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:::Tempo e spazio fra dubbio e passione

Ho cercato di mettere su carta quello che mi è stato chiesto, l'impresa è stata abbastanza ardua ma spero di esserci riuscita, e per completare gli ho dato anche un titolo (tutta vanità).

Cominciamo ad elencare i punti dibattuti ieri sul "belvedere" (col mio gruppo):
1) si è testimoni solo di ciò che si vive
2) perché Gesù passa da una richiesta d'amore ad una d'affetto
3) come essere testimoni ed avere la forza di esserlo e convincere gli altri

Anche se riguardano momenti diversi di un percorso, queste tre tappe sono ineluttabilmente conseguenza l'una dell'altra in un modo circolare e quindi eterno, come eterno è il cammino della fede, ma sempre innovatore!

Il cammino di qualsiasi cristiano è l'immagine stessa del suo essere, non mancano cedimenti, non si risparmiano abbagli, non si è liberi da sofferenze eppure si va avanti, si continua fra tanti perché ed infiniti chissà, e mentre il dubbio assale spesso una strana forza si erge a controparte di tanto smarrimento ed è allora che si avverte la potenza di tutto congiunta ad una sana umiltà che permette di ascoltare anche ciò che da tanti è giudicato superfluo ma soprattutto inutile.

Vedere e osservare, udire e ascoltare, sfiorare e toccare, sentire e provare, ma mai giudicare è questo che rende l'esperienza di un fedele una fonte inestimabile di opportunità di crescita senza mai sottovalutare parola o gesto alcuno, ma andare sempre avanti ed ancora di più.

Salite sul quella altura io e Mascia (quando al ritorno eravamo alla ricerca della croce) la natura ci ha riservato uno spettacolo unico e irripetibile, in un solo punto quando ci siamo voltate, da ambo le parti ci siamo sentite circondate dall'immenso e dalla "manodopera di Dio", ma, mentre quel senso di benessere saliva, ci dispiaceva un po' per la foschia che offuscava appunto il paesaggio, ma niente ha rovinato quel frangente perché Mascia hai apprezzato ed hai goduto di ciò che hai visto e forse hai immaginato come poteva essere in una giornata migliore (purtroppo voi siete saliti dopo ed io non ho potuto cogliere le vostre impressioni).

È proprio questo ciò che rende speciale un fedele, è immaginare ed essere un passo più avanti, non impelagarsi in quel mentre ma pensare al poi, è questo l' oltre di cui parlavo ieri, vedere la via anche se ci appaiono nubi e seguirla anche ad occhi chiusi, percependo tutto e tutti come dono di Dio, come moltitudine per crescere in un'unità.

Un fedele non può fermarsi è pellegrino, sentinella e testimone in ogni momento, è un viaggio con tutti, una veglia per tutti ed una certezza per chiunque.

Le parole passione e dubbio ricorrono molto nella Bibbia, anche se non sempre scritte ma sempre presenti come concetto.
Si avverte la passione come ardore in tutte le opere di chi ha seguito la parola di Dio, ma non sono mancati i cedimenti, i tentennamenti.
Il dubbio ha sempre ha spesso accompagnato il loro cammino, rafforzato anche da un'incredulità se vogliamo quasi giustificata.
Ma il dubbio non è sempre negativo è anche un momento per riesaminare tutto e migliorarsi, l'importante è non fermarsi mai.

La passione è un'esperienza importantissima, provi l'assolutezza di un'emozione in ogni sua parte e diventa un vortice che ti trascina e riesce a trascinare anche gli altri, è un turbine che ti aspira e a cui aspiri e coinvolge, coinvolge perché è strana, perché è e basta, e il non riuscire a spiegarla a volte per noi è come un freno.

È l'essenza del tutto, la paura del momento l'esserci davvero ed avere paura che finisca, che non ci sia più, a volte si cede e si continua a star bene, ma obnubilando il cuore può davvero la mente sopperire a tutto? E se si per quanto...

Se qualcuno ci chiede "Perché fai questo? Perché credi in Dio?" è un'occasione da non perdere, non è un momento di smarrimento in cui noi ci sentiamo impotenti tanto da non riuscire a rispondere, e se davvero non ci riusciamo, blocchiamo quello che vorremmo dire allora incalziamo con un'altra domanda "Tu perché me lo chiedi?".

Non dobbiamo sottovalutare che se una persona ci chiede qualcosa è perché siamo riusciti a stimolare la sua curiosità, e di certo non lo aiutano le nostre esitazioni, i nostri ma, in quel momento tutta la nostra passione deve essere trasmessa a lui e si può, si deve, è un momento prezioso, la passione si trasmette come qualsiasi altro sentimento, un gesto, uno sguardo, una carezza, una sensazione, attraverso la pelle, con gli occhi, con le parole che anche se ci sembrano impossibili da trovare mai come in quel momento sono a nostra portare, l'importante è non esitare, essere istintivi come lo siamo sempre, senza mai sottovalutarci ma senza peccare mai di superbia, dobbiamo sempre partire dai nostri punti fermi, dalle nostre certezze, il senso di tutto è li, nel fare le cose con coscienza senza mai vergognarsi.

Gesù ha dimostrato a Pietro (e quindi a noi tutti) come senza certezze non si può partire in questo viaggio.
Gli chiede "Mi ami più di costoro? Mi ami?".

Amare, che verbo potente, a volte fa paura a noi stessi, rispondiamo di si con un certo brivido sapendo che in fondo c'è una parte che ancora non conosciamo.

Simone di Giovanni risponde di si, ma con quale animo?
Con quale animo e con quanta certezza noi rispondiamo?

Poi Gesù continua e chiede "Simone di Giovanni mi vuoi bene?", anche se Pietro rimane addolorato da questa ennesima domanda la sua risposta è più completa, è certa, Pietro ora lo sa è così, sa ora che il cammino è lungo per essere finalmente certo del suo "amore" ora che ha dimostrato il suo affetto, che spesso in una forma sincera ed istintiva è un preludio d'amore.
Ora anche Gesù si ferma con le domande perché Pietro ha capito da dove iniziare.

Anche noi dobbiamo cercare questo punto, dobbiamo sapere da dove partire per non tornare mai indietro, per non essere mai soli, per saper "con-dividere" le nostre ricchezze e formare una comunità attiva e sempre gioiosa, perché abbiamo bisogno degli altri in ogni momento per non cedere, per migliorarsi, per continuare.

C'è bisogno della spiritualità di Lorenzo e Marco, dell'intraprendenza e forza di Giovanni, dell'esperienza e simpatia di Christian, della voce e "direzione" di Alessia, della tua limpidezza e serenità Mascia, dell'ingenuità genuinità e spontaneità di Cinzia, Claudia e Luisa, dello stupirsi di Monica, della musicalità di Stefano, di colonne naturali come Maurizio e Marco, della semplicità e dolcezza di Margherita e Mariagrazia, della solarità di Iside e Valeria, del sorriso di Michela e Antonella, della lucentezza di Angelica, di un legame come tra Marco e Serena ed infine di un play maker come Cecilia lontana da ogni tipo di conformità bigotta.

C'è bisogno di tutti per tutti, per non fermarsi ma soprattutto senza mai tornare indietro, per coinvolgere e farsi coinvolgere, per amare e farsi amare, per donare ed esistere sempre più, più di così.

Bene io termino qui e spero di non avervi delusi con parole stanche e infinitamente ripetute.


Un bacio
Sarah