Rubrica Periodica "Medicina e Sport" " Idoneità Sportiva Agonistica" A cura del Dott. Roberto Gattobigio Cardiologo e Medico dello Sport (Aprile 2009)
Indice
Lo screening cardiovascolare cui vengono sottoposti gli atleti in vista di un appuntamento sportivo agonistico rappresenta una pratica diffusa ed obbligatoria, destinata ad una larga fascia di popolazione che in Italia si stima raggiunga circa il 10% dell’intera popolazione ed avente lo scopo di indentificare eventuali anomalie responsabili di nefaste conseguenze. La morte improvvisa in soggetti dediti ad attività sportiva rappresenta la conseguenza di un varietà di malattie cardiovascolari la cui frequenza nei paesi industrializzati è in relazione alla numerosità dei praticanti¹. Ciò nonostante non esiste un protocollo uniforme nella definizione di idoneità sportiva impiegata negli Stati Uniti ed in Europa.
Lo scopo dello screening pregara è quello di slatentizzare
eventuali anomalie, prevalentemente coinvolgenti non solo il sistema
cardiovascolare, che impediscano la pratica sportiva agonistica perché
potenzialmente pericolose per la salute del paziente. Il principale obiettivo
dello screening è quello di ridurre il rischio cardiovascolare associato con lo
sport e nel contempo incrementare lo stato di salute dell’atleta. Si tenga
presente che il rischio di morte improvvisa è indipendente dal livello di
competizione atletica mentre sembra più correlato con la competizione e
l’intensità della attività fisica, arrivando ad incrementare il rischio di morte
improvvisa, nell’atleta, di oltre due volte.
La precisa frequenza con la quale la morte improvvisa si
manifesta nella popolazione sportiva dedita alle competizioni è inficiata da
documenti estrapolati da analisi retrospettive ed a volte da dati ottenuti da
archivi non attendibili (si pensi ai registri delle istituzioni scolastiche
negli USA). Recentemente in Italia, uno studio condotto in maniera adeguata ed
eseguito in Veneto utilizzando gli stessi protocolli legali impiegati
attualmente dai servizi di medicina sportiva riconosciuti dal S.S.N., ha
mostrato una incidenza di morte improvvisa nella popolazione sportiva esaminata
di 0,87 atleti per 100,000/anno [5] ( maggior incidenza nell’uomo vs. la donna).
Questa più alta incidenza di eventi nella popolazione italiana rispetto a quella
registrata nella popolazione statunitense ( 1:200.000 atleti) riflette,almeno in
parte, differenze etniche, fattori genetici e sociali: oltre il 50% degli eventi
improvvisi sono appannaggio dei soggetti di colore appartenenti al sesso
maschile (tipologia di sport praticato,football,basket e scarso accesso ad uno
screening di approfondimento strumentale diagnostico più costoso negli USA).
L’ idoneità sportiva agonistica negli USA[2], basata su una raccolta anamnestica familiare e personale e seguita dall’ esame obiettivo, viene rilasciata da un medico, non obbligatoriamente medico sportivo né cardiologo ed ha un valore biennale: solo in casi selezionati l’atleta viene invitato ad eseguire esami strumentali approfonditi. L’utilizzo (dell’esame delle urine) e dell’Elettrocardiogramma standard, che in Italia viene eseguito obbligatoriamente a completamento delle indagini predette, non è consigliato negli USA a causa della bassa specificità nei giovani atleti e degli elevati costi di esercizio, essendo estremamente numerosa la popolazione americana dedita all’attività sportiva agonistica. Nel territorio italiano il conseguimento dell’idoneità sportiva agonistica basato sulla valutazione anamnestico-clinico-strumentale del professionista Cardiologo-Medico dello Sport, ha permesso di identificare substrati cardiovascolari potenzialmente letali dimostrando la assoluta efficacia della valutazione Elettrocardiografia nell’identificazione delle principali cause di morte improvvisa e più in generale la bontà del sistema di certificazione medico-sportiva italiano.
Cardiomiopatia ipetrofica ostruttiva Anomalie congenite delle Arterie Coronariche Miocarditi Rottura aortica (syndrome di Marfan) Prolasso valvolare mitralico Cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro Coronaropatia aterosclerotica Anomalie della formazione e della conduzione dell’impulso elettrico Valvulopatia aortica
Cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro Coronaropatia aterosclerotica Anomalie della formazione e della conduzione dell’ impulso elettrico Miocarditi Anomalie congenite delle Arterie Coronariche Prolasso valvolare mitralico
Attualmente non solo in Europa ma anche negli USA [6] non
esistono delle linee guida , delle raccomandazioni relative al rilascio
dell’idoneità sportiva alla pratica sportiva agonistica: per questo motivo la
Società Europea di Cardiologia raccomanda il protocollo adottato dal S.S.N.
italiano [4] come metodologia standard universalizzabile. Un protocollo che
consiste prima di tutto nella raccolta anamnestica familiare: la maggior parte
delle condizioni a rischio di morte improvvisa durante attività sportiva sono
determinate geneticamente. La familiarità è considerata positiva quando un
genitore ha subito un attacco cardiaco o è deceduto per morte improvvisa ( < 55
anni di età se maschio; < 65 anni di età se femmina), oppure quando è
riscontrabile una Cardiomiopatia, una Sindrome di Marfan, una Sindrome di
Brugada (anomalia elettrica) o una Sindrome di Marfan.
Lo screening cardiovascolare della popolazione sportiva ha
una ricaduta in termini di spesa sanitaria non indifferente: basti pensare che
solo in Italia, ogni anno, vengono sottoposti circa 5 milioni di sportivi
praticanti con un costo stimato, per la singola valutazione completa
dell’atleta, comprensiva degli esami strumentali previsti dalla legge di circa
30 euro¹.
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