La
tragica giornata di ieri ha portato nuovamente alla ribalta lo
spettro del terrorismo. Tutti abbiamo avvertito l'unanime voce
della Comunità internazionale che ha espresso il grande
dolore, la più totale condanna e il più sincero sentimento
di amicizia con il popolo spagnolo colpito dai feroci e
terribili atti di un ‘11 marzo’ che richiama per strane
coincidenze un altro ‘11’, quello del settembre 2001. I
nostri sono sentimenti veri e radicati profondamente nel cuore
non solo dei cittadini iberici, ma anche di quei popoli del
Sud del mondo, duramente colpiti dalla mannaia della violenza
e delle sopraffazioni. Ieri Madrid ha dovuto respirare la
polvere impregnata di morte fra le macerie di palazzi e
stazioni sventrate, piangendo i viaggi senza ritorno di
pendolari, giovani e meno giovani, che hanno patito la
scomparsa di tanti che non sono rientrati da giornate di
lavoro o di impegno civile. Il governo iberico aveva riportato
in questi ultimi anni una lunga serie di vittorie: arresti,
pentimenti e dissociazioni che sembravano aver avviato il
quasi completo smantellamento dell’Eta, quella che è stata
una delle più grandi e meglio organizzate formazioni
terroristiche europee e che ha segnato una delle pagine più
buie della storia spagnola. Ma il ritrovamento, avvenuto poche
ore fa, di nastri audio con registrati versetti del Corano in
lingua araba presso Madrid, a bordo di un furgone che si
sospetta sia stato utilizzato in relazione agli attacchi
dinamitardi di ieri, rende lo scenario ancora più confuso e
terrorizzante. Proprio in questo momento così tragico per
l’Europa, ci pare importante rivolgere un appello, proprio
in nome di tanti che nel nostro povero mondo hanno già
sofferto in prima persona, perché si vada a un totale e fermo
impegno contro ogni forma di violenza. Oggi l'impegno contro
il terrorismo deve richiedere una partecipazione totale da
parte dell'intero consesso internazionale e le Nazioni Unite
devono essere in prima fila con coerenza, anche nel rispetto
della ‘memoria’ di gente comune che mai avrebbe pensato
d’essere falciata via così brutalmente. Il terrorismo
appare sempre più come la nuova atomica di questo primo
segmento del terzo millennio dove i ‘metal detector’
rischiano d’essere davvero dappertutto, anche nel portone di
casa o all’ingresso del supermercato. Mai come oggi occorre
diffondere una cultura pacificatrice che riaffermi,
soprattutto nelle giovani generazioni, il senso di solidarietà
universale e aborrisca ogni forma di prevaricazione. Una cosa
è certa: mai come oggi le democrazie non possono permettersi
di rinunciare alle garanzie proclamate dalle loro costituzioni
e dal diritto internazionale. Se da una parte è vero che il
terrorismo è studiato ad arte da menti perverse per
spaventare le libere coscienze, dall’altra non possiamo
ignorare che le centinaia di chili di esplosivo utilizzate
negli attentati di ieri sono arrivate a destinazione, con ogni
probabilità, grazie a reti internazionali del terrore legate
a traffici d’armi e quant’altro. Le stesse reti che fanno
disastri tutti i giorni nelle periferie del ‘villaggio
globale’.
(di
padre Giulio Albanese)[GA]