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:::La testimonianza di Mascia

Carissimi amici,
non si può rimanere in silenzio quando tutti intorno a te annunciano la gloria di Dio.

Un grido nasce dal profondo, risuona nella tua carne e vibra nelle tue ossa: e ti svuota completamente di te, dei tuoi pregiudizi, del tuo orgoglio, dei tuoi malesseri per fare spazio al Verbo, alla Parola che, abitandoti, chiede di essere trasmessa, condivisa con i fratelli.

"La pace non è mai un edificio solido, costruito compatto una volta per tutte, ma somiglia piuttosto ad una tenda, ad un castello di sabbia, da custodire e da ricostruire sempre con infinita pazienza".

Così è l'uomo.
Una tenda in cammino che trova solo nella precarietà e nella continua disponibilità a "smontarsi e rimontarsi", quell'apertura al nuovo che consente allo Spirito di agire, di plasmare, di creare, di profetizzare.

Il sì del cristiano, il suo essere pellegrino, è profezia. Oltre lo spazio.
La parola chiave è generosità. L'atteggiamento generoso consente lo scambio, il passaggio, il dare e ricevere, l'umiltà - tanto rara oggi - di chiedere.
Se davvero riuscissimo a credere che "C'è più gioia nel dare che nel ricevere", allora questo processo si innescherebbe da solo, travolgerebbe i nostri dubbi e ci inonderebbe di Luce... saremmo andati e avremmo visto.

La fede del cristiano, il suo essere testimone della Verità che ha incontrato, è creazione. Oltre l'esistente.

Il segreto è l'attesa... "Dai frutti li riconoscerete".
Tra la semina e la mietitura c'è il lungo e freddo inverno da passare, così come una buia notte separa il tramonto dall'aurora. Il deserto della Quaresima rappresenta questo momento di prova e di fatica in cui si è più vulnerabili ed è più facile cadere.
Per questo siamo chiamati ad essere vigili, a vegliare. A resistere al torpore, alla tentazione di mummificarci nel marmo gelido delle nostre sicurezze, del benpensare comune.
A non rilassarci in una quotidianità molle, senza rischi, senza il confronto con i nostri limiti, e dunque senza la paura del fallimento e della derisione.
A non assumere un atteggiamento di pretesa, che porta a volere tutto e subito e a non credere più nei miracoli.

La speranza del cristiano, il suo essere sentinella in tenace attesa del Signore che viene, è passione.
Passione che è al contempo dolore e sacrificio fino alla morte, ma anche amore travolgente che spinge a dare la vita. Oltre il tempo. Oltre la vita e la morte.

Il motivo che ritorna e unifica, quello a cui siamo chiamati è "andare oltre". Oltre lo spazio e il tempo, oltre l'esistente, oltre la vita, oltre la morte. Verso l'Eternità.

Ringrazio il Signore per Luisa, Giovanni, Maurizio, cp Marco, Simona, Michela, Cecilia, Margherita, Massimo, Angelica, Pier Carlo, Roberta, Claudia, Cinzia, Marco, Valeria, cp Lorenzo, Monica, Antonella, Roberto, Stefano, Christian, Alessia, Iside, Maria Grazia, Marco e Serena, Sarah.
Lo ringrazio per Mario che ha posto al mio fianco come miracolosa benedizione.

"La pace è comunione, è portare gli uni i pesi degli altri con la tenerezza del dono"

Mascia