Il
ministero di Giustizia del Rwanda ha preparato i fascicoli per
60.000 casi di genocidio, destinati a essere giudicati dagli oltre
8.000 tribunali popolari noti col nome di Gacaca (pronuncia ‘Gaciacia’),
che dal 15 gennaio prossimo dovrebbero affiancare la magistratura
ordinaria nei processi contro decine di migliaia di persone
incarcerate con l'accusa di aver partecipato ai massacri del 1994.
Lo ha annunciato il direttore dell'unità di supporto legale dei
Gacaca voluta dal ministero della Giustizia, Augustin Nkusi,
precisando che "tutto ciò che resta da verificare, prima che i
Gacaca inizino effettivamente a lavorare, è che le Corti abbiano le
attrezzature necessarie per cominciare le udienze". L'apertura
delle migliaia di corti tradizionali dislocate nei villaggi - e che
daranno la possibilità ai prigionieri, ai sopravvissuti ai massacri
di massa di dieci anni fa e ai famigliari delle vittime di
confrontarsi pubblicamente davanti ai giudici eletti su base locale
- è stata più volte annunciata e poi rimandata. “Stavolta non c'è
nessuna ragione per cambiare questa data” aveva assicurato Nkusi
tre settimane fa nel dare l'annuncio dell'avvio dei lavori. Dopo due
anni di sperimentazione in circa 750 delle oltre novemila
giurisdizioni, il sistema dei 'Gacaca' è stato corretto e rivisto
dalle autorità con l'obiettivo dichiarato di renderlo più
efficace. Nelle intenzioni del governo, le corti popolari dovranno
processare i circa 80.000 detenuti in attesa di giudizio che ancora
sono ammassati nelle precarie strutture carcerarie del 'Paese delle
Mille Colline' con l'accusa di aver preso parte al genocidio. I 'Gacaca'
giudicheranno gli imputati di reati minori rispetto a chi ha avuto
un ruolo di pianificazione e organizzazione delle stragi del '94,
che invece verrà processato dalla magistratura ordinaria o dal
Tribunale penale internazionale per i crimini in Rwanda di Arusha
(Tanzania). Le associazioni dei sopravvissuti hanno più volte
criticato il sistema dei Gacaca per la sua lentezza e remissività.
Tra aprile e luglio del 1994, in Rwanda vennero massacrate tra mezzo
milione e 800.000 persone per mano degli estremisti hutu; altre
migliaia furono poi uccise durante la vendetta tutsi nei mesi
successivi.
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