RAPPORTO ISTAT

Calano i poveri Ma siamo tutti un po’ meno ricchi

Più di sette milioni gli italiani che vivono sotto la soglia di indigenza:

l’11% della popolazione, un dato migliore rispetto a un anno fa

Da Roma Bruno Mastragostino

L'area della povertà ha fatto un netto passo indietro scendendo nel 2002, secondo l'Istat, all'11% delle famiglie. Si tratta in ogni caso di 2 milioni e 456 mila nuclei per un totale di 7 milioni e 140 mila individui, che spesso a ridosso del 27 del mese sono costrette a "segnare" dal fornaio o dal fruttivendolo perché lo stipendio è già finito. Una fetta di italiani che a volte incontra difficoltà anche per mangiare, ma che sempre quando deve acquistare un bene durevole, come ad esempio l'automobile, deve chiedere un prestito o firmare un gran numero di cambiali. E stiamo parlando di povertà relativa, 823 euro al mese per una famiglia di due persone.
La situazione peggiora quando l'Istat snocciola i dati sulla povertà assoluta, 573 euro al mese sempre per una famiglia di due persone. In questo caso le famiglie che versano in questa dannata situazione sono quasi un milione (926 mila, 4,2% delle famiglie) per un totale di 2 milioni e 916 mila individui. Insomma, l'indagine Istat sulla povertà in Italia nel 2002, ha messo in luce una netta riduzione del numero degli indigenti, scoprendo che da un anno a un altro circa 200 mila famiglie non risultano più povere, nel 2001 erano infatti 2 milioni e 663 mila quelle che si trovavano in uno stato di indigenza. Non è poco visto che negli ultimi cinque anni la percentuale di famiglie povere è sempre stata intorno al 12% e ora siamo all'11%.
Ma a cosa si deve il miglioramento? Senza dubbio alla base c'è il buon andamento del mercato del lavoro che ha creato numerose opportunità di occupazione e quindi nuovo reddito. Ma in parte il cambiamento si deve anche alla brutta congiuntura economica, che ha portato ad una flessione in termini reali della spesa per consumi nel 2002 peggiorando le condizioni di vita medie della popolazione e, di conseguenza, una diminuzione del valore della linea di povertà e del numero delle famiglie povere. La riduzione della povertà, prosegue l'Istat, ha interessato in particolare il Centro (da 8,4 a 6,7% delle famiglie) e il Meridione (da 24,3 a 22,4%), mentre al Nord è rimasta ferma al 5%. Tra le 2 milioni e mezzo di famiglie povere il 66% è residente al Sud, ripartizione geografica dove però vive soltanto il 33% delle famiglie.
Intanto, a fronte del calo dei poveri, resta inalterato il profilo della povertà che colpisce soprattutto le famiglie numerose e quelle dove ci sono anziani, le famiglie con poca istruzione o quelle al cui interno c'è un disoccupato. Infatti la povertà relativa è di gran lunga più diffusa tra le famiglie con molti figli, quasi un quarto di quelle con 5 o più componenti è sotto la linea della povertà e nel Mezzogiorno la percentuale aumenta arrivando a superare il 30%. Se in una coppia il capofamiglia ha più di 65 anni la percentuale di nuclei familiari poveri è del 15,7%, se invece l'anziano vive solo la percentuale scende a 13,3. Nelle famiglia con un disoccupato la percentuale sale ai massimi livelli raggiungendo quasi il 40%. Appare invece a livelli minimi l'incidenza della povertà tra le persone sole (3,1%) che spesso hanno a disposizione uno stipendio tutto per loro e tra le coppie con un solo figlio (8,1%) dove in numerosi casi ci sono due stipendi per tre persone.
Come accennato, non c'è solo la povertà relativa, ma anche quella assoluta. Del milione di poveri tra i poveri, precisa l'Istat, ben 649 mila vivono nel Meridione, ma anche in questo caso grazie al generale miglioramento l'incidenza delle famiglie assolutamente povere sul totale nel Mezzogiorno è scesa all'8,9%, quasi un punto percentuale in meno rispetto al 2001 quando era al 9,7%. Quanto all'area del Centro Italia, la povertà risulta stabile con una impercettibile riduzione dal 2,3 al 2,2%. Soltanto al Nord, conclude l'Istat, è stato registrato un aumento passando dall'1,3% del 2001 all'1,7%

testo integrale tratto da "Avvenire" - 23 luglio 2003