Stemma dei Rospigliosi nei quali confluirono i Giocosi.

I Tomassoni, come i loro parenti Ciancherotti, sono antiche famiglie originarie di Terni appartenenti al ceto medio, alla piccola borghesia o, come si dice al tempo, alla classe dei populari o Banderari. Come rileva la distribuzioneStemma dei Tomassoni nazionale di questi cognomi, ancor oggi la maggior concentrazione è riferita ad un'area socio-culturale omogenea corrispondente al cuore dell'antico Stato della Chiesa, ovvero Marche, Umbria e Lazio. I Tomassoni sembrano appartenere a quella piccola classe dirigente dello Stato costituita da notai, avvocati, sindaci e procuratori. A seguito delle eroiche e politiche gesta di Raimondo i Tomassoni ottengono il titolo di Conti e l'insegna nobiliare così descritta: "Partito: nel primo d'azzurro alla fascia di rosso caricata di tre gigli d'oro, accompagnata in capo da una coppa fumante, ed in punta da un monte di verde di tre cime all'italiana reggente un istrice al naturale". Nello stemma riprodotto: "nel secondo d'azzurro alla fascia d'oro accompagnata in capo da tre barbe di rosso ordinate in fascia, ed in punta da un monte di verde di tre cime all'italiana (Barbarossa)" l'insegna dei Tomassoni risulta appaiata (partita).

I Ciancherotti sono noti a Terni già nel XIV secolo come capi Banderari, quando, invece del cognome, vieneStemma dei Ciancherotti attribuito loro il solo soprannome di Ciancarottus (sciancato), poi chiamati Ciancarotti ed infine Ciancherotti: loro membri sono spesso presenti al governo del municipio, come esponenti di parte. Le Antiche Riformanze testimoniano, alla data del primo aprile 1598, l'ascesa della famiglia Ciancarotti che, grazie alla fama ed alle ricchezze apportate dai suoi due Colonnelli, non è più nella classe del medio ceto, ma si è elevata al rango nobiliare. Gio. Felice Ciancarotti è tra gli incaricati dal Municipio ad accogliere il Pontefice Clemente VIII in Terni. La cronaca originale registra: "Oggi come si disse muovea dalla Capitale il Pontefice; perloché spediansi dal nostro Municipio ad incontrarlo Ludovico Rosci, Giovanni Suressi, Paolo Simonetta, Fabio Nucola, Pompeo Mansueti, Giuseppe Castelli, e Gio. Felice Ciancarotti spettabilissimi gentiluomini". Alla famiglia viene concessa una insegna araldica che, per il suo significato, si contrappone al cognome, e che viene così definita: "bandato d'argento e d'azzurro. Cimiero: un cane levriero nascente, tenente nella zampa destra una spada e nella sinistra una banderuola d'argento crociata di rosso".

I Nicoletti sono nobili ed appartengono all'altra classe sociale ternana dei Cittadini: il loro stemma araldico è un leone d'oro in campo azzurro che tiene nella zampa anteriore una scure d'argento o, come scrive l'Amayden: "d'azzurro al leone d'oro tenente una scure d'argento". Nelle Antiche Riformanze del 23 aprile 1598 Gio. Battista Nicoletti è citato insieme agli Spada, ai Cittadini, ai Castelli, ovvero insieme alla migliore nobiltà ternana.

Da queste famiglie ternane emergono molti valenti Generali, Colonnelli e Capitani che servono fedelmente lo Stato della Chiesa ed altri Stati. Tra di loro eccellono Alessandro Tomassoni, Generale ed architetto militare, Lucantonio fratello di Alessandro, Enea figlio di Lucantonio e suo cugino Battista Nicoletti, nipote di Lucantonio in quanto figlio di una sorella, Raimondo Tomassoni, fratello di Enea, Giovan Francesco Tomassoni, figlio di Raimondo, Anastasio e Stefano Ciancherotti, fratello minore di Anastasio, entrambi nipoti in quanto figli di una figlia di Alessandro Tomassoni.

La famiglia Tomassoni risiede nel "Rione di Sotto". L'onnipresente Angeloni, alla pagina 9 della sua Storia di Terni fornisce alcune notizie che, indirettamente, permettono di individuare il loro palazzo: "Appaiono eziandio dall'anfiteatro non lontano le grandi vestigia d'un teatro nelle case de' Rossi, di dove per lungo tratto stendendosi fino all'incontro le case del già Colonnello Lucantonio Tomassoni, il quale al singolare valore della persona e dell'animo, ebbe congiunto quello dell'ingegno e del sapere, vedendosi di lui in istampa un Discorso Militare di molto pregio". Le strutture della città in quest'area non sono mutate da quando il Capitano Domitio Gubernari disegna la pianta della città di Terni nel 1640 e questo consente una serie di ipotesi che inducono a ritenere che il palazzo dei Tomassoni sia ubicato al termine di via Tre Colonne, quasi all'incrocio con via Ludovico Aminale verso il Duomo, costruito sopra le fondamenta del palco e dell'orchestra dell'antico teatro romano. Secondo il disegno di Gubernari il palazzo di maggior consistenza in questa area, tale da ospitare una casata importante e ricca come quella dei Tomassoni, è posto proprio vicino a detto incrocio, con il lato maggiore su via Tre Colonne e quello minore verso via Aminale. D'altronde via Tre Colonne costituisce una delle arterie principali del centro medievale e, quindi, è la sede di alcune famiglie dell'aristocrazia e della borghesia emergente cittadina.

La famiglia Ciancherotti, al culmine della propria ascesa sociale ed economica, ha un proprio palazzo all'angolo tra piazza della Repubblica e l'inizio di via Garibaldi, o via del Sesto, come si chiama a quel tempo. Oggi, dopo i bombardamenti dell'ultimo conflitto mondiale il palazzo distrutto è stato rimpiazzato da un nuovo immobile adiacente il vecchio palazzo comunale, oggi adibito a centro multimediale. Solo il portale del palazzo Ciancherotti rimane a testimonianza dei trascorsi: oggi fa bella mostra di sé riutilizzato come porta della nicchia che ospita la terracotta della Madonna con Bambino in piazza della Repubblica. Nuovamente il palazzo ed il proprietario sono ben identificati con il numero 54 sulla Pianta Antica della Città di Terni, dove è chiamato "Palazzo dei Sig.ri Ciancarotti".

La famiglia Nicoletti abita al centro della Terni dell'epoca, nel "Rione di Amengoni", nella Platea Columnarum, successivamente chiamata Piazza Maggiore, Piazza Pubblica, Piazza Vittorio Emanuele II, Piazza del Popolo, ed oggi Piazza della Repubblica. Il loro palazzo ha il fronte sulla piazza a lato del Palazzo Apostolico, poi Comunale ed è ben identificato con il numero 57 sulla Pianta Antica della Città di Terni dell'editore olandese Pieter Mortier, dove è chiamato "Palazzo del Sig. Cap. Nicoletti".

Il "capostipite militare" di questa famiglia è Alessandro Tomassoni, nato a Terni probabilmente intorno al 1508.Stemma di Virginio Orsini Svolge la sua carriera militare iniziando dal gradino più basso fino a divenire Generale dell'esercito pontificio ed apprezzato ingegnere militare. Muore nel 1555 alla Madonna della Quercia per le ferite riportate nella grandiosa battaglia di Porto Ercole del 10 giugno 1555. Esordisce agli ordini di Gentil Virginio Orsini, Conte dell'Anguillara, scorrendo tutte le coste del Mediterraneo per combattere i Turchi, passa poi nell'esercito pontificio per condurre, come figura di primo piano, la guerra del sale prima a Perugia poi a Paliano: sempre a Perugia collabora con il San Gallo alla costruzione della Rocca Paolina; pone l'assedio alla città di Mirandola e la espugna; partecipa, infine, alla difesa della Repubblica di Siena dove trova la morte.

Suo fratello Lucantonio, nato a Terni nel 1511, segue le orme fraterne, ma preferisce altri committenti: i Duchi di Savoia; Carlo III prima e suo figlio Emanuele Filiberto poi. Combatte nelle guerre del Piemonte, nel Stemma dei Tomassoniquadro generale del conflitto franco-asburgico, nelle guerre di religione in Germania e nelle guerre delle Fiandre coronate dalla vittoriosa battaglia di San Quintino, mediante la quale i Savoia riottengono il loro Ducato. Con l'avvento della pace nel Ducato Lucantonio cambia committente e si arruola nell'esercito pontificio agli ordini diretti del Papa distruggendo gli Ugonotti protestanti in Provenza e nell'Avignonese. Al termine corre prima in Grecia e poi a Malta a combattere con successo i Turchi. Rientra in Patria a proteggere lo Stato della Chiesa sia dai nemici esterni che interni e termina la sua carriera come vice Comandante di Castel Sant'Angelo in Roma, ovvero come capo della sicurezza personale del Pontefice. Muore ottantenne nel 1592 e viene sepolto nella chiesa di Santa Maria ad Martyres o Santa Maria della Rotonda, nell'accezione più popolare, ben più nota universalmente come il Pantheon, il tempio dedicato dai Romani a tutti gli dei.

Raimondo Tomassoni, figlio di Lucantonio, nasce a Terni intorno al 1540 e milita nelle schiere del Granduca di Toscana Ferdinando I de' Medici. Al seguito di questo sovrano combatte per cinque anni nella lunga guerra turca in Ungheria risaltando per imprese memorabili. Convocato a Roma dallo Stato della Chiesa nel 1598, per assolvere all'incarico di Colonnello Comandante il distretto di Ferrara, muore a Rimini, mentre va ad insediarsi.

Enea Tomassoni, figlio di Lucantonio, nato a Terni intorno al 1545, Capitano nell'esercito di Pompeo e Giovanni Prospero Colonna nel 1565, partecipa alla battaglia navale di Lepanto nel 1571 e, forse, vi trova la morte.

Giovan Francesco Tomassoni, figlio di Raimondo, nato a Terni intorno al 1570, milita con il padre nell'esercito granducale e combatte per tutti i quindici anni della lunga guerra turca, poi, nel 1607 lo Stato della Chiesa gli propone il grado e la funzione di Colonnello Comandante il distretto di Ferrara, già offerti a suo padre: Giovan Francesco accetta l'incarico.

Anastasio Ciancherotti, figlio di una figlia di Alessandro Tomassoni, nato a Terni nel 1573, si arruola prima nelle fila di Giovan Francesco Aldobrandini, nipote del Papa e Generale dell'esercito pontificio, per combattere la lunga guerra turca: passa poi agli ordini diretti dell'Arciduca d'Austria Mattias d'Asburgo militando nel reggimento del barone prussiano Ferdinand von Kolnitz. Al termine del conflitto Anastasio è ingaggiato dal Pontefice e va ad Avignone a governare quella provincia. Successivamente il Papa lo nomina Colonnello Comandante il distretto di Ferrara. Stanco poi dell'inazione, lascia l'incarico e va a combattere per la Repubblica di Genova assalita dai Savoia ricoprendosi di gloria. Nel 1626 lo Stato della Chiesa lo ingaggia nuovamente come consulente di guerra del Cardinale Barberini e poi lo nomina governatore militare della città di Orvieto nel 1645.

Stefano Ciancherotti, nasce a Terni nel 1577, segue passo dopo passo il fratello di Anastasio in Ungheria arruolandosi prima con Giovan Francesco Aldobrandini e poi agli ordini diretti dell'Arciduca d'Austria Mattias d'Asburgo, combattendo nel reggimento del friulano Conte di Strassoldo. Giovanissimo Colonnello, compie imprese importanti come la presa di Buda e di Pest: muore ventinovenne nel 1606 per le ferite riportate in combattimento.

Giovanni Battista Nicoletti, nipote di Alessandro e Lucantonio Tomassoni, Alfiere nell'esercito di Pompeo e Giovanni Prospero Colonna nel 1565, partecipa con successo alla battaglia navale di Lepanto nel 1571.

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