MISNA
ITALY  24/3/2004 2:03

OGGI RICORDIAMO I MARTIRI DELLA MISSIONE

di padre Giulio Albanese

Church/Religious Affairs, Standard

Ventiquattro anni fa veniva ucciso monsignor Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di San Salvador ed oggi ricorre la XII ‘Giornata dei missionari martiri’, l’iniziativa ideata in Italia dal Movimento giovanile missionario delle Pontificie opere missionarie e che si sta diffondendo anche in altri Paesi. Lungi da qualsiasi forma di retorica o falso pietismo, si tratta di un’occasione privilegiata per fare memoria del sacrificio di tanti uomini e donne di buona volontà che hanno dato la vita per Cristo. Il tema scelto per l’odierna commemorazione - "Perseguitati ma non abbandonati" – evidenzia la duplice dimensione spirituale ed ecclesiale del martirio: un evento che richiama la persecuzione vissuta da tante comunità cristiane nel Sud del Mondo, in intima comunione con Dio per la causa del Vangelo. Hans Urs von Balthasar, uno dei massimi teologi del Novecento, ha definito il martirio "der ernstfall", il "caso serio" della fede cristiana. Un "caso" tutt’altro che archiviato se si considera che ogni anno sono decine i missionari sacerdoti, religiosi, religiose e laici che vengono freddati nelle periferie del nostro povero mondo. A livello mediatico vi è in effetti una palese disattenzione al punto tale che raramente vengono istituite commissioni d’inchiesta per accertare le responsabilità delle uccisioni perpetrate da bande armate, sicari o altri scellerati dal grilletto facile, negando ogni forma di rispetto per la vita umana. Ecco che allora il martirio torna di fatto prepotentemente "attuale" in questo primo segmento di Terzo Millennio: forse mai così attuale dai tempi delle grandi persecuzioni dei primi secoli cristiani, quando i martiri finivano in pasto alle belve o appesi a una croce sulle vie consolari che portavano all’Urbe. "Il 24 Marzo – scrive padre Marcello Storgato, giornalista missionario saveriano – è una giornata di preghiera e di digiuno; senza discorsi, ma piena di silenzio; senza banchetti, ma nella penitenza della solidarietà; non cortei chiassosi, ma veglie imploranti". E Giovanni Paolo II descrive efficacemente lo scopo e lo stile di questa commemorazione: "Desideriamo che attraverso questa giornata, tutte le comunità parrocchiali e le comunità religiose entrino in comunione spirituale con i missionari e le missionarie sparsi in ogni angolo della terra, attraverso la preghiera, il digiuno e la solidarietà fraterna". Nel martirologio del 2003 compaiono ventinove nomi. Tutte persone generose che la MISNA ha fatto conoscere dando notizia del loro sacrificio: un arcivescovo, venti sacerdoti, un religioso, tre seminaristi, due volontarie laiche, due laici. Diciassette sono stati uccisi in Africa; 10 in America Latina; 2 in Asia. Quanto alla nazionalità dei martiri, undici erano africani; otto latino americani; sette europei; tre asiatici. Il presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, lo scorso anno, in occasione di una manifestazione al Qurinale, sottolineò come i missionari "fanno onore all’Italia". Noi però vorremmo che la voce dei missionari fosse maggiormente ascoltata dalle istituzioni politiche nazionali, anche in sede europea, soprattutto quando sono in gioco temi scottanti come quelli della giustizia planetaria, della pace, della solidarietà internazionale. Oggi però va anche ricordato lo stuolo di uomini e donne, esponenti della società civile e del laicato ecclesiale, che continuano a perdere la vita, spesso a causa delle medesime sopraffazioni per le quali i martiri hanno versato il loro sangue. (di padre Giulio Albanese)

 dal sito www.misna.org