RICERCHE NEL WEB

 

Dopo l’illusione la crisi

 

Dopo la caduta del muro di Berlino, nel 1989, in molti si pensava che il futuro dell’umanità sarebbe stato certamente migliore: la fine della contrapposizione dei due maggiori sistemi politici-economici avrebbe dovuto favorire la concordia tra i popoli e il rispetto delle diverse culture. Oggi sappiamo che non è stato così. L’umanità sembra schiacciata tra guerre e terrorismi senza tregua. Molti di questi conflitti vengono definiti “dimenticati” o di “periferia” in quanto totalmente oscurati dai riflettori dei media, ma che il web consente di seguire.

L’associazione “War News”, tramite la gestione del sito (www.warnews.it), sensibilizza sui problemi legati alle guerre e agli eventi sociopolitici più gravi in tutte le aree del mondo perché come recita il motto dell’associazione "Informare sugli orrori delle guerre è una parte del cammino verso la pace”. Anche l’Associazione internazionale Medici Senza Frontiere cerca di informare e far conoscere i conflitti dimenticati (www.crisidimenticate.it) arricchendo le notizie con testimonianze dirette di MSF che, come ricordiamo, è nata proprio per offrire soccorso sanitario alle popolazioni in pericolo e testimoniare le violazioni dei diritti umani a cui assiste durante le sue missioni.

Ed in tema di violazione dei diritti umani si deve purtroppo registrare che dopo sessant’anni dalla fine della seconda guerra mondiale, i governi, compresi quelli considerati democratici, continuano a tradire le loro promesse di un ordine del mondo basato sui diritti umani e perseguono gli obiettivi di una nuova, pericolosa agenda. Amnesty international denuncia che “Il linguaggio della libertà e della giustizia è finalizzato ad adottare politiche che sfruttano la paura e l’insicurezza, come i cinici tentativi di ridefinire e condonare la tortura. La nuova agenda, insieme all’indifferenza e alla paralisi della comunità internazionale, è stata fallimentare per le svariate migliaia di vittime delle crisi umanitarie e dei conflitti dimenticati nel corso del 2004”. Il tutto documentato e riportato nell’annuale rapporto di Amnesty ( www.amnesty.it/pressroom/ra2005/index.html?page=ra2005)

Ma la storia dell’umanità è cambiata in modo drastico proprio sessant’anni fa quando avvenne lo sgancio della prima bomba atomica della storia, che rase al suolo la città giapponese di Hiroshima. Tre giorni dopo, il 9 agosto 1945, la stessa sorte toccò a Nagasaki. Un orrore che ha contato più di 200 mila morti nei soli primi mesi successivi alla deflagrazione nucleare. Ad oggi le vittime sarebbero, secondo alcune stime, almeno 350 mila: morti che non possono essere solo commemorati.

Dopo stagioni di grande tensione, molti hanno trascurato tale pericolo, oggi il rischio di un conflitto nucleare torna a minacciare seriamente l'umanità. E' infatti in atto un pericoloso rilancio della corsa agli armamenti, soprattutto dopo l'11 settembre, con la ricerca e la produzione di una nuova generazione di bombe nucleari più piccole e "maneggevoli" e con le bunker-busters, che possono penetrare in profondità. Una responsabilità anche italiana, visto che all'aeroporto militare italiano di Ghedi (Brescia) e nella base Usaf di Aviano sono stoccate complessivamente 90 testate nucleari pronte all'uso. Utile per l’approfondimento la campagna per la messa al bando delle armi nucleari dei “Beati costruttori di pace” (www.beati.org/6-9_agosto_05/documenti.html ).

Si deve constatare che ormai l’intera umanità è sempre perennemente in crisi e ad un una passo dal baratro.

Ad essere in crisi è anche il sistema economico mondiale. Non sono pochi quelli che pensano, come il Movimento Internazionale per i diritti civili dell'economista Lyndon Hermyle LaRouche Jr, che il sistema finanziario stia crollando, e che guerre preventive, violenze e terrorismi siano orchestrati da varie forze per distrarre l’opinione pubblica e foraggiare così settori fondamentali per gli interessi di pochi.(www.movisol.org/analisi.htm ).

Davvero interessante l’analisi sulla crisi dei nostri tempi di Raniero La Valle che, partendo dalla "Strategia della Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti" del settembre 2002, in cui si affermava che in un mondo infido e nemico l'unica sicurezza per gli Stati Uniti era il controllo e il dominio del mondo, esamina l'agonia e la vocazione dell'Occidente. (www.parrocchie.it/correggio/ascensione/agonia_occidente.htm )

Al di là di letture soggettive più o meno condivisibili vi sono anche dati oggettivi indiscutibili come ad esempio l’enorme povertà e miseria che ancora coinvolge intere popolazioni come si evince dall’ultimo rapporto ONU sullo sviluppo umano 2005 (www.nonprofitonline.it/tid/4191279). L’attuale sistema non solo non impedisce ai Paesi poveri di svilupparsi in modo commisurato alle necessità e alle urgenze, ma addirittura favorisce la nascita di nuovi poveri anche nei Paesi ricchi. Alcuni governi dei Paesi occidentali pensano di affrontare la crisi smantellando quello “Stato sociale” che ha rappresentato una delle conquiste più importanti del secolo scorso.

Sotto questo aspetto risulta particolarmente interessante la campagna italiana Sbilanciamoci (www.sbilanciamoci.org ) nata nel 1999 dall’impegno di 41 organizzazioni della società civile che, rifiutando l’economia di mercato fondata su privilegi, sprechi, disuguaglianze propongono di cambiare radicalmente la prospettiva delle politiche pubbliche rovesciando le priorità economiche e sociali per rimettere al centro i diritti delle persone, un mondo più solidale e la salvaguardia dell’ambiente.

Forse proprio la questione ambientale è ancora sottovalutata. Infatti secondo il Millennium Ecosystem Assessment, il rapporto dell’Onu sullo stato degli ecosistemi del pianeta, entro 50 anni la vita sul nostro pianeta potrebbe essere impossibile. Questo studio di 4 anni, preparato da 1.300 scienziati di 95 Paesi ha analizzato l’attività umana e la pressione sulle funzioni naturali della terra giungendo alle conclusioni che la capacità degli ecosistemi del pianeta di sostenere le generazioni future non può più essere data per scontata (www.lanuovaecologia.it/ecosviluppo/politiche/4184.php).

Giovanni Paolo II ha più volte invitato ad una rinnovata “conversione ecologica” per poter scongiurare una possibile catastrofe ecologica e ad un impegno per lasciare questa terra, comune eredità affidataci da Dio, alle successive generazioni come spazio ancora vivibile (www.db.caritas.glauco.it/caritastest/temi/Ambiente/udienza_generale.htm)

La crisi attuale non può non coinvolgere anche la Chiesa che deve essere pienamente inserita nel mondo, quindi per chiudere due riflessioni sull’argomento di Jon Sobrino (www.queriniana.it/PDF/CNC030113.pdf e www.queriniana.it/PDF/CNC030100.pdf) da cui emerge una visione positiva della crisi riconosciuta ed accettata, vista non come buio assoluto, ma come speranza di futuro, non come perdita, ma come guadagno e, in una visione evangelica come “beatitudine”.

 

GIACOMO LERCARO

Un indiscusso protagonista del Concilio Vaticano II che apportò nuove visioni, tra cui quelle dell’ecumenismo e del rinnovamento liturgico è stato sicuramente il Cardinale Giacomo Lercaro (www.bologna.chiesacattolica.it/arcivescovi/arcivescovi/115_lercaro.html); in rete è disponibile la testimonianza di Mons. Bettazzi in un’intervista rilasciata a Vita Pastorale (www.stpauls.it/vita03/0303vp/0303vp28.htm) ed al mensile cristiano Viator (www.viator.it/ConcilioVaticanoII/lercaro.htm ). Nel web il nome di Lercaro si trova spesso abbinato a quello di Dossetti, ma con un po’ di pazienza sono rintracciabili anche alcune pagine come il suo bilancio della prima Sessione del Concilio (www.viator.it/ConcilioVaticanoII/lercarobilancio.htm ) e la pagina davvero curiosa per l’epoca (il 1959) in cui il cardinale Lercaro illustra ai lettori del quotidiano Il Resto del Carlino il significato della solenne cerimonia della consacrazione della basilica di S. Petronio a cinquecentosessantadue anni esatti di distanza dal giorno in cui vi fu celebrata la prima Messa (www.bolognaracconta.com/chiesa_s_petronio_541002.php ).

 


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Giovanni La Malfa

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