo il breve Pontificato di anni tre e mesi quattro. Compiute le solenni esequie si adunò in conclave il Sacro Collegio de’ Cardinali, ed in men di tre giorni fu innalzato all’Apostolico seggio Elia Silvio Piccolomini Senese, assumendo il nome di Pio II. Si ordinarono dai congregati di credenza pubbliche esultanze, e la pronta trasmissione di oratori per umigliargli sinceri tributi di fedeltà e di devozione», da parte dei Ternani.

Amministratori ternani, se ci siete battete un colpo.

Illustri amministratori ternani, è da diverso tempo ormai che con l’invio sistematico di documentazione storica chiedo il vostro fattivo interessamento perchè Terni torni ad avere la ternanissima "Corsa al Bravio" che a dirla esatta sarebbe al "Bravìo". Ma, almeno a tutt’oggi, di risposte da parte vostra nemmeno l’ombra; però non mi adombro. Anzi, con questo articolo-lettera aperta compio un altro pressing "pro-causa". Perchè la riproposizione della manifestazione, che risale quasi alla notte dei tempi, contribuirebbe sicuramente ad aumentare l’offerta turistica del capoluogo. Sì, lo so, non voi, ma qualche anima bella bofonchia contro la veridicità storica dell’evento. Ma ci vuole poi tanto a compulsare l’Angeloni, o il Pozzi, o Elia Rossi Passavanti, o le "Antiche Riformanze della città di Terni", raccolte e pubblicate dal papignese Lodovico Silvestri (1789-1863)? E tanto per cominciare, vi troverebbe le prove sulla "Fiera di S. Paolo, antichissima, animata con pubblici spettacoli", a carico del Comune. Sì, le "Antiche Riformanze" municipali ne scandiscono il ripetersi annuale a partire dal 1387, dicendo "che aveva luogo nella seconda festa e fiera di Pasqua", ma non che in quell’anno fosse stata istituita. Dunque, su quell’"antichissima" non ci piove. Solo che il Silvestri più indietro negli anni non è potuto andare, in quanto - scriveva - di "Protocolli non ve ne hanno di più antica data, perchè o non raccolti ed ordinati, o dispersi o periti in tempo delle sanguinose fazioni de’ Guelfi e Ghibellini". Ora compete a noi farla tornare. A partire dall’imminente 2001. E arricchita con l’inizio della riscoperta e valorizzazione dei «Colonnelli e capitani ternani, dei quali si è avuto notizia, e sono stati in fazione», per dirla con Francesco Angeloni. Seguendo il quale si dovrebbe iniziare dagli ultimi anni del 1200 con Bartolomeo Diamanti, mettendo pure nel disegno offertivo que...li insigni ternani che nel 1407, 1408, 1419, 1423 (?) e nel 1451, furono podestà di Firenze, Siena e Perugia. Senza dimenticare che (1414), «l’egregio dottore di legge Pietro Federici da Terni, persona che col beneficio di esse leggi e la disciplina e dello studio, seguitò il nome di uomo prudente; e onorato perciò in guisa ne divenne, che fu posto nel primo grado di consigliere appresso Alfonso Re di Aragona, e quello con sua lode esercitò». Poi (1451), Bernardo Gubernari che, «avendo sostenuto, sotto Eugenio quarto, carichi di governi, continuò eziandio nel ciò fare, vivente Nicolò quinto, il quale lo impegnò nei governi di Corneto, Assisi e Fabriano».

Insomma, di ricerche da fare e di carte da giocare pro richiamo turistico Terni ne ha veramente tante. Diamoci dentro. Anche perchè quando nel 1996 l’allora ipermercato Pianeta riscoprì la "Corsa al Bravio" il successo fu grande. E grandissimo divenne quando l’anno successivo la manifestazione fu ripetuta sotto il logo di Continente. Nel ’96 si aggiudicò il "Bravio" la Pro loco di Collescipoli, che partecipò alla Corsa insieme a Stroncone, Ferentillo, Orvieto, Piediluco, Giove, Montefranco, Calvi ed Acquasparta.

Circa ventimila persone fecero da cornice ai vari momenti della tre giorni di iniziative (7,8,9 giugno), che "stregarono" tante e tanti. Per i dati del 1997 (dal 7 al 15 giugno), riportiamo la cronaca che Fiorella Chiappelli fece per la rivista "Tutto Terni". Eccoli: Nove giorni di spettacoli - 11 paesi in gara: Acquasparta, Amelia, Assisi, Calvi, Castel Todino, Collescipoli, Gualdo Tadino, Giove, Montefranco, Orte, Stroncone - 11 dame abbinate ai paesi (ha vinto Alice Visconti abbinata ad Assisi), e Alice fu eletta la più bella del "Bravio" ’97- 3 cortei storici per un totale di 2150 firuranti (a fronte dei 730 del ’96) - 3 gare: miglior quadro storico (I Calvi, 2 Castel Todino, 3 Assisi); Corsa al Bravio (I Stroncone, 2 Giove, 3 Calvi) - I2 gruppi di fama internazionale: Atmo, Nucleo, Dominik, Sbandieratori e Musici Pisani, Gruppo sbandieratori Fraporta di Narni, Terziere S.Maria di Narni, Gruppo equestre Città di Velletri, Coro polifonico città di Tolentino, La Pazzia del Ballo di Assisi, Micrologus, Sbandieratori Peterolae di Amelia, Tripidianantes; - 4 Scuole: Materna XX Settembre, Elementare XX Settembre, Media B. Brin, Ipsia - 3000 lumini - 2000 torce - centinaia di bandiere I km di garza, partecipanti 50.000. E questo è quanto.

Ora, illustri amministratori, continuate pure a non rispondermi, ma considerate cosa rappresenterebbe per l’immagine turistica di Terni la vostra decisione di far tornare la Corsa. Certo dovranno prodursi sinergie tra pubblico e privato; ma non sarà mai un problema di soldi, bensì di volontà politica-organizzativa. Perchè l’Unione europea ha stanziato 33,5 milioni di euro per simili rievocazioni. E i 750 milioni di lire concessi ad Alviano con il bando precedente, ai quali si sono aggiunti, a fondo perduto, 70 milioni della Cassa di Risparmio di Orvieto, stanno veramente a dimostrare che, al solito, volere è potere. Quello di operare per il bene della nostra città. Ah, già, se il progetto ternano riceverà le approvazioni previste dal bando, Bruxelles coprirà "solo" il 60% delle spese.

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