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:::La testimonianza di Stefano in vista della Pasqua 2004

Buongiorno Amici miei!

Finalmente Pasqua.
E non solo perché ho il tempo di scrivervi.
Si parte in maniere differenti, ma alla fine si è sempre vicini.

Quando presi la decisione di interrompere per un po' il nostro cammino assieme, dentro di me, era chiara solamente una cosa: vi avrei portati comunque con me.
Qualunque strada avessi preso era per Lui e con Lui, quindi con voi.

In parrocchia le cose da fare sono davvero tante, e se da un lato rimpiango i meravigliosi incontri del GT, dall'altro sento forte il bisogno di passare il mio tempo con nuove persone, nuovi ragazzi, più giovani di noi, ma con altrettanta sete di crescere nella fede.

Il gruppo Cresima è abbastanza omogeneo, sia nella simpatia che nel dolore.
E' strano ma si sente già,in queste nuove generazioni, il peso degli errori di quelle passate.
Ognuno di loro, parlandoci, serba nel cuore una Croce.
Ognuno ha il suo modo di tirarla fuori, chi con durezza,chi con superficialità ( il che non vuol dire che non pesi!), chi cercando di capirla.
All'interno di un singolo gruppo sono di nuovo chiamato a dare testimonianza della gioia di un Dio che ci ha amati e sempre ci amerà "sino alla fine".

E a volte mi sento veramente incapace.
E' un banco di prova perché mi devo interrogare continuamente sulla verità di ciò di cui parlo loro, prima ancora di discuterne (e voi sapete quanto sia difficile per me farlo in maniera chiara!).
Il Signore mi richiama continuamente ad una fedeltà e ad un'attesa vigile.
E sono contento di questo perché solo così riesco ad essere, seppur con i miei difetti, pane spezzato per loro.
Se Lui lo è stato per me, devo seguirlo.

Molti vanno capiti, quasi coccolati.
Bisogna parlare con un registro tutto particolare.
Bisogna farli sentire accolti.
E quanto abbiamo bisogno dell'accoglienza nell'incontro.
Dico questo perché gli effetti della solitudine ci sovrastano,a tal punto da essere "tristi fino alla morte".
Tutti, chi più chi meno, siamo malati di solitudine.
Tutti dobbiamo fare i conti con un vuoto interiore.
Anche Andrea, un mio amico morto suicida giorni fa davanti casa mia.
Perché anche questo è successo in questi mesi.
Siamo cresciuti insieme, ed in un attimo sei costretto a piangere amaramente per lui.

Signore, perché? Cristo, perché? Signore, perché?....Stefano, perché? Dov'ero quando chiedeva aiuto? Dove siamo quando gli altri chiedono un sorriso, una parola, un abbraccio?

Il Signore della Vita e dell'Amore è scomodo da annunciare.
Il Signore della Pace e dell'Unità è un pesante fardello da condividere.
Soprattutto davanti al muretto di casa, dove vedi Alessio, Gabriele, Francesco, Matteo, fratelli di Andrea, fratelli nostri, che continuano a disperarsi a modo loro.raschiando la superficie dura della solitudine con la droga che inevitabilmente gira.

Ecco allora il gravoso messaggio di Cristo tornare prepotente dentro il cuore.
La missione, la comunione, la croce, la morte e la resurrezione sono ovunque, perché chi le vive e le porta con sé è sacerdote del mondo e servo dell'umanità.
Ed è difficile, tremendamente difficile solo pensarlo nel nostro "ordinario".
Almeno per me.

"Ecco, Io sono con voi sino alla fine del mondo"
Che questa Pasqua ci dia Il coraggio di essere Gioia.
Che questa Pasqua ci dia la forza di essere Pane.
Che questa Pasqua ci dia la dolcezza di essere Abbraccio.
Che questa Pasqua ci dia la verità di essere Parola.
Perché Lui è con noi.
Perché voi siete con me.
Sempre.

Perché l'Amore, quello vero, quello da cui non vi separereste mai, non sarebbe Amore se non fosse "Per Sempre".
Lo senti.è talmente grande che rinchiuderlo in uno spazio temporale ti fa chiedere: "e dopo?".
Non basta mai.

Affido tutti voi, amici miei, al Signore.
Perché è entrato nei nostri cuori e li ha salvati.

Spero di rivedervi presto, magari a Gerano per la missione in vista della festa della Madonna del Cuore di fine Aprile.
Ho allegato il quadro del Conca, venerato nel mio paese, da cui trae origine il tutto.

Intanto...Buona Pasqua!
Stefano