I gioielli del massacro, parte prima
a Compagnia di avventurieri dopo aver sfidato l'ira di Titus decise di darsi alla macchia per alcuni giorni.Saputo della partenza della Tarantola arrischiarono il ritorno a Norek.Trascorsero alcuni giorni a compiere acquisti e a guarire dalle ferite ricevute presso l' isola di Darolin, il loro periodi di riposo venne interrotto dall arrivo di un messo del Consiglio che richiedeva la loro immediata convocazione presso il palazzo Consiliare. Recatovisi, i nostri avventurieri ricevettero le congratulazione per aver debellato la piaga dei pirati che infestavano quel tratto di mare e dopo alcune frasi di circostanza, il Consigliere mercantile decise che poteva introdurre la questione che aveva portato alla convocazione del gruppo. Esordì dicendo che una consistente quantità di Rularon, preziosissimo materiale che ha il potere di inibire la forza del mentalismo era stata scoperta nelle vicinanze di una miniera di rame esaurita presso le montagne settentrionali. Il minerale era stranamente abbandonato presso un dirupo appena fuori l' imboccatura della miniera. Il consiglio aveva autorizzato una spedizione militare adatta a recuperarlo e il gruppo di soldati e studiosi era partito senza indugi. Quest' azione però rischiò di creare un incidente politico coi nani delle montagne che reclamavano il minerale in quanto abbandonato sulle loro terre.Il caso fu discusso per giorni da una delegazione Norinth inviata presso il locale re dei nani e alla fine venne stipulato un patto commerciale: la città di Norek avrebbe dovuto fornire regolarmente ogni mese delle gemme Jussi in cambio del minerale. Dopo giorni di ricerche presso la Grande Biblioteca cittadina, gli studiosi scoprirono che già anticamente esisteva un commercio di queste pietre e che la fonte principale era una zona tribale a circa cento miglia di distanza dalla città. Essendo questa zona ampiamente fuori dalla giurisdizione della città, il Consiglio aveva autorizzato una esplorazione coperta composta da un diplomatico esperto in gemme, tale Valym Marik e dalla sua scorta. Il problema era che non potevano essere impiegati soldati regolari ed era per cui opportuno ricorrere a dei mercenari la cui condotta non potesse essere collegata alla città. Alla richiesta di partecipazione il gruppo aderì compatto, spinto dall' orgoglio di servire una così nobile città...che era anche tanto generosa da offrire duecento pezzi d'oro per una semplice scampagnata.Dopo aver comprato l' equipaggiamento necessario, il gruppo si ritrovò alla taverna della Dama Rossa a brindare alla partenza. Dalle fumose tavole della sala centrale emerse un guerriero vestito molto riccamente che chiese se il gruppo era disponibile ad accoglierlo: il suo nome era Kenneth ed era un arciere emissario di Hellheaven, condottiero dell' est.Partirono diretti verso est. Il viaggio non riservò particolari sorprese e dopo una settimana trascorsa cavalcando tra i boschi di conifere tipiche di quei luoghi giunse alla zona tribale. Maiulas si sentiva continuamente osservato da occhi nascosti tra i rami e i cespugli....Quando mancava meno di un miglio all' arrivo, preannunciato da colonne di fumo che si alzavano pigramente verso il cielo, Maiulas si girò messo in allarme da un rumore e vide numerosi guerrieri seminudi che li seguivano cauti. Valim invitò alla calma e decise di proseguire.Giunsero alfine al villaggio dove evidentemente erano attesi già da tempo: il capo villaggio e altri personaggi eminenti li attendevano davanti la capanna più grande del villaggio, circondati da una ventina di uomini armati di rozze lance e coperti da corazze in cuoio conciato. Dopo i rituali saluti, il diplomatico si diresse verso l' entrata della capanna più grande del villaggio, non senza aver prima invitato gli avventurieri a recarsi verso la capanna solitamente riservata agli stranieri di passaggio e a non uscire o parlare con qualcuno : la loro totale ignoranza dei costumi tribali avrebbe potuto provocare incidenti in grado di compromettere la spedizione commerciale. Dall' interno della polverosa capanna di frasche si poteva vedere una buona parte del villaggio, compresa una gabbia in bambù posta al centro di uno slargo tra le capanne; una creatura repellente era rinchiusa tra le sbarre. Ignorando gli ordini, Tranduil e Archont decisero di allontanarsi dalla capanna per poter meglio identificare la creatura. Poco prima di arrivarci, furono richiamati dall' irosa voce di Valim che in breve li fece rientrare nella capanna. Riunitesi all' interno, il diplomatico riferì: " Questi selvaggi rifiutano di trattare con chiunque non abbia dato prova di valore in battaglia o contribuito alla prosperità della tribù. Dovremo quindi recarci presso una collina a circa due giorni da qui e sterminare le creature che l'infestano. Da quel che ha detto il capotribù dovrebbero essere una ventina di creature tarde e lente, semplice bestie da macello se affrontate da guerrieri preparati e corazzati. Lui le ha chiamate Lugrok...ma credo che scimmie verdastre vada bene lo stesso....sono tutte come quella miserabile creatura tenuta in gabbia al centro del villaggio; credo verrà sacrificata alla prossima festa tribale. Ah, quasi dimenticavo...il capotribù ha mandato già da ieri suo figlio maggiore, credo si chiami Baldrog, a sorvegliare l' ingresso della tana di quelle creature . Spero che questo selvaggio sia almeno così intelligente da tenere aperti gli occhi.Partiremo all' alba, preparatevi."La partenza avvenne puntuale all' alba secondo i puntigliosi ordini di Valim e la compagnia arrivò alla base della collina dopo quattro ore di marcia. Arrivati nei pressi dell' imbocco, un giovane barbaro dalla folta capigliatura e vestito rozzamente si fece loro incontro. " Io sono Baldrog, figlio di Braggoh figlio di Frecchjak. Io sono un capo figlio di capi e vi dò il benvenuto. Nessuno è più uscito da due giorni, i lugroki sono tutti dentro. Sterminiamoli, ora. Il grande lupo è con noi." Si avvicinarono cautamente , Archont, Aikar e Maiulas aprirono la pesante porta in tronchi rozzamente squadrati ed entrarono nell' antro. Una piccola sala rocciosa si parò davanti ai loro occhi, completamente ammantata di uno strano tessuto setoso. una sorta di galleria intessuta di questa stoffa si apriva davanti i loro occhi . Aikar, Kenneth e Archont entrarono nel budello; pochi secondi dopo a Tranduil parve di percepire un movimento tra le ombre in fondo alla stanza e lesto accostò una fiasca d'olio alla torcia che Kyelsh portava in mano. Appena le miccia di stoffa si incendiò scagliò la bottiglia verso il punto che aveva scatenato le sue ansie. Una palla di fiamme si generò dopo lo schianto e presto tutta la galleria fù in fiamme, un acre odore irritava le gole. Gli avventurieri percorsero all' indietro il budello in fiamme e solo la loro velocità gli permise di cavarsela indenni. Tranduil dovette affrontare un umiliante richiamo da parte di Valim e degli altri uomini. Attesero a lungo sino a che il fumo si allontanò dalle gallerie, poi rientrarono.